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TESTIMONI «Per cambiare la mentalità di chi vive qui, ma anche di chi guarda da fuori. Io amo queste donne e so che sono una luce di SPERANZA» Footer Text.

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Presentazione sul tema: "TESTIMONI «Per cambiare la mentalità di chi vive qui, ma anche di chi guarda da fuori. Io amo queste donne e so che sono una luce di SPERANZA» Footer Text."— Transcript della presentazione:

1 TESTIMONI «Per cambiare la mentalità di chi vive qui, ma anche di chi guarda da fuori. Io amo queste donne e so che sono una luce di SPERANZA» Footer Text 3/27/2017

2 CAMORRA A Napoli il vicequestore aggiunto della Questura, VALERIA MOFFA, va a parlare di legalità e giustizia nelle scuole per aiutare i bambini a non finire nelle mani della camorra. E lo fa con il linguaggio delle favole. Footer Text 3/27/2017

3 CAMORRA <<In terra di camorra, quando un poliziotto trascorre qualche ora con un bambino senza che questi avverta una minaccia è una grande vittoria. Se io proponessi la figura del poliziotto solo come colui che ha creato scompiglio in casa, diventerebbe complicato avere un rapporto con loro>>. Footer Text 3/27/2017

4 CAMORRA Rosanna Ferrigno, fidanzata del giovane ammazzato Pasquale Romano, ucciso dai boss per errore, ha affermato: <<Noi siamo più forti. Noi dobbiamo andare per le strade a testa alta. E loro, quelli della camorra, si devono nascondere. NOI SIAMO DI PIU’>>. Footer Text 3/27/2017

5 <<Voglio andare nelle scuole, voglio dire ai ragazzini che la vita non è la droga, non è l’invito di un boss. Noi siamo di più e non dobbiamo avere paura>> <<A morire non è solo chi è ucciso per sbaglio, a morire sono tutti quei giovani cresciuti nelle strade cui è stato insegnato a sparare a 15 anni e a diventare boss all’età di 30. Noi vogliamo lavoro e vivere tranquilli con le stesse possibilità di un ragazzo che vive a Milano, Firenze… VIDEO Footer Text 3/27/2017

6 COSA NOSTRA PIERA AIELLO sposata con un boss di Trapani ha cercato di convincere il marito a lasciare Cosa Nostra, ma l’ha visto uccidere sotto i suoi occhi e ha riconosciuto gli assassini . Ha visto il suicidio della cognata Rita Atria, disperata dopo la strage di via D’Amelia e la morte di Paolo Borsellino: anche lei aveva avuto il coraggio di opporsi alla mafia di famiglia ed era una collaboratrice del giudice ucciso Footer Text 3/27/2017

7 COSA NOSTRA La donna che visse due volte
Dopo la paura di Cosa Nostra che uccide pentiti e testimoni, Dopo gli anatemi delle famiglie mafiose che arrivano ovunque a mezzo stampa in ogni luogo nascosto, Dopo le foto della tomba di Rita Aitra presa a martellate dalla mamma che non perdona alla figlia di avere tradito Cosa Nostra. Footer Text 3/27/2017

8 COSA NOSTRA LE PRIME LUCI
La figlia Vita Maria che viveva a 3 anni in una caserma di Carabinieri finalmente frequenta la scuola elementare liberamente. Lei stessa ricomincia a studiare e si diploma Conosce un nuovo amore e si sposa. Scrive un libro «Maledetta Mafia» in cui afferma. Il passato non puoi escluderlo ma il mio è stato anche una grande scuola di legalità, mi ha insegnato a vedere l’illegalità in ogni piega della vita sociale dai rifiuti al tema dell’acqua. VIDEO Footer Text 3/27/2017

9 ‘NDRAGHETA Ester Castano, giornalista dell’Alto Milanese, faceva troppe domande. Nemmeno una raffica di querele l’ha intimidita. Ha 22 anni, studentessa di Lettera a Milano, studiosa di mafia, creatrice del sito «Stampo Antimafioso» da allieva, non intellettuale: <<La criminalità organizzata m’interessa perché mi inquieta e mi vien voglia di capirla>>. Footer Text 3/27/2017

10 Ha mandata agli arresti domiciliari il sindaco di Sedriano Alfredo Celeste, con l’accusa di corruzione e rapporti con un presunto boss e un faccendiere. Con un’intervista gli chiedeva conferma poi ottenuta su una parcella di euro pagata a un avvocato amico che doveva incolpare altre persone, da cui poi fu querelata…. Footer Text 3/27/2017

11 N’DRAGHETA Rosy Canale, imprenditrice calabrese all’epoca gestiva un locale molto famoso a Reggio Calabria. Subì un feroce attentato e fu costretta ad espatriare. <<ci son voluti 4 anni prima che io parlassi di quella vicenda>> Poi le minacce perché non scrivesse il libro «La mia ndragheta» Footer Text 3/27/2017

12 Quando, il 15 agosto del 2007, ho visto in TV quei sei corpi crivellati di proiettili, è come se fossi riemersa dall’inferno. Mi sono detta che bisognava dire BASTA. E che per farlo occorreva andare lì dove c’è il cuore della ‘ndragheta, a san Luca d’Aspromonte. Sono tornata allora in Calabria e ho raccontato la mia storia alle donne di quel paesino tormentato da faide decennali. Ho trovato madri, mogli, figlie che non hanno più voglia di piangere i loro morti, che non vogliono più un destino da dividere con chi è condannato al carcere e alla latitanza. ‘NDRAGHETA Footer Text 3/27/2017

13 Ha fondato il «Movimento donne di San Luca e della Locride» che continua a promuovere progetti sociali in una zona ad alta densità mafiosa. ‘NDRAGHETA Footer Text 3/27/2017

14 VIDEO ROSARIA SCHIFANI Ho vinto io. 20 anni dopo
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15 Footer Text 3/27/2017


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