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ATC BARI Corso per la formazione di cacciatori operatori per il controllo della fauna selvatica Biologia e controllo dello storno (dr. Francesco Santilli)

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Presentazione sul tema: "ATC BARI Corso per la formazione di cacciatori operatori per il controllo della fauna selvatica Biologia e controllo dello storno (dr. Francesco Santilli)"— Transcript della presentazione:

1 ATC BARI Corso per la formazione di cacciatori operatori per il controllo della fauna selvatica Biologia e controllo dello storno (dr. Francesco Santilli)

2 Storno Sturnus vulgaris
Caratteristiche La Storno (Sturnus vulgaris) è un uccello di piccole dimensioni appartenente all’ordine dei passeriformi ed alla famiglia degli sturnidi. Di taglia medio-piccola, presenta un corpo compatto con testa grande e tonda, becco lungo, coda corta e ali lunghe e affusolate. Il corpo raggiunge una lunghezza media di 20 cm e un peso di 80 grammi ca. Il piumaggio dei due sessi è molto simile ed in inverno assume una colorazione nera fittamente punteggiata di bianco; negli adulti il becco è nero in autunno-inverno mentre, in estate, diventa giallo. I giovani nati nell’anno si riconoscono per essere interamente grigi con becco scuro. La specie si potrebbe confondere con il merlo, da cui si differenzia per le maggiori dimensioni, coda più corta e per il caratteristico modo di muoversi sul terreno, dove sembra che cammini, associando ai piccoli “passetti” i movimenti del collo (il merlo invece si muove saltellando); in volo lo storno si riconosce per la forma triangolare delle ali. Il volo è rapido e diritto, con ripetute planate; quando vola in gruppo effettua grandi evoluzioni, con cambiamenti repentini di direzione e improvvise cabrate. Il canto è fatto di svariati suoni, di solito, mentre canta, batte spesso le ali. Lo storno è un uccello che non può essere definito né migratore, né stanziale, perlomeno in Italia. Infatti alcune popolazioni svernano nelle regioni dell'Italia meridionale per poi migrare nelle regioni settentrionali ai primi caldi, altre popolazioni sono stanziali

3 Storno Sturnus vulgaris estate
inverno Caratteristiche Il piumaggio è nero, macchiettato di bianco crema, ma con l’usura le macchie tendono a sparire, facendo in modo che, nel periodo riproduttivo, vengano alla luce i riflessi metallici verdi e violacei che nel maschio appaiono più iridescenti. Questo cambiamento è forse legato alle differenze comportamentali fra il periodo invernale (più gregario) e quello riproduttivo. La macchiettatura rende gli uccelli più uniformi e meno individuabili tra una miriade di uccelli uguali.

4 Storno Sturnus vulgaris giovane
adulto Caratteristiche I giovani si distinguono dagli adulti per il colore bruno grigiastro e per una più evidente macchiettatura su tutto il corpo. Il becco è grigio nerastro. E’ molto difficile distinguere il maschio dalla femmina

5 Storno Sturnus vulgaris
Distribuzione La storno ha una distribuzione naturale che copre gran parte dell’Europa e dell’Asia. Le isole Azzorre rappresentano il limite occidentale dell’areale riproduttivo, il lago Bikal quello orientale, la Finlandia il limite Nord ed il Pakistan quello meridionale. Le popolazioni nordiche ed orientali svernando a Sud, Sud Ovest ed Ovest della reale riproduttivo. Lo storno ha dimostrato di essere un animale estremamente adattabile a nuove situazioni ambientali: è stato infatti introdotto con notevole successo in molte parti del mondo dove la sua espansione non si è ancora arrestata. A livello europeo si assiste ad uno spostamento verso Sud dell’areale di nidificazione della specie. Nei paesi più settentrionali la specie è in regresso con diminuzioni segnalate in Germania e Danimarca, Gran Bretagna e nella penisola scandinava. Nel contempo si sono registrati nuovi insediamenti nelle isole Canarie, aumenti nella Francia meridionale ed in Spagina sud occidentale. In Italia la specie è considerata sedentaria e nidificante, migratrice regolare e svernante. Si è stimato che nel nostro paese nidifichino tra 1 e 3 milioni di coppie, ma non esistono stime globali del numero di individui svernanti anche se si stima che nella sola Roma siano circa 2 milioni.

