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PubblicatoErminia Lombardo Modificato 11 anni fa
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La comunicazione come attività complessa e sofisticata
Il soggetto umano è un essere comunicante La comunicazione umana ha molteplici dimensioni: è un’attività eminentemente sociale comunicare è partecipare e condividere i significati è un’attività eminentemente cognitiva è strettamente connessa con l’azione non è disgiunta dalla discomunicazione
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Comunicazione = scambio interattivo osservabile fra due o più partecipanti, dotato di intenzionalità reciproca e di un certo livello di consapevolezza, in grado di far condividere un significato sulla base di sistemi simbolici e convenzionali di significazione e di segnalazione secondo la cornice culturale di riferimento
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Il concetto di intenzionalità
Il significato non esiste se non vi è un’intenzione comunicativa Atteggiamento intenzionale = predisposizione naturale a interpretare l’azione di qualsiasi entità come se fosse pianificata in modo consapevole e come se fosse dotata di un’intenzione, regolata da un sistema di credenze, desideri e scopi (Dennett)
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In psicologia, due significati di intenzionalità:
Intenzionalità = proprietà essenziale della conoscenza umana in quanto coscienza di qualcosa (Brentano); questa “direzionalità” degli stati mentali verso qualche aspetto del mondo fenomenico valorizza il senso etimologico di intenzione come “in-tendere” (“tendere verso”) Intenzionalità = proprietà di un’azione compiuta in modo deliberato, volontario e “di proposito” per raggiungere un certo scopo; tale azione ricade nell’ambito della propria responsabilità consapevole e diventa oggetto di sanzione morale in termini di approvazione o punizione
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(condotta diretta al raggiungimento di uno scopo)
In entrambi i significati l’intenzionalità è una proprietà di certi (non tutti) stati mentali Intenzione (condotta diretta al raggiungimento di uno scopo) L’elaborazione di intenzioni richiede una condizione di coscienza
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Intenzionalità e desiderio
Somiglianze Disposizioni anticipatorie in grado di attivare la condotta del soggetto Non sono né vere né false, ma possono essere soddisfatte da certe condizioni della realtà Sono il “motore” motivazionale dell’azione dell’organismo Differenze Il desiderio è soddisfatto non appena è raggiunto il risultato desiderato Le intenzioni sono soddisfatte solo se producono le azioni che conducono al risultato che si intende raggiungere L’intenzione è autoreferenziale; il suo contenuto proposizionale non è [succede x] o [faccio x], ma [faccio x per soddisfare la mia intenzione]
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Il concetto di intenzionalità
Gioco reciproco fra i partecipanti, caratterizzato da un processo di “intenzionalizzazione” (manifestazione di una data intenzione da parte del parlante) e da un processo di “re-intenzionalizzazione” (interpretazione dell’intenzione da parte del destinatario) [Anolli e Ciceri]
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Informazione e comunicazione
senza la presenza di un comportamento intenzionale reciproco il messaggio è soltanto informativo e non comunicativo; quindi, la frase ha solamente un valore informativo Comunicazione lo scambio comunicativo avviene solo se il messaggio è prodotto intenzionalmente dal parlante ed è riconosciuto e interpretato intenzionalmente dal destinatario
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L’intenzione comunicativa da parte del parlante
I livelli di intenzione Il soggetto ha l’intenzione globale di comunicare qualcosa a un destinatario, in modo più o meno unitario e coerente Grice “ciò che è detto” (what is said) = intenzione informativa (rendere manifesto al destinatario un determinato contenuto) “ciò che si intende dire” (what is meant) = intenzione comunicativa (m-intention: rendere consapevole il destinatario di qualcosa di cui non era prima consapevole)
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Intenzione comunicativa = rendere reciprocamente manifesto al destinatario e al parlante che il parlante ha una determinata intenzione informativa (Sperber e Wilson) Intenzione globale = intenzione unitaria di voler comunicare qualcosa da parte di un comunicatore a un destinatario
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La gradualità dell’intenzione comunicativa
Gradualità intenzionale: consente ai partecipanti di mettere regolarmente a fuoco e di calibrare i diversi atti comunicativi nel corso delle interazioni della vita quotidiana Forza dell’intenzione: è direttamente proporzionale all’importanza dei contenuti e delle informazioni trasmesse, alla rilevanza dell’interlocutore e alla natura del contesto Processo di messa a fuoco, puntualizzazione e calibrazione del messaggio prodotto
