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PubblicatoNicoletta Di carlo Modificato 10 anni fa
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TIPI DI ESTRATTI ESTRATTI A FREDDO: Tinture madri Tinture
Macerati glicerinati Enoliti Acetoliti ESTRATTI A CALDO: Oli essenziali Acque aromatiche Oleoliti Estratti glicolici ESTRATTI CONCENTRATI: Estratto fluido Estratto molle Estratto secco
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GLI OLI ESSENZIALI Gli oli essenziali sono delle complesse miscele di sostanze organiche di varia natura (alcoli, aldeidi, chetoni, esteri, terpeni, ecc.). Una volta estratti si presentano come sostanze oleose, liquide volatili e profumate come la pianta da cui provengono. Sono molto abbondanti in certe famiglie di vegetali e la quantità contenuta in una pianta dipende dalla razza, dal clima e dal tipo di terreno. Possono essere contenuti in varie parti della pianta: sommità fiorite (lavanda, rosmarino, timo) fiori (camomilla, arancio, gelsomino,violetta) foglie (eucalipto, verbena) frutti (anice,finicchio, pepe, ginepro, vaniglia) scorza di frutti (arancio, bergamotto, limone) radici e rizomi (iris, zenzero)
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cortecce (cannella, betulla, larice)
legno (canfora, sandalo) semi (noce moscata, mandorlo amaro) rametti (pino, cipresso, abete rosso, arancio amaro) gemme (abete bianco, abete rosso, betulla, pino) resina (mirra, larice) PROPRIETA’ FISICHE E ORGANOLETTICHE Gli oli essenziali si trovano in cellule indifferenziate più grosse oppure in tessuti secretori, sono in genere liquidi con odore aromatico, incolori o di colore giallo pallido o giallo arancio. Se contengono composti azulenici possono essere di colore blu o verde-blu. Sono insolubili o pochissimo solubili in acqua, risultano però facilmente trascinabili dal vapor acqueo nonostante il loro alto punto di ebollizione ( °C).
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Gli oli essenziali vengono impiegati in profumeria, nella preparazione di fitocosmetici, in liquoristica e nell’industria alimentare per la loro azione aromatizzante (aromi naturali). La loro azione terapeutica si espilca a vari livelli ed esiste una branca della medicina che si basa sul loro utilizzo. AROMATERAPIA Il termine aromaterapia ha significati diversi a seconda dei Paesi in cui viene usato, per esempio. Una definizione generale da tutti accettata potrebbe essere questa: l'utilizzo degli olii essenziali per il mantenimento della salute o per la terapia. Per queste ragioni, e per la scarsezza di dati clinici l'aromaterapia è lontana dal poter essere definita come una vera terapia, con un corpus di testi canonici, modalità riconosciute, curriculum di studio standardizzati, ecc., anche se i materiali utilizzati dalla terapia e alcune delle modalità di utilizzo sono state sottoposte a studi clinici e farmacologici.
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Principi terapeutici Gli oli essenziali esercitano una serie di effetti a seguito della loro applicazione effetti antibiotici: virostatici, battericidi, fungicidi in base all'olio utilizzato effetti sul sistema nervoso centrale e sul sistema nervoso periferico. effetti rubefacenti o controirritanti effetti anestetici locali effetti antispasmodici effetti balsamico-espettoranti effetti antiflogistici effetti carminativi effetti repellenti per gli artropodi Alcuni oli essenziali, come quelli ottenuti da specie autoctone di Anacardiaceae(es. Lentisco), offrono prospettive nella ricerca sia in campo chemiopreventivo che chemioterapico, come sembrano dimostrare tests in vitro su linee cellulari tumorali.