6 Storno Sturnus vulgaris
Abitudini Lo storno conduce vita gregaria riunendosi in stormi assai numerosi e chiassosi, soprattutto nel periodo di fine estate - inizio inverno, quando la nidificazione è terminata e i giovani mutano il piumaggio; in questo periodo è possibile osservare, soprattutto a sera, stuoli numerosissimi di storni, radunarsi in zone alberate per trascorrere la notte. I dormitori prescelti possono essere costituiti anche da alberi ubicati in città, dove generalmente il clima è più mite. In Europa la migrazione inizia ai primi di settembre quando le popolazioni più nordiche si spostano a sud Una parte consistente della popolazione non migra affatto

7 Storno Sturnus vulgaris
Abitudini Gli Stormi in migrazione possono possono essere composti anche da individui

8 Storno Sturnus vulgaris
Abitudini Gli Stormi in migrazione possono possono essere composti anche da individui

9 Storno Sturnus vulgaris
Predazione Rapaci come lo smeriglio e lo sparviero, falco pellegrino

10 Storno Sturnus vulgaris
Predazione Quando è catturato lo storno emette un particolare richiamo detto “grido di angoscia” o “distress call” con lo scopo di spaventare il predatore ed indurlo a lasciare la presa

11 Storno Sturnus vulgaris
Riproduzione E’ normalmente monogamo Verso la fine dell’inverno i maschi sedentari iniziano a delimitare il territorio. Ma è nel mese di aprile, con l’arrivo dei contingenti dai quartieri di svernamento che avviene la nidificazione. Gli scontri fra i maschi possono anche essere mortali. Lo storno tende a nidificare in prossimità di altri nidi.

12 Storno Sturnus vulgaris
Riproduzione Il nido viene posizionato nelle cavità degli alberi, o sotto le tegole delle abitazioni o in altri fabbricati. Di forma a coppa, è costituito da un ammasso approssimativo di erba secca, foglie e rami. Il maschio selezione il sito di nidificazione e poi la femmina vi depone le uova. Spesso utilizza il cavità realizzate da altre specie (picchio) La fedeltà al sito di nidificazione nel corso degli anni è piuttosto elevata. Circa 1/3 delle femmine seleziona lo stesso sito di nidificazione.

13 Storno Sturnus vulgaris
Riproduzione Lo storno difende il proprio nido dalle intrusioni di altre specie e può essere in grado di “sfrattare” altre specie come picchi, pigliamosche e pettirossi. Nelle cavità occupate dal pettirosso può rimuovere tutte le uova od i piccoli della colonia e ricostruirvi il proprio nido

14 Storno Sturnus vulgaris pettirosso
La femmina effettua da una a tre covate l’anno, deponendo ogni volta 4-6 uova di colore azzurrognolo. La cova è effettuata dalla femmina per gg. Dopo la schiusa i piccoli vengono accuditi per altri 10 giorni ed anche il maschio collabora alla ricerca del cibo.

15 Storno Sturnus vulgaris
Nelle popolazione di storni è possibile osservare un particolare comportamento, il fenomeno del parassitismo di covata intraspecifico; le femmine depongono facoltativamente delle uova nei nidi custoditi da altre femmine della stessa specie, un espediente che probabilmente ha lo scopo di aumentare la produzione di uova Circa fra il 15 ed il 33% delle uova vengono deposte nel nido di un’altra coppia.

16 Storno Sturnus vulgaris
E’ stato calcolato che vengono portati al nido fino a 1200 prede al giorno composte principalmente da aracnidi, lepidotteri e coleotteri. A 15 giorni di vita i piccoli escono dal nido e vengono alimentati dai genitori per almeno una settimana, diventando via via più indipendenti

17 Storno Sturnus vulgaris
Longevità In Germania è stato osservato uno storno che ha vissuto per 21 anni!!!. Tuttavia dal 33 al 77% degli storni muore nel primo anno di vita. Curiosità Lo storno può imitare il canto di altri uccelli ed anche la voce dell’uomo.

18 Alimentazione Il becco appuntito e robusto, permette allo storno una dieta piuttosto varia, composta da insetti, gasteropodi, frutti e semi, variabile con la stagione e la disponibilità. Durante il periodo riproduttivo lo storno predilige tuttavia una dieta insettivora altamente proteica. Mentre nel periodo autunno-invernale diventa più vegetariana. A questo cambiamento contribuisce la struttura del becco che durante l’inverno risulta più duro grazie alla maggiore concentrazione di melanina (il colore infatti varia da giallo a bruno). Anche l’intestino si allunga per adattarsi a questo tipo di dieta. In questo periodo la frutta matura è l’alimemto preferito ed infatti è il momento in cui si registrano i maggiori danni alle coltivazioni agricole, quando i grossi stormi di questa specie sono soliti spostarsi nelle campagne coltivate, alla ricerca incessante di cibo.

