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Storiografia e scienze sociali
Percorsi novecenteschi
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ma capace di rinnovarsi
La storiografia è una disciplina molto più “vecchia” delle scienze sociali ma capace di rinnovarsi
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Una disciplina di frontiera
Per molti secoli, dal medioevo fino all’inizio del novecento, è la FILOSOFIA a fornire alla storici la maggior parte dei concetti e delle categorie interpretative Successivamente, a partire dalla fine dell’ottocento, saranno le SCIENZE SOCIALI ad affermarsi sempre più come interlocutrici privilegiate del lavoro degli storici
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Filosofia, scienze sociali e storia
FILOSOFIA e SCIENZE SOCIALI forniscono allo storico indicazioni per individuare problemi rilevanti: Concetti Canoni interpretativi Generalizzazioni
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Quali sono le principali differenze di approccio (in realtà spesso solo apparenti) fra storiografia e sociologia? STORIOGRAFIA Passato Osservazione indiretta Documenti Individuale Individualità Rileva differenze Continuità Eccezioni SOCIOLOGIA Presente Osservazione diretta Campioni Collettivo Sistemi Costruisce modelli Discontinuità Regole
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Utilità delle generalizzazioni
In realtà le differenze tendono ad attenuarsi nello sviluppo dei rapporti reciproci, soprattutto quando gli storici si rendono consapevoli che le generalizzazioni non solo sono possibili, ma per certi versi sono auspicabili
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Dall’individuale al collettivo
L’attenzione si sposta dall’individuo ai gruppi
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Gli storici derivano dalle scienze sociali
Metodo comparativo Approccio quantitativo Approccio micro-analitico Costruzione di modelli
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Fra ricerca empirica e teoria
Sia gli storici che gli scienziati sociali si muovono fra ricerca empirica e teoria. Chi privilegia la prima, spesso, diffida della seconda (troppo astratta); mentre chi privilegia la seconda disprezza la prima (troppo circoscritta e poco significativa). Sarebbe buona regola non trascurare né l’una né l’altra.
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Un’ulteriore dicotomia da superare
ANALISI STATICA Struttura sociale Istituzioni Modelli Significazioni Simboli Idee Valori ANALISI DINAMICA Congiuntura sociale Movimenti collettivi Processi Scarto Pratiche Conflitti Resistenze Consumo
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Le scienze sociali fra otto e novecento
Tra otto e novecento la cultura storica europea è costretta a fare i conti con le suggestioni provenienti dalle nuove «scienze sociali». Alcuni autori e alcuni testi lasceranno un segno indelebile anche sul modo di impostare i problemi storici.
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Nuovi orientamenti NUMA DENIS FUSTEL DE COULANGE (1830-1889)
la funzione sociale della religione VILFREDO PARETO ( ) la teoria delle élites EMILE DURKHEIM ( ) la coscienza collettiva che determina le azioni del singolo MAX WEBER ( ) le tipologie del comportamento sociale (idealtipus)
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N. D. Fustel de Coulange, V. Pareto, E. Durkheim, M. Weber
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Sociologia Auguste Comte (F/1798-1857)
Corso di filosofia positiva, 6 voll. ( ) Sistema di politica positiva o trattato di sociologia, 4 voll. ( ) Emile Durkheim (F/ ) Le regole del metodo sociologico (1895) Max Weber (D/ ) L’oggettività conoscitiva della scienza sociale e della politica sociale (1904) Studi critici intorno alla logica delle scienze della cultura (1906)
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Antropologia culturale
Lewis Henri Morgan (USA/ ) Sistemi di consanguineità e di affinità nella famiglia umana (1871) La società antica (1877) Marcel Mauss (F/ ) Saggio sulla natura e le funzione del sacrificio (1899) Saggio sul dono (1924)
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H. L Morgan e M. Mauss
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Psicologia Sigmund Freud (A/1856-1939)
L’interpretazione dei sogni (1900) Charles Blondel (F/ ) Introduzione alla psicologia collettiva (1928)
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Linguistica strutturale
Ferdinand de Saussure (CH/ ) Corso di linguistica generale (postumo 1916)
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Economia politica Karl Menger (A/1840-1921)
Il fondamento delle dottrine economiche (1871) Léon Walras (F/ ) Elementi di economia politica pura o teoria della ricchezza sociale ( ) François Simiand (F/ ) Metodo storico e scienze sociali (1903)
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Emile Durkheim (1858-1917) 1858 - nasce ad Epinal (Lorena)