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Non ci sono dubbi sul fatto che la maggior parte degli oli essenziali siano farmacologicamente attivi, e che alcuni oli essenziali lo siano in maniera tale da renderli interessanti per la terapia umana. Mentre esistono molti dati di sperimentazione in vitro ed in vivo su modelli animali sull'attività degli oli essenziali, scarseggiano gli studi clinici. Applicazione a largo spettro In aromaterapia gli oli essenziali possono essere utilizzati con varie modalità: applicazione cutanea (ovvero per contatto con la cute: bagni, massaggi, maschere, fanghi) permucotico (ovvero per contatto con le mucose: ad esempio risciacqui o gargarismi) inalatorio (inalatori, diffusori) orale olfattiva
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METODI ESTRATTIVI Pressione e spremitura E’ una tecnica semplice in cui la buccia delle piante degli agrumi viene compressa a freddo per estrarne l’olio essenziale. Poiché in questa tecnica non si utilizza calore l’olio essenziale conserva un profumo che è molto simile a quello della pianta originale. Enfleurage E’ una tecnica molto costosa che veniva usata soprattutto in passato perché non coinvolge l’utilizzo di calore, che spesso danneggia gli oli essenziali e le fragranze. Questa tecnica veniva usata nell’antico Egitto e si basa sul principio che i grassi assorbono gli odori. I petali dei fiori o altre parti fragranti vengono compresse con il grasso che deve assorbire la loro fragranza. Al posto del grasso è possibile utilizzare anche olio di oliva.
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Procedimento con solventi organici volatili
Il grasso utilizzato generalmente è costituito da grasso di maiale, manzo e da lardo e rimane in contatto con i fiori per parecchi giorni; il processo viene ripetuto varie volte con fiori freschi, fino a che il grasso non ha completamente assorbito l’olio essenziale. L’olio essenziale viene poi recuperato sciogliendo la pomata in un solvente alcolico in cui la fragranza è solubile mentre il grasso non si scioglie; la miscela viene raffreddata e filtrata varie volte per rimuovere il grasso. L’olio essenziale viene poi ottenuto in forma pura evaporando il solvente alcolico. Procedimento con solventi organici volatili Metodo usato per vegetali dal profumo delicato poco ricchi di oli essenziali, i quali sono facilmente alterabili dall’aumento di temperatura nel processo di distillazione (violette, mimosa, gelsomino, iris, mughetto,garofano, giglio, ecc.). Figura 4
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Si usano delle apposite apparecchiature in cui si mette la droga che viene fatta attraversare da un opportuno solvente (esano, etere di petrolio, solfuro di carbonio, butano). Il solvente deve essere: bassobollente immiscibile con acqua non tossico privo di odore poco costoso Una volta terminato il processo di estrazione si procede all’allontanamento del solvente sottovuoto o con moderato riscaldamento.
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Distillazione E’ la tecnica più usata per l’estrazione degli oli essenziali; è un procedimento in cui si separano gli oli essenziali dai tessuti della pianta mediante il “trasporto” da parte del vapore acqueo, nonostante il loro alto punto di ebollizione. La droga, opportunamente preparata viene posta in una camera di distillazione nella quale viene poi introdotto il vapore acqueo. Questo trascina con se gli oli essenziali formando un miscuglio olio essenziale/vapore che, passando in una colonna refrigerante condensa e si separa in acqua e olio essenziale.
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Vantaggi offerti dalla tecnica della distillazione:
la temperatura a cui si lavora è vicina ai 100 °C, molto inferiore alla temperatura di ebolliazione degli oli essenziali il vapore acqueo rigonfia i tessuti,, dilata i pori, rompe le cellule essenzifere, favorendo la fuoriuscita dell’olio essenziale alla fine del processo l’olio essenziale, essendo immiscibile con l’acqua, si separa facilmente la perdita di olio essenziale è minima data la bassissima solubilità in acqua il processo è economicamente conveniente e non comporta problemi di sicurezza il flusso di vapore non contiene ossigeno e quindi è possibile estrarre anche i composti facilmente ossidabili. Svantaggi: non si possono estrarre sostanze termolabili possono verificarsi processi idrolitici
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Esistono tre tipi di distillazione:
diretta a pressione ridotta in corrente di vapore Distillazione diretta La parte di pianta da distillare è posta assieme all’acqua nella caldaia del distillatore, quindi riscaldata insieme ad essa. Si ha perciò il surriscaldamento della pianta con conseguente carbonizzazione di alcune sue parti e la formazione di sostanze dall’odore poco gradevole che fanno perdere le caratteristiche organolettiche dell’essenza Distillazione a pressione ridotta Viene applicata una pompa da vuoto al distillatore. Presenta alcuni vantaggi: si eliminano reazioni di idrolisi dovute alla temperatura elevata si elimina l’aria e quindi si evitano reazioni di ossidazione si riduce la degradazione termica dei prodotti si risparmia combustibile
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Distillazione in corrente di vapore
C’è una separazione tra la caldaia dove viene prodotto il vapore acqueo e la camera di distillazione in cui viene posta la pianta e dove i vapori passano e vaporizzano gli oli essenziali. Si evitano così i problemi della distillazione diretta. L’apparecchiatura è formata da: caldaia in cui viene posta l’acqua che deve essere riscaldata camera di distillazione in cui viene collocato il vegetale da distillare, dotata di un apertura per l’ingresso dei vapori e di un disco forato su cui collocare il materiale vegetale. Sopra al vegetale si collocauna griglia per impedirne l’innalzamento durante la distillazione. All’uscita, in cui è utile predisporre un termometro, parte un tubo collettore collegato con il condensatore condensatore o refrigerante: composto da una serpentinaavvolta da un’intercapedine in cui viene fatta scorrere l’acqua di raffreddamento. Il condensato viene raccolto in un imbuto separatore in cui acqua e olio essenziale si smiscelano.
