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PubblicatoRaffaela Genovese Modificato 11 anni fa
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RISPARMIO ENERGETICO ED ENERGIE RINNOVABILI IN ZOOTECNIA
(CORSO REER) prof. Massimo Lazzari Dip. VSA- Veterinaria e Sicurezza alimentare - Università Milano
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DI CHE COSA CI OCCUPEREMO
27/03/2017 DI CHE COSA CI OCCUPEREMO PROGRAMMA ARGOMENTO Fermentazione anaerobica Fasi della digestione anaerobica Tempo di ritenzione e relativi parametri Tipi di deiezioni e caratteristiche medie Vantaggi ambientali Cenni sull’evoluzione tecnologica
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FERMENTAZIONE ANAEROBICA
27/03/2017 FERMENTAZIONE ANAEROBICA PROCESSO BIOCHIMICO CONSISTENTE NELLA DEMOLIZIONE - PER OPERA DI MICRORGANISMI POSTI IN DETERMINATE CONDIZIONI DI TEMPERATURA, DI PRESSIONE E DI ACIDITÀ - DI SOSTANZE ORGANICHE COMPLESSE (LIPIDI, GLUCIDI E PROTIDI) IDENTIFICABILI CON LA QUANTITÀ DI SOLIDI VOLATILI (SV). DEIEZIONI ZOOTECNICHE (REFLUI) o ALTRE BIOMASSE rapporto C/N < 30 Solidi Totali (ST) - 30% sul tal quale biogas (o gas biologico) 50 < CH4 < 70% CO2 4700 PCI 6700 kcal/m3 effluente deodorizzato (fango)
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FERMENTAZIONE ANAEROBICA
altri gas – H2S CO2 CH4 CH4 Bovini % Suini % Galline 65-75%
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1° FASE IDROLISI - attacco enzimatico polimeri organici monomeri
FASI della DIGESTIONE 1° FASE IDROLISI - attacco enzimatico polimeri organici monomeri 2° FASE ACIDOGENESI - composti idrolizzati acidi grassi volatili, CO2, NH3 e H2; 3° FASE METANOGENESI composti semplici a mezzo di batteri anaerobici CH4 e CO2
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e varia anche in funzione della temperatura adottata nel processo
FASI DELLA DIGESTIONE La velocità di degradazione della sostanza organica non è eguale per tutta la sostanza organica: - lignina cellulosa emicellulosa proteine grassi + carboidrati e varia anche in funzione della temperatura adottata nel processo tempi medi (gg) psicrofilo < 25°C mesofilo °C - termofilo °C
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FASI DELLA DIGESTIONE
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TEMPI DI RITENZIONE DIGESTIONE di SV nel TEMPO BATTERI ETEROTROFI
27/03/2017 DIGESTIONE di SV nel TEMPO BATTERI ETEROTROFI 4-40 °C con optimum a 30°C PRODUZIONE BIOGAS AUMENTA con l’AUMENTO DEL TEMPO di RITENZIONE
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liquami suinicoli 20 giorni liquami bovini 30 giorni
TEMPI DI RITENZIONE Nella maggior parte degli impianti si adotta il processo mesofilo, con tempi di ritenzione di liquami suinicoli giorni liquami bovini giorni co-digestione giorni La presenza di materiali cellulosici impone l’aumento del tempo di ritenzione a giorni. Il processo termofilo, pur consentendo di ridurre il tempo di permanenza della biomassa nel digestore giorni - e conseguentemente il volume richiesto per il reattore - non è molto usato nel comparto zootecnico perché biologicamente meno stabile.
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1 m3 biogas = 3 kg solidi volatili immessi
PARAMETRI PRODUTTIVI Per una stima approssimata della produzione di biogas nella digestione anaerobica si possono assumere i seguenti indici di trasformazione della biomassa in biogas 1 m3 biogas = 3 kg solidi volatili immessi
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PARAMETRI PRODUTTIVI La produzione di biogas dalle diverse categorie di animali è influenzata dall’alimentazione, dalla presenza o meno di paglia nei liquami e dal tempo di permanenza nella stalla delle deiezioni. Infatti, da un lato, anche la paglia utilizzata come lettiera può contribuire alla produzione di biogas, anche se con tempi di digestione più lunghi dei liquami e con qualche problema in più per la movimentazione degli stessi; dall’altro, più tempo intercorre tra la produzione e il loro convogliamento nel digestore maggiore è la degradazione della sostanza organica, che inizia a fermentare in tempi molto brevi.
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PARAMETRI PRODUTTIVI Mentre nelle stalle per bovini non si hanno di norma grandi problemi a disporre dei liquami con tempestività, dato il generalizzato utilizzo dei raschiatori meccanici azionati anche più volte al giorno, lo stesso non si ha nelle stalle per suini, nelle quali la permanenza delle deiezioni animali nella stalla si ha anche per tempi lunghi, con conseguente abbassamento della quantità di solidi volatili disponibile per la produzione di biogas.
