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Le politiche dell’UE per lo sviluppo rurale

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Presentazione sul tema: "Le politiche dell’UE per lo sviluppo rurale"— Transcript della presentazione:

1 Le politiche dell’UE per lo sviluppo rurale
Tatiana Castellotti INEA – sede regionale della Calabria Università della Calabria, 23 maggio 2005

2 L’evoluzione della politica di sviluppo rurale: vecchio e nuovo paradigma (De Benedictis, De Filippis, 1998)

3 La politica delle strutture agricole
Il vecchio paradigma La politica delle strutture agricole Il memorandum Mansholt: Le direttive socio-strutturali del 1972: ammodernamento delle strutture: incentivi alle imprese non efficienti che, nell’arco di 6 anni, mostravano di poter raggiungere un reddito comparabile (direttiva 159); incentivi ai conduttori anziani per la cessazione dell’attività agricola (direttiva 160); supporto informativo per la riorganizzazione dell’attività agricola (direttiva 161).

4 Le ragioni del fallimento in Italia
Il vecchio paradigma Le ragioni del fallimento in Italia Il ritardo nell’approvazione della legge nazionale di recepimento; Cambiamenti istituzionali: entra in vigore l’ordinamento regionale dello Stato lento passaggio delle competenze; Innovatività delle direttive: dimostrazione dell’economicità dell’intervento salto culturale per la gestione degli interventi

5 Verso il nuovo paradigma

6 La nascita della politica di sviluppo rurale
Dall’approccio settoriale a quello integrato: I Programmi Integrati Mediterranei (programmazione territoriale degli interventi) (Reg. 2088/85) La riforma dei fondi strutturali del 1988: Concentrazione delle risorse su obiettivi prioritari Approccio integrato nella programmazione degli interventi Il futuro del mondo rurale (Commissione europea, 1988): si tracciano le linee di una politica di SR ispirata ad una logica territoriale Nel 1991 è introdotta l’IC Leader che adotta i principi contenuti nel documento

7 La nascita delle politiche di Sviluppo Rurale
La riforma McSharry della PAC (1992)introduce le c.d. misure di accompagnamento incentivi agro-ambientali (Reg.2078/92) Prepensionamento (Reg. 2079/92) Forestazione (Reg. 2080/92)

8 Sviluppo rurale: definizioni
La Comunicazione della Commissione Europea “Il futuro del mondo rurale”( 1988): La nozione di spazio rurale va ben oltre la nozione di spazio agricolo ma comprende un insieme di attività diverse che vanno dall’agricoltura all’artigianato, al commercio ai servizi. Nasceva, pertanto, già nel 1988, un concetto di ruralità da intendersi come qualcosa di più ampio dalla semplice agricoltura

9 Sviluppo rurale: definizioni (continua)
L’art. 2 della Carta Rurale Europea del Consiglio d’Europa definisce lo spazio rurale: “il territorio costituito dallo spazio agricolo e dallo spazio non agricolo destinato a usi diversi dall’agricoltura” Il successivo articolo 3 della Carta rurale europea definisce le caratteristiche dello spazio rurale: Preponderanza dell’attività agricola Bassa densità della popolazione Paesaggio naturale trasformato dal lavoro umano Cultura locale basata su saperi derivanti dalla tradizione

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11 Le funzioni dello spazio rurale
La stessa Carta rurale europea chiarisce le funzioni dello spazio rurale Funzione economica: deve garantire prodotti e servizi alla popolazione; lo spazio rurale diventa anche la sede di imprese agro-industriali, artigianali, commerciali e di servizi Funzione ecologica: tutela del patrimoni naturale Funzione sociale: luogo di relazioni tra abitanti attraverso lo sviluppo di realtà associative con finalità economche, sociali e culturali

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13 Leader Conferenza di Cork (1996)
I cardini della politica di sviluppo rurale Approccio integrato Approccio dal basso Diversificazione dell’attività economica Partenariato Programmazione unica Leader

