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PubblicatoGiuseppina Cipriani Modificato 11 anni fa
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La misurazione degli effetti occupazionali dei fondi strutturali: il working document n. 6/2007
Andrea Ricci Gruppo Placement Nazionale Roma, 5 febbraio 2009 Isfol – Struttura Nazionale di Valutazione FSE, Area Valutazione Politiche Risorse Umane Hotel Villa Morgagni Isfol - Struttura Nazione Valutazione Fse, Area Valutazione Politiche Risorse Umane
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struttura della presentazione
La misurazione degli effetti occupazionali dei fondi strutturali: l’approccio multi-dimensionale (“bottom-up”) del documento n.6/2007 della Commissione Europea La valutazione di impatto delle politiche: una sintesi delle linee guida del manuale Nonie Una prospettiva di analisi: la valutazione di impatto occupazionale dei fondi strutturali
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Il documento 6/2007 della Commissione Europea
Il documento n. 6/2007 della Commissione Europea rappresenta una guida metodologica per orientare le politiche di crescita e di occupazione nel quadro generale definito dagli obiettivi della Strategia di Lisbona La misurazione degli effetti occupazionali dei Fondi Strutturali, in particolare, è essenziale non solo per valutare l’impatto dei Fondi in sé, ma anche per stabilire il loro specifico contributo agli obiettivi più generali della Strategia di Lisbona (sviluppo sostenibile a livello regionale e nazionale, coesione, , ecc) Coerentemente al ciclo di programmazione dei fondi strutturali, nel documento sono suggerite 3 fasi di analisi: 1) - definizione degli obiettivi e stima degli effetti occupazionali “lordi” ; 2) - stima degli effetti occupazionali “netti”; 3) - valutazione complessivo degli interventi
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Fase 1: Definizione degli obiettivi e stima degli effetti occupazionali lordi
-stabilire la situazione di partenza nelle diverse regioni attraverso indicatori relativi alla occupazione, disoccupazione e alle caratteristiche di posti di lavoro -in base a questa analisi, stabilire i targets che dovrebbero essere “raggiunti” dagli interventi dei Fondi Strutturali (FS) utilizzare i dati relativi al costo per posto di lavoro e EU benchmarks per verificare se gli obiettivi sono realistici 1.2. Attivita’ di monitoraggio - Durante il periodo di implementazione, e’ importante che l’informazione relativa agli outcomes lordi generati dal progetti siano sistematicamente monitorati.
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1.3. Analisi degli effetti occupazionali lordi in relazione al programma
Nella fase centrale e verso la fine del programma di intervento, si dovrebbe produrre una stima sulla scala e sulla qualita’ degli effetti occupazionali effettivamente realizzati. In questa prospettiva si può procedere : Analizzando i dati di monitoraggio per stimare il numero e la qualità dei posti di lavoro creati, mantenuti, ecc e fornire un’analisi per genere, eta’, settore, ecc aggregando le diverse tipologie di effetti lordi di occupazione a livello di programma confrontando gli effetti realizzati con gli obiettivi originali al fine di stabilire la performance del programma
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Fase 2: stima degli effetti netti e impatti regionali
La formula per stimare gli effetti netti e’ : Posti di lavoro netti =Posti di lavoro lordi x (1-perdite) x (1-sostituzione e spiazzamento) x (1+ moltiplicatore offerta + moltiplicatore reddito) Addizionalita’ Addizionalita’ assoluta, situazione in cui nessun effetto si sarebbe realizzato in assenza di intervento FS Addizionalita’ parziale, situazione in cui i progetti si sarebbero realizzati ma con effetti occupazionali minori -nessuna addizionalita’, situazione in cui tutti gli effetti occupazionali si sarebbero realizzati anche in assenza di FS perchè i progetti si sarebbero attuati con il supporo di altre fonti
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Effetti di spiazzamento e di sostituzione
-effetto di spiazzamento: effetto che si realizza quando risultati positivi in termini di occupazione in una certa area/settore “eligibile” per interventi di FS sono ottenuti a spese di un’altra area/settore. -effetto di sostituzione: effetto ottenuto in favore di beneficiari diretti ma alle spese di persone o organizzazioni che non hanno qualifiche per l’intervento. Effetti indiretti/moltiplicativi -moltiplicatori di reddito: quando la creazione di posti di lavoro genera redditi addizionali che, spesi nelle economie locali nella forma di domanda aggiuntiva per beni e servizi, permettono la creazione di altri posti di lavoro -effetto di offerta: quando un progetto assistito genera un ordine addizionale per beni e servizi locali, producendo un effetto indiretto di creazione di ricchezza e di posti di lavoro.
