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PubblicatoAlessia Ferrari Modificato 11 anni fa
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MILANO Milano alla fine del 1500 era governata dalla Spagna, che si era imposta sulla Francia per il controllo della penisola, preannunciando in questo modo il secolo buio che investirà lItalia e che sarà fomentato dalla controriforma. I milanesi non facevano che lamentarsi della violenza e della indisciplinata presenza fra loro della soldataglia spagnola, e che nella città aumentava il danno economico costituito sia dalla continua richiesta di viveri e rifornimenti sottocosto per i soldati che dallestorsione della loro paga alle autorità cittadine;pertanto le spese militari facevano si che la ricca, industriosa, affarista Milano fosse costantemente in rosso. Roma era sempre più allarmata dalleccessiva vicinanza Francese ai territori lombardi e temeva che la minaccia del protestantesimo potesse discendere proprio da lì, ma, a Milano, poteva contare sullarcivescovo della città, il cardinale Carlo Borromeo, particolarmente austero e fanatico. Borromeo aveva tanti nemici tra cui non solo gli spagnoli, di cui sfidava in continuazione il potere, ma anche lo stesso senato milanese, che affermava che egli aveva messo Dio contro Milano, poiché, da quando era venuto a vivere in città, la fertile Lombardia era stata colpita da una serie di cattivi raccolti e carestie, e inoltre da tutti coloro che non amavano la politica di comprensione verso i più deboli del cardinale.
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In realtà il cardinale fece molto per la Lombardia e per i suoi contadini insieme al fratello, infatti introdussero metodi molto più equi e giusti per spartire il raccolto questo veniva diviso in due parti di cui una andava sempre ai contadini anche in periodi di carestia in questo modo essi potevano vivere e mantenersi dignitosamente. Inoltre era loro uso andare per le campagne predicando il vangelo tra la povera gente e via via divennero sempre più amati tanto da girare scortati da unarmata di contadini. Nel 1569 Carlo Borromeo era stato sparato alle spalle da un colpo darchibugio a cui sopravisse per miracolo mentre celebrava i vespri: il tentato assassinio era stato architettato dai membri di un ordine religioso contrario alle posizioni e ai provvedimenti che Borromeo stava disponendo nella città. Nel 1576 Milano fu travolta da unepidemia di peste proveniente via Venezia, dallEuropa orientale. Nel mese di Aprile furono diffusi ammonimenti pubblici contro lafflusso di forestieri privi di autorizzazione sanitaria e labbandono di immondizie marcescenti per strada. Carlo Borromeo organizzò messe in chiesa ed esortò ad atti di penitenza per placare la collera di Dio. Quando destate lepidemia esplose le famiglie più ricche al completo abbandonarono la città e il governatore spagnolo dovette infliggere pesanti multe a chi partiva.
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Tra lagosto e la fine dellanno i morti furono diecimila. Borromeo continuò a celebrare tutti i riti e le processioni previste e andò a far visita ai moribondi nei ricoveri e pretendeva che gli altri preti seguissero il suo esempio. In quegli anni Milano era divisa tra la più esaltata passione religiosa e tra le tremende violenze che vi si consumavano al punto che le autorità erano continuamente costrette a emanare sigilli e minacce, larchibugio a ruota venne messo fuori legge, e non venne permesso di portare armi per strada tranne lo spadino che era relativamente innocuo e il classico pugnale. Per far fronte alla crescente violenza e tensione la guarnigione spagnola fu spesso rinforzata e coloro che non erano graditi venivano rastrellati ed espulsi dalla città. Il pericolo di girare per strada a Milano durante gli anni 80 del 1500 non aveva a che vedere solo con qualche quartiere da evitare e nelle strade del centro si poteva assistere al passaggio dei Bravi che molto spesso si legavano con i membri della piccola nobiltà.
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