- studia a Parigi all'Ecole Normale Supérieure; si ispira alle opere di A. Comte. consegue l'agrégation in filosofia - insegna nei licei prima di passare all'Università, dove insegnerà prima a Bordeau, poi a Parigi (Sorbona) soggiorna in Germania dove studia con W. Wundt discute la tesi di dottorato su La divisione sociale del lavoro pubblica Le regole del metodo sociologico . pubblica Il suicidio , indagato nelle sue cause sociali: la prima monografia scritta sulla base della nuova metodologia. Fonda la rivista "Année sociologique". pubblica Le forme elementari della vita religiosa e Il sistema totemico in Australia . Concetti chiave: - la società è un essere reale, non riducibile alla somma delle volontà dei singoli individui - l'individuo è un prodotto di cause necessarie - la coscienza collettiva determina le azioni del singolo - consenso sociale a) solidarietà meccanica (nelle società semplici) b) solidarietà organica (nelle società complesse) - religione come "forma simbolica degli interessi sociali e morali" - osservazione diretta come unico metodo di ricerca
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Max Weber (1864-1920): gli esordi
nasce a Erfurt (Turingia) da una famiglia di borghesia protestante; si iscrive alla Facoltà di diritto dell'Università di Heidelberg, ma studia anche economia, storia, filosofia e teologia riprende gli studi alle università di Berlino e Góttingen abbandona gli studi per partecipare, come ufficiale dell'esercito, alle manovre militari in Alsazia e Prussia Orientale. Entra a far parte dell'associazione universitaria "Verein fiir Sozialpolitik", fondata nel 1872 da Gustav Schmoller e soprannominata "socialisti della cattedra“ consegue il dottorato in diritto con una tesi sulla storia delle imprese commerciali nel medioevo. Si iscrive all'ordine degli avvocati di Berlino.
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Max Weber (1864-1920): fra diritto, economia e storia
scrive la tesi di abilitazione su La storia agraria romana in rapporto al diritto pubblico e privato, discussa con T. Mommsen; ottiene un incarico di insegnamento di storia del diritto romano all'Università di Berlino ottiene una cattedra di economia politica all'Università di Friburgo compie un viaggio in Scozie e in Irlanda si sposta all'Università di Heidelberg; scrive Le cause sociali della decadenza della società antica una malattia nervosa lo costringe ad interrompere l'insegnamento per quattro anni. Viaggia in Italia, Corsica e Svizzera scrive la voce "rapporti agrari nell'antichità" per il prestigioso Handworterbuch der Staatswissenschaft (Dizionario di politica) 1902- riprende l'insegnamento ad Heidelberg fonda con W. Sombart la rivista "Archiv fur Sozialwissenschaft und Sozialpolitik„
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Max Weber (1864-1920): le opere della maturità
compie un viaggio negli Stati Uniti per un congresso di sociologi e rimane fortemente impressionato dalla società americana pubblica L'etica protestante e lo spirito del capitalismo si interessa alla rivoluzione russa sulla quale scrive alcuni saggi si dimette dall'insegnamento e si dedica unicamente allo studio, grazie ad un' eredità; nel suo salotto di Heidelberg si ritrovano i più brillanti intellettuali tedeschi nell'epoca. Fonda l'Associazione tedesca di Sociologia e dirige una collana di classici del pensiero sociologico pubblica I rapporti di produzione nell'agricoltura del mondo antico; inizia a scrivere Economia e società al congresso dell'Associazione tedesca di Sociologia prende posizione contro le teorie razzistiche esce dal comitato direttivo dell'Associazione tedesca di Sociologia per un dissenso sul problema della neutralità valutativa
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Max Weber (1864-1920): guerra e dopoguerra
allo scoppio della guerra chiede di essere richiamato alle armi (sebbene abbia già cinquant'anni) ed è assegnato alla direzione dei servizi ospedalieri di Heidelberg pubblica il primo volume dell'Etica economica delle religioni universali, assume incarichi diplomatici nell'ambito delle trattative europee; compie missioni a Vienna, Budapest e Bruxelles; moltiplica gli sforzi per evitare l'estensione del conflitto e vede nella potenza russa la minaccia principale alla pace è invitato a Vienna per un corso estivo (Critica positiva della concezione materialistica della storia ); tiene due conferenze all'Università di Monaco su La politica come professione e La scienza come professione. Dopo la sconfitta della Germania fa parte della commissione che affianca la delegazione tedesca al congresso di Versailles riprende la carriera universitaria accettando una cattedra di scienze sociali all'Università di Monaco, dove tiene un corso sulle Linee di una storia universale dell'economia e della società. Fa parte della commissione tecnica incaricata di scrivere la nuova Costituzione repubblicana della Germania (Weimar) muore a Monaco il 14 giugno, lasciando incompiuto il libro Economia e società
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La sociologia come scienza sociale
In polemica con gli storici ed i filosofi tedeschi a lui contemporanei (Droysen, Mommsen, Windelband, Dilthey) che criticavano la pretesa della sociologia positivistica francese e inglese (Comte, Spencer) di spiegare le dinamiche umane sulla base di leggi generali…
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Weber afferma che: Lo studio dei fenomeni sociali non si differenzia, sul piano del metodo, da quello dei fenomeni naturali; L’astrazione, la generalizzazione e la tipizzazione sono necessarie a qualsiasi conoscenza che non voglia essere pura descrizione di fatti; Gli storici usano modelli impliciti non dichiarati e fanno uso di giudizi morali (non scientifici) sottesi.
