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PubblicatoMassimo Corsi Modificato 10 anni fa
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UniversitÀ degli Studi di Pavia FacoltÀ di Lettere e Filosofia, Scienze politiche, Giurisprudenza, Ingegneria, Economia Corso di laurea interfacoltÀ in Comunicazione Innovazione e MultimedialitÀ Lo sviluppo della cultura e della musica nere dagli anni della schiavitù all’era moderna Tesi di laurea di Manfredo Alloisio
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come l’atto di nascita dei neri americani,
Questo lavoro vuole analizzare: L’origine del blues è considerata come l’atto di nascita dei neri americani, nonostante la convinzione dei primi schiavi di non restare per sempre in America, un paese con un tipo di cultura e società completamente in antitesi con la loro concezione di vita. E questo era vissuto come la peggiore forma di schiavitù possibile. il percorso intrapreso dagli schiavi in America per arrivare alla cittadinanza porre l’accento sul ruolo della musica in questo faticoso e incerto processo di integrazione.
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Il processo di fusione tra
I neri, deportati dall’Africa, sono impiegati come schiavi in America e si sentono stranieri in una terra straniera Il processo di fusione tra CULTURA NERA CULTURA BIANCA avviene gradualmente, attraverso la scrematura degli aspetti più rozzi e primitivi delle credenze africane e una graduale intimità, anche fisica, tra padroni bianchi e schiave nere
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Nasce il nuovo tipo di afroamericano, totalmente assorbito dai costumi dei padroni bianchi.Ogni aspetto della cultura africana diviene marginale o si estingue del tutto. L’integrazione però è soltanto apparente; i neri continuano ad essere considerati e a sentirsi inferiori, ai margini della società. CREOLI I frutto di unioni tra padroni bianchi e schiave nere, abbandonano le loro speranze di integrazione e si riavvicinano ai fratellastri neri, fondendo la loro educazione musicale alla francese con la tradizione della musica nera da strada, più rozza ma più espressiva.
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Il frutto del riavvicinamento tra i creoli e i loro “fratelli di strada” è un blues ormai lontano dai canti di lavoro degli schiavi neri, influenzato dagli strumenti musicali, i cui suoni sono più espressivi e vicini alla voce umana. Il jazz costruisce le sue basi sul blues, assorbe il suo spirito e il suo timbro, ma riadatta l’uso degli strumenti musicali europei al fine di ottenere un suono ruvido e crudo, un suono americano prodotto da una cultura indigena, afro-americana.
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La schiavitù, dunque, detta sicuramente vari aspetti
della forma e del contenuto del blues, il cui percorso, però, è anche segnato dalla cosiddetta emancipazione e dai problemi che ne seguono. L’integrazione nera nella società americana, infatti, non avviene veramente neppure dopo la guerra civile, che crea una società nera “separata ma uguale” in cui non esiste l’uguaglianza con i bianchi. I neri stessi conservano una “mentalità da schiavo” che accetta la superiorità dei bianchi e la necessità di annullarsi nella cultura e nell’ordine sociale dell’ex padrone. Anche il blues, ricordo della schiavitù, sembra doversi immolare sull’altare dell’assimilazione e del progresso, ma in realtà perde soltanto le forme superficiali prese a prestito dall’uomo bianco cominciando a prendere la forma che oggi conosciamo.
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anche le generazioni di americani
Come i padroni bianchi, anche le generazioni di americani degli anni quaranta e delle guerre mondiali annullano gli sforzi dei neri di riscattarsi dalla schiavitù. I neri, considerati dai bianchi “specie subumana” si ribellano e il loro risentimento sfocia in violenza razziale. Il Bronx negli anni sessanta conosce oppressione e guerriglie per la conquista del territorio.
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In questo teatro di violenza si distingue la voce di
Martin Luther King che, attraverso il suo movimento per i diritti civili, lotta con la disubbidienza civile e la non violenza contro la sottomissione materiale e psicologica dei neri. Il suo obiettivo è l’integrazione dei neri a pieno titolo nella società americana, prevalendo sulla parte reazionaria e razzista dei bianchi che vogliono impedirlo. Malcolm X, però, propone una diversa soluzione al “problema nero”. Egli non crede nell’integrazione dei neri e rigetta l’ipotesi di una cittadinanza bianca.
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con l’obiettivo di cambiare le regole della protesta nera.
Figlio delle teorie di Martin Luther King è, negli anni sessanta, il partito delle PANTERE NERE con l’obiettivo di cambiare le regole della protesta nera. Le pantere nere non credono nell’integrazione razziale, nel “sogno americano” tanto caro a Martin Luther King. Con la loro rabbia e la loro violenza fanno prevalere il nazionalismo sull’integrazionismo. E vengono eliminate dall’FBI con ogni genere di vessazioni.
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che genera moltissime vittime.
I neri si riuniscono in che danno loro un senso di appartenenza, anche se generatrici di una violenza che genera moltissime vittime. GANG Negli anni settanta i capi delle gang si riuniscono per raggiungere una tregua. L’energia dei giovani si convoglia verso altre forme espressive.
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Nasce la cultura hip hop
La Cultura hip hop si appropria degli spazi cittadini, attraverso gli effetti sonori, la danza, lo stile. Gli originali musicisti rapper diffondono la cultura nera del Bronx e conquistano New York, fino ad arrivare alla scena internazionale. La cultura hip hop, oppositiva e trasgressiva, non viene sempre compresa e genera ennesimi scontri e repressioni della polizia.
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La cultura hip hop, negli anni novanta, domina in tutto il mondo e si esprime attraverso:
MUSICA RAP DANZA MCING DJING BREAKDANCE WRITING AEROSOL ART GRAFFITI
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La composizione delle modalità di espressione,
attraverso cui si è affermato l’hip hop ha evidenziato una grande attenzione verso le più importanti forme di comunicazione: dalla parola al corpo, attraverso l’immagine e il suono, al fine di dare espressione al disagio giovanile e alle storie di quotidianità marginale. La rabbia dei giovani, legata al degrado sociale ed esistenziale, dei ghetti prima, e, delle periferie oggi, ha permesso di amplificare il bisogno di comunicazione e di affermazione della loro identità attraverso la musica, la ritualità e le tags sui muri.
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Conclusioni Questa tesi è nata dalla mia passione per la musica rap e per la subcultura che vi gravita intorno. Il lavoro fatto ripercorre l’iter storico attraverso il quale i neri, deportati come schiavi dal loro continente di origine, pervennero alla dolorosa e faticosa costruzione della loro identità, in una terra d’America ostile alla loro integrazione. La cultura africana, assorbita da quella dei padroni bianchi, riconosciuta come superiore dagli stessi neri, sembrò divenire marginale ed estinguersi del tutto. Tuttavia, “l’orgoglio nero” è sempre stato più forte delle sopraffazioni dei bianchi, si è espresso nelle proteste, nelle violenze, ma anche nella fede in un’ integrazione finalmente non soltanto apparente; ha fatto della musica la sua cassa di risonanza, dell’hip hop l’espressione moderna di una cultura nera, che nella danza, nei graffiti e nel rap contiene ancora gli echi dei canti di lavoro degli schiavi d’America.
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