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PubblicatoTommaso Franchi Modificato 10 anni fa
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Università degli studi di Pavia Facoltà di Lettere e filosofia, Scienze politiche, Giurisprudenza, Ingegneria, Economia Corso di laurea interfacoltà in Comunicazione Interculturale e Multimediale Shopping Compulsivo e Gioco dazzardo: Dinamiche psicologiche e risvolti pubblicitari di due nuove dipendenze Relatore: Chiar.mo Prof. Anton Peter Margoni Correlatore: Chiar.mo Prof. Giampaolo Azzoni Realizzato da Silvia Zaffarana
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Le nuove dipendenze: New addictions Dipendenze comportamentali Si manifestano nel bisogno di dover praticare a tutti i costi unattività sapendo che prima o dopo tale comportamento condurrà allautodistruzione
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Nascita delle dipendenze Fin dallantichità cè stato luso di sostanze che modificano gli aspetti percettivi, relazionali e affettivi della persona. Legate a riti religiosi o di tipo sociale, altre volte luso era meramente edonistico, oppure fungeva da auto-medicazione. Con la rivoluzione industriale luomo instaura una relazione con loggetto Dipendenza come processo che si innesca quando una persona, nel contatto con un particolare oggetto si sperimenta in maniera diversa e legge questa ristrutturazione del sé come positiva e più funzionale
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Analisi di due dipendenze: shopping compulsivo Disturbo caratterizzato dallimpulso di dover acquistare oggetti inutili. Disagio psicologico Il comportamento d acquisto, una volta instauratosi, alimenta le stesse caratteristiche che lo hanno generato, ed è per questo che spesso, come accade anche in altre forme di dipendenza da attività, risulta difficile da interrompere.
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Gioco dazzardo: Tracce si ritrovano nelle civiltà degli Assiri e dei Sumeri che lo utilizzavano come elemento di svago e di socializzazione e come strumento per presagire il futuro. Lo sviluppo sociale del problema del gioco dazzardo è in parte favorita anche dalle crescenti possibilità di scelta tra una vasta gamma di tipologie di gioco Distinzione tra giocatore dazzardo e patologico
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Pubblicità Il campo della pubblicità è estremamente vasto e vario. La pubblicità viene vista come un pubblico annuncio che fornisce informazioni e vuole suscitare interesse e reazioni nel pubblico. I due scopi fondamentali che la pubblicità ha sono quelli di informare e persuadere La pubblicità può essere molto semplice, o può essere molto complessa, coinvolgendo campagne multimediali e ricerche accurate, si differenzia a seconda del pubblico
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Pubblicità: danni per leconomia Il danno più evidente è il consumismo, una delle malattie della società e delluomo. Per alcuni prodotti alla moda, lalto costo non è giustificato dal valore intrinseco del prodotto, ma solo dal marchio, che, in se, non vale nulla, è solo convenzione. Contribuisce in modo rilevante a modificare i comportamenti sociali La pubblicità non sempre risponde ai bisogni sociali ma alle esigenze del mercato, per vendere sempre di più.
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Benefici per luomo: Libertà di scelta La buona pubblicità forma e informa il consumatore E uno degli strumenti efficaci di formazione e prevenzione La pubblicità è uno strumento di progresso, di comunicazione, fatto a misura delle esigenze umane e con grandi possibilità di migliorare la qualità della nostra vita.
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Danni per luomo: Pubblicità ingannevole La pubblicità può offendere la dignità della persona umana sia attraverso il contenuto ciò che è pubblicizzato, il modo in cui viene pubblicizzato sia attraverso l'impatto che ha sul pubblico Può influenzare i comportamenti delluomo ….una difesa che è stata predisposta
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Conclusione Cercare di promuovere una cultura dellessere ed evitare che si sviluppi sempre di più la cultura dellimmagine. Sottolineare la centralità della persona piuttosto che quella dellapparire educando alla cultura e alla civiltà cercando di creare legami sociali e di pensiero.
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Dammi la serenità di accettare ciò che non può essere cambiato, il coraggio di cambiare ciò che deve essere cambiato e la capacità di distinguere la differenza (Marco Aurelio) Dammi la serenità di accettare ciò che non può essere cambiato, il coraggio di cambiare ciò che deve essere cambiato e la capacità di distinguere la differenza Marco Aurelio (Roma 121d.C. 180d.C.)
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Grazie
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