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PubblicatoIppolito Vecchi Modificato 11 anni fa
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ANALISI DELLE ISTITUZIONI POLITICHE corso progredito
Biennio di laurea magistrale “Politica e Istituzioni Comparate” Lezione 5 Fabio Franchino
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Dai seggi al governo Concluse le votazioni si assegnano i seggi ai candidati e si formano i gruppi parlamentari (partiti istituzionali) Si avvia il negoziato per la formazione del governo, o meglio dell’organo principale dell’esecutivo: il consiglio dei ministri (cabinet)
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Coalizioni parlamentari
La teoria intende spiegare il formarsi delle coalizioni di governo A partire dai risultati elettorali, si cercano criteri giustificativi della nascita di certe coalizioni e non di altre Questi criteri risiedono nella logica comportamentale dei partiti
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Coalizioni di governo Motivazioni politiche Tipi di governo
Office-seeking Policy-seeking Entrambi Tipi di governo Coalizioni minime vincenti Coalizioni ideologicamente compatte Coalizioni minime vincenti connesse
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Coalizioni minime vincenti
Sono quelle di partiti tutti necessari per raggiungere la maggioranza numerica dell’assemblea Una coalizione minima vincente è una coalizione di maggioranza che diventa di minoranza se un qualunque partito l’abbandona
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L’idea soggiacente è che il governo offre un ammontare finito di benefici che va spartito tra i membri della coalizione vincente Non sarebbe razionale includere un partito non necessario poiché questo implica la rinuncia evitabile a qualche porzione del potere
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Tra le coalizioni governative reali quelle minime vincenti non sono frequenti
Tuttavia la percentuale delle coalizioni minime vincenti che si formano è superiore alla loro probabilità teorica su tutte quelle a priori possibili Esistono però molte coalizioni minime vincenti per ogni risultato elettorale
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Esempio Risultati delle elezioni politiche del 1987 in Italia PCI PSI PSD VRD PR DC PRI PLI MSI ,3 2,3 1, ,4 2, Ci sono molte coalizioni minime vincenti tra cui DC-PCI (68%), DC-PSI (53%), PCI-PSI-PSDI-PRI-PR (52%), DC-MSI-PRI-PSDI-PLI (50,4%) e altre ancora Occorrono altri criteri
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Criterio della dimensione
I partiti sono interessati al loro peso relativo nella coalizione, da cui ritengono di ricavare un corrispondente potere negoziale Più piccola la coalizione, maggiore il peso in essa di un partito con una forza data Si affermano le coalizioni minime vincenti di dimensione minima (Riker)
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In base al principio della dimensione nell’esempio riportato né la DC né il PCI troveranno conveniente allearsi tra loro Infatti il loro peso rispettivo sarebbe per la DC il 56,2% e per il PCI il 43,8% Ma se la DC formasse la coalizione DC-PSI il suo peso salirebbe al 72,9%
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Per questo la DC preferirà un governo DC-PSI o, meglio ancora, uno DC-MSI-PRI-PSDI-PLI nel quale avrebbe un peso addirittura del 76,2% A sua volta il PCI in una coalizione PCI-PSI-PSDI-PRI-PR avrebbe un peso del 58,1%
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Criterio del numero I partiti considerano i costi decisionali delle scelte operate dalle coalizioni Questi crescono col numero degli attori (partiti) coinvolti nel negoziato Tenderanno a formarsi coalizioni minime vincenti col minor numero di partiti
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All’opposto del principio della dimensione il criterio del numero ritiene più probabile la formazione di coalizioni DC-PCI e DC-PSI costituite di due soli partiti
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Un confronto Il criterio delle colizioni minime vincenti è il meno risolutivo (esistono sempre molte coalizioni minime vincenti) seguito da quello della dimensione e infine da quello del numero Dal punto di vista della verifica i tre criteri sono nell’ordine inverso, nel senso che quello che riceve maggiori conferme è quello meno risolutivo delle coalizioni minime vincenti
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Coalizioni superiori a quelle minime vincenti