14 I principi della politica di sviluppo rurale
Multifunzionalità dell’agricoltura: necessità di remunerare gli Agricoltori per i servizi diversi dalla produzione in termini di tutela e salvaguardia del territorio Approccio multisettoriale e integrato dell’economia rurale dove il settore agricolo è una parte di un sistema nel quale agiscono diversi settori e attori in maniera coordinata e integrata Flessibilità degli incentivi allo sviluppo rurale Efficienza: attuare programmi strategici integrati

15 I principi (continua) Decentramento e partenariato
Trasparenza nella elaborazione e gestione dei programmi

16 Le politiche comunitarie per lo sviluppo rurale in Agenda 2000
La Politica di SR come secondo pilastro della PAC Il riferimento normativo della politica di sviluppo rurale è il regolamento 1257/99 Esso unifica tutti i regolamenti esistenti dispersi nei vari interventi a carattere strutturale: non ci sono grosse novità nelle misure previste

17 Gli obiettivi strategici generali
Potenziamento del settore agricolo e forestale Miglioramento della competitività delle aree rurali Salvaguardia ambientale e del patrimonio rurale

18 Gli obiettivi specifici
Miglioramento delle strutture delle aziende agricole Miglioramento trasformazione e trasformazione Riconversione della produzione e miglioramento della qualità Diversificazione delle attività Mantenimento del tessuto sociale delle aree rurali Creazione di occupazione Tutela e promozione di una agricoltura sostenibile

19 Le misure previste Le misure previste sono numerose ma possono essere
classificate in 5 categorie: Misure di ammodernamento Misure a finalità ambientale Misure di diversificazione aziendale e economica Misure di sostegno diretto dei redditi Servizi e infrastrutture

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21 Misure di ammodernamento
Investimenti nelle aziende agricole: un sostegno agli investimenti è concesso nelle aziende al fine di migliorare i redditi, le condizioni di vita, di lavoro e di produzione degli agricoltori. Questi investimenti devono essere finalizzati a ridurre i costi di produzione degli agricoltori Insediamento dei giovani agricoltori:gli aiuti ai giovani agricoltori sono concessi ai capi azienda che non hanno compiuto ancora 40 anni, che possiedono competenze sufficienti e che si insediano per la prima volta. Occorre che la loro azienda sia economicamente redditizia e che rispetti i requisiti minimi in materia di ambiente, di igiene e benessere degli animali. Formazione professionale:migliorare le competenze professionali

22 Ammodernamento (continua)
Miglioramento condizioni di trasformazione e commercializzazione prodotti agricoli:le imprese che dimostrano redditività possono beneficiare di un sostegno agli investimenti destinato a facilitare le condizioni di trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli

23 Misure di ammodernamento
Condizioni di ammissibilità dei finanziamenti Redditività dell’azienda Competenze e conoscenze professionali adeguate (per l’imprenditore) Rispetto di standard minimi in materia di ambiente, igiene e benessere degli animali Verifica dell’esistenza di sbocchi di mercato

24 Diversificazione aziendale ed economica
Queste misure sono quelle elencate nell’art.33 del reg.1257/99 e rappresentano i veri e propri interventi di sviluppo rurale essendo diretti all’integrazione tra le attività agricole e extra-agricole Miglioramento fondiario Ricomposizione fondiaria Commercializzazione dei prodotti di qualità Sviluppo di attività plurime e di fonti alternative di reddito Incentivazione di attività turistiche o artigianali Rinnovamento dei villaggi rurali

25 Misure a favore di infrastrutture e servizi
Gestione delle risorse idriche in agricoltura Miglioramento delle infrastrutture rurali Servizi di sostituzione e di assistenza alla gestione I servizi essenziali per l’economia e la popolazione rurale Ingegneria finanziaria

26 Misure a finalità ambientale
Le misure agro-ambientali: si può concedere un sostegno Agli agricoltori che utilizzano, per una durata minima di 5 anni, metodi di produzione agricola finalizzati alla protezione dell’ambiente e alla conservazione dello spazio naturale al fine di incoraggiare forme di conduzione dei terreni agricoli compatibili con la tutela dell’ambiente, l’estensivizzazione, la salvaguardia del paesaggio Gli aiuti sono calcolati in funzione del mancato guadagno e dei costi aggiuntivi necessari al rispetto degli impegni agro-ambientali