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Comprensione e spiegazione
Mentre la storia è volta allo studio (=comprensione) di singoli fenomeni, la sociologia è volta allo studio (=spiegazione) delle uniformità di comportamento e alle connessioni causali. La sociologia mira a ricostruire le motivazioni che spingono gli attori sociali a comportarsi in un determinato modo sulla base di aspettative condivise relative al comportamento altrui (determinante è il rapporto individuo/gruppo).
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Sociologia e storia in Max Weber
Oggetto della sociologia è quindi lo studio dei "tipi di agire sociale", ossia lo studio delle origini e delle conseguenze delle uniformità di comportamento socialmente determinate, derivanti da motivazioni simili. Tuttavia Weber afferma anche che le scienze sociali non hanno l'obiettivo di formulare leggi generali, ma di spiegare - mediante modelli - fenomeni storici considerati nella loro individualità. I tipi ideali sono quindi costruzioni analitiche selettive ricavate dalla realtà empirica, ma che non si identificano mai completamente con essa. La sociologia non è in contrapposizione alla storia, ma serve a renderla intelleggibile. Gli storici sono utili portatori d'acqua per i sociologi e W. stesso fa abbondante uso di fonti storiche.
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Weber e Marx Weber rifiuta la concezione materialistica della storia di Marx in quanto "economicistica" e in quanto "filosofia generale della storia" e non criterio di indagine. Tuttavia ritiene l'opera di Marx decisiva per lo sviluppo delle moderne scienze sociali. Per Weber Marx è un costruttore di categorie "idealtipiche" (capitalismo, borghesia, proletariato, ecc.) da verificare nell'analisi storica, ma non di leggi generali e necessarie.
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La grande stagione delle riviste di scienze sociali (1891-1929)
1891 – Paul Vidal de la Blache fonda le «Annales de Gèograpfie», dirette dal 1894 da Lucien Gallois. 1896 – Emile Durkheim fonda l’«Anné Sociologique». 1900 – Henri Berr fonda la «Revue de Synthèse Historique», prima rivista europea interdisciplinare. 1903 – Max Weber fonda l’«Archiv für Sozialwissenschaft und Sozialpolitik». 1925 – Henri Berr fonda il «Centre internationale de synthèse» come luogo d’incontro di studiosi di diverse discipline (ma costantemente tenuto ai margini dalla comunità accademica francese). Lo stesso Berr non otterrà mai una cattedra universitaria, rimanendo professore di liceo. 1929 – Marc Bloch e Lucien Febvre fondano a Strasburgo le «Annales d’histoire économique et sociale».
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Henri Berr: un intellettuale dimenticato
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I grandi modelli del Novecento
MODELLO TEDESCO (Weber, Mannheim) Teoria sociale con forti basi filosofiche MODELLO AMERICANO (Parsons, Merton) Ricerca empirica, diffidenza verso le teorie sociali e “ascetismo metodologico” MODELLO FRANCESE (Durkheim, Berr, Halbwacs) Stretto rapporto fra storiografia e scienze sociali, strutturalismo
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Differenze e incomprensioni
Nonostante il dialogo, fra studiosi di diversi paesi permangono differenze e incomprensioni, anche di carattere terminologico. In un saggio del 1958 il sociologo italiano Alessandro Pizzorno osservava come la comunità scientifica internazionale persistesse nell’indicare con termini diversi campi e metodi di indagine simili e spesso identici.
