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Economia e politica del territorio
Facoltà di Scienze Economiche ed Aziendali (S.E.A.) Corso di Laurea in Economia e Gestione dei servizi turistici Prof. Filippo Bencardino
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Economia e politica del territorio Le letture di approfondimento
Teorie della localizzazione: lo spazio fisico-metrico Teorie della crescita regionale: lo spazio uniforme- astratto Teorie dello sviluppo locale: lo spazio diversificato relazionale Teorie della crescita regionale: lo spazio diversificato - stilizzato Il programma Capello R. (2004), Economia regionale. Localizzazione crescita e sviluppo locale, Il Mulino Il testo Le letture di approfondimento Il territorio e… lo sviluppo locale, i trasporti, le ICT, le industrie, i distretti….
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Economia e politica del territorio
Perché un testo di economia regionale? Nello spazio regionale si possono studiare i processi che conducono alla divergenza interrregionale dei redditi, passando attraverso i processi di apprendimento e di formazione del capitale umano Nello spazio regionale si possono trovare le fonti della competitività Nuovo interesse verso la disciplina da parte di economisti, dei geografi e dei territorialisti, delle scienze sociali e soprattutto dei policy maker L’economia regionale ha mostrato nel tempo processi evolutivi significativi
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Economia e politica del territorio
Anni ’50-’60 Basi teoriche della nuova disciplina - contributi teorici della localizzazione - contributi teorici della struttura del sistema urbano - orientamento in senso regionale dei modelli teorici del commercio internazionale, dell’economia dello sviluppo ... Anni ’70-’80 Sviluppo e consolidamento teorico - maturità del modello di interazione spaziale - affermazione dei modelli interpretativi dello sviluppo dei sistemi locali - nuovi approcci dinamici ed evolutivi alla crescita regionale Anni ’90 Stanchezza teorica e prospettive di cambiamento - ricerca di nuovi ambiti di elaborazione ed applicazione teorica - superamento dei confini disciplinari
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Economia e politica del territorio
In questi ultimi anni … rilevanza dello spazio-territorio nell’analisi dello sviluppo (elementi di studio sono i distretti industriali, il milieu, il capitale sociale….) individuazione degli elementi fondanti di una moderna economia del territorio e dello sviluppo coerenza con le politiche comunitarie Vantaggi agglomerativi, creatività imprenditoriale, processi di apprendimento collettivo, processi di accumulazione della conoscenza, capacità di azione collettiva, …. Competitività e globalizzazione, sostenibilità e coesione
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Economia e politica del territorio
Nuovo approccio nelle politiche di sviluppo locale PASSAGGIO DA: POLITICHE TOP DOWN POLITICHE BOTTOM UP Lo sviluppo parte dal basso in rela- zione alle risorse locali e attraverso un coinvolgimento degli attori locali Il territorio è promotore del proprio sviluppo Interventi per lo sviluppo “calati” dall’alto e di tipo settoriale Il territorio come mero conteni- tore di risorse da sfruttare I soggetti locali sono coinvolti nello sviluppo del territorio ma, possono avere due atteggiamenti: atteggiamento passivo : si limitano a rendere il territorio disponibile e fruibile ad investitori esterni atteggiamento attivo : si auto-organizzano al fine di promuovere lo sviluppo e la valorizzazione del territorio
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Economia e politica del territorio
Nuova competizione dei territori in un contesto globale I territori sono chiamati ad individuare ed a perseguire una propria strategia di sviluppo che sia pensata rispetto alle specificità locali Il territorio compete attraverso il milieu locale Il milieu è «... l’insieme di condizioni interne e di risorse che definiscono l’insieme di caratteri peculiari di un territorio dai quali dipendono i possibili cambiamenti e la concreta diffusione dello sviluppo... » (Dematteis, 1994) «... è costituito da un insieme di elementi, sia di tipo fisico che socio-culturale, sia materiali che immateriali, che si sedimentano nel tempo, in un certo luogo, attraverso l’evolvere storico di rapporti intersoggettivi ... » (Governa F., 1997)
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Lo sviluppo locale: l’approccio urbanistico-geografico Lo sviluppo locale inteso ed analizzato alla luce del rapporto locale/globale possiede specifiche caratteristiche: avviene attraverso l’attivazione di sistemi locali autonomi con capacità auto- organizzative e auto-riproduttive; è un processo endogeno, in cui l’input esterno stimola processi interni auto- organizzativi frutto dell’interazione rete locale/milieu; le condizioni locali decisive sono quelle costitutive di uno specifico milieu ; è un processo in cui i giochi sono a somma positiva, in cui cioè gli effetti utili di cui dispone il singolo soggetto sono accresciuti dal comportamento di tutti gli altri soggetti appartenenti al sistema; la competizione avviene tra territori.
