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PubblicatoMelania Mariotti Modificato 10 anni fa
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Terapia genica, clonazione e cellule staminali: implicazioni etiche.
“tutti gli uomini sono protesi per natura alla conoscenza indipendentemente dall’utilità” Aristotele, Metafisica.
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Genetica e gene-etica:
Principi etici Norme extragiuridiche Ordinamento giuridico Tecnica professionale
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Le figure interessate a questo tipo di conoscenza:
La genetica, con le sue scoperte, ha contribuito ad ampliare le conoscenze dell’uomo: I familiari genetici, coloro che hanno lo stesso gene o sono a rischio; I familiari non sanguinei, i partner come potenziali carrier; Gli amici, animati dall’affetto e da preoccupazione; Il sistema sanitario ed assicurativo che paga per i test genetici e gli eventuali interventi sanitari successivi; I datori di lavoro che hanno investito sulla formazione dei dipendenti e che si dovranno fare carico della loro assistenza sanitaria.
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Livelli d’intervento:
CELLULE SOMATICHE (linfociti, midollo osseo) sperimentali, con rischi connessi a mutazioni indotte, disordini proliferativi, fenomeni di rigetto e diffusione dell’eventuale vettore virale. CELLULE DELLA LINEA GERMINALE (gameti, embrione precoce) attualmente le conoscenze scientifiche non permettono di raggiungere un risultato ipotizzato; l’illecito è assoluto quando si travalica lo scopo terapeutico ricercando una modifica della costituzione genetica, perché si configura una alterazione contraria al principio di rispetto della vita ed identità biologica e di uguaglianza tra gli uomini.
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Finalità d’intervento:
Finalità diagnostica: accertamento di malattie in fase preconcezionale, accertamento di paternità, identificare il reo di delitti; Finalità terapeutica; Finalità produttive: soprattutto in campo farmacologico; Finalità alterative; Finalità sperimentali.
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La conoscenza relativa al singolo, di fatto, implica che altri potrebbero chiedere di sapere; i valori etici in gioco sono: La dimensione personale, intesa come rispetto dell’autonomia: la volontà di sottoporsi al test senza che ci siano imposizioni sociali; il consenso informato; il diritto a sapere o il diritto a non sapere; le eventuali scelte procreative; il diritto alla riservatezza sui dati ottenuti. La dimensione parentale e quella pubblica nel senso che il conoscere qualcosa di se stessi può coinvolgere anche altri. La dimensione sociale: la solidarietà con chi ha un test con esito sfavorevole; la non discriminazione in base ai risultati del test; l’uguale possibilità di accesso ai test; l’attenta valutazione delle priorità di fronte alla limitata disponibilità di risorse.
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Il caso deCODE Genetics in Islanda.
Nel 1997 una società di ricerca genetica, deCODE Genetics, lancia la proposta di raccogliere il DNA dell’intera popolazione e l’istituzione di un database centralizzato: Icelandic Healthcare Database. Lo scopo è quello di essere in grado di determinare alcune correlazioni tra genotipo e malattie e poter prendere misure terapeutiche e preventive di ricaduta pubblica. Ne emerge un dibattito che sfocia in una legge: Health Sector Database Act, che concede una licenza esclusiva alla suddetta società per la messa in atto della banca dati. Il governo è in grado di avere accesso alle informazioni per scopi di carattere sanitario, ma per 12 anni sarà la deCODE Genetics a gestire l’accesso alle stesse informazioni per fini commerciali. La discussione è accesa sul conflitto che si è creato tra gli interessi commerciali della deCODE Genetics e quelli pubblici dell’intera comunità islandese che mette a disposizione le informazioni sulla propria salute. Il carattere etico riguarda, da un lato, il consenso informato e dall’altro il diritto alla privacy e alla conoscenza dell’uso che viene fatto delle informazioni personali.
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Dichiarazione universale sul genoma umano:
Dichiarazione universale sul genoma umano e i diritti dell’uomo dell’UNESCO, del 1997, si riconosce che: “le ricerche sul genoma umano e le loro applicazioni aprono immense prospettive di miglioramento della salute degli individui e dell’umanità tutta”. La dichiarazione mette in primo piano l’aspetto terapeutico di queste applicazioni.
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Il test genetico diagnostico entra nell’ambito della privacy con conseguenze in ambito assicurativo e lavorativo e con rischi di discriminazione per i soggetti coinvolti. Ha un forte impatto psicologico sul soggetto e sulla famiglia ed è ancora poco chiaro, per il pubblico, il significato di probabilità e di rischio associato ad alcune categorie di test. Questi temi, dal punto di vista etico, confluiscono nell’ambito del principio di autodeterminazione e dell’autonomia del soggetto (consenso al test, diritto a sapere o non sapere…). Quando si parla di farmaco genetica, non ci si trova di fronte alla diagnosi o alla predizione di una malattia, ma alla predizione di una risposta ad un farmaco specifico; il soggetto in esame ha già una malattia o è portatore di rischio e l’attuazione di un profilo avviene quando esiste già un farmaco per quella patologia. Il principio che prevale è quello terapeutico della beneficialità; chi imposta la ricerca e la sanità cerca di offrire qualcosa di più, in forza della sua competenza in materia.
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Principi di orientamento etico:
La salvaguardia della vita e dell’identità genetica di ogni individuo umano. Il principio terapeutico. La salvaguardia dell’ecosistema e dell’ambiente. La differenza ontologica tra l’uomo e gli altri esseri viventi. La competenza della comunità.
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