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Confusione terminologica non risolta
USA GRAN BRETAGNA FRANCIA Antropologia culturale Antropologia sociale Etnologia Psicologia sociale Sociologia dei primitivi Sociologia Filosofia Sociologia generale Ecologia Sociologia urbana e rurale Geografia umana
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La cultura italiana fra Croce e Gentile
Diversamente dalla Francia e dalla Germania, in Italia per oltre mezzo secolo la ricerca storica rimane fortemente segnata dalla dimensione etico-politica di matrice idealistica e storicistica, sotto l’influenza di B. Croce e G. Gentile. Il confronto con il dibattito internazionale si apre in Italia solo alla fine degli anni quaranta, dopo la caduta dl fascismo.
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Benedetto Croce e Giovanni Gentile
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Quali “scienze sociali”?
Il bivio si presenta fra gli anni quaranta e cinquanta del novecento, in un contesto culturale – quello della guerra fredda - fortemente ideologizzato: MARXISMO (sovietico) approccio prevalentemente teorico SOCIOLOGIA (americana) approccio prevalentemente empirico Paradossalmente i marxisti rifiutano la sociologia, mentre i sociologi rifiutano il marxismo
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Le “Annales” come terza via
Tra gli anni sessanta e gli anni settanta una parte significativa della storiografia italiana sceglie il modello francese (ma ormai internazionale) delle “Annales” come terza via fra marxismo e scienze sociali.
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La storia come scienza sociale
Il contatto con le scienze sociali impone agli storici una revisione dei fondamenti epistemologici della disciplina. Come muta la pratica della ricerca storica a contatto con le scienze sociali? spostamento da una storiografia narrativa ad una storiografia analitica; nuovi quesiti: perché, in rapporto a cosa e con quali conseguenze, piuttosto che cosa, dove e come. nuovi problemi e campi di indagine: Es.: la base materiale dell’esistenza umana: demografia, geografia, ecologia, famiglia e sistemi di parentela; Es.: l’immateriale
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Dal materiale all’immateriale. Nuovi campi d’indagine
Si apre all’indagine storica un campo vastissimo e pressoché inesplorato come quello dell’immateriale: storia delle mentalità (strutture mentali comuni); storia dell’immaginario (produzioni dello spirito legate non al testo, alla parola, al gesto, ma all’immagine); storia delle rappresentazioni (chiavi di lettura mentali dei fenomeni e delle strutture sociali); storia dell’universo simbolico (pratiche, condotte, rituali che rinviano ad una realtà mentale nascosta); storia delle ideologie (concezioni globali della società); storia della storiografia come intreccio e sintesi di problemi.
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Nuovi oggetti di ricerca
storia sociale delle istituzioni: comunità, villaggio, scuola, polizia, esercito, carcere, ospedale, ecc.; storia delle pratiche sociali: riti, feste, sport, ecc.; storia del cambiamento sociale; storia socio-culturale: varie forme della comunicazione, stampa, lettura, alfabetizzazione, rapporto oralità/scrittura, ecc. (R. Mandrou, N. Zemon Davies, K. V. Thomas, E. Eisenstein, M. Vovelle, R. Darnton, E. P. Thompson, M. Agulhon, C. Tilly, ecc.) storia delle masse in luogo della storia delle élites (intreccio, ma non identificazione con l’approccio marxista); storia della scienza.
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La nascita delle “Annales”
(Strasburgo, 1929)
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I precedenti 1868 –fondazione dell’ Ecole Pratique des Hautes Etudes, divisa in cinque sezioni: I, matematica; II, fisica e chimica; III, storia naturale e fisiologia; IV, scienze storiche e filolgia; V, scienze economiche e sociali. La V sezione, tuttavia, non decolla e viene chiusa nel 1870. Nel 1886 viene sostituita da una sezione di scienze religiose. Paul Vidal de la Blache fonda le "Annales de Géographie" dirette dal 1894 da Lucien Gallois Emile Durkheim fonda 1' "Année Sociologique« Henri Berr fonda la « Revue de Synthèse Historique » François Simiand - sociologo ed economista con forti interessi per la storia - pubblica l'articolo pionieristico Méthode historique et sciences sociales, contro "i tre idoli della tribù degli storici: il politico, l'individuale, il cronologico" (ripubblicato nel 1960 sulle "Annales").
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1929-39: La nascita della nuova rivista
1928- Marc Bloch e Lucien Febvre progettano una rivista internazionale ed interdisciplinare di scienze storiche e ne offrono la direzione al grande medievista belga Henri Pirenne, che non accetta. Marc Bloch e Lucien Febvre fondano a Strasburgo le "Annales d'histoire économique et sociale", trimestrale (nella direzione figurano anche il geografo A. Demangeon, il sociologo M.Halbwachs, l'economista Ch. Rist e il politologo A. Siegfried). E' l'anno del grande crollo di Wall Street. La rivista si apre in alla storia contemporanea e recluta collaboratori negli ambienti del Bureau International du Travail (BIT), diretto allora dall'esponente socialista francese Albert Thomas, e della London School of Economics (LSE).- nell'editoriale Le parole e le cose in storia economica Bloch e Febvre propongono una riflessione sull'evoluzione semantica dei vocaboli e dei concetti usati dagli storici.
