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PubblicatoBattista Verde Modificato 11 anni fa
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La vittoria ateniese il soldato ateniese Fidìppide corse ininterrottamente per 42 chilometri (la distanza tra Atene e Maratona) per avvertire subito gli Ateniesi della vittoria, poi Milziade riportò a tappe forzate l’esercito verso la città i Persiani tentarono di sorprendere per mare la città di Atene, rimasta sguarnita di soldati, ma questa ultima mossa fu sventata e non rimase loro che abbandonare la Grecia
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La seconda guerra persiana
Dario progetta una nuova spedizione, ma muore prima di realizzarla (487 a. C.) il potere passa a suo figlio Serse, che dà inizio a grandi preparativi e si pone a capo della spedizione, che inizia nel 480 a. C.
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Temistocle e la flotta prevedendo la vendetta dei Persiani, gli Ateniesi cominciano a preparare la difesa della loro terra per iniziativa di Temistocle, uomo molto lungimirante, l’ecclesìa vota una delibera con la quale i proventi delle miniere d’argento del Làurion, di proprietà dello stato, vengono destinati alla costruzione di una flotta di triremi (nuovo tipo di nave) tali navi si chiamavano così perché avevano tre ordini di rematori (erano, quindi, molto veloci)
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La preparazione della guerra
su tali navi venivano impiegati come rematori i tèti, che così diventano parte essenziale della difesa della città (possono quindi rivendicare maggiori diritti politici) nel 481 a. C. molte città greche si uniscono in una symmachìa, alleanza militare panellenica sotto il comando spartano, leaders militari indiscussi il progetto di Serse prevedeva un doppio attacco: uno via terra, l’altro via mare significò costruire un ponte di barche per superare l’Ellespònto (stretto dei Dardanèlli), costruire un canale per tagliare il monte Athos
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Percorso progettato da Serse
canale ponte di barche difesa greca Percorso progettato da Serse flotta esercito
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La battaglia delle Termopili (480)
il re spartano Leonida, con soli trecento opliti, tenta eroicamente di bloccare l’avanzata dell’esercito persiano composto da – dice Erodoto, forse esagerando – 5 milioni di soldati gli Spartani fanno strage di Persiani che con le loro armature leggere e le lance corte non potevano nulla contro l’equipaggiamento oplita il giorno successivo Serse schierò in campo i diecimila Immortali comandati da Idàrne che, però, non ebbero maggior fortuna il passo era così stretto che il numero di soldati non era un vantaggio
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La battaglia delle Termopili (480)
gli Spartani combattono con assoluto disprezzo della vita, e alla fine Serse ordina che siano finiti con gli archi i Persiani si muovono verso sud, sia per mare che per terra, ormai pronti ad assediare e devastare Atene
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La battaglia di Salamina (480)
le forze della symmachìa panellenica si attestano sull’istmo di Corinto a protezione del Peloponneso, sotto la guida di Cleòmbroto fratello di Leonida Temistocle capisce che sulla terra la partita è persa, e abbandona l'Attica e la Beozia al saccheggio dei Persiani, mettendo la popolazione in salvo sulle isole gli Ateniesi atti al combattimento salgono sulle navi e si posizionano nel braccio di mare tra Salamina e l’Attica
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La battaglia di Salamina (480)
con uno stratagemma i Greci fingono di voler fuggire e così inducono i Persiani ad infilarsi in uno stretto braccio di mare, per bloccare ai Greci la ritirata le navi persiane, grosse e poco maneggevoli, vengono distrutte in quello spazio ristretto. I naufraghi vengono massacrati in mare dai Greci fino a tarda notte Serse deve ritirarsi precipitosamente, ma lascia in Grecia il generale Mardonio, con un esercito di terra, a svernare
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La vittoria definitiva
nel 479 a. C. l’esercito greco, comandato dallo spartano Pausania, andò incontro ai Persiani, accampati a Platea in Beozia sconfiggono il nemico e uccidono Mardonio le città ioniche dell'Asia minore sono liberate da una flotta greca che annienta quanto restava di quella persiana presso il capo Mìcale, vicino Samo
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E in occidente? non casualmente i Cartaginesi nel 479 a. C. attaccano Gelone, tiranno di Siracusa, che, alleatosi con Terone, tiranno di Agrigento, li sconfigge presso Himèra nella tarda estate del 480 a. C. si definiscono quelle che per oltre 70 anni resteranno le sfere di influenza della civiltà greca e quella cartaginese nel Mediterraneo occidentale
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