La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

CRISI FINANZIARIA E CREDITO ALLE IMPRESE: EFFETTI OSSERVABILI E RISCHI PER L ITALIA Ciro Rapacciuolo Centro Studi Confindustria Confindustria Genova Genova,

Presentazioni simili


Presentazione sul tema: "CRISI FINANZIARIA E CREDITO ALLE IMPRESE: EFFETTI OSSERVABILI E RISCHI PER L ITALIA Ciro Rapacciuolo Centro Studi Confindustria Confindustria Genova Genova,"— Transcript della presentazione:

1 CRISI FINANZIARIA E CREDITO ALLE IMPRESE: EFFETTI OSSERVABILI E RISCHI PER L ITALIA Ciro Rapacciuolo Centro Studi Confindustria Confindustria Genova Genova, 11 aprile 2008

2 Credito alle imprese (e alle famiglie) in Italia Il credito alle imprese in Italia continua a crescere a ritmi molto sostenuti (+13% in un anno a gennaio 2008 lo stock in euro correnti) Fonte: elaborazioni CSC su dati Banca dItalia. Rallenta invece il credito alle famiglie, ma si resta su tassi elevati: - credito al consumo (+5,3%) - mutui per labitazione (+8,1%) nonostante un certo rallentamento dal picco di ottobre (+14,8%)

3 Tassi sui prestiti alle imprese (e famiglie) in Italia Forte risalita dei tassi di interesse per le imprese in Italia da fine 2005 (6,1% a gennaio 2008): Anche i tassi per le famiglie continuano a salire (6,5%), a un passo più lento Fonte: elaborazioni CSC su dati Banca dItalia. - inizialmente sulla scia dei rialzi BCE - poi (a tassi BCE fermi da giugno 2007) per gli effetti della crisi finanziaria Fonte: elaborazioni CSC su dati Banca dItalia, Eurostat. I tassi per le imprese sono saliti anche in termini reali, stabilizzandosi negli ultimi mesi

4 Nel 2006-2007 in Italia sono cresciuti notevolmente i tassi (sui nuovi prestiti): Tassi sui prestiti alle (piccole e grandi) imprese in Italia Fonte: elaborazioni CSC su dati Banca dItalia. Il 2008 si è aperto con una piccola flessione per entrambe le categorie, che lascia ben sperare per il prossimo futuro - che per le piccole imprese, da 4% a 6% - sia per le grandi, da 3,2% a 5,3%

5 Si prevede una normalizzazione nel corso del 2008, ma i tempi potrebbero essere lunghi Fonte: elaborazioni CSC su dati Thomson Financial. Tassi e crisi di fiducia in Eurolandia lEuribor (4,74%) resta quasi tre quarti di punto sopra il tasso BCE (4%) Tuttavia, la crisi di liquidità e fiducia nel mercato interbancario di Eurolandia non è ancora alle spalle: ciò si riflette sugli alti tassi pagati dalle imprese (e dalle famiglie)

6 Fonte: elaborazioni CSC su dati Banca dItalia, indagine su 6 grandi gruppi bancari rappresentativi). Offerta di credito bancario Maggiore selettività nellerogazione dei prestiti alle imprese nel terzo e quarto trimestre 2007 Per i prestiti alle famiglie, invece, non si sono avute restrizioni Le banche si attendono ancora una restrizione nel primo trimestre 2008 in ugual misura per quelli alle PMI e alle grandi imprese maggiore per le grandi imprese né per i mutui, né il credito al consumo

7 Domanda di credito bancario La domanda di prestiti da parte delle famiglie invece è stata in flessione: La domanda di prestiti da parte delle imprese ha rallentato nel 2007, ma restando in aumento : - la richiesta è più per capitale circolante e fusioni-acquisizioni - sia per il credito al consumo, che soprattutto per i mutui Fonte: elaborazioni CSC su dati Banca dItalia, indagine su 6 grandi gruppi bancari rappresentativi. - sempre meno per gli investimenti fissi