19 Lo Storno e i danni in agricoltura
Grazie alle enormi capacità di adattamento di questa specie, alla continua disponibilità di cibo offerta dalle campagne e alla scarsa presenza di nemici naturali, le popolazioni di storno si sono propagate considerevolmente in tutto l’areale di diffusione della specie, tanto da costituire, nel nostro territorio, una delle specie più dannose al settore agricolo Negli USA viene stimato un danno di $ 800 mil all’anno. In Toscana i danni sono molto diminuiti negli ultimi anni.

20 Lo Storno e i danni in agricoltura
Solitamente i danni provocati dallo storno sono a carico delle piante da frutto, siano esse piante isolate o frutteti specializzati, mostrando una predilezione per i frutti maturi o prossimi alla maturazione. I danni maggiori si registrano nel periodo autunnale, quando, terminato il periodo di nidificazione, gli storni, sia i soggetti adulti, sia quelli giovani, tendono ad aggregarsi in stormi assai numerosi e a rimanere uniti. Nel mese di settembre e di ottobre è frequente osservare grandi stuoli di questi uccelli girovagare nelle campagne alla ricerca incessante di cibo per fronteggiare i rigori invernali o per affrontare l’impegnativo viaggio di migrazione.

21 Lo Storno e i danni in agricoltura
La migrazione dello storno è molto lenta, in quanto la specie non teme eccessivamente il freddo, pertanto, i gruppi migranti, per procurarsi il cibo, sono soliti fermarsi lungo le rotte migratorie, causando danni anche ingenti alle piantagioni da frutto che incontrano. Nel periodo fine agosto-ottobre le colture maggiormente attaccate dallo storno sono la vite, l’olivo. mentre, in primavera –estate, i fruttiferi prediletti sono il ciliegio e il fico

22 Lo Storno e i danni in agricoltura
Anche nel periodo primaverile-estivo possiamo assistere a danni rilevanti su fruttiferi quali il ciliegio e il fico. Le modalità con cui si manifesta il danno da storno variano in funzione della specie arborea coinvolta: ad esempio in presenza di piante di olivo e ciliegio, lo storno si alimenta ingoiando l’intera frutto (drupa) ed espellendo il nocciolo del frutto solo successivamente insieme alle deiezioni

23 Lo Storno e i danni in agricoltura
Sulla vite il danno si manifesta con la sottrazione continua e ripetuta degli acini maturi che costituiscono il grappolo; generalmente è su questa coltura che si registrano i maggiori danni: non è difficile trovare a fine agosto, un vigneto completamente “spogliato” del suo raccolto, dopo il “passaggio” di un grosso stuolo di storni in cerca di cibo

24 Lo Storno e i danni in agricoltura
COLTURE PIU’ DANNEGGIATE Uva Ciliegie Cereli seminati Olive Kaki Fichi Per quanto riguarda i danni agli oliveti, secondo alcuni studi gli storni si nutrono più volentieri delle olive parassitate dalla mosca Negli ultimi anni i danni da storno alle colture sono molto diminuiti

25 Lo Storno: altri problemi in ambito rurale
Imbrattamento di mangiatoie e granaglie negli allevamenti zootecnici e conseguente rischi di natura sanitaria

26 Lo Storno: problemi in ambito urbano
Imbrattamento di marciapiedi, autovetture, e manufatti in prossimità dei dormitori notturni. Incidenti stradali; Rumorosità notturna; Rischi sanitari; Collisioni con velivoli

27 Sistemi di prevenzione dei danni da avifauna

28 I danni da fauna selvatica in Toscana
Circa €

29 La dissuasione visiva Palloni predator

30 La dissuasione visiva Falsi occhi sulle ali di Caligula

31 La dissuasione visiva

32 La dissuasione visiva

33 La dissuasione visiva Strisce riflettenti

34 Sperimentazione Helikite

35 Andamento dei danni da avifauna su girasole in maturazione

36 Vantaggi dell’Helikite
Efficacia superiore agli altri sistemi visivi (grazie alla minore assuefazione) Possibilità di coprire ampie superfici Nel complesso è un sistema abbastanza economico Utilizzo ideale Ortaggi in pieno campo

37 La dissuasione acustica
Bombarda a gas Funzionamento semplice Assuefazione rapida (1 settimana) Distress call (grida di angoscia) Occorre il richiamo della specie da allontanare Efficacia in ambito agricolo non dimostrata