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Fase 3: La valutazione complessiva e contributo a priorita’ EU
Lo fase finale, secondo il documento, dovrebbe essere concepita come una valutazione ex-post riguardante una dimensione piu’ ampia di quella relativa ai soli effetti occupazioneli dei FS. Esempi: stabilire in che misura gli effetti occupazionali contribuiscono allo dinamica del mercato del lavoro e allo sviluppo regionale; l’integrazione degli effetti associati agli interventi FS con altre politiche EU, definiti ad esempio nell’ambito della strategia di Lisbona, della strategia di sviluppo sostenibile e l’allargamento.
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Aspetti critici della valutazione
- Effettivita’: definisce la misura in cui i risultati attesi sono stati ottenuti e i targets relativi ai posti di lavoro (stabiliti nel periodo di programmazione) sono stati raggiunti -Efficienza: indica la relazione tra input finanziari e output occupazionale ( cost for job, ecc) -Impatti: la scala e la natura degli effetti occupazionali netti nel lungo termine in riferimento ad un gruppo target e/o ad una regione -Valore Aggiunto comunitario: definisce la misura in cui gli effetti occupazionali associati a FS vanno oltre ciò che si sarebbe realizzato attraverso iniziative nazionali o regionali -Sostenibilita’: durata degli effetti occupazionali oltre il termine dell’intervento FS Integrazione con altre politiche EU Valutazione di come l’impatto occupazionale dei Fondi strutturali contribuisce ad altre priorità delle politiche Eu (es: Strategia Europea dell’occupazione; Strategia di Lisbona; Strategia di sviluppo sostenibile, ecc)
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Ciclo di vita del progetto e misurazione degli effetti occupazionali
Il documento 6/2007 sottolinea il legame tra le diverse fasi nella misurazione degli effetti occupazionali e il ciclo di programmazione dei FS. Gli effetti occupazionali, infatti, variano secondo la fase del ciclo di vita del progetto associato ai FS. In particolare, la natura dei posti di lavoro creati riflette il ciclo di programmazione: i posti di lavoro temporanei siano creati durante la fase di predisposizione e di implementazione ii) nella fase realizzazione gli effetti occupazionali dovrebbero assumere una natura permanente iii) gli effetti diretti produrranno una serie di effetti indiretti
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I cicli di vita dei diversi progetti che compongono un programma di intervento non coincidono; è dunque necessario raccogliere i dati sugli effetti occupazionali in corrispondenza di differenti punti nel ciclo di vita dei diversi progetti di un programma La scelta quindi sarà tra 1)- basare le stime sulle previsioni effettuate per tutti i progetti nella fase di predisposizione/implementazione del programma oppure 2)-monitorare e combinare gli effetti occupazionali dei differenti progetti su una base continua, utilizzando dati reali. Questi due approcci dovrebbero essere combinati l’effettuando previsioni nelle fase di inizio dei progetti che poi vengono periodicamente aggiornate usando i dati reali. In questa prospettiva è necessario predisporre un sistema di monitoraggio sufficientemente flessibile in modo tale da rendere disponibili nuovi dati sui posti di lavoro che emergono dalla realizzazione dei progetti
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Il documento 6/2007 della Commissione: un commento
Il working document 6/2007 suggerisce di misurare gli effetti occupazionali degli interventi associati ai FS sotto prospettive analitiche complementari. In particolare: si sottolinea l’esigenza di utilizzare una rigorosa strategia quantitativa per identificare gli effetti netti degli interventi legati ai FS, a livello microeconomico e a livello macroeconomico si enfatizza la necessità di sviluppare una analisi qualitativa in grado di coglie quelle caratteristiche non misurabili del ciclo di programmazione dei FS che influiscono sulla natura e sull’intensità degli effetti occupazionali Il documento tuttavia non è sufficientemente rigoroso nel definire la metodologia di valutazione a cui fare riferimento per sviluppare tale approccio multi-dimensionale. In questa prospettiva è utile far riferimento alle linee guida del manuale Nonie, soprattutto per quanto riguarda le strategie di identificazione e stima degli effetti netti e la definizione di una teoria generale del ciclo di programmazione dei FS.