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Gerarchia delle intenzioni: un singolo atto comunicativo può essere governato da una pluralità di intenzioni, incapsulate una nell’altra e disposte in modo gerarchico Principio della “pars pro toto”: nella produzione di un atto comunicativo il parlante può esprimere soltanto una parte dei suoi contenuti mentali Opacità intenzionale L’intenzione comunicativa, concretizzata in una frase o in un gesto, è limitata, parziale e sfumata Lavoro inferenziale da parte del destinatario Consente di evitare il rischio della trasparenza intenzionale
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L’intenzione comunicativa e la sintonia semantica e pragmatica
Intenzione comunicativa e attenzione Stretta interdipendenza fra intenzione comunicativa e attenzione L’attenzione consente di selezionare le informazioni più salienti e pertinenti per l’elaborazione di un determinato atto comunicativo L’attenzione sostiene il processo di messa a fuoco e di realizzazione di una data intenzione comunicativa
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Intenzione comunicativa e attenzione (continua)
Due tipi di processamento attentivo: processamento automatico: rapido, coinvolge solo la memoria a breve termine e non richiede risorse attentive; possono svolgersi in parallelo diversi processi automatici senza interferenze reciproche e senza il controllo diretto del soggetto (attenzione orientata) processamento controllato: lento, richiede una notevole mole di risorse attentive, si svolge in modo seriale sotto il costante controllo diretto del soggetto (attenzione assidua) Il passaggio dal processamento automatico a quello controllato è reso possibile dall’esercizio attraverso l’acquisizione di abitudini
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Intenzione comunicativa e attenzione (continua)
In base a questa distinzione variabilità continua e flessibilità estesa dell’intenzione comunicativa Livello 0 (= informazione): il soggetto non ha una precisa intenzione comunicativa e reagisce in modo automatico a uno stimolo esterno (processamento pre-attentivo) Livello 1 (= intenzioni semplici): presenza di intenzioni di primo livello che comprendono sia atti comunicativi altamente stereotipati, sia gli scambi comunicativi comuni e abitudinari; intervento dell’attenzione orientata Livello 2 (= meta-intenzione): comparsa di una intenzione di secondo livello, in quanto il soggetto ha la consapevolezza di comunicare comunicando (battuta di spirito, frase ironica ecc.)
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La sintonia semantica e pragmatica e il significato modale
Processo che coordina in modo convergente e coerente i diversi sistemi di significazione e di segnalazione In condizioni di default, qualsiasi atto comunicativo, pur essendo costituito da diverse componenti, si presenta in modo armonioso e unitario Sorta di “coalizione” e fusione momentanea delle diverse parti del messaggio, le quali concordano le une con le altre Significato modale: significato prevalente e predominante che assume un dato atto comunicativo in condizioni di default, quando viene applicato il principio “assumere per garantito”
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Intenzioni e strategie comunicative
Strategia comunicativa: organizzazione strategica dell’atto comunicativo attraverso la selezione dei contenuti da manifestare e delle modalità espressive da seguire scelta dell’azione comunicativa più pertinente in una certa situazione ha un carattere di contingenza (pone a confronto diverse rappresentazioni di situazioni precedenti simili ed equivalenti e adatta alla situazione presente il percorso ritenuto più produttivo e consono)
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La strategia comunicativa (continua)
ha carattere di novità (implica l’impegno cognitivo di generare un percorso comunicativo ad hoc, ottimizzando le opportunità e riducendo i vincoli) implica un processo attento di calibrazione cognitiva e affettiva del messaggio (coordinamento e regia di una sequenza articolata di livelli comunicativi, implica il controllo di numerosi gradi di libertà)
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Intenzioni e strategie comunicative
Il processo di calibrazione comunicativa: è di difficile gestione, poiché siamo in grado di conoscere il livello di forza e di efficacia di una determinata azione comunicativa soltanto a posteriori e non a priori Intenzione e strategia comunicativa Rapporto uno-a-molti: una data intenzione può trovare diversi percorsi strategici di comunicazione e, viceversa, una data strategia comunicativa non esprime in modo biunivoco una corrispondente intenzione
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L’intenzione comunicativa da parte del destinatario