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Un progetto locale, nel promuovere lo sviluppo locale in un rapporto globale/locale, può assumere tre atteggiamenti (Magnaghi, 2000) - un modello top down, dal centro al locale: è il modello della competizione (fra aree produttive, città, regioni, …) in cui gli attori locali forti sfruttano le risorse territoriali in un contesto competitivo dato. Il modello si presenta come un tentativo di valorizzazione territoriale in quanto la competizione globale impone la ricerca e la differenziazione di prodotti legati alle peculiarità locali; - un modello glocale: è il modello in cui si cerca un equilibrio tra la necessità di valorizzare le peculiarità locali per la competizione globale e il rafforzamento delle società e delle identità locali, che sono le sole in grado di «rinnovare l’uso del patrimonio territoriale come risorsa»; - un modello bottom up, globalizzazione dal basso, dal locale al centro: è il modello in cui lo sviluppo locale è fondato sulla valorizzazione del milieu locale (valori culturali, sociali, ambientali, produttivi, territoriali) con l’obiettivo di «attivare relazioni non gerarchiche, ma cooperative, fra città, regioni, nazioni, verso un sistema di relazioni globali costruite dal basso e condivise».
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Un progetto di sviluppo locale, così come è inteso da Magnaghi (2002), deve avere precisi requisiti: Complessità produttiva, sociale, insediativa e forte diversificazione rispetto ad altri territori con cui scambia beni, culture, persone, informazioni; Dinamicità, intesa come capacità di modificazione degli scenari che si propongono nel farsi del progetto stesso; Interattività, intesa come condivisione di fini comuni da parte degli attori locali e come controllo sul progetto esercitato da questo patto condiviso attraverso nuovi istituti di democrazia diretta non esterni agli attori stessi; Integrazione, superando l’idea della pianificazione settoriale; Sostenibilità, secondo le cinque dimensioni: politica, sociale, economica, ambientale, territoriale.
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Lo sviluppo locale: l’approccio comunitario Territoriale: l’estensione geografica dello sviluppo locale corrisponde il più delle volte ad un territorio di dimensioni ridotte; Endogeno: la creazione di nuove attività generatrici di posti di lavoro e di ricchezze dipende dalla valorizzazione, da parte degli stessi protagonisti locali, di risorse endogene del territorio; Integrato: il sostegno esterno allo sviluppo locale non può più limitarsi a misure settoriali separate, ma deve privilegiare interventi multisettoriali in modo da coinvolgere tutte le parti in causa a vantaggio di uno sviluppo globale Ascendente: l’approccio locale consiste nel procedere “dal basso verso l’alto”, bottom up e non più top down Partenariale: la gestione della strategia di sviluppo locale è assicurata innanzitutto dai protagonisti locali che riuniscono un'ampia gamma di rappresentanti dei vari settori di attività esistenti sul territorio Sostenibile: l’approccio locale dello sviluppo mira a rendere permanenti le attività, i posti di lavoro e le risorse
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Economia e politica del territorio Lo sviluppo locale in Italia
L’evoluzione dei modelli di sviluppo locale è stata segnata dall’aumento dell’influenza delle variabili territoriali, che non svolgono più un ruolo secondario ed aggiuntivo, ma diventano elementi centrali ed essenziali nell’impostazione alla base delle riflessioni sullo sviluppo industriale Per decenni il paradigma funzionalista dello sviluppo ha trascurato il territorio facendo ricorso a variabili quali calcolo razionale, mercato, moneta, tecnologia Secondo questo modello di sviluppo, a natura polarizzata e territorialmente concentrata la crescita economica di un’area: - è legata a componenti di natura esogena al sistema - è garantita dalla continua espansione della grande impresa - è segnata da una organizzazione del lavoro di tipo fordista Elevato sviluppo urbano, accentuazione delle differenze città campagna, aumento degli squilibri centro-periferia, forte divario Nord-Sud
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E negli anni Settanta? Questo modello interpretativo comincia a scricchiolare sotto l'incalzare di nuovi fatti economici e sociali (Garofoli, 1992; Piore, Sabel, 1984): compaiono nuove tecnologie che consentono produzioni efficienti anche per quantità di prodotto limitate; la domanda di merci si diversifica ed interessa in misura crescente beni e servizi a cui non si richiedono esclusivamente requisiti di efficienza e funziona- lità, ma che dovrebbero invece consentire al consumatore di soddisfare biso- gni immateriali, legati ad aspettative e identità. Si parla a riguardo della diffusione dell’intelligenza sociale del consumatore; il mercato del lavoro è caratterizzato da processi di trasformazione che inducono un incremento della varietà delle competenze domandate dal sistema delle imprese e che modificano quindi i rapporti tra domanda e offerta.
