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LETTERATURE COMPARATE
Anno accademico 2005/2006
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da Carlo Salinari, Pirandello e la crisi della coscienza contemporanea
[…]
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da Gianfranco Contini, Il linguaggio di Pascoli
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da Giorgio Barberi Squarotti, Simboli della poesia pascoliana
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da Francesco Orlando, Mito e negazioni simboliche nella “Phèdre” di Racine
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da D’Arco Silvio Avalle, Scomposizione di “A Liuba che parte” di Montale
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da Piero Boitani, L’ombra di Ulisse
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da Fernand Baldensperger, Letteratura comparata: il nome e la cosa, 1921
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P. Van Thiegem, La littérature comparèe, 1931
“La letteratura comparata comprende le relazioni tra la letteratura greca e quella latina, il debito che a partire dal Medioevo le letterature moderne hanno contratto nei confronti della letteratura classica ed infine i legami che connettono le diverse letterature moderne. Quest’ultimo campo di ricerca, che è anche il più complesso, è l’unico che la letteratura comparata, nel senso in cui essa è generalmente intesa, assume come proprio.”
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René Wellek e la letteratura comparata
“la letteratura comparata può meglio essere difesa e definita dalla sua prospettiva e dal suo spirito che da qualsiasi partizione circoscritta entro la letteratura.”…
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Wellek e la letteratura comparata (continua)
… “studierà tutta la letteratura in una prospettiva internazionale, consapevole dell’unità di tutte le creazioni ed esperienze letterarie. In questa accezione la letteratura comparata si identifica con lo studio della letteratura al di fuori dei limiti linguistici,etnici e politici.”…
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Wellek e la letteratura comparata (continua)
… “non può essere limitata a un solo metodo: descrizione, caratterizzazione, interpretazione, narrazione, spiegazione, valutazione sono usate nel suo discorso tanto quanto la comparazione.”
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Yves Chevrel definizione della disciplina
“La letteratura comparata non è un insieme di testi, ma è una prospettiva di studio della letteratura. […] non è riducibile alla comparazione letteraria, né tanto meno alla pratica dei paralleli […]. Si tratta, fondamentalmente, di un approccio intellettuale mirante a studiare qualsiasi oggetto definito o definibile come letterario, mettendolo in relazione con gli altri elementi costitutivi di una cultura.”
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Remo Ceserani Identità di una disciplina
Definizione: “Lo studio delle letterature su base non strettamente nazionale (o nazionalistica) viene normalmente definito con i termini di comparatistica letteraria o con altri simili: letteratura comparata, letterature comparate, letteratura generale”.
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Remo Ceserani Identità di una disciplina
Di cosa si occupa: “la disciplina si occupa, oltre che dello studio dei rapporti e confronti tra le diverse tradizioni letterarie, degli aspetti generali della produzione, comunicazione e ricezione della letteratura – teoria della letteratura, teoria e storia dei generi letterari, retorica e stilistica, sociologia letteraria;”…
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… “dei rapporti fra i diversi codici della comunicazione culturale – letteratura e arti figurative, letteratura e teatro, letteratura e cinema, letteratura e musica;”…
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… “dei rapporti tra la letteratura e il contesto culturale e della funzione della letteratura nei più ampi sistemi della comunicazione culturale – letteratura e ideologie, tradizioni nazionale e tradizioni locali, tradizioni sovranazionali, storia letteraria, multiculturalismo.”
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R. Ceserani e il modello americano
“Uno dei motivi fondamentali che ispirano gli interventi dei comparatisti più illuminati è quello che insiste sul dialogo, il confronto e la controversia come elementi caratterizzanti e auspicabili di ogni vera comparazione”.
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da Claudio Guillén, L’uno e il molteplice
“Avviciniamoci alla nostra disciplina senza perdere di vista questo carattere iniziale: la letteratura comparata come tensione, desiderio, attività di fronte ad altre attività. Desiderio, diciamo subito, di superamento del nazionalismo culturale: della utilizzazione della letteratura per fini nazionalistici, istinti narcisisti, propositi ideologici. Sogno, fin dai tempi di Goethe, di una letteratura del mondo.”
