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PubblicatoGuido Scala Modificato 10 anni fa
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Le parole tecniche devono essere tradotte nel linguaggio corrente.
2. Parole tecniche Il linguaggio amministrativo è ricco di espressioni tecniche, tipiche del linguaggio giuridico (ammenda, oblazione, rogito, derogatorio …). Raccomandazione: Le parole tecniche devono essere tradotte nel linguaggio corrente. Se la traduzione non è possibile, perché farebbe perdere il significato, bisogna almeno evidenziarle (per es., in neretto) e spiegarle in un “glossario” alla fine del testo.
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3. Ancora parole tecniche Alcune espressioni tecniche del linguaggio amministrativo sono parole del linguaggio comune usate però con un significato speciale ( es.: ripetere una somma = «restituire una somma») Raccomandazione: Meglio evitare queste parole. Se non lo si può fare, allora fare molta attenzione a non confondere il lettore e a impedirgli di interpretare la parola nel senso comune, evidenziandola e spiegandola poi nel “glossario” finale.
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4. Parole arcaiche Il linguaggio amministrativo è ricco di: arcaismi (testè, altresì, all’uopo…), locuzioni solenni (la Signoria Vostra, rendere omaggio, fare obbligo…), formule stereotipate (netto rifiuto, autorità competente…) Raccomandazione: Evitare gli arcaismi. Eliminare, per il possibile, le locuzioni solenni e le formule stereotipate: Es.: rendere omaggio ––> salutare Es.: ”I cittadini soggetti passivi di provvedimenti esecutivi di rilascio eseguiti, eseguibili ed esecutivi …” ––> “I cittadini sfrattati …..”
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Un esempio 1. La presente legge regionale e' dichiarata urgente ed entra in vigore il giorno stesso della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale della Regione. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e farla osservare come legge della Regione Liguria. Riscrittura: Tutti i cittadini devono rispettarla e farla rispettare come legge della Regione Liguria
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5. Sostantivi e verbi Nel linguaggio amministrativo sono frequenti: - sostantivi derivati da verbi (utilizzo da utilizzare, condono da condonare…), - verbi derivati da sostantivi (disdettare da disdetta, referenziare da referenza) Raccomandazione: Sostituire i sostantivi deverbali con parole più comuni: Es.: utilizzo ––> uso; la revoca ––> l’annullare riordino ––> riordinamento Sostituire i verbi denominali con la costruzione verbo+complemento: Es.: disdettare ––> dare disdetta referenziare ––> dare referenze
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Es.: esco benché piova ––> esco anche se piove
6. Congiunzioni e modi del verbo Nel linguaggio amministrativo si usa il congiuntivo anche quando si potrebbe usare l’indicativo Raccomandazione: Si può evitare il congiuntivo scegliendo altre congiunzioni che si usano con l’indicativo: Es.: esco benché piova ––> esco anche se piove
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Es.: liquidità ––> soldi
7. Parole astratte Il linguaggio amministrativo usa spesso parole astratte e generali. Raccomandazione: Sostituire le parole generiche e astratte con parole concrete, tutte le volte che è possibile senza cambiare il significato : Es.: liquidità ––> soldi
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Es.: project manager ––> direttore del progetto
8. Parole di origine straniera (anche greco-latina) Il linguaggio amministrativo usa spesso parole straniere (project manager, city manager…) di origine straniera (vigesimo quarto). Raccomandazione: Quando è possibile, sostituire le parole straniere o di origine straniera con i corrispondenti italiani : Es.: project manager ––> direttore del progetto vigesimo quarto ––> ventiquattresimo
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9. Locuzioni complesse Il linguaggio amministrativo usa spesso: - locuzioni preposizionali (al fine di, allo scopo di ) - locuzioni congiunzionali (a condizione che..). Raccomandazione: Quando è possibile, sostituire locuzioni preposizionali e locuzioni congiunzionali con preposizioni e congiunzioni semplici, che alleggeriscono e abbreviano il testo: Es.: al fine di, allo scopo di ––> per a condizione che ––> se
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