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La distillazione avviene preferibilmente su pianta fresca, raccolta nel momento opportuno della giornata e nel suo tempo balsamico. Il tempo che intercorre tra la raccolta del vegetale e la distillazione deve essere il più breve possibile. Il grado di triturazione è importantissimo: fiori, foglie, germogli, piante erbacee possono essere distillati senza triturazione semi, bacche e frutti vanno schiacciati, triturati grossolanamente o contusi cortecce, radici, rizomi e legni devono essere frantumati lacerandone i tessuti. Una volta preparata, la droga viene posta nella camera di distillazione eventualmente umettandola con acqua o alcool per permettere la distensione delle cellule essenzifere. E’ importante che la pianta venga disposta in modo regolare all’interno della camera di distillazione per evitare che ci siano spazi eccessivi o che sia troppo pressata.
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FUNZIONAMENTO DEL PROCESSO:
Si scalda l’acqua nella caldaia, quando si raggiunge il punto di ebollizione, si forma il vapore che sale nella camera di distillazione. Il vapore acqueo distende il vegetale e rende più permeabili le membrane cellulari fino a romperle. Gli oli essenziali rilasciati vengono vaporizzati e insieme al vapore acqueo salgono nella parte alta del distillatore e, attraverso il tubo collettore, giungono nel refrigerante dove si condensano e cadono nel recipiente di raccolta. Alla fine acqua e olio essenziale, essendo immiscibili, si separano. Generalmente l’olio essenziale ha densità inferiore all’acqua e perciò si trova sopra alla fase acquosa. Esistono però alcuni oli essenziali con densità superiore all’acqua: aglio, cannella, chiodi di garofano. L’acqua raccolta è un’acqua aromatica che può essere impiegata in fitocosmesi o in liquoreria.
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TINTURE MADRI Preparazioni liquide risultanti dall’azione di un solvente alcolico su materia prima di origine vegetale o animale. Le tinture madri di origine vegetale sono ottenute per macerazione in alcool di titolo appropriato di piante o di parti di piante fresche. La loro invenzione è da attribuire alla tradizione omeopatica, infatti ancora oggi rappresentano la base di partenza delle diluizioni Hannemaniane che costituiscono il farmaco di questa branca della medicina. Sono però ormai largamente usate tal quali nella fitoterapia che si basa sul sistema allopatico.
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Omeopatia: alla base dell'omeopatia è il cosiddetto principio di similitudine del farmaco (similia similibus curantur) enunciato dallo stesso Hahnemann e per il quale il rimedio appropriato per una determinata malattia è dato da quella sostanza che, in una persona sana, induce sintomi simili a quelli osservati nella malata. La sostanza, detta anche principio omeopatico, una volta individuata, viene somministrata al malato in una quantità fortemente diluita, definita dagli omeopati potenza. L'opinione degli omeopati è che diluizioni maggiori della stessa sostanza non provochino una riduzione dell'effetto farmacologico bensì un suo potenziamento. Allopatia è il termine usato dagli omeopati per definire le cure mediche tradizionali, cioè i sistemi di cura che sfruttano l'azione dei principi contrari a quelli che hanno provocato la malattia, una definizione riportata anche da alcuni dizionari medici.