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Il locale e l’universale
“La disposizione d’animo del comparatista, ciò che gli permette di affrontare una tale impresa è la coscienza di certe tensioni fra il locale e l’universale; o, se si preferisce, fra il particolare e il generale” (Guillen)
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L’esperienza del molteplice
“L’esperienza della molteplicità è corrente e di facile accesso all’osservazione, mentre il concetto di universo, nel suo senso organico e unificatore, ci appare troppo ambizioso” (Guillen)
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Dialogo tra l’uno e il molteplice
“Due coordinate elementari, l’una spaziale e l’altra temporale, contribuiscono a precisare e definire questo dialogo. Esempio estremo della prima è la longitudine Est/Ovest, che separa civiltà remote, indipendenti.” “Parimenti, quasi simultaneamente, ricorriamo alla coordinata temporale. […] Un nuovo dialogo si stabilisce, non già fra località e mondo, ma fra divenire e continuità.” (Guillén)
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Sei punti di vista per il genere letterario
Il divenire storico Il paradigma sociologico La ricezione Come parte di un insieme e in base alla funzione Secondo la logica come modello mentale In base alla comparazione
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Primo modello di sovranazionalità
Studio di fenomeni e insiemi sovranazionali che implicano internazionalità, cioè o contatti genetici e altri rapporti fra autori appartenenti a distinti ambiti nazionali, o premesse culturali comuni.
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Secondo modello di sovranazionalità
Studiare, riuniti in un unico insieme, fenomeni e processi geneticamente indipendenti o appartenenti a civiltà differenti, ma che implicano condizioni storico-sociali comuni.
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Terzo modello di sovranazionalità
Lo studio di fenomeni geneticamente indipendenti, i quali formano insiemi sovranazionali secondo principi e propositi derivati dalla teoria della letteratura.
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Il discorso del racconto
Il racconto (discorso narrativo) è tale solo se narra una storia Ogni storia narrata (anche quella con il maggior grado di verosimiglianza) è una finzione – è rielaborazione artistica di avvenimenti che accadono (reali o immaginati) Ogni storia narrata dipende da un atto narrativo Studiare il discorso del racconto significa studiare le relazioni tra la storia, la storia narrata (o racconto) e l’atto narrativo (o narrazione)
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Tre tipi di relazioni Tempo – risponde alle domande: in che ordine di tempo, in quanto tempo, con quale sistema di iterazione del tempo viene narrata la storia? Modo – risponde alla domanda: come viene narrata la storia? Voce – risponde alla domanda: chi narra la storia?
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Tempo Il racconto è una sequenza doppiamente temporale
Esiste il tempo della storia (o fabula) e il tempo del racconto (o intreccio) Tempo della storia e (pseudo) tempo del racconto non coincidono Esistono tre determinazioni in base alle quali studiare le relazioni tra tempo della storia e tempo del racconto: ordine, durata, frequenza
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Ordine “Studiare l’ordine temporale di un racconto significa operare un confronto fra l’ordine di disposizione degli avvenimenti o segmenti temporali del discorso narrativo e l’ordine di successione che gli stessi avvenimenti o segmenti temporali hanno nella storia, sia seguendo le esplicite indicazioni fornite dallo stesso racconto, sia per quanto si può inferire da questo o quell’indizio indiretto” (Genette)
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Anacronie L’ordine temporale degli avvenimenti nella storia è di tipo lineare – prima/dopo – causa/effetto L’ordine temporale degli avvenimenti nel racconto è di tipo oscillante e reversibile – è ricco di anacronie Anacronie = varie forme di discordanza fra l’ordine della storia e quello del racconto Le principali anacronie sono: analessi o retrospezione e prolessi o anticipazione
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Il modello di Bergson “Vi è almeno una realtà che tutti noi cogliamo dall’interno, per intuizione, e non per semplice analisi: la nostra persona nel suo scorrere attraverso il tempo, il nostro io che dura. […] E’, se si vuole, lo svolgersi di un rotolo, perché non c’è essere vivente che non si senta arrivare, a poco a poco, al termine della parte che deve recitare; e vivere consiste nell’invecchiare. Ma è anche, altrettanto, un arrotolarsi continuo, come quello d’un filo sul gomitolo, poiché il nostro passato ci segue, e s’ingrossa senza sosta del presente che raccoglie sul suo cammino: coscienza significa memoria. […] La durata interiore è la vita continua d’una memoria che prolunga il passato nel presente” (Introduzione alla metafisica)
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