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Freud e la Psicoanalisi
A cura di Eleonora Bilotta
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Freud e la psicoanalisi
La psicoanalisi è una scuola che si sviluppò nei primi decenni del 1900 ad opera di Sigmund Freud, medico viennese che, insoddisfatto della prassi terapeutica con cui venivano trattati alcuni pazienti che presentavano disturbi psichici non ben identificabili con le malattie allora conosciute, e fuori dai circuiti accademici, si dedicò alla cura dell’isteria e delle nevrosi. Freud, riprendendo l’idea di inconscio, ovvero del lato irrazionale dell’attività psichica di cui non siamo coscienti, già presente nella filosofia di Herbart, Leibniz, Schopenhauer, la utilizzò nel settore delle malattie mentali. Egli intuì infatti che l’inconscio, o il mondo presente nella nostra psiche, si potesse analizzare e che, riportato alla luce e reso il paziente cosciente di tale mondo, avrebbe sicuramente giovato al paziente e avrebbe fatto regredire i disturbi psichici.
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Sigmund Freud
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Metodi di Freud I metodi da lui utilizzati furono l’interpretazione dei sogni e il metodo delle associazioni libere di idee, inventando in tal modo la psicoterapia ed esplorando in tal modo l’inconscio nel dialogo paziente-terapeuta.
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I principi dell’apparato psichico
L’apparato psichico, secondo Freud può essere descritto in termini di conflitto o di opposizione di forze presenti contemporaneamente ed il comportamento umano è il risultato dell’interazione fra le pulsioni e le forze ad esse contrarie. Le pulsioni (sessuale e aggressiva) spingono il soggetto alla gratificazione, mentre le forze contrarie (regole sociali) si oppongono alla gratificazione. Oppure ancora, la conflittualità può essere descritta in termini quantitativi, in base all’ipotesi che l’organismo abbia a disposizione una certa quantità di energia(libido), che deve trovare uno sfogo sia in forme lecite che illecite.
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Principi indicati da Freud
il principio di costanza, ovvero la tendenza dell’organismo a ridurre le tensioni, riducendole al livello più basso possibile per poter sopravvivere; il principio del piacere, ovvero la tendenza a scaricare immediatamente la tensione; il principio della realtà, ovvero l’aggiustamento alle condizioni imposte dall’esterno; il principio della ripetizione, ovvero la tendenza a ripetere esperienze intense già fatte, indipendentemente dagli effetti sfavorevoli o nocivi sul soggetto stesso.
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Il quadro della mente umana
Freud distingue tre funzioni dell’apparato psichico: l’ES, che è l’istanza posta all’origine della personalità, da cui si differenziano l’IO e il SUPER- IO, è costituito da tutti i fattori psicologici ereditari e presenti alla nascita, compresi gli istinti; l’ES matura e cambia con lo sviluppo e segue il principio del piacere;
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L’IO e il SUPER-IO l’IO obbedisce al principio di realtà e trattiene o sposta la tensione fino a quando non localizza all’esterno un oggetto su cui riversarla; scopo del principio di realtà è impedire che la tensione si scarichi prima che sia disponibile un oggetto atto a soddisfare il bisogno; l’IO emerge quando il soggetto sviluppa la capacità di separare concettualmente se stesso dagli altri, quando riesce a scegliere e interagire con l’ambiente; il SUPER-IO è l’antagonista dell’IO; il Super-IO è l’ultimo a svilupparsi in ordine di tempo (trai tre e i cinque anni) e rappresenta l’interiorizzazione dei valori morali e delle idee della società trasmessi al bambino dai genitori.
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La teoria relazionale Mentre la psicoanalisi è la psicologia dell’IO, la psicologia del Noi, fa capo alla Scuola Relazionale di Palo Alto, i cui maggiori rappresentanti sono G. Bateson, P. Watzlawick e D. Jackson. In questo indirizzo psicologico l’oggetto di studio non è identificato con le caratteristiche del singolo individuo bensì con gli scambi che si instaurano fra le persone. Gli psicologi della comunicazione, pur condividendo con il behaviorismo l’idea che è impossibile studiare la mente, ritengono tuttavia che sia possibile studiare i modi attraverso i quali le persone comunicano.
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Obiettivi Il primo assunto fondamentale di tale scuola è che per studiare i processi comunicativi gli individui non possono essere studiati in modo isolato, mentre i loro comportamenti assumono un significato più completo se vengono considerati come transazioni fra persone. Un settore di questa scuola fu sviluppato da C. Rogers che fondò la scuola analitico-esistenziale, secondo la quale anche le malattie mentali sono un modo per comunicare. Secondo Rogers il disadattamento non va curato isolatamente, ma nell’ambito di un gruppo.
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Pragmatica della comunicazione umana
Gli studiosi della “pragmatica della comunicazione umana” ritengono che l’uomo sia un sistema aperto la cui caratteristica di fondo è quella di relazionarsi con l’esterno, attivando la capacità di scambiare informazione con l’ambiente e la facoltà di sviluppare nuove forme di adattamento; le varie parti di questo sistema possono condizionarsi a vicenda (retroazione) in moto tale che, se un elemento si modifica, influenza tutta la totalità del sistema. Oltre l’individuo vengono studiati anche i rapporti che egli stabilisce con il contesto in cui vive, o il suo esistere con gli altri.
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Metacomunicazione La teoria relazionale si interessa anche di metacomunicazione, ovvero della comunicazione sulla comunicazione: tutti i messaggi verbali e non verbali che vengono trasmessi durante le transazioni comunicative.
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