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Le tinture madri sono da preferire ad altri tipi di preparazioni, in quanto rispecchiano bene la composizione chimica della pianta (fitocomplesso), infatti si ottengono dalla pianta integra, fresca, appena raccolta. L’estrazione del fitocomplesso avviene attraverso la tecnica della macerazione. La pianta va raccolta nel suo ambiente naturale e nel corretto tempo balsamico, cioè nel periodo in cui la pianta è più ricca dei principi attivi che la rendono tipica. Il tempo balsamico è legato al ciclo vegetativo della pianta, a fattori climatici e varia da luogo a luogo e di anno in anno. Le piante vanno generalmente raccolte quando il tempo è secco, ma non pieno di sole (mattino presto) e vanno poste in contatto con il solvente entro 24 ore, pena la degradazione di alcuni principi attivi.
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Tempo balsamico Gennaio Bergamotto Febbraio Abete bianco, abete rosso, carrubo Marzo Asparago, genziana, nocciolo, olivo, pesco, pino silvestre Aprile Acero, agrifoglio,fragola, noce, larice, valeriana, viola Maggio Aglio, prezzemolo, camomilla, ciliegio, fiordaliso, rosa Giugno Avena, eucalipto, giglio, lampone, malva, mirtillo, rosmarino Luglio Cetriolo, basilico, lavanda, menta, origano, tiglio Agosto Anice, cipolla, finocchio, peperoncino, prugno, sedano Settembre Cappero, cicoria, ginepro, quercia, zucca Ottobre Felce, genziana, giaggiolo, limone, liquirizia, zafferano Novembre Alloro, nespolo, olmo Dicembre Arancio amaro, arancio dolce
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Il grado alcolico utilizzato dipende dalla polarità dei principi attivi da estrarre: più polari sono i principi attivi, tanto più basso deve essere il grado alcolico. Grado alcolico Pianta da estrarre 45° Agrimonia, betulla crescione, uva 50° Carciofo, cardo, olivo,ribes 60° Asparago, avena, biancospino, calendula, genziana, ginepro, gelso, luppolo, mirtillo, papavero, passiflora, pioppo, salvia, sambuco, trifoglio, valeriana, verbena, viola. 65° Aglio, camomilla, cipresso, ginko, lavanda, menta, pepe, rosmarino, zenzero.
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TINTURE Preparazioni liquide risultanti dall’azione di un solvente alcolico su materia prima di origine vegetale o animale. Le tinture di origine vegetale sono ottenute per macerazione in alcool di titolo appropriato di piante o di parti di piante secche (droghe). Le tinture sono preparazioni complesse da un punto di vista chimico, poiché contengono la quasi totalità dei principi attivi contenuti nella droga al momento dell’estrazione (fitocomplesso). Esso però può risultare impoverito di quei principi attivi la cui presenza era già esigua nella pianta fresca, di quelli volatili o che subiscono reazioni enzimatiche ossidative o di degradazione , che avvengono con il passare del tempo anche se la droga è stata ben conservata.
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La preparazione si ottiene mediante le seguenti tecniche estrattive:
Macerazione Percolazione Si utilizzano le droghe, ovvero le piante che sono state precedentemente essiccate e opportunamente conservate; una droga può essere costituita da fiori, radici, foglie, ecc. Le tinture alcoliche sono le più utilizzate; il grado alcolico varia a seconda della polarità dei principi attivi da estrarre. Grado alcolico Principi attivi da estrarre 90° Oli essenziali, canfora 80° Sostanze resinose (mirra) 70° Alcaloidi 50-60° Cumarine 30-40° Tannini 60° La maggior parte degli altri principi attivi
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ESTRATTI: Fluido, secco, molle
Gli estratti sono preparazioni liquide (estratti fluidi), solide (estratti secchi) o di consistenza intermedia (estratti molli) ottenuti a partire da materie prime vegetali generalmente essiccate. Si preparano in due fasi lavorative: 1a Fase: estrazione dei principi attivi In tale fase si portano in soluzione i principi attivi contenuti nella droga usando il solvente opportuno e il sistema estrattivo più adatto a esaurire la droga. Gli estratti possono essere suddivisi in base al solvente utilizzato: estratti acquosi: la droga si esaurisce con acqua distillata estratti idroalcolici: la droga si esaurisce con solvente di grado alcolico opportuno estratti alcolici: la droga si esaurisce con alcool a 95° estratti eterei: la droga si esaurisce con etere etilico (in disuso) Le tecniche estrattive utilizzate sono: percolazione macerazione digestione (macerazione che avviene a 37 °C).