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M. Bloch e L. Febvre
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Gli anni trenta 1932 - la rivista passa da trimestrale a bimestrale.
Marc Bloch è nominato professore alla Sorbona, succedendo ad Henri Hauser nella cattedra di storia economica (l'unica di tutta la Francia). Bloch e Febvre propongono dalle pagine delle "Annales" un'inchiesta collettiva sulle nobiltà europee di antico regime. F. Braudel entra nel comitato di direzione delle "Annales". con l'avvicinarsi della guerra anche la rivista entra in crisi: nel mese di novembre l'editore Armand Colin ritira il suo appoggio, le "Annales“ cambiano sede ed editore e riprendono la periodicità trimestrale, adottando una veste più economica. la rivista viene ribattezzata "Annales d'histoire sociale".
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: La crisi bellica Febvre rimane solo a Parigi a dirigere la rivista; nel mese di luglio manda in stampa tutti gli articoli in suo possesso, prevedendo il disastro. Nel vol. III (1941) della rivista comparirà il saggio di L. Febvre, La sensibilité et l'histoire. Comme reconstruire la vie affective d'antan, che costituisce la chiave d'interpretazione dei due libri (Le problème de l'incroyance e Amour sacrée et amour profane) sul problema della sensibilità religiosa degli uomini e delle donne del XVI secolo pubblicati da Febvre nel corso del 1942 in seguito alle leggi razziali antiebraiche Febvre è costretto a togliere il nome di Bloch dal comitato di direzione delle "Annales", per evitare la chiusura della rivista. Bloch protesta, considerandolo un atto di debolezza; lascia Parigi per Montpellier ed entra nella Resistenza. sotto l'occupazione tedesca la rivista interrompe le pubblicazioni, ma Febvre riesce ugualmente a pubblicare qualche fascicolo sotto il titolo di "Mélanges d'histoire sociale". 1944 – Marc Bloch è catturato a Lione e fucilato dai tedeschi della Gestapo; lascia inedita l’Apologia della storia.
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Marc Bloch
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Marc Bloch ( ) nasce il 6 luglio a Lione da una famiglia alsaziana di origine ebraica; il padre, Gustave Bloch, è professore di storia antica prima all'Università di Lione e quindi all'Ecole Normale Superieure di Parigi. - la famiglia Bloch si trasferisce a Parigi dove Marc frequenta il liceo Louis-le-Grand. si iscrive all'Ecole Normale Superieure, dove segue in particolare le lezioni del sociologo Emile Durkheim. consegue l'agrégation in storia e trascorre due anni ( ) a Lipsia e Berlino specializzandosi in storia medievale. 19O prosegue gli studi grazie ad una borsa di studio triennale della "Fondation A. Thiers". pubblica sulla "Revue de synthèse historique" di H. Berr una monografia sull'Ile-de-France tratta dalla sua tesi di dottorato, che si affianca a quella di L. Febvre sulla Franca Contea. inizia ad insegnare storia e geografia nei licei, prima a Montpellier e poi ad Amiens, ma deve interrompere nel 1914 a causa della guerra.
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Dal fronte orientale all’Università di Strasburgo (1914-1921)
si arruola in fanteria col grado di sergente e combatte sul fronte orientale, nelle trincee delle Argonne; partecipa alla battaglia della Somme e viene promosso prima tenente e poi capitano; ottiene la Legion d'Onore per meriti di guerra. "Per non abbandonare ai capricci della memoria" l'esperienza vissuta, stende un quaderno di Ricordi di guerra ( ) che saranno pubblicati postumi solo nel 1969. è nominato maitre de conférences di storia medievale all'Università di Strasburgo, dove incontra Lucien Febvre del quale aveva già letto ed apprezzato la tesi. Sposa Simonne Vidal dalla quale avrà sei figli. discute alla Sorbona la sua tesi di dottorato su Rois et serfs, un chapitre d'histoire capétienne, che viene pubblicata lo stesso anno. diviene agrégé (professore associato) di storia medievale a Strasburgo. Incontra a Bruxelles lo storico Henri Pirenne. Pubblica sulla "Revue de synthèse historique" il saggio metodologico Réflexions d'un historien sur les fausses nouvelles de la guerre , ripensando anche alla propria esperienza militare.