Si formano razionalmente se i membri anticipano: il rischio di defezioni di qualche partito lo scarso controllo della disciplina dei parlamentari da parte dei partiti Sono più probabili in periodi di crisi e per riforme costituzionali Possono mandare un segnale specifico di programma di governo Più probabili con un partito dominante
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Coalizioni minoritarie
Si formano razionalmente se : i partiti che appoggiano il governo dall’esterno considerano la possibilità del fallimento del governo nel quale non intendono farsi troppo coinvolgere di fronte ad altissimi costi di negoziazione per formare il governo (i.e. se l’oposizione è divisa), questo rinuncia al sostegno di una maggioranza stabile e accetta di essere sottoposto all’esame continuo da parte della maggioranzase – fig. 9.1 se i partiti sono policy-seekers dove le commissioni parlamentari hanno poteri importanti
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Partiti e programmi L’ipotesi originaria di Downs vede i partiti come mere etichette programmatiche che si spostano nello spazio politico per prendere voti Ma i partiti sono organizzazioni di attivisti che hanno interesse precipuo per il programma
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Attaccamento ai programmi
Più in generale i partiti non sono mere etichette programmatiche se si considera che i partiti sono depositari delle fratture sociali le ideologie vincolano le scelte programmatiche bisogna conservare la reputazione presso gli elettori
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Coalizioni programmatiche
il ruolo del programma vincola i partiti nella scelta dei partner in generale la formazione delle coalizioni dovrà tenere conto della vicinanza dei programmi nello spazio politico vediamo come l’interesse dei partiti per il programma influisce sulla scelta dei partner nelle coalizioni
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Criterio del minimo spazio
L’attenzione al programma vincola i partiti non solo negli spostamenti ma anche nella scelta dei partner Si formano coalizioni minime vincenti che occupano uno spazio minimo (ideologicamente compatte) Lo spazio di una coalizione è dato dal numero dei partiti che stanno tra quello più a sinistra e quello più a destra, contando anche quelli intermedi, anche se non appartengono alla coalizione Queste coalizioni sono un sottoinsieme delle coalizioni minime vincenti connesse
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Riconsideriamo i dati del 1987
PCI PSI PSDI VRD PR DC PRI PLI MSI ,3 2,3 1, ,4 2, il criterio del minimo spazio scarterebbe la coalizione DC-PCI a favore di quella DC-PSI Rispetto a quest’ultima la coalizione DC-PSI-PSDI-Verdi-PR occupa lo stesso spazio ma non è minima vincente
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Criterio della minimizzazione dei conflitti
i conflitti sociali derivano dai cleavages i cleavages sono tanto più forti quanto più i partiti che li interpretano sono distanti nello spazio politico Allora il formarsi di una coalizione è tanto più probabile quanto più i partiti membri sono vicini questo criterio coincide sostanzialmente con quello del minimo spazio
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Criterio della massimizzazione della connessione
La coesione delle coalizioni dipende dalla presenza di intermediari che appianano i contrasti interni I partiti con programmi intermedi tra quelli di altri membri possono svolgere questo ruolo Le coalizioni devono includere i partiti con programmi intermedi
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Stabilità delle coalizioni
I criteri spaziali e quelli aritmetici non dicono nulla sulla stabilità delle coalizioni che si sono formate Questo problema è invece affrontato dai modelli strategici di formazione delle coalizioni
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Teorie strategiche della formazione delle coalizioni di governo
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L’idea generale Consiste nell’adattare ai partiti, intesi come gruppi parlamentari che scelgono un programma, la teoria dei comitati sviluppata per gli attori individuali
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Ipotesi più specifiche
Tutti i parlamentari eletti di un partito hanno lo stesso punto ideale, che coincide col programma elettorale del partito stesso Per la formazione delle maggioranze si dovrà tenere conto della forza parlamentare dei partiti