8 Indagine CSC sul credit crunch Indagine ad hoc per valutare se le imprese abbiano subito o meno una restrizione del credito Già a ottobre quasi la metà delle imprese italiane (46%) aveva subito un aumento dei tassi sui prestiti rispetto a fine agosto (in media +0,35%) Alla quasi totalità delle imprese (97%) non erano state richieste ulteriori garanzie sottostanti il credito Le restrizioni rilevate (tassi più alti) erano spiegate per il 48,5% dalla crisi finanziaria (campione dellindagine sulla produzione)

9 Prestiti e Moneta in Eurolandia LItalia è penalizzata, sia nei mancati tagli odierni nel tasso BCE, che nella precedente fase di rialzi, da una espansione della moneta che viene soprattutto da altri paesi. In Italia M3 cresce molto meno della media (solo 1,1% il contributo alla crescita, contro il 3,5% in Francia, 2,9% in Germania, 2,1% in Spagna) Fonte: elaborazioni CSC su dati Banca dItalia. Il rischio di credit crunch resta limitato in Eurolandia. A febbraio 2008 M3 è ancora in crescita dell11,3% (due decimi meno di gennaio). - I prestiti alle imprese hanno accelerato ancora (14,8%) Fonte: elaborazioni CSC su dati Thomson financial. - Rallentano quelli alle famiglie, pur rimanendo su tassi elevati (5,8%)

10 Attività bancarie nei paesi di Eurolandia In Italia si è avuta una espansione delle attività bancarie (+11% annuo tra 2003 e 2007) maggiore che in Germania, ma minore rispetto a Francia e soprattutto Spagna (+17,2%). La dimensione complessiva delle attività bancarie (in rapporto al PIL) è minore da noi (222%) rispetto a Germania, Francia e Spagna (281%)

11 Prestiti bancari nei paesi di Eurolandia Espansione del credito bancario in Italia: tra 2003 e 2007, 8 punti meno che in Spagna, ma più che in Germania e Francia. In Italia cè più credito per milione di euro di attività bancarie rispetto a Germania, Francia; meno rispetto alla Spagna. Il complesso dei prestiti bancari è minore da noi (in rapporto al PIL) rispetto a Germania, Francia, Spagna.

12 Fonte: elaborazioni CSC su dati BCE. Prestiti bancari e credito totale alle imprese non finanziarie in Eurolandia (variazioni % tendenziali) Imprese in Eurolandia: credito totale e prestiti bancari Credito bancario Credito totale Mentre i prestiti bancari alle imprese europee accelerano, il credito totale alle imprese sta crescendo molto più lentamente Il credito totale include le emissioni nette di obbligazioni ed azioni - la crisi finanziaria internazionale ha determinato maggiori difficoltà nel collocamento di questi strumenti finanziari - la corsa del credito bancario potrebbe riflettere lo spostamento verso linee di credito aperte prima della crisi

13 Composizione delle passività delle imprese italiane Per le imprese italiane (campione di 76.593 bilanci) il 62% del passivo è finanziato ricorrendo al capitale di terzi: Composizione delle passività delle imprese italiane Lindustria in senso stretto presenta valori vicini alla media per tutte le fonti di finanziamento: - il 20,5% è rappresentato da prestiti bancari - il 5% da finanziamenti non bancari (incluse le obbligazioni) - il 24,8% da debiti commerciali - l11,9% dal ricorso a forme di finanziamento alternative a quelle commerciali o finanziarie - 20,6% di debiti verso banche - 4,4% di finanziamenti non bancari (incluse le obbligazioni)

14 - rialzo dei tassi per le imprese (e le famiglie) Non si tratta di un vero credit crunch, ossia di una minor disponibilità delle banche a erogare prestiti Riassumendo, gli effetti sullItalia Gli effetti della crisi finanziaria internazionale osservabili in Italia sono: - maggiore selettività nellerogazione dei prestiti alle imprese - quelli alle imprese accelerano (anche se il credito totale molto meno) - quelli alle famiglie rallentano, ma sono le famiglie ad aver ridotto la domanda (per gli alti costi) Il risultato è che i costi finanziari delle imprese sono aumentati significativamente