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L’incontro con Lucien Febvre e la fondazione delle “Annales” (1924-1929)
pubblica il suo capolavoro su Les Rois thaumaturges , incrociando per la prima volta – in chiave comprativa - storia sociale e storia delle mentalità. diventa professore ordinario a Strasburgo. fonda insieme a Lucien Febvre la rivista "Annales d'histoire économique et sociale" Nel comitato di direzione della nuova rivista figurano anche: il geografo A. Demangeon, il sociologo M.Halbwachs, l'economista Ch. Rist il politologo A. Siegfried
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La prima stagione delle “Annales” (1929-1940)
pubblica Les caractères originaux de l'histoire rurale française, rielaborazione di una serie di conferenze tenute nel 1929 all' "Istituto per la storia comparata delle civiltà" di Oslo. Come ne La terre et l'evolution humaine di Febvre al centro sono i rapporti fra il territorio e i suoi abitanti. con il sostegno di L. Febvre è candidato ad una cattedra di "Histore comparée des sociétés européennes" al Collège de France, ma non la ottiene (viene scelto invece il suo eterno rivale Louis Halphen). lascia Strasburgo per Parigi, dove è chiamato sulla cattedra di storia economica lasciata da H. Hauser. Pochi mesi dopo ottiene dalla Facoltà di Lettere la creazione di un nuovo "Istituto di storia economica e sociale". Pur rifiutando il marxismo e non aderendo ad alcun partito, si ritiene un uomo di sinistra e sostiene il Fronte Popolare. pubblica in due volumi la grande sintesi su La société féodal per la collana "L'évolution de l'humanité" diretta da H. Berr. Allo scoppio della guerra, pur potendo evitarlo, si arruola nell'sercito francese con il grado di capitano di stato maggiore; sfugge alla cattura da parte dei tedeschi dopo la battaglia di Dunkerque e rientra in Francia in abiti civili.
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La resistenza antinazista e la morte (1940-1944)
viene escluso dall'insegnamento a causa della sua origine ebraica, ma il governo di Vichy, "per eccezionali servizi scientifici resi alla Francia", gli evita l'epurazione, limitandosi a trasferirlo da Parigi a Clermond-Ferrand (dove è stata trasferita l'Università di Strasburgo). tiene un corso universitario sul tema: "Come e perché lavora uno storico", nel quale abbozza le linee dell'Apologie pour l'histoire. adducendo le cattive condizioni di salute della moglie, ottiene il trasferimento all'Università di Montpellier, dove è fatto oggetto degli attacchi del preside della Facoltà di Lettere, fascista ed antisemita. A Montpellier entra in contatto con la Resistenza e aderisce alla rete "Combat". In seguito al crollo della Repubblica di Vichy ed all'occupazione tedesca di tutta la Francia viene nuovamente epurato e si rifugia in una casa di campagna nella Creuse. A causa delle leggi antiebraiche è costretto a firmare i suoi articoli con lo pseudonimo "M. Fougères". Un'ultima possibilità gli viene offerta dalla "New School of Social Research" di New York, che gli propone di emigrare negli Stati Uniti mettendosi in salvo. L'impossibilità di condurre con sè tutta la famiglia impedisce la realizzazione del progetto. ritorna a Lione da solo ed entra nella Resistenza clandestina, aderendo al movimento "Franc-Tireur" con il nome di battaglia di "Narbonne". è membro del direttivo regionale della Resistenza ed organizza materialmente l'insurrezione nei dieci dipartimenti (Rhône-Alpes) dipendenti da Lione. - durante la clandestinità scrive numerosi articoli (firmati con gli pseudonimi di "Chevreuse" e "Arpajon") e due libri che saranno pubblicati postumi: L'étrange défaite (1940) e Apologie de l'histoire, ou métier d'historien (pubblicato da Febvre nel 1949). mentre organizza la rete clandestina nella zona di Lione è catturato dalla Gestapo l'8 marzo, sottoposto a tortura ed infine fucilato il 16 giugno con altri ventisei membri della Resistenza nei pressi del villaggio di Saint-Didier-de-Formans.