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Le “mozioni” sono costituite dai programmi di coalizione proposti e negoziati dai partiti
Una coalizione di governo sarà stabile se nessun’altra coalizione di maggioranza sarà in grado di opporre ad essa un diverso programma
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Coalizioni e giochi cooperativi (Schofield)
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Programmi di coalizione e reputazione dei partiti
Questa teoria suppone che i partiti siano indotti a rispettare gli accordi di coalizione volontariamente sottoscritti con i partner, per non perdere credibilità agli occhi degli elettori Allora anche le coalizioni di partiti sono in qualche modo attori e il gioco della scelta del programma di governo è cooperativo
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Memento imputazione è una distribuzione di pagamenti che soddisfa la razionalità individuale e l’efficienza sociale Si dice che un’imputazione per una coalizione è non dominata se è sicuramente alla sua portata ed è un ottimo paretiano per la coalizione Core di un gioco cooperativo è l’insieme di imputazioni non dominate per nessun individuo e nessuna coalizione
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core(w) Nella teoria dei comitati non tutte le coalizioni contano, ma solo quelle di maggioranza Diciamo core(w) (winning core) l’insieme dei programmi che non possono essere battuti da qualche coalizione vincente (di maggioranza) Il core(w) è l’insieme dei programmi di governo stabili, cioè quelli per cui non esiste una coalizione di maggioranza che ne preferisce un altro
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Analisi monodimensionale
Nello spazio sinistra-destra il programma preferito dall’elettore mediano non può essere battuto a maggioranza Questo vale anche se i voti sono concentrati nello spazio competitivo nelle posizioni dei vari partiti
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Esempio S(45) C(15) D(40) S(55) CS(20) CD(10) D(15)
S(25) CS(15) C(8) CD(5) D(47) In un confronto diretto col programma del partito mediano (quello cui appartiene il votante mediano) tutti i partiti alla sua sinistra votano contro ogni proposta alla sua destra e tutti quelli a destra votano contro le proposte a sinistra
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Qualsiasi partito mediano vince
Il programma preferito dal partito mediano non può essere sconfitto Ciò è indipendente dalle dimensioni del partito (vedi esempio) Ma nella realtà politica sono i partiti maggiori a guidare la formazione delle coalizioni
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Una diversa rappresentazione
La rappresentazione monodimensionale non dà risultati veritieri Sappiamo che in più di una dimensione le condizioni di equilibrio della teoria dei comitati sono diverse (più difficili) Vediamo se l’analisi pluridimensionale fornisce risultati più in accordo con l’osservazione
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Insieme di Pareto É un concetto che si riferisce a un gruppo di individui E’ l’insieme di punti dello spazio politico che soddisfa le due condizioni: per ogni punto esterno all’insieme di Pareto esiste sempre almeno un punto interno preferito da tutti gli individui del gruppo dato un punto dell’insieme non ne esiste un altro che tutti i membri del gruppo preferiscono a questo
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Insieme di Pareto e curva dei contratti
L’insieme di Pareto è l’estensione del concetto di curva dei contratti al caso di un numero qualunque di attori E’ l’insieme degli ottimi paretiani di un gruppo
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Dalla definizione si vede che nel caso monodimensionale l’insieme di Pareto di una coalizione è il segmento che congiunge le posizioni dei partiti della coalizione per ogni punto esterno … ne esiste uno interno … S(45) C(15) D(40) per ogni punto interno non ne esistono altri …
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Allora per costruzione il programma ideale del partito mediano appartiene all’insieme di Pareto di tutte le coalizioni di maggioranza S(45) C(15) D(40)
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Definizione Diciamo partito di core(w) quel partito, se esiste, il cui programma ideale non può essere battuto da alcuna coalizione vincente L’esistenza di un partito di core(w) assicura che il gioco di scegliere un programma di governo ha una soluzione stabile Per quanto detto nello spazio monodimensionale il partito mediano, che è per costruzione il partito di core(w), è in grado di imporre il proprio programma ideale come programma di governo