15 Rischi: indebitamento eccessivo delle famiglie? No: le famiglie italiane presentano ancora lindebitamento più basso e la maggiore ricchezza netta In Italia si è avuto un boom delle passività delle famiglie negli ultimi anni Il credito al consumo facilita la vendita di prodotti per le imprese, ma può essere un boomerang: eccesso di indebitamento anche per il credito al consumo? (come per il settore immobiliare negli USA)

16 Rischi: una mano al rallentamento del Pil italiano? Il Pil in Italia è in netta decelerazione, allo 0,7% nel 2008 secondo le nostre stime (riviste al ribasso) Cause esterne: congiuntura internazionale deteriorata (Usa e Area euro in rallentamento), forza del cambio (1,57 dollari per euro), rincari delle materie prime (petrolio a 106 dollari per barile) In particolare, la domanda interna (consumi delle famiglie e investimenti) rallenta fortemente nel 2008 Fonte: elaborazioni CSC su dati Banca dItalia. La relazione con il credito (per i consumi, ma anche per gli investimenti) è debole: ridotto impatto diretto della crisi finanziaria sul Pil, da noi Cause interne: rialzo dellinflazione, peggioramento delle aspettative, maggiore incertezza

17 Il balzo dellinflazione (3,3% a marzo 2008) nasce in gran parte dai rincari delle materie prime energetiche ed alimentari: è comune ad Eurolandia La core inflation resta molto più moderata (al netto di alimentari freschi ed energetici): è salita fino al 2,3% a gennaio 2008, scendendo a febbraio (2,1%) Fonte: elaborazioni CSC su dati Eurostat. +3,8% i prezzi alla produzione per i beni di consumo a febbraio 2008 Rischi: una spinta allinflazione italiana? Cause: +3,2% il Clup nellindustria nei primi 9 mesi del 2007 (ma anche +5,3% i prezzi al consumo degli alimentari conservati a febbraio 2008) Il credito al consumo non è al momento uno dei motori principali dellinflazione (perché, come visto, non dà una spinta significativa alla domanda delle famiglie) +4,2% il costo degli altri input

18 Rischio Basilea 2 Lintrecciarsi degli effetti della crisi finanziaria internazionale con quelli di Basilea 2 costituisce un fattore di rischio importante per le imprese europee Elementi favorevoli: Potrebbe cambiare latteggiamento delle banche, con la necessità di accrescere la loro dotazione di capitale: la questione è perciò più rilevante in Italia dove il peso delle PMI è maggiore Basilea 2 presenta rischi più elevati per le PMI: dato che il capitale è divenuto più costoso sui mercati finanziari, si potrebbe scaricare un ulteriore aumento dei costi finanziari sulle imprese - il sistema bancario italiano è poco esposto in maniera diretta ai mutui subprime - ha fatto relativamente poco ricorso alle cartolarizzazioni - presenta un buon grado di patrimonializzazione

19 Rischio PMI Le PMI italiane hanno una qualità creditizia inferiore alle grandi Perciò, la maggiore diffusione delle PMI in Italia potrebbe generare un impatto della crisi finanziaria complessivamente maggiore - il minor potere contrattuale delle PMI nei confronti delle banche Vanno considerati anche: - sono indebitate in misura maggiore a breve - hanno elevata dipendenza da singole banche Ciò riduce il loro rating, aumentando la probabilità che subiscano per prime un eventuale razionamento - la maggiore rischiosità dei fidi di minore entità

20 CRISI FINANZIARIA E CREDITO ALLE IMPRESE: EFFETTI OSSERVABILI E RISCHI PER L ITALIA Ciro Rapacciuolo Centro Studi Confindustria Confindustria Genova Genova, 11 aprile 2008

21 Banche e sportelli nel confronto internazionale Le banche da noi sono più concentrate (13,9 banche per milione di abitanti, 19,4 in Eurolandia) In Italia abbiamo il più elevato numero di sportelli bancari (777,2 per milione di abitanti) tra i paesi sviluppati


Scaricare ppt "CRISI FINANZIARIA E CREDITO ALLE IMPRESE: EFFETTI OSSERVABILI E RISCHI PER L ITALIA Ciro Rapacciuolo Centro Studi Confindustria Confindustria Genova Genova,"

Presentazioni simili


Annunci Google