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La misurazione degli effetti dei Fondi Strutturali e il manuale Nonie: quale integrazione?
Il gruppo Nonie (Network of Networks on Impact Evaluation), costituito presso la Banca Mondiale, promuove la qualità della valutazione di impatto proponendo un metodologia di valutazione multi-dimensionale. In particolare il documento Nonie favorisce la valutazione di impatto utilizzando due approcci: i) Metodi contro-fattuali: le strategie di valutazioni che utilizzano questi metodi richiedono una adeguata programmazione per avere a disposizione i dati e le informazioni necessarie ii) Evidenziazione delle molteplici cause: il risultato può essere valutato non attraverso l’attribuzione di una causa (azione del programma) a un effetto (esito del programma) ma evidenziando le diverse cause che operano in quel contesto.
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In questa prospettiva il manuale suggerisce una serie di strategie:
i) Analisi causale; ii) Valutazione basata sulla teoria; ii) Valutazione realista; iii) Metodi misti; iv) Approcci partecipativi; Per quanto riguarda la descrizione dettagliata delle diverse strategie di valutazione si rimanda al documento Nonie e quanto detto nel corso della presentazione del precedente gruppo placement. In questo contesto, si discutono quali strategie di valutazione sembrano meglio integrarsi con la metodologia di misurazione degli effetti occupazionali dei FS proposta dalla Commissione Europea. In particolare si verifica come l’analisi di valutazione basata su un approccio causale e la valutazione basata sulla teoria offrano degli strumenti metodologici e interpretativi in grado di intervenire sulle diverse fasi della misurazione degli effetti occupazionali dei FS
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i) La valutazione basata sulla teoria è utile soprattutto nella FASE 1 e in alcuni aspetti della FASE 3 del processo di misurazione degli interventi FS. In particolare la definizione degli obiettivi, l’attività di monitoraggio e la stima degli effetti occupazionali lordi richiede necessariamente l’integrazione di un approccio quantitativo (magari definito sulla base di una teoria del programma) e di un strategia quantitativa (magari riferita agli strumenti dell’analisi causale). ii) Le analisi di valutazione causale sono essenziali per realizzare la FASE 2 del processo di misurazione degli effetti degli interventi FS: ovvero la stima e l’identificazione degli effetti di addizionalità, di spiazzamento/sostituzione e, sotto alcune ipotesi, gli effetti indiretti e /o moltiplicativi. iii) Le analisi di valutazione causali possono essere utili, ma di difficile applicazione, per offrire supporto alcuni elementi specifici della FASE 3: la valutazione dell’effettività, dell’impatto, del valore aggiunto e della sostenibilità degli interventi FS.