27 Zone svantaggiate Agli agricoltori delle zone svantaggiate è possibile accordare indennità compensative intese a garantire la permanenza della azienda agricola, la conservazione dello spazio naturale e il rispetto dei requisiti in materia di ambiente

28 Il sistema di programmazione dello sviluppo rurale
Rispetto alle singole misure strutturali della programmazione il reg. 1257/99 introduce un nuovo sistema di programmaz. e di finanziamento. Questa caratteristica può essere colta solo conoscendo anche il funzionamento dei fondi strutturali. Si ha un doppio sistema di programmazione a seconda della Regione in cui è attuato L’imprenditore agricolo interessato agli incentivi dello sviluppo rurale Deve quindi prendere atto della propria collocazione territoriale per avere chiaro quali documenti consultare

29 Il principio di coesione economica e sociale
Nell’UE-15 esistono divari di sviluppo economico e sociale. Esempio: il PIL pro-capite del Lussemburgo è 2 volte più elevato di quello della Grecia Nel 1986 l’Atto unico europeo ha introdotto tra le finalità dell’UE il rafforzamento della sua coesione economica e sociale Le politiche strutturali perseguono obiettivi di riequilibrio Territoriale tra le diverse regioni dell’Unione

30 Le aree obiettivo Regioni obiettivo 1: regioni in ritardo di sviluppo (con un PIL pro-capite inferiore al 75% della media UE) Regioni obiettivo 2: aree con problemi di riconversione economica e sociale diversi da quelli delle aree ob.1. Si tratta di zone in Conversione economica, zone rurali in declino, zone dipendenti dalla pesca in crisi, quartieri urbani in difficoltà Obiettivi orizzontali Obiettivo 3: tutte le azioni a favore dello sviluppo delle risorse umane al di fuori delle regioni ob.1

31 Le regioni obiettivo 1 La quota di popolazione comunitaria è pari al 20% di cui l’81% è Concentrato in soli 4 Stati Membri (Spagna, Italia, Germania e Grecia) In Italia: Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna In termini di popolazione rappresentano il 23% della popolazione europea ob.1

32 I fondi strutturali FESR (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale): contribuisce ad aiutare le regioni in ritardo di sviluppo, in fase di riconversio- -ne economica o con difficoltà strutturali FSE (Fondo Sociale Europeo): interviene nell’ambito della strategia Europea dell’occupazione FEOGA-orientamento (Fondo Europeo Agricolo di Orientamento e Garanzia)che contribuisce allo sviluppo e all’adeguamento strutturale delle zone rurali in ritardo sul processo di sviluppo SFOP (strumento finanziario di orientamento della Pesca)

33 Il sistema di programmazione (continua)
Nelle regioni obiettivo 1 tutte le misure dello SR,escluso le misure agro-ambientali, forestazione, prepensionamento e indennità compensativa, sono ricomprese nel POR e sono cofinanziate dal Feoga –Orientamento Le misure agro-ambientali, prepensionamento, forestazione e indennità compensativa sono incorporate in un documento di programmazione separato che è il Piano di Sviluppo Rurale e sono cofinanziate dal Feoga-Garanzia Frammentazione della programmazione e dei finanziamenti

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38 Le misure di sviluppo rurale del POR Calabria 2000-06
Le misure del POR Calabria relative al settore agricolo e alle aree rurali possono essere attuate singolarmente oppure in maniera Integrata nell’ambito di Progetti Integrati PIAR:piani integrati per le aree rurali Investimenti in azienda, silvicoltura, diversificazione attività agricole, Rinnovamento villaggi e tutela patrimonio rurale, incentivi turismo, servizi Essenziali per la popolazione rurale, insediamento giovani, formazione, infrastrutture PIF: Piani Integrati di Filiera Inv. Az. Agricole,trasformazione e commercializzazione, servizi di assistenza alla gestione,insediamento giovani,formazione,infrastrutture, silvicoltura

39 IL Piano di Sviluppo rurale della Calabria 2000-2006
Misura E: sostegno a zone svantaggiate Misura F: misure agroambientali Azione F1: Agricoltura biologica Azione F2: Conservazione e salvaguardia degli spazi naturali e del paesaggio agrario Per la misura F, sono pervenute domande contro 500 finanziabili.

