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La radio e la televisione
in Italia
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Radio e Tv: il caso Italia
La storia dei media (radio e televisione) in Italia ha accompagnato il processo di trasformazione economica, politica e sociale del Paese: - Anni ’20-’40: la radio, unico reale mezzo di comunicazione di massa, opera in un regime politico autoritario e svolge prevalentemente funzioni di propaganda ideologica. - Anni ’50-’60: si realizza il passaggio da un regime politico autoritario alla democrazia repubblicana, da un’economia agricola al capitalismo industriale; i media operano in un nuovo clima virtualmente aperto alla libertà di espressione e al pluralismo dei valori; l’arrivo della televisione introduce profondi mutamenti anche nello scenario comunicativo, affermando la sua egemonia sugli altri media e costringendo la radio verso una ridefinizione del suo ruolo sociale. - Anni 70…: segnano la fine del monopolio pubblico sulle trasmissioni radiotelevisive, con la progressiva diffusione delle emittenti private locali e dei networks televisivi a diffusione nazionale; nel nuovo scenario comunicativo, caratterizzato dalla pluralità delle emittenti, dei messaggi e del pubblico, anche i ruoli sociali della radio e della tv si moltiplicano e si differenziano.
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Sviluppo della radio in Italia
Anni ‘20 “meraviglia domestica” Anni ‘30 “l’altoparlante del regime” 1940 – 1945 “fonte d’informazione” 1946 – 1953 “al servizio del pubblico” “la sorella povera della tv”
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la “meraviglia domestica”
Anni ‘20 Prima fase: la “meraviglia domestica” La radio è una “meraviglia tecnica”, che entusiasma i radioamatori per la novità tecnologica, e un oggetto per il diletto personale e familiare, che gradualmente si insedia negli spazi domestici.
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“Questo è il grande miracolo della radio:
la presenza dappertutto di quello che da qualche parte del mondo viene cantato o detto, le frontiere sorvolate, vinto l’isolamento nello spazio, la civiltà importata sulle ali dell’onda, lo stesso pane per tutti, il rumore nella quiete” (R. Arnheim, 1937)
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Caratteri della programmazione
Prima fase: la “meraviglia domestica” Caratteri della programmazione Musica, informazione e cultura per un pubblico elitario e familiare musica (opere, operette, concerti da camera....) notiziari e bollettini (listini di borsa, previsioni del tempo....) conferenze, conversazioni, letture di versi, commedie programmi per bambini (“L’Angolo dei bambini”; “Zia Radio”…) rubriche per le signore (“Il costume femminile”…) “La radio per ora è solo una scatola sonora, una boìte à musique, che interessa più per le sue caratteristiche tecnologiche che per i contenuti dei suoi programmi” (F. Monteleone)
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Prima fase: la “meraviglia domestica”
“Noi abbiamo suddiviso... la nostra Clientela in due grandi categorie. Quella di coloro che desiderano tranquillamente e senza nessuna speciale difficoltà udire a casa propria della buona musica e delle interessanti notizie, e questa è la grande maggioranza, e quella dei radioamatori che desiderano sentire oltre le buone trasmissioni della stazione locale anche le trasmissioni estere…” (Radiorario del 26 Aprile 1926)
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Prima fase: la “meraviglia domestica”
Il pubblico Radioamatori o “sanfilisti”: l’entusiasmo tecnologico Sanfilisti: dal francese “sans fil” (“senza fili”) Appassionati di telegrafia senza fili, affascinati dagli aspetti tecnologici, non interessati ai contenuti dei programmi Costruttori di apparecchi semplici, a “cristallo di galena”, con fili, cuffie e altoparlante Costituiscono club e associazioni Alimentano la nascita di riviste e negozi specializzati galena Altoparlante a collo di cigno Scatola
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Prima fase: la “meraviglia domestica”
Il pubblico Prima fase: la “meraviglia domestica” Famiglie borghesi: lo “status symbol” e l’ “intrattenimento familiare” Famiglie di ceto medio-alto Interesse per i contenuti informativi, culturali e di intrattenimento Uso del mezzo individuale (i listini di borsa, per l’uomo d’affari, le rubriche per le signore, i programmi per i bambini) e comunitario (l’ascolto serale esteso al personale di servizio, gli amici, perfino gli animali domestici…) In salotto, eleganti mobili-radio occupano i punti di incontro familiare e sociale
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Prima fase: la “meraviglia domestica”
La conquista dello spazio e del tempo La conquista dello spazio e del tempo La radio come forma di “viaggio negli spazi”: - capacità del mezzo di superare le frontiere sociali e territoriali e di stabilire un contatto in tempo reale con l’altro e l’altrove; - la possibilità di collegarsi alle stazioni estere equivale a stabilire un rapporto con il mondo; - l’evocazione del sogno umano della conquista dello spazio si associa alle aspirazioni di cosmopolitismo.
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Prima fase: la “meraviglia domestica”
Il “focolare domestico” Il “focolare domestico” La radio come mezzo di riunificazione familiare: - occupa i luoghi tipici delle riunioni familiari (il salotto…); - riunisce la famiglia - e spesso amici e vicini di casa - intorno allo spettacolo serale (il concerto, il radiodramma); - ridefinisce il tempo sociale, sintonizzando il flusso dei programmi con i ritmi della vita quotidiana.
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Prima fase: la “meraviglia domestica”
Lettere di radioascoltatori “Grazie URI! Grazie ti dico per queste ore di gioia che mi procuri! Mio marito non esce di casa, mercé tua; il bambino non strilla, mercé tua, e perfino la cameriera in cucina fa zitta e veloce le sue faccende per poi godere di un po’ di concerto” (lettera di una radioascoltatrice, Radiorario, 1927) “Benedetta sì mirabile e divina invenzione che educa e istruisce, che accomuna in una idilliaca pace familiare i genitori ed i piccoli figli nel sereno riposo del dopolavoro e li conforta e li trattiene nel soave godimento delle più delicate armonie musicali” (lettera di una radioascoltatrice, Radiorario, 1927)
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