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Lucien Febvre
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Lucien Febvre (1878-1956) La formazione
nasce a Nancy, in Lorena, dove inizia gli studi liceali. E' figlio di un professore di liceo, poi passato all'insegnamento universitario. si trasferisce a Parigi per entrare all'Ecole Normale Supérieure dove segue i seminari del geografo Pierre Vidal de la Blache, del filosofo e antropologo Lucien Lévy-Bruhl e dello storico dell'arte Emile Mâle. è affascinato dalla lettura della nuova "Revue de synthèse historique" di Henri Berr, che propone una sintesi interdisciplinare fra storia, sociologia, economia, etnografia. Particolari stimoli raccoglie dall'articolo di Maurice Dumoulin, Choses à faire , pubblicato nel 1901. ottiene un posto di professore di storia e geografia al Liceo di Besançon ed inizia a lavorare alla sua tesi di dottorato con un progetto di storia locale. pubblica sulla "Revue" di Berr una prima introduzione bibliografica e storiografica sulla provincia della Franche-Comté. presenta la sua dissertazione di dottorato su Philippe II et la Franche-Comté , dedicata alla storia delle propria regione d'origine e destinata a diventare un modello di monografia regionale nella prospettiva della storia sociale (a dispetto del titolo non è il sovrano, bensì la società e il territorio ad essere protagonista del libro, o meglio: il "personaggio storico collettivo"). ottiene un incarico di insegnamento all'Università di Digione.
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L’esordio scientifico (1913-1922)
progetta un libro sui rapporti fra storia e geografia (suggeritogli da H. Berr), ma deve interrompere gli studi a causa della guerra. combatte sul fronte orientale con il grado di caporale. congedato dall'esercito è nominato professore di storia moderna all'Università di Strasburgo, da poco ritornata alla Francia. Qui incontra Marc Bloch, incaricato di storia medievale. Nella sua lezione inaugurale parla dell'utilità della storia "in un mondo in rovina". Ideologicamente indipendente, professa una personale idea di socialismo libertario, ricollegandosi alla tradizione dei philosophes settecenteschi; lo Stato e la Chiesa sono i suoi avversari, nemici della libertà individuale. conclude e pubblica - nella collezione storica diretta da H. Berr - La terre et l'evolution humaine. Introduction géographique à l'histoire - un libro ispirato, fra l'altro, al metodo del grande geografo anarchico Elisée Reclus - suscitando le aspre critiche dei geografi accademici. Febvre rovescia il rigido determinismo positivistico secondo cui il comportamento dell'uomo sarebbe determinato dal territorio in cui vive, mostrando come sia stato invece l'uomo a foggiare il territorio nel corso dei secoli.
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Il laboratorio di Strasburgo (1925-1929)
concorre alla cattedra di "histoire moderne et contemporaine" della Sorbona, lasciata da Seignobos, ma non la ottiene (gli viene preferito Robert Guyot, sostenuto da Emile Bourgeois); continua ad insegnare a Strasburgo. pubblica la monografia Un destin, Martin Luther ed inizia ad occuparsi delle origini della Riforma protestante in Francia (il progetto della ricerca è contenuto nel celebre articolo Une question mal posée ), dichiarando di voler sottrarre il tema ai teologi per restituirlo agli storici fonda insieme a Marc Bloch la rivista "Annales d'histoire économique et sociale" (nel comitato di direzione figurano anche il geografo A. Demangeon, il sociologo M.Halbwachs, l'economista Ch. Rist e il politologo A. Siegfried).
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Il Collège de France e la guerra (1933-1944)
lascia Strasburgo per Parigi, dove è nominato professore di "Histoire de la civilisation moderne" al Collège de France. - assume la presidenza dell'Encyclopédie française, la cui pubblicazione incomincerà nel L'incarico gli darà modo di entrare in rapporto con i cultori delle più disparate discipline. di ritorno dall'Argentina, dove ha tenuto un ciclo di conferenze, incontra il giovane F. Braudel con il quale stringe amicizia. troppo anziano per essere richiamato alle armi, rimane a Parigi e tiene i contatti sia con Braudel, prigioniero dei tedeschi, che con Bloch, partigiano, che verrà ucciso nel 1944. nel mese di luglio manda in stampa tutti gli articoli ancora in suo possesso. Sarà l'ultimo fascicolo delle "Annales" prima dell'interruzione bellica. sotto l'occupazione tedesca la rivista interrompe le pubblicazioni, ma Febvre riesce ugualmente a pubblicare sotto il titolo di "Mélanges d'histoire sociale". Prosegue le sue ricerche sulla cultura francese nell'età della Riforma. pubblica Le problème de l'incroyance au XVI siècle: la religion de Rabelais. pubblica Autour de l'Heptaméron: amour sacré, amour profane.