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La produzione specifica di biogas
PARAMETRI PRODUTTIVI La produzione specifica di biogas m³/kg s.o. deiezioni animali bovini ,2-0,3 suini ,2-0,5 avicoli galline ,35-0,6 IL PROCESSO altre biomasse paglia ,35-0,45 erba ,40-0,55 insilato di mais ,45-0,60 insilato di erba ,40-0,55 scarti di patate ,4-0,5 scarti di frutta ,2-0,5 grassi e olii ,7-1,5 residui alimentari ,5-0,6 siero di latte ,8-0,9
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Al fine di procedere a una corretta analisi di fattibilità di un impianto per la produzione di biogas, è necessario quantificare con precisione la disponibilità di sostanza organica o solidi volatili (SV). Allo scopo, il CRPA ha calcolato il volume di effluenti zootecnici, della sostanza secca e organica prodotti in un allevamento bovino da latte destinato alla trasformazione in formaggio Parmigiano-Reggiano, avente una consistenza zootecnica pari a circa 310 capi, di cui 130 in lattazione e 30 in asciutta. È risultato che la sostanza organica potenzialmente disponibile sarebbe sufficiente per installare circa 0,27-0,30 kWe/capo
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PARAMETRI PRODUTTIVI
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VANTAGGI AMBIENTALI
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la stabilizzazione e deodorizzazione dei liquami
VANTAGGI AMBIENTALI Se i vantaggi di ordine energetico sono di pubblico dominio e facilmente quantificabili anche in termini economici, non a tutti sono noti i vantaggi di ordine ambientale ed agronomico: la stabilizzazione e deodorizzazione dei liquami = sensibile diminuzione del carico organico > 50% = disponibilità di N in una quota identica a quella contenuta nei liquami di origine e in forma ammoniacale = eliminazione dei fenomeni di fitotossicità = devitalizzazione dei semi di piante infestanti la drastica riduzione della carica patogena dei liquami
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VANTAGGI AMBIENTALI
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VANTAGGI AMBIENTALI
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VANTAGGI AMBIENTALI La distribuzione in copertura di liquami zootecnici digeriti non costituisce problema per le colture agrarie, dato che il prodotto non risulta più fitotossico. La distribuzione va, comunque, fatta seguendo le norme del codice di buona pratica agricola - non con il lancio a distanza con il carrobotte.
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VANTAGGI AMBIENTALI
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VANTAGGI AMBIENTALI
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VANTAGGI AMBIENTALI La distribuzione in copertura con impianti ad ala mobile di liquami digeriti può risultare più semplice rispetto a liquami tal quali, per minori problemi di intasamento degli ugelli. Il problema “odori molesti” per un liquame correttamente digerito è circoscritto.
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VANTAGGI AMBIENTALI Il deposito di materiale organico digerito sulle foglie di mais non presenta rallentamenti vegetativi.
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VANTAGGI AMBIENTALI
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VANTAGGI AMBIENTALI
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obiettivo: recupero energetico
CENNI SULL’EVOLUZIONE TECNOLOGICA anni 75-85: sviluppo delle tecnologie e prime applicazioni nel settore zootecnico obiettivo: recupero energetico anni 85-90: realizzazione di impianti semplificati con teli galleggianti obiettivo: energetico-ambientale
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energetici : recupero di energia
CENNI SULL’EVOLUZIONE TECNOLOGICA dagli anni 90: rilancio degli impianti per l‘agricoltura (prima in Europa e oggi in Italia); co-digestione reflui zootecnici con altre biomasse obiettivi energetici : recupero di energia ambientali : minori odori, igienizzazione del liquame agronomici: distribuibilità in copertura per l‘eliminata fitotossicità (resta inalterato il potere fertilizzante)
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CENNI SULL’EVOLUZIONE TECNOLOGICA
Nel 1981 si è realizzato un trattore alimentato a biogas (compresso a 220 bar) con la collaborazione della ditta Tessari in un progetto di ricerca della Regione del Veneto
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CENNI SULL’EVOLUZIONE TECNOLOGICA
In questo periodo si sono realizzati impianti a basso costo (e basso livello di coibentazione) soprattutto in allevamenti suinicoli, anche solo con copertura di normali vasche di stoccaggio di liquami.
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CENNI SULL’EVOLUZIONE TECNOLOGICA
Gli impianti a tecnologia semplificata sono costituiti da vasche, anche a tipologia prefabbricata, coperte con teli galleggianti, aventi la duplice funzione di garantire le condizioni di anaerobiosi e di raccogliere il biogas prodotto. In questi impianti, operando prevalentemente a temperatura ambiente, per una accettabile stabilizzazione dei liquami è necessario un tempo di ritenzione dei liquami di giorni, tenuto conto del fatto che nel periodo invernale il processo si mantiene ad una efficienza minimale, non riuscendo a superare i 20°C anche nel caso di utilizzo del biogas per il riscaldamento del digestore, per le elevate dispersioni dell’impianto non isolato. Data la bassa efficienza del processo, anche la produzione di biogas è, di conseguenza, decisamente inferiore a quella dei normali impianti operanti a regime mesofilo.
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CENNI SULL’EVOLUZIONE TECNOLOGICA
A partire dagli anni ’90 l’obiettivo è quello di aumentare la produzione di energia degli impianti con la co-digestione. Viene scoperto il silomais come biomassa energetica. Con un ettaro di mais ceroso si può arrivare alla produzione di kWh di energia elettrica.
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