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Due dimensioni L’equilibrio esiste se e solo se tutte le linee mediane si incontrano in un punto Nel caso della distribuzione discontinua delle forze parlamentari dei partiti la cosa è molto improbabile (non c’è ragione che esista una tale simmetria)
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Ma non siamo tanto interessati all’esistenza di un partito mediano quanto a quella di un partito di core(w) E’ questa caratteristica che rende imbattibile a maggioranza una proposta programmatica Può darsi che esista un tale partito anche se le mediane non si incontrano tutte in un punto Per prima cosa determiniamo l’insieme di Pareto in più dimensioni
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Nel caso bidimensionale l’insieme di Pareto di una coalizione di più di due partiti è dato dall’area del poligono che congiunge le posizioni dei partiti della coalizione C B A
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Esempio Due dimensioni Assemblea di 100 seggi
Quattro partiti: A, B e C con 20 seggi, e D con 40 Coalizioni minime vincenti: AD, BD, CD, ABC Costruiamo gli insiemi di Pareto di queste coalizioni di maggioranza Consideriamo tre casi di distribuzione dei partiti nello spazio politico bidimensionale
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Primo caso: A (20 seggi) B (20 seggi) D (40 seggi) C (20 seggi)
Nessun partito sta nell’insieme di Pareto di tutte le coalizioni vincenti Esiste sempre una maggioranza che batte qualsiasi proposta Non c’è partito di core(w) Non c’è equilibrio A (20 seggi) B (20 seggi) D (40 seggi) C (20 seggi)
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Secondo caso: A (20 seggi) B (20 seggi) D (40 seggi) C (20 seggi)
Il partito D è interno all’insieme di Pareto di ABC (e delle altre coalizioni vincenti) Se D propone il suo programma l’unica maggioranza che lo esclude (ABC) non può accordarsi su un’altra proposta D è partito di core(w) Il suo programma è di equilibrio A (20 seggi) B (20 seggi) D (40 seggi) C (20 seggi)
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Terzo caso: Il piccolo partito C è ora nel posto occupato prima dal grosso partito D Ma per le sue dimensio-ni C non risulta interno agli insiemi di Pareto di tutte le maggioranze Pertanto non è partito di core(w) Il core(w) è vuoto e non c’è equilibrio A (20 seggi) B (20 seggi) D (40 seggi) C (20 seggi) Si dimostra che solo il partito maggiore può essere partito di core(w)
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Equilibrio L’equilibrio esiste se e solo se il partito maggiore sta nell’insieme di Pareto di tutte le coalizioni di maggioranza La teoria asserisce che il negoziato per la definizione del programma di governo è condotto dal partito maggiore Sotto questo aspetto la rappresentazione bidimensionale fornisce risultati più in accordo con le osservazioni di quella monodimensionale
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Governi di minoranza Se il partito maggiore è di core(w) non esiste una maggioranza stabile che batte il suo programma Se questo fosse il programma del governo esso sarebbe stabile La teoria rende conto che i governi di minoranza possono essere più stabili di quelli di maggioranza (empiricamente supportata?)
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Elezioni danesi del 1964 KF = Conservatori RV = Radicali SF = Socialisti popolari (ex Comunisti) KDP = Comunisti (fino al 1957) Venstre = Liberali SD = Socialdemocratici Dati i risultati elettorali ciascun partito costituisce una maggioranza (minima) con SD, e anche tutti gli altri senza SD sono una maggioranza (minima)
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Spazio politico bidimensionale
welfare e qualità della vita SF SD Ven RV KF partito di core(w) statalismo-liberismo
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SD è partito di core(w) e il suo programma non può essere battuto
La teoria prevede stabilità, e infatti il governo di minoranza costituito dal solo SD è durato dal 1964 al 1968
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Elezioni danesi del 1957 Ven maggioranaza maggio- di ‘nuova sinistra’
KDP SD Ven RV KF welfare e qualità della vita statalismo-liberismo maggioranaza di ‘nuova sinistra’ maggio- ranza di ‘vec- chia destra’ maggioranza di ‘vecchia sinistra’