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Il dopoguerra e l’Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales (1946-1956)
le "Annales" riprendono le pubblicazioni con un nuovo comitato di direzione presieduto da Febvre. viene creata, con un contributo della "Rokfeller Foundation", la VI section (sciences sociales) dell'Ecole Pratique des Hautes Etudes, non abilitata a concedere titoli accademici (L. Febvre è nominato direttore per le ricerche storiche; Ch. Morazé direttore per le ricerche economiche) L. Febvre è nominato membro del consiglio d'amministrazione del Conseil National de la Récherce Scientiphique (CNRS). - è nominato presidente del comitato UNESCO degli storici francesi e presidente del comitato per la storia della seconda guerra mondiale. 1950 – organizza e presiede il IX Congresso Internazionale di Scienze storiche, riunito a Parigi. pubblica Combat pour l'histoire , considerato il suo testamento spirituale. muore nella sua casa di campagna a Saint-Amour. - F. Braudel assume la direzione delle "Annales" (che manterrà fino al 1968) divenendo così il successore e l'erede ideale di L. Febvre.
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L’Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales di Parigi: una zona franca
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L’affermazione europea della storiografia francese
Da movimento a istituzione
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Da Febvre a Braudel ( ) ricostituita la redazione dopo la morte di Bloch, la rivista viene ribattezzata "Annales: Economies, Societés, Civilisations"; ne assume la direzione L. Febvre ( ). F. Braudel è bocciato ad un concorso a cattedra della Sorbona (è considerato “un geografo” e non uno storico) con un contributo della statunitense "Rockfeller Foundation" nasce la Sixième Section (scienze economiche e sociali) dell'Ecole Pratique des Hautes Etudes (EPHE), non abilitata a concedere titoli accademici (direttore per le ricerche storiche: F. Braudel; direttore per le ricerche economiche: Ch. Morazé). F. Braudel è nominato membro del Collège de France (cattedra di civiltà moderna), ma l'istituzione è ancora snobbata dagli accademici della Sorbona, che la giudicano marginale rispetto all'Università F. Braudel è nominato presidente della commissione d'esami per l'ammissione all'insegnamento di storia (jury d'agrégation) L. Febvre è nominato membro del consiglio d'amministrazione del CNRS - L. Febvre è nominato presidente del comitato UNESCO degli storici francesi e presidente del comitato per la storia della seconda guerra mondiale
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Da Febvre a Braudel ( ) viene costituito, sotto la direzione di F. Braudel, il Centre de Recherches Historiques (CRH) presso la VI section dell'EPHE. Il Centre è suddiviso in quattro settori tematici: 1) Affaires et gens d'affaires; 2) Monnaies, prix et conjunctures; 3) Ports, routes et traffics; 4) Démographie et société. 1951 – lo storico americano F.C. Lane è nominato rappresentante a Parigi della "Rokfeller Foundation" e procura al Centre de Recherches Historiques dell'EPHE un finanziamento di di franchi per tre anni. - con l'articolo "Ars moriendi ". Appunti sul problema della morte alla fine del XV secolo lo storico italiano Alberto Tenenti, allievo di Braudel, propone di studiare gli atteggiamenti degli uomini di antico regime di fronte alla morte. L'idea - spostando l'attenzione dal XV al XVIII secolo - sarà ripresa e sviluppata venticinque anni dopo da Michel Vovelle. lo storico Pierre Goubert - autore di una monumentale tesi su Beauvais et le Beauvasis au XVII siècle - presenta sulle "Annales" una sintesi della sua ricerca che rivoluziona il tradizionale uso delle fonti demografiche. Braudel si reca negli Stati Uniti per contattare le grandi fondazioni private alla ricerca di sostegni al suo progetto di impiantare a Parigi una nuova Facoltà o Istituto universitario di scienze sociali.
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F. Braudel e I. Wallernstein
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Dal movimento alle istituzioni
Dalla fine degli anni quaranta si realizza il processo di istituzionalizzazione del movimento delle “Annales”, con la creazione nel 1947 della VI Sezione dell’EPHE. Questa realizza il proprio organigramma sulla base di una concezione federativa delle scienze umane, tendente a sostituire uno stato di apparente pacificazione alla lotta tra diverse istituzioni per il monopolio dell'insegnamento delle scienze sociali che aveva attraversato il periodo tra le due guerre.
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L’Ecole Pratiques des Hautes Etudes
Il programma dei seminari interdisciplinari dell’anno 1948
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Dalla rivista alla “scuola storica”
Fernand Braudel e il confronto con l’antropologia strutturale
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Claude Lévy-Strauss. Storia e antropologia strutturale: una suggestione potente
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L’ “era Braudel” dopo la morte di Febvre F. Braudel assume la direzione delle "Annales" ( ), che si trasformano rapidamente da movimento intellettuale in istituzione accademica, identificandosi sempre