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PubblicatoGiorgina Monti Modificato 11 anni fa
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Elaborare le informazioni attraverso il dialogo interno
La concentrazione La concentrazione è la capacità di focalizzare l’attenzione su un compito per un certo periodo di tempo, senza essere disturbati o influenzati da stimoli interni o esterni non pertinenti alla disciplina sportiva praticata che richiede nell’atleta di: Raccogliere informazioni esterne ed interne attraverso gli organi di senso Elaborare le informazioni attraverso il dialogo interno Eseguire la coordinazione del movimento rispondendo alle richieste della disciplina sportiva
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La concentrazione La concentrazione è un colloquio con se stessi che permette di eseguire in maniera ottimale un compito legato alle esigenze sportive. Permette di eliminare gli elementi di disturbo e di modulare in maniera efficace l’attivazione di base, adattandola alle proprie necessità
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Può essere a compito aperto (nel bascket, calcio, ecc
Può essere a compito aperto (nel bascket, calcio, ecc..), quando si tratta di sport di squadra, ed a compito chiuso (come ad esempio nel tiro con l’arco, tiro a piattello, golf), con livelli intermedi. La concentrazione permette di: Mantenere l’attenzione Isolare i fattori esterni di disturbo Neutralizzare l’ansia pre-gara Modulare l’attivazione Facilitare la prestazione sportiva Coordinare lo spazio ed il tempo Migliorare l’autostima
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Secondo CEI (2005) esiste una consistente relazione tra concentrazione, attivazione e prestazione.
La prestazione è favorita da un grado di attivazione ottimale (energizzazione dell’organismo), tipica di ogni individuo nella specifica situazione prestazionale
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Attivazione ottimale Al di sotto Risultati deteriorati Al di sopra
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Nel rapporto tra concentrazione e attivazione si dovrà tener conto:
Sistemi fisici: includono uno stato di tensione muscolare eccessivo, difficoltà di respirazione, sudorazione eccessiva Sistemi comportamentali: stati di agitazione generalizzata, rallentamenti o eccessivo aumento di velocità nelle prestazioni Sistemi psicologici:dialogo interno negativo, pensieri intrusivi, stati emozionali, stile attentivo ristretto.
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La concentrazione è una modalità innata o può essere appresa ed utilizzata nella situazione agonistica? La psicologia dello sport sostiene che l’atleta può essere addestrato a selezionare e a rielaborare gli stimoli provenienti dall’interno e dall’esterno dell’organismo, attribuendo alla persona la capacità di ignorare le informazioni sensoriali marginali e di prestare attenzione a quelle importanti e di estrema rilevanza: si tratta di quella modalità cognitiva che contraddistingue l’atleta esperto dal principiante.
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I processi di regolazione non contengono le informazioni necessarie inerenti la contrazione dei muscoli e la coordinazione motoria. Talvolta questi processi vengono ulteriormente influenzati dalla preoccupazione o dalla paura dell’insuccesso, elementi che tendono ad aumentare l’impulso di porre sotto controllo la coordinazione del movimento che agisce in senso contrario, peggiorando l’accuratezza di esecuzione del gesto. I timori eccessivi, tendono a causare, a livello cognitivo, uno spostamento dell’attenzione verso pensieri negativi che agiscono come distrattori
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Tecniche di respirazione
Come possiamo intervenire per potenziare la concentrazione in ambito sportivo ? Tecniche di respirazione Questa tecnica prevede una serie di esercizi (respirazione diaframmatica e globale) in grado di favorire il rilassamento perché aumenta la quantità di ossigeno utilizzabile dal sistema cardiovascolare in relazione all’attività muscolare
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Rilassamento progressivo neuromuscolare
(rilassamento progressivo muscolare allo stato puro) Si propone di educare l’atleta alla riduzione volontaria del tono muscolare e indurre così uno stato maggiore concentrazione. Si ottiene una consapevolezza delle proprie sensazioni della tensione psicologica e della sua scomparsa quando i muscoli si rilassano. Consiste in un esercizio di contrazione e decontrazione muscolare
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Gli esercizi devono essere svolti giornalmente e progressivamente devono essere coinvolti la maggior parte dei muscoli del corpo I fase Posizione supina, tensione e rilassamento (in maniera dolce) dei muscoli delle braccia, delle gambe ecc… Imparare la tecnica
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III fase Processo di decondizionamento.
II fase Utilizzare la stessa tecnica più velocemente, finalizzando il rilassamento anche per le azioni inerenti la vita quotidiana III fase Processo di decondizionamento. Il soggetto, già in grado di raggiungere un rilassamento neuromuscolare, lo finalizza rievocando le attività che producono uno stato d’animo negativo per produrre sensazioni di piacevolezza
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