40 Le politiche di Sviluppo rurale nella riforma Fischler della Pac
Il nuovo paradigma Le politiche di Sviluppo rurale nella riforma Fischler della Pac La complementarietà dei due pilastri della PAC si accentua: Disaccoppiamento Ecocondizionalità Modulazione : trasferimento di risorse dal primo al secondo pilastro

41 Le politiche di Sviluppo rurale nella riforma Fischler della Pac
Il nuovo paradigma Le politiche di Sviluppo rurale nella riforma Fischler della Pac Produzione alimentare Funzione ambientale Funzione rurale Politica di mercato Sostegno al reddito Politica di sviluppo rurale Beni pubblici Primo pilastro Secondo pilastro

42 Le politiche di Sviluppo rurale nella riforma Fischler della Pac
Il nuovo paradigma Le politiche di Sviluppo rurale nella riforma Fischler della Pac Le nuove misure introdotte dal regolamento 1783/2003: Rispetto degli standard ambientali Benessere degli animali Sostegno e promozione della qualità dei prodotti alimentari Le modifiche alle misure in vigore: i giovani agricoltori

43 Adeguamento agli standard
Obiettivo:aiutare gli agricoltori a conformarsi alle norme rigorose Basate sulla legislazione comunitaria in materia di ambiente, sanità, Salute delle piante e degli animali e sicurezza sui luoghi di lavoro (art. 1 Reg. (CE) n ). Strumenti: aiuto (forfetario e decrescente) erogato annualmente fino ad un massimo di euro/azienda e per un massimo di 5 anni. Audit aziendale: gli agricoltori che decidono di avvalersi di un sistema di consulenza aziendale per l’adozione delle norme sugli standard ambientali, possono beneficiare di un sostegno pari all’80% del costo della consulenza e fino ad un tetto massimo di 1500 euro per consulenza.

44 Benessere degli animali
Alle misure agroambientali del 1257/99 si aggiunge una nuova specifica azione per impegni diretti a migliorare il benessere degli animali, oltre la normale pratica zootecnica; Aiuto pari ad un massimo di 500 euro/capo; Impegno almeno quinquennale (come per le altre misure agroamb.)

45 Sostegno e promozione della qualità dei prodotti alimentari
Obiettivo: assicurare i consumatori della qualità del prodotto o del processo produttivo mediante la partecipazione a sistemi di qualità certificata creare valore aggiunto Prodotti di qualità ai fini del regolamento: Prodotti tutelati da marchi UE (Dop, IGP, STG, DOC, DOCG Prodotti biologici) Altri prodotti ottenuti dagli agricoltori che aderiscono a nuovi sistemi di qualità riconosciuti dagli Stati membri

46 Sostegno e promozione della qualità dei prodotti alimentari
Strumenti: contributo massimo di 3000 euro per azienda per anno, per un massimo di cinque anni; Cofinanziamento dell’attività di informazione dei consumatori, di promozione e di pubblicità (70% massimo dei costi ammissibili)

47 I giovani agricoltori Il sostegno ai giovani agricoltori è definito nel nuovo regolamento una priorità Premio di primo insediamento pari a euro (vs 25000) Il premio è erogato a condizione che i giovani si avvalgano di un servizio di consulenza aziendale per i primi 3 anni; Il contributo pubblico per investimenti in azienda realizzati da giovani può essere superiore del 10% rispetto alla regola generale. Quindi, nel caso di investimento da parte di un giovane agricol- -tore, il valore totale degli aiuti può raggiungere al massimo il 50% (vs il 45%) e il 60% nelle zone svantaggiate (vs il 55%)

48 Verso la politica di SR 2006-2013
Consiglio europeo di Goteborg (2001): Rapporto della Commissione europea sulla valutazione intermedia della politica di SR Fissazione di obiettivi per la politica di SR del 2006 Conferenza europea sullo SR di Salisburgo (2003): definizione dei principali campi d’azione della politica di SR: Agricoltura e silvicoltura Il mondo rurale Qualità e sicurezza dei beni alimentari Servizi pubblici nelle aree rurali Partenariato Semplificazione