38 La dissuasione meccanica

39 Sistema meccanizzato di protezione

40 La dissuasione chimica
L’unico principio attivo registrato in Italia è l’antrachinone (Morkit) E’ molto efficace per prevenire i danni sulle semine di mais e barbabietola da parte di corvidi, fagiani e altri volatili. Si tratta di una polvere bagnabile che viene distribuita sul seme su cui forma una pellicola che poi rimane sulla plantula. Provoca disturbo e malessere negli animali che se ne nutrono e che pertanto sviluppano un condizionamento avversativo ed evitano l’alimento trattato

41 Interventi di abbattimento
Gli interventi di contenimento di specie avicole vengono effettuati su richiesta dell’operatore agricolo ed attuati mediante abbattimento con fucile da caccia ad anima liscia, caricato con munizione spezzata dalle caratteristiche previste dall’art. 13 della legge 157/92 esclusivamente in corrispondenza delle coltivazioni maggiormente sensibili

42 Interventi di abbattimento
Gli interventi di contenimento delle specie sono ammessi negli istituti faunistici pubblici, privati e nel territorio a caccia programmata, ai soli scopi di difesa delle coltivazioni. Le province autorizzano singoli interventi di abbattimento a scopo esclusivamente dissuasivo e di rinforzi ad altri sistemi di difesa. Gli interventi di abbattimento possono essere autorizzati in tempi diversi in base alla tipologia della coltura da difendere. Es. Lo storno può essere abbattuto durante il periodo di maturazione dell’uva o delle olive.

43 Sviluppare un approccio integrato
L’integrazione fra abbattimento e dissuasione acustica o visiva garantisce un maggiore efficacia dell’intervento

44 Interventi di abbattimento
Le persone autorizzate a partecipare a tali interventi sono: Operatori abilitati con corsi di formazione Proprietari e conduttori dei fondi Agenti di polizia provinciale o agenti volontari da essa autorizzati.

45 Interventi di abbattimento
I diversi soggetti che a vario titolo possono partecipare a tali interventi, devono sempre dimostrare ad eventuali organi di controllo la documentazione attestante il titolo sulla base del quale possono partecipare (fotocopia dell’abilitazione, titoli attestanti la proprietà o la conduzione, decreto di guardia).

46 Interventi di abbattimento
Di norma gli interventi possono essere attuati fino ad una distanza prestabilita (di norma 100 m) dalle colture danneggiabili. Di norma non possono essere utilizzati richiami di qualsiasi genere compresi quelli acustici.

47 Interventi di abbattimento
Nel corso degli interventi si devono rispettare le leggi vigenti in materia di caccia regolamentate dalla L.N. 157/92 e L.R.. Distanze da immobili, fabbricati o stabili adibiti ad abitazioni o posti di lavoro (m. 100) e da vie di comunicazione, ferrovie o strade carrozzabili (m. 50). E’ parimenti vietato sparare in direzione di detti immobili o vie di comunicazioni da distanza inferiore di m. 150 con fucile da caccia ad anima liscia.

48 NORME DI SICUREZZA L’arma va sempre trasportata scarica ed in custodia. L’operatore utilizzerà l’arma sulla base delle indicazioni che riceverà dal responsabile dell’intervento ed una volta terminatolo riporrà l’arma in custodia. Ogni arma è da considerarsi carica. Per prima cosa quando si prende in mano un`arma si deve effettuare il movimento di scarica. Un`arma deve sempre essere manipolata con prudenza, poiché potrebbe essere stata caricata a nostra insaputa. L`arma deve sempre essere in perfetto stato: ad es. un difetto alla sicura può essere all`origine di una disgrazia. Controllate di tanto in tanto anche la cinghia e le magliette che la reggono. Adoperate solo munizione costruite per la vostra arma. Caricate l`arma solo in territorio di caccia, dopo aver controllato se le canne sono libere, e assicuratela immediatamente. L`arma deve essere disassicurata solo immediatamente prima di sparare. Prima di sparare assicuratevi che il colpo termini la sua corsa sull`obiettivo e, in caso di errore di tiro, non causi pericolo a persone o ad animali domestici. Non sparate contro il cielo (un colpo a palla può essere pericoloso ancora a diversi Km di distanza!!) Durante la caccia, evitate di rivolgere le canne verso una persona e portate l`arma con le stesse rivolte verso l`alto.

49 Attualmente negli interventi di contenimento su specie avicole non vi è l’obbligo di utilizzo di giubbino di segnalazione, così come su specie ungulate.

50 RICORDARSI BENE!!!!! Gli interventi di contenimento sono sempre autorizzati in deroga ad un divieto (es. abbattimento cinghiali in periodo di caccia chiusa o abbattimento avifauna su specie non cacciabili). Caccia ed abbattimenti sono due cose diverse!


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