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2a Fase: concentrazione dell’estratto totale
In tale fase si elimina il solvente in eccesso ottenendo la concentrazione voluta utilizzando varie apparecchiature (liofilizzatore, rotavapor, nebulizzatore, microonde, ecc.). Lo strumento usato deve garantire la stabilità dei principi attivi e quindi eliminare il solvente nel più breve tempo possibile, lavorando a basse temperature. Questo tipi di estratti vengono utilizzati per preparare compresse, pastiglie, confetti, pillole, supposte, creme, unguenti, pomate, cioè sia per preparazioni di uso sia interno che esterno
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MACERATI GLICERINATI Preparazioni liquide risultanti dall’azione solvente di una miscela di alcool etilico e glicerina in parti uguali su materiale vegetale costituito da tessuti embrionali di piante (gemme, giovani germogli, radichette) L’idea di sperimentare clinicamente estratti vegetali ottenuti da tessuti embrionali che, essendo in fase di crescita, si dividono in continuazione è nato negli anni 50. Fin dai primi esperimenti fu notato il differente effetto terapeutico di questi preparati rispetto alle parti adulte della stessa pianta e che l’effetto di tali preparati era tanto grande da dover essere utilizzato a dosi omeopatiche. L’estrazione consiste in una macerazione; le piante (individuate l’anno precedente) devono essere estratte entro 24 ora dalla raccolta e devono crescere allo stato spontaneo nel loro ambiente naturale non inquinato.
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La raccolta deve essere effettuata senza danneggiare troppo la pianta, comunque le quantità da raccogliere sono modeste rispetto ai tessuti adulti per ottenere la stessa quantità di estratto finale. Il periodo indicativo in cui le parti embrionali si reperiscono coincide con la fine dell’inverno e l’inizio della primavera. In tale periodo, dopo la quiescenze invernale, le piante si risvegliano e iniziano ad accrescersi. I principi attivi estratti con questa tecnica sono a volte completamente differenti rispetto a quelli contenuti nella pianta adulta (differenti proprietà) oppure sono simili, ma presenti in grande quantità (effetti più marcati)
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ENOLITI Soluzioni idroalcoliche di fitocomplessi di piante medicinali ottenute per l’azione solvente di un opportuno vino su una droga in genere secca. Tale sistema estrattivo è molto antico ed era conosciuto già ai tempi degli egiziani, dei greci e dei romani. Tracce dell’uso di questi estratti si trovano in tutte le epoche e in tutte le parti d’Italia, specialmente nei conventi i cui monaci erano esperti sai nell’arte della vinificazione, sia nell’uso delle piante medicinali. Attualmente sono caduti in disuso e l’industria produce, usando vino come solvente, soltanto vermouth e amari a bassa gradazione alcolica. Si ottengono mediante macerazione a temperatura ambiente
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OLEOLITI Soluzioni di fitocomplessi di piante medicinali ottenute per l’azione solvente di un opportuno olio su una droga in genere secca. Si ottengono mediante macerazione a temperatura ambiente o per digestione a °C. ACETOLITI Soluzioni di fitocomplessi di piante medicinali ottenute per l’azione solvente dell’aceto su una droga in genere secca, finemente contusa. Sono forme farmaceutiche molto antiche oggi poco usate a scopo curativo. Esistono invece varie ditte che producono aceti aromatci a scopo alimentare Si ottengono mediante macerazione a temperatura ambiente
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ESTRATTI GLICOLICI Soluzioni di fitocomplessi di piante medicinali ottenute per l’azione solvente del glicole propilenico su una droga secca o fresca, opportunamente tagliata e contusa. Sono preparazioni per uso esterno adatte alla produzione di cosmetici in quanto il solvente si presta bene alla formazione di emulsioni. Oggi però si preferisce sostituire a questi preparati gli estratti molli o gli estratti secchi in quanto è più facile dosare la corretta quantità di principio attivo. Si ottengono mediante macerazione a temperatura ambiente o per digestione a °C. Il glicole propilenico è un liquido miscibile con l’acqua e con l’alcool. I gruppi ossidrilici gli conferiscono una buona polarità, ma il resto della molecola è apolare perciò è in grado di solvatare una vasta gamma di principi attivi e di estrarre l’intero fitocomplesso.
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