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Quali le conseguenze di questi processi di trasformazione? sono variate le modalità di organizzazione delle produzione: - crisi della grande impresa, - affermazione di cluster di piccole imprese territorialmente concentrate, riorganizzazione del mercato del lavoro, - emergere prepotente di componenti dello sviluppo di natura tipicamente endogena, - differenziazione produttiva e tecnologica ecc. la geografia dello sviluppo economico è caratterizzata da radicali modificazioni: - crisi delle tradizionali aree di sviluppo, - riarticolazione territoriale delle attività produttive e dei processi di sviluppo le trasformazioni hanno determinato il rapido sviluppo di alcuni territori in aree diverse rispetto alle tradizionali direttrici di crescita economica, in primis la cosiddetta ”Terza Italia” (Bagnasco; 1981; Fuà, 1984; Garofoli, 1991, 1992).
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Economia e politica del territorio
La variabile territorio comincia ad essere pensata in termini di: Luogo in cui sono sedimentati specifici connotati naturali, storici, sociali e culturali; Luogo in cui si moltiplicano le relazioni sociali tra uomini e imprese, in cui attori in carne e ossa si scambiano e valorizzano non solo beni materiali ma, anche, beni relazionali (Storper, 1998); Luogo in cui esistono economie esterne all'impresa, ma interne al sistema territoriale locale che consentono da una parte di accrescere e dall'altra di rendere difficilmente replicabili in altre aree i vantaggi competitivi dinamici del territorio; Luogo in cui sono possibili interventi pubblici originali e specifiche forme di regolazione sociale.
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Economia e politica del territorio Passaggi fondamentali:
Impresa localizzata 2) Competizione individuale delle imprese e del territorio 3) Politica Industriale 4) Territorio come contenitore Impresa radicata Competizione del sistema di imprese Politica di sviluppo territoriale Territorio come spazio relazionale
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Differenti livelli di ricchezza e di benessere in un contesto regionale dipendono: - dalla distribuzione diseguale delle risorse (produttive, umane, economiche…) - dalla diversa localizzazione delle attività economiche delle imprese Lo spazio agisce sul funzionamento di un sistema economico Dimensione spaziale quale variabile significativa nell’analisi economica Nascita di due grandi gruppi di teorie teorie della localizzazione - Indagini delle scelte localizzative di imprese e famiglie Analisi delle disparità nella distribuzione delle attività economiche teorie della crescita regionale - Aspetti spaziali della crescita economica e della distribuzione territoriale del reddito
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Economia e politica del territorio
Le diverse concezioni di spazio Lo spazio fisico-metrico e le teorie della localizzazione Ipotesi di partenza: concezione dello spazio puramente geografica Variabili significative: distanza fisica, costi di trasporto Obiettivo: analizzare la distribuzione delle attività nello spazio alla luce dei costi di trasporto e delle economie di agglomerazione, secondo diversi modelli di localizzazione: Scelta localizzativa dell’impresa (Weber) Individuazione delle aree di mercato (Lösch) Identificazione delle aree di produzione (Von Thünen) Identificazione della dimensione delle diverse agglomerazioni territoriali (Christaller)
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Le diverse concezioni di spazio Lo spazio uniforme-astratto le teorie della crescita regionale Ipotesi di partenza: lo spazio geografico è ripartito in regioni e considerato come un contenitore fisico dello sviluppo Obiettivo: verificare la capacità di una regione di produrre con vantaggio i beni e i servizi che sono domandati dal sistema economico di riferimento Strumenti: indicatori sintetici di sviluppo (reddito, occupazione, prezzi, salari, …)
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Economia e politica del territorio Le diverse concezioni di spazio
Lo spazio diversificato – relazionale e le teorie dello sviluppo locale Ipotesi di partenza: - economie di agglomerazione come centro dei processi di sviluppo locale - sviluppo polarizzato e ad intensità variabile (Perroux) - territorio come sistema di governance e come sistema di relazioni Obiettivo: spiegare la competitività dei sistemi territoriali, le determinanti dello sviluppo, la capacità dell’area di individuare le condizioni locali che permettono al sistema di raggiungere tassi elevati di sviluppo e di mantenerli nel tempo.
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Economia e politica del territorio Le diverse concezioni di spazio
Lo spazio diversificato-stilizzato e le teorie della crescita regionale Ipotesi di partenza: - le attività produttive si concentrano in alcune polarità sulle quali lo sviluppo insiste, diversificando il livello e il tasso di crescita del reddito tra le aree della stessa regione - le aree sono puntiformi, dicotomiche e stilizzate Obiettivo: trattare i fenomeni territoriali con gli strumenti tradizionali della teoria economica e di integrare e sintetizzare le diverse concezioni di spazio Limite: manca l’interpretazione dello spazio come risorsa aggiuntiva e fattore produttivo autonomo dello sviluppo
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