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La FASE 1 della misurazione degli interventi dei FS si concentra, come si è visto, sulla definizione degli obiettivi, attività di monitoraggio e analisi degli effetti occupazionali “lordi”. Tali attività sono di tipo qualitativo e quantitativo per cui richiedono un approccio valutativo multi-dimensionale e una teoria complessiva a cui far riferimento durante la realizzazione concreta dell’intervento. La valutazione basata sulla teoria permette di avere quindi uno schema logico in grado di mettere in relazione gli input e gli esiti desiderati dell’intervento. La teoria può avere per oggetto sia il programma di intervento in sé (ovvero i meccanismi che intervengono tra l’attuazione delle misure previsto dal programma di intervento e la risposta dei partecipanti) sia il processo di implementazione del programma (ovvero le modalità di realizzazione del programma di intervento e la sua coerenza con gli obiettivi originali, ecc)
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La FASE 2 richiede innanzitutto la corretta identificazione e stima degli effetti occupazionali attribuibili al solo intervento del FS, al netto cioè degli effetti di spiazzamento/sostituzione e degli effetti indiretti/moltiplicativi. Facendo riferimento allo schema analitico dell’analisi di valutazione causale, la FASE 2 si occupa essenzialmente di un problema di attribuzione degli effetti occupazionali dell’intervento del FS. Per risolvere tale problema è necessario disporre di una informazione statistica (o struttura dei dati) adeguata alla realizzazione di una valutazione quantitativa di tipo causale. Secondo le linee guida del manuale Nonie,infatti, per realizzare una corretta valutazione causale degli effetti occupazionali associati agli interventi FS è necessario poter operare alcuni confronti. Ovvero: (segue)
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1- un confronto tra la condizione occupazionale della popolazione (o di un sottogruppo di essa) in presenza e in assenza dell’intervento (with and without evaluation). Questo confronto necessita della identificazione di un “controfattuale”, ovvero di una misura ipotetica di benessere che si sarebbe realizzata in assenza dell’intervento. 2- il confronto tra la condizione occupazionale del gruppo dei trattati prima e dopo l’intervento (before and after evaluation). Questo confronto non necessita della identificazione di un “controfattuale”, ma la disponibilità di dati relativi alla misura di benessere prima del’intervento (baseline data) e dopo l’intervento (end-line data) per il gruppo di individui che beneficiano dell’intervento Il manuale Nonie sottolinea poi il fatto che sia le valutazione del tipo “with/without” sia le valutazioni di tipo “before/after” possono essere influenzate da una serie di fattori che condizionano l’attribuzione e la stima degli effetti occupazionali del programma dei FS. Tra questi si possono distinguere fattori legati al tempo, fattori legati alla selezione e fattori di contaminazione.
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1. fattori di tempo Sebbene gli interventi sono realizzati in un delimitato orizzonte temporale, i loro effetti occupazionali possono avere durate differenti ed emergere prima/durante o dopo la realizzazione dell’intervento stesso. 2. fattori di selezione La soluzione più comune al problema di attribuzione è la selezione di un gruppo di controllo: la differenza nella condizione occupazionale tra il gruppo dei trattati e il gruppo di controllo può costituire un’indicazione degli effetti dell’intervento. Come noto, questo metodo soffre di alcuni problemi per la corretta valutazione di impatto. 3. fattori di contaminazione Gli effetti di contaminazione che possono generare un problema di attibuzione possono derivare da diverse cause: (segue)
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i) fenomeni di esternalità (spill-over effects) associati all’intervento stesso. Gli interventi sono spesso progettati e realizzati all’interno di uno spazio delimitato: una regione, un paese, un istituzione, ecc. Tuttavia, la zona di influenza (influence zone) dell’intervento può essere più ampia dell’area specifica (core area) a cui l’intervento si rivolge. ii) il gruppo di controllo può essere soggetto ad interventi simili realizzati da altre amministrazioni/agenzie oppure a interventi diversi che producono un risultato simile. Un tale gruppo di controllo costituisce dunque il controfattuale di un altro tipo di intervento Si verifica quindi come i fattori di tempo, di selezione e di contaminazione che generano i problemi di attribuzione nelle valutazioni di causalità sono analoghi ai fattori devono essere identificati per operare una corretta misurazione degli effetti occupazionali netti dei FS.
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