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PubblicatoLuigina Lai Modificato 11 anni fa
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Corso di laurea in Scienze internazionali e diplomatiche corso di POLITICA ECONOMICA Docente SAVERIA CAPELLARI Gorizia, a.a. 2006-2007
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Lezione 4 Ripresa dei temi trattati: il sistema economico nel modello di lungo periodo: produzione e prezzi. Politica fiscale e monetaria Ma esiste la disoccupazione nel lungo periodo? Le politiche per ridurre la disoccupazione La crescita economica
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In sintesi: lequilibrio di lungo periodo Nellipotesi di mercati efficienti, la produzione è determinata dalla tecnologia e dai fattori della produzione ( K,L) Lequilibrio domanda offerta è garantito dal mercato finanziario, dove i movimenti del tasso di interesse rendono uguali lofferta di fondi (S) con la domanda di fondi (I)in prestito Il livello dei prezzi è determinato dalla offerta di moneta, controllata dalla Banca Centrale
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In sintesi: lungo periodo e politica macroeconomica - Politica fiscale: cambiamenti di G o T NON modificano il reddito di equilibrio, ma influenzando il risparmio determinano cambiamenti nel tasso di interesse e di conseguenza, la variabile che da esso dipende:gli investimenti. In caso di politiche ESPANSIVE se genera SPIAZZAMENTO TOTALE degli Investimenti -Politica monetaria: determina il livello dei prezzi e linflazione NON influenza Y ( grafici)
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Ma esiste la disoccupazione nel lungo periodo? Denominazioni possibili: Disoccupazione naturale Disoccupazione di pieno impiego, Disoccupazione di equilibrio NAIRU nonaccelerating inflation rate unemployment, ( Tasso di disoccupazione al quale linflazione non accelera)
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Modelli ( e ragioni) che spiegano la disoccupazione naturale Disoccupazione frizionale..o da ricerca Disoccupazione di equilibrio e ipotesi disalari di efficienza (efficiency wages) Disoccupazione strutturale determinata da –squilibri qualitativi tra domanda e offerta –fattori demografici –Regole istituzioni del mercato del mercato del lavoro ( salario minimo, sussidi di disoccupazione regole di assunzione e licenziamento …etc.)
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Un legame tra i modelli e levoluzione delle economie occidentali dopo gli anni 70 I modelli citati non sono che una piccola parte del variegato filone di studi che ha cercato di spiegare: –la crescita di alti livelli di disoccupazione nelle economie occidentali dopo gli anni 70 ( nel periodo successivo agli shock petroliferi) –Il persistere in Europa, contrariamente a quanto accade negli USA, di un tasso di disoccupazione molto alto (attorno al 10-12% livello) negli anni 80 e 90, in presenza di un mercato del lavoro rigido in Europa, flessibile negli USA. I modelli non si escludono a vicenda e i fenomeni a cui fanno riferimento possono, nella realtà, coesistere
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Disoccupazione naturale e modello di lungo periodo Ciò che accomuna i modelli presentati è che spiegano la disoccupazione che non si origina dal ciclo economico- che non dipende,cioè, da un andamento sfavorevole della domanda di prodotto- (un affermazione questa che diventerà ancora più chiara quando avremo analizzato il breve periodo) La disoccupazione naturale è indipendente dal livello dei prezzi e dallinflazione (Grafico obiettivo disoccupazione- inflazione) Una riduzione della disoccupazione naturale, a parità di offerta di lavoro, determina un aumento del numero di occupati e quindi della produzione naturale, con i risultati già visti ( Grafico a quattro quadranti)
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Politiche per ridurre la disoccupazione naturale Migliorare il funzionamento del mercato con una migliore informazione ( su posti vacanti e lavoratori Formazione Meno regole più flessibilità
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La crescita economica Fino a questo punto abbiamo considerato il reddito di pieno impiego (di equilibrio) fisso, ora analizzeremo come si raggiunge il reddito di equilibrio, e cosa lo modifica, a partire dal modello capostipite di una lunga serie di lavori che è quello di Solow (1956) ( Robert Solow, premio nobel per leconomia nel 1987, nato nel 1924 a New York) Cosa determina il reddito di equilibrio di un paese? E quali sono le determinanti della crescita economica?
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Un modello in termini di variabili pro-capite La varabile presa in esame adesso non è il Y in valore assoluto, ma il reddito pro- capite (il reddito per lavoratore), Y/L Tutte le variabili vanno essere espresse in termini pro capite (per lavoratore) e sono denotate con lettere minuscole y = Y/L k = K/L c = C/L i = I/L s=S/L utilizzando variabili pro capite si possono confrontare economie di dimensioni diverse. Il reddito e il capitale pro capite rappresentano anche i valori medi nella popolazione
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La funzione di produzione Funzione di produzione (neo)classica Y = F(K,L) dividiamo per L ( numero di lavoratori) e otteniamo Y/L= F(K/L,L/L) ( la funzione ha Rendimenti di scala costanti per cui zY = F(zK, zL)) poiché y = Y/L e k = K/L possiamo scrivere y = f(k, 1) (Grafico) La PMK la produttività marginale del capitale per lavoratore è decrescente
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La domanda aggregata Ricordando le variabili in termini pro-capite c = C/L i = I/L s=S/L Il prodotto per lavoratore y è destinato a consumi e investimenti: y= c+i Si suppone che venga risparmiata un frazione fissa del y per cui s= sy e quindi il consumo è uguale a: c= (1-s)y
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Equilibrio domanda-offerta Come nel modello di lungo periodo la condizione di equilibrio è s=i e e poiché i=sy e y =f(k) è vero anche i=sf(k) ( Grafico) Sul grafico possiamo individuare come il prodotto per lavoratore si suddivida tra consumi e investimenti (risparmio)
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