L’ipotesi dell’intenzionalismo Psicologia del senso comune: l’intenzione manifestata dal parlante pone dei vincoli rilevanti per il suo riconoscimento da parte del destinatario Il significato di un atto comunicativo dipende dall’intenzione del parlante; il compito del ricevente è quello di riconoscere e di ricostruire l’intenzione di “partenza” del parlante medesimo
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Il problema della trasparenza intenzionale
Meaning intention (o m-intention): P sa che A sa che P sa che A sa (e così senza fine) che P ha una determinata intenzione comunicativa; condivisione consapevole dell’intenzione comunicativa del parlante (Grice) Reciproca consapevolezza fra il parlante e l’interlocutore Rischio della trasparenza intenzionale (la comunicazione è il risultato di un’intenzione complessa che è soddisfatta nel medesimo momento in cui è riconosciuta dal destinatario)
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Dalla reciprocità intenzionale all’attribuzione di intenzione
L’obiettivo comunicativo del parlante è quello di modificare l’ambiente cognitivo del destinatario Per avere successo, lo scambio comunicativo dev’essere caratterizzato non solo dalla manifestazione di un’intenzione comunicativa da parte del parlante (m-intention), ma anche del suo riconoscimento da parte del destinatario
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Reciprocità intenzionale (continua)
Riconoscimento dell’intenzione dipendenza semantica del destinatario rispetto al parlante: L’attività comunicativa del destinatario consiste in una specie di “lavoro filologico” di interpretazione semantica dell’intenzione del secondo Opacità intenzionale: scarto sistematico fra l’intenzione del parlante (non accessibile direttamente in modo esaustivo e completo) e il suo riconoscimento da parte del destinatario (parziale e limitato)
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Attribuzione di intenzione
Il principio del “totum ex parte”: il destinatario attribuisce un’intenzione completa e coerente all’atto comunicativo del parlante sulla base di un insieme ristretto e limitato di indizi e di elementi comunicativi il concetto di “riconoscimento” risulta essere insufficiente per spiegare l’attività di interpretazione del destinatario Attribuzione di una intenzione: il ricevente ha l’atteggiamento mentale di attribuire un’intenzione comunicativa al messaggio del parlante
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Attribuzione di intenzione (continua)
Alcune proprietà del processo di attribuzione: è un processo autonomo, realizzato soltanto dal destinatario è un processo attivo, poiché dipende soltanto dalle abilità e dall’attività del ricevente è un processo soggettivo, in quanto esprime il suo punto di vista e la sua sensibilità Il destinatario può riconoscere l’intenzione del parlante in modo preciso e attendibile, ma ha anche la possibilità di attribuirgli un’intenzione differente per raggiungere determinati suoi scopi relazionali
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Attribuzione di intenzione (continua)
Prospettiva machiavellica della politica: si assume come standard di azione l’atteggiamento mentale di attribuire all’avversario l’intenzione più malevola e sfavorevole, in modo da: avere maggiori probabilità di prevenire e di difendersi dalle sue mosse elaborare strategie efficaci di intervento, con più elevate probabilità di successo Differenza nei punti di vista del parlante e del destinatario implica e presuppone in ogni caso una loro diversa interpretazione e un differente percorso di senso in relazione ai medesimi episodi
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La pluralità di interpretazioni dell’intenzione comunicativa
Manifestazione dell’estesa gamma di gradi di libertà a disposizione del destinatario il significato letterale (o figurato) di un enunciato dipende dall’attribuzione di intenzione operata dal destinatario; l’interpretazione letterale è una fra le diverse soluzioni a disposizione l’interpretazione autentica: problema di avvicinamento alla reale intenzione del parlante attraverso un processo di graduale approssimazione
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La pluralità di interpretazioni dell’intenzione comunicativa
(continua) Il principio del “assumere per garantito” (taking-for-granted): il destinatario propende ad accogliere il primo senso dell’atto comunicativo che gli viene in mente e che non è immediatamente contraddetto da un altro significato L’attribuzione delle intenzioni comunicative rappresenta per il destinatario un compito psicologico importante, sottile e impegnativo in molti giochi comunicativi
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La pluralità di interpretazioni dell’intenzione comunicativa
(continua) Il significato appartiene all’atto comunicativo per la sua posizione intermedia fra i partecipanti: esso non è dato né dall’attività comunicativa svolta dal parlante soltanto, né da quella messa in atto dal destinatario, bensì dalla loro attività congiunta in un processo condiviso di comprensione.
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