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PubblicatoLuisella Brescia Modificato 11 anni fa
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Dello scrivere terza parte Laboratorio di scrittura italiana Facoltà di Lettere e Filosofia Giugno 2005 prof. Vitellaro
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La base Nei precedenti incontri abbiamo visto alcuni principi di base dello scrivere bene: la pratica è indispensabile bisogna che sia fonte di piacere, non deve essere vissuta come un compito l'abilità –nella descrizione, –nel dialogo, –nello sviluppo dei personaggi è in ultima analisi la capacità di vedere o ascoltare con chiarezza e quindi trascrivere ciò che si è visto o udito con uguale chiarezza (e senza ricorrere a troppi di quegli avverbi così noiosi e inutili).
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Elementi formali Ci sono molti elementi «decorativi»: onomatopeia, ripetizioni rafforzative, stream of consciousness, dialogo interiore, uso dei tempi dei verbi (è diventato abbastanza di moda raccontare storie, specialmente nella forma del racconto breve, al tempo presente), la questione spinosa dei retroscena (come inserirli e in che misura), tema, ritmo, ecc. La mia posizione al riguardo è molto semplice. È giusto utilizzare qualunque cosa migliori la qualità della vostra scrittura e non intralci la vostra storia.
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Limportante è il lettore Non c'è assolutamente bisogno di farsi influenzare dai pregiudizi o di attenersi al convenzionale, né avete l'obbligo di scrivere una prosa sperimentale e destrutturata perché lo dicono le riviste di cultura. Tradizionale e moderno sono entrambi a vostra disposizione. Diavolo, scrivete a testa in giù, se vi piace, o scrivete in pittogrammi a pastelli. Ma… Io non credo che debba essere concesso a un racconto o un romanzo uscire dalla porta della vostra stanza di scrittura se non siete convinti che sia ragionevolmente reader-friendly.
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Il tema Non tutti i libri devono essere densi di simbolismi, ma la mia impressione è piuttosto che ogni libro, almeno quelli che vale la pena leggere, trattino di qualcosa. Il vostro compito subito dopo la stesura della prima bozza è decidere i qualcosa di cui tratta il vostro. Il vostro compito per la seconda bozza è di rendere ancora più chiaro quel qualcosa. Ciò potrebbe richiedere modifiche e revisioni sostanziose. Il beneficio per voi e il vostro lettore sarà un percorso più chiaro e uniforme. Funziona sempre.
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La revisione Quante riscritture? Due bozze e una rifinitura. È opportuno riscrivere la vostra storia almeno una volta: la prima con la porta chiusa e la seconda con la porta aperta. Con la porta chiusa, scaricando direttamente sulla pagina quello che avete nella testa. Poi lo rileggete per verificare la coerenza Poi lo fate leggere al Lettore Ideale e passate alla seconda bozza Poi la rifinitura
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La prima lettura Durante la prima lettura, la parte superiore della mente si concentra sulla storia e le questioni riguardanti la cassetta degli attrezzi: eliminazione di pronomi con riferimenti nebulosi (odio i pronomi, ne diffido, sono sfuggenti), inserimento di aggiunte esplicative dove sembrano necessarie e, naturalmente, espulsione di tutti gli avverbi dai quali trovate il coraggio di separarvi (mai tutti; mai abbastanza).
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Il messaggio: se cé non si deve vedere A un livello più basso, però, ponetevi le Grandi Domande. La più grande di tutte: c'è coerenza nel racconto? E in questo caso, che cosa trasforma la coerenza in canzone? Quali sono gli elementi ricorrenti? Si legano tra di loro per dare origine a un tema? Vi state domandando, in altre parole, qual è il succo di tutto quel che avete fatto e come potete intervenire per rendere più percepibili i sottintesi. Cercate il modo di farlo senza imboccare il lettore o svendervi enunciando un messaggio. Prendete tutti quei messaggi e tutte quelle morali e schiaffateli nellimmondizia, capito?
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Durante la prima lettura Soprattutto, cercate che cosa volete dire, perché nella seconda bozza aggiungerete scene ed episodi che consolidino quel significato. Togliete tutto quello che se ne va per altre vie. È prevedibile che ci siano numerose divagazioni, specialmente all'inizio della storia, quando cè la tendenza a brancolare. Tutti questi spunti supplementari dovranno sparire, se volete ottenere una parvenza di unità.
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Quando aprite la porta Quando avete finito di leggere e avete apportato tutte le vostre piccole correzioni riduttive, sarà il momento di aprire la porta e mostrare quello che avete scritto a quei quattro o cinque amici intimi che hanno manifestato il desiderio di dare un'occhiata. Credo che ogni scrittore abbia un suo preciso lettore ideale; che in vari momenti della stesura di una storia lo scrittore pensi: Chissà che cosa dirà quando leggerà questo pezzo? Per me quel primo lettore è mia moglie. Quando vede qualcosa che le sembra sbagliato me lo fa sapere forte e chiaro.
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La giusta velocità IL Lettore Ideale è anche il miglior modo per accertarsi se la vostra storia ha la cadenza giusta. La cadenza è la velocità alla quale si snoda la vostra narrazione. C'è una credenza secondo cui la maggior parte dei romanzi che hanno successo commerciale sono «spediti». Credo che derivi dall'assunto secondo cui oggi la gente ha troppe cose da fare. Questa idea è in gran parte una cavolata... non si capirebbe il successo di Umberto Eco. Non che ci sia qualcosa di sbagliato nelle storie raccontate alla svelta. Ma si può eccedere in velocità. Se procedete troppo in fretta correte il rischio di lasciare indietro il lettore, o perché lo confondete o perché lo stancate. Io credo che a ogni storia si debba permettere di svilupparsi secondo la propria cadenza e che non debba essere necessariamente sempre una corsa. Ciononostante è bene fare attenzione: se si rallenta troppo, anche il lettore più paziente comincerà ad agitarsi.
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