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In quel caso nessun partito è interno all’insieme di Pareto di tutte e tre le maggioranze possibili
Il core(w) del sistema è vuoto La teoria prevede instabilità dei governi Infatti quella legislatura ha visto succedersi diversi governi che pure erano di maggioranza
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Riassumendo Se esiste partito di core(w) allora il negoziato si conclude con un governo di minoranza formato da quel partito, o uno di maggioranza che associa ad esso qualche altro partito Se il core(w) è vuoto allora non c’è equilibrio e il governo è instabile (anche se è di maggioranza)
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In sostanza…. Le teorie ‘positive’ basate sulla dimensione e sull’ideologia dei partiti generano le seguenti ipotesi. I governi che hanno maggiore probabilità di formarsi sono quelli che controllano una maggioranza di seggi legislativi che formano coalizioni minime vincenti coalizioni minime vincenti connesse coalizioni minime vincenti ideologicamente compatte coalizioni ideologicamente compatte che includono meno partiti il partito più grande il partito in posizione mediana che controllano un minoranza di seggi legislativi se l’opposizione è divisa
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Insieme ciclico Se il core(w) è vuoto non è detto che non si possa fare qualche previsione circa la posizione di equilibrio, anche se questa non può essere determinata con precisione Si dimostra che l’equilibrio stabile sarà interno all’area racchiusa dall’incrocio delle linee mediane, detta insieme ciclico
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Esempio di insieme ciclico
A (20 seggi) B (20 seggi) D (40 seggi) C (20 seggi)
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Punti interni all’insieme ciclico potranno sempre essere riproposti
Punti esterni all’insieme ciclico saranno definitivamente battuti da punti esterni più vicini all’insieme ciclico
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Un diverso esempio Elezioni in Italia 1987
La posizione dei partiti nello spazio politico è ricavata da uno studio di Mastropaolo e Slater Dai risultati emergono tre maggioranze minime: una di sinistra (DP-PCI-PSDI-PSI-PR-V), una di centro (DC-PSI) e una di destra (DC-MSI-PLI-PRI-PSDI).
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Italia 1987 Rinnovamento-Tradizione Sinistra-Destra
MSI (35) DC (234) Non con-teggiati: SVP (3), Lega (1), Altri (3) PRI (21) DP (8) PR (13) PSDI (17) PLI (11) V (13) PCI (177) PSI (94)
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Il core(w) è vuoto perché il partito maggiore (la DC) non appartiene all’insieme di Pareto di tutte le maggioranze La legislatura ha avuto numerosi governi, si è avviata con un governo di centro anche se non di maggioranza minima (pentapartito) e ha avuto governi solo di quella maggioranza Pertanto la teoria è compatibile con i risultati di questo caso di studio Vediamo di costruire l’insieme ciclico
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Rinnovamento-Tradizione
Sinistra-Destra Rinnovamento-Tradizione MSI (35) DC (234) PLI (11) PRI (21) PSDI (17) PSI (94) PR (13) DP (8) PCI (177) V (13)
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Insieme ciclico e maggioranze
Anche se si ammette che l’instabilità si limita all’insieme ciclico, si vede che tutte tre le maggioranze minime sono esposte alla minaccia delle altre coalizioni vincenti Infatti tutti i relativi insiemi di Pareto si sovrappongono in parte all’insieme ciclico La considerazione dell’insieme ciclico non riduce l’instabilità del sistema
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Rinnovamento-Tradizione
Sinistra-Destra Rinnovamento-Tradizione MSI (35) DC (234) PLI (11) PRI (21) PSDI (17) PSI (94) PR (13) DP (8) PCI (177) V (13)
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Tuttavia si vede che la maggioranza DC-PSI è particolarmente esposta a rovesciamenti verso sinistra e verso destra entro l’insieme ciclico, dato che il suo insieme di Pareto non ha un’area di sovrapposizione con l’insieme ciclico Questo potrebbe spiegare perché i due partiti abbiano ritenuto opportuno cautelarsi, corredando la loro coalizione con alleati non necessari alla maggioranza, costituendo il cosiddetto pentapartito
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Rinnovamento-Tradizione
Sinistra-Destra Rinnovamento-Tradizione MSI (35) DC (234) PLI (11) PRI (21) PSDI (17) PSI (94) PR (13) DP (8) PCI (177) V (13)
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