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PubblicatoAlessandra Grandi Modificato 11 anni fa
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Hans-Georg Gadamer Facoltà di Scienze della Formazione
Storia della filosofia contemporanea
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L’ermeneutica Arte dell’interpretazione: disciplina ausiliaria della teologia, giurisprudenza, filologia Schleiermacher, Lezioni di ermeneutica teoria generale per comprendere un discorso o un testo Dilthey, La genesi dell’ermeneutica (1900) metodo delle scienze storiche distinzione tra verstehen (comprendere: scienze storiche) e erklären (spiegare: scienze naturali) Heidegger, Essere e tempo (1927) esistere è comprendere/interpretare Gadamer, Verità e metodo, 1960 le condizioni del comprendere
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H.-G. Gadamer, Verità e metodo
Scopo: non fissare norme tecniche, ma evidenziare le condizioni del comprendere Universalità: modo di essere dell’esistenza Verità metodo: esperienza di verità e di senso irriducibile al metodo delle scienze naturali (conoscenza oggettiva e neutrale) esperienze extrametodiche di verità: arte, storia, filosofia
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Arte: esperienza di verità
Critica della coscienza estetica moderna (estetismo soggettivistico) L’arte come bella apparenza (dominio del modello conoscitivo delle scienze naturali) L’arte non ha a che fare con la realtà concreta della vita L’arte non ha a che fare con le questioni del vero e del falso Differenziazione estetica: Separazione dell’opera dal suo contesto vitale originario (il museo) Fruizione del puro valore estetico Sradicamento sociale dell’artista L’arte come illuminazione, come esperienza di verità Autonomia ontologica dell’opera d’arte (il gioco)
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Storicità del comprendere
Storicità: interpretans e interpretandum Ineliminibilità dell’orizzonte storico-culturale (il “ci” heideggeriano) dell’interprete I pre-giudizi (o le pre-comprensioni) pregiudizi veri e pregiudizi falsi (l’urto con i testi) Circolarità del comprendere non inconveniente (circolo vizioso), ma presupposto positivo Novità e infinità dell’interpretazione
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Riabilitazione di tradizione e autorità
Contro l’illuminismo: critica dell’autorità e della tradizione quali impedimenti al libero dispiegarsi della ragione Contro il romanticismo: accettazione acritica della tradizione Tradizione: elemento produttore di un orizzonte e di una continuità storica Tradizione: non supinamente, ma consapevolmente e liberamente accettata (autorevolezza) nesso vivente tra passato e presente
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Coscienza della determinazione storica
Tensione tra estraneità e familiarità Estraneità: distanza temporale; alterità dell’oggetto interpretato Familiarità: siamo inseriti in una tradizione, in un orizzonte (storia degli effetti) La storicità del comprendere non è un ostacolo da superare (spogliarsi del proprio orizzonte e calarsi e immedesimarsi nell’orizzonte dell’opera o dell’autore da studiare: storicismo) è condizione del darsi dell’esperienza storica
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Interpretazione: “fusione di orizzonti”
L’orizzonte dell’interprete non deve essere messo tra parentesi, ma posto al servizio della comprensione dell’orizzonte altrui Schleiermacher (ricostruzione oggettiva del passato) e Hegel (mediazione, operata dal pensiero, del passato con il presente) Contro ogni forma di sapere assoluto: sapere sempre finito e aperto (Kant) L’ermeneutica: dialogo tra passato e presente
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La dialettica di domanda e risposta
Struttura dialogica del comprendere ermeneutico dialettica di domanda e risposta: dialogo platonico Apertura del comprendere ermeneutico contro l’assorbimento dell’altro (Hegel) La phronesis (prudentia) modello di sapere non oggettivante (descrittivo-constatativo o tecnico-applicativo): episteme, techne costitutivamente legato alle situazioni Il processo ermeneutico è interminabile: infinità delle interpretazioni
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Linguisticità del comprendere
L’essere può essere compreso solo in quanto si dà nel linguaggio Contro la concezione strumentale del linguaggio Il linguaggio come immagine della realtà Il linguaggio come insieme di segni convenzionali, atti a esprimere un mondo già noto pre-linguisticamente Intrascendibilità del linguaggio: l’essere che può essere compreso è linguaggio La verità come eventualità extrametodica non è il soggetto ad agire sulla cosa, ma la cosa ad agire sul soggetto
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