49 Le proposte della Commissione sullo sviluppo rurale
GLI ASSI Asse 1 Competitività del settore agricolo e forestale Asse 2 Gestione ambientale Asse 3 Diversificazione Economica Miglioramento dei risultati economici delle aziende Sviluppo agricolo sostenibile Estendere l’approc- -cio Leader a tutta la programmazione Asse LEADER Migliorare le condizioni di vita nelle aree rurali FEASR(Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale) Approccio Leader OBIETTIVI POLITICI L’ ATTUAZIONE

50 La programmazione attuale e quella futura

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52 Sviluppo rurale 2007_2013 Calendario (1/2)
14/07/ Presentate le proposte di riforma dello sviluppo rurale Set-Nov Negoziato: incontri tecnici 22/11/ Discussione al Consiglio dei Ministri dell’Agricoltura 30/04/2005 -Presentazione bozza linee guida strategiche 30/06/ Nuovi regolamenti approvati dal Consiglio

53 Sviluppo rurale 2007_2013 Calendario (2/2)
30/09/ Adozione linee guida strategiche della comunità (art. 37 Trattato) 31/12/2005 –presentazione Piano Strategico Nazionale (priorità nazionali) 31/3/ Discussione al Consiglio dei Ministri dell’Agricoltura 30/04/2005 -Presentazione presentazione nuovi PSR 30/06/ Approvazione di tutti i PSR

54 Il partenariato Leader in Calabria
Il nuovo paradigma Il partenariato Leader in Calabria Tradizione e Innovazione

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56 Tradizione e Innovazione
Livello nazionale Politica pubblica dell’intervento straordinario Top-down Livello regionale Istituzioni locali senza competenze nella fase della programmazione e della gestione Valori della dipendenza e dell’obbedienza Schema socio-istituzionale associato al sottosviluppo Innovazione Livello nazionale Programmazione negoziata Decentramento amministrativo Regole comunitarie per la gestione della spesa della politica regionale Livello regionale Autonomia finanziaria delle istituzioni regionali POR, Leader, altre I.C. Crescita della società civile: valori dell’autonomia e della responsabilità Schema socio-istituzionale innovativo associato allo sviluppo

57 Il partenariato Leader
In relazione al gruppo promotore e al tipo di programma presentato: Partenariato politico: (comuni e comunità montane) – programma misto Partenariato delle persone chiave: (individui o gruppi informali) – programma semi-specializzato (servizi-investim.) Partenariato di organizzazioni: ( organizzazioni di categoria e Università) – programma specializzato (servizi)

58 Dal leader II al Leader Plus
I partner potenziali e reali del partenariato Leader II Istituzioni pubbliche Individui o Associazioni di persone Imprese private Servizi pubblici Poteri locali Amministrazioni Associazioni per la difesa di interessi Individui o gruppi Associazioni Culturali Associazioni Culturali Imprese di servizi alla popolazione Settore finanziario Altri settori produttivi Servizi culturali, (radio, giornali) Servizi non culturali Università Scuole Comuni, Comunità Montane Regionali, locali Associazioni di categoria, sindacati Gruppi informali, individui Associazioni ambientaliste, culturali, religiose, sociali ecc. Associazioni ambientaliste, culturali, religiose, sociali ecc. Banche casse rurali Associaz. commerciali e industriali, imprese ecc. Investimenti Servizi Investimenti Misto Investimenti Servizi Investimenti Servizi e Investimenti

59 Learning by doing

60 La legittimazione del partenariato sul territorio
Da questo bisognava partire e invece su uno stesso territorio… 8 partenariati, 8 programmi e almeno 4 enti preposti allo sviluppo (PIT, PIF, PIAR, Leader, Equal, Interreg, patti territoriali generalisti e agricoli) Completamente scollegati Comuni antagosti che propongono altri partenariati (non partner ma semplici operatori) Mancanza di legittimazione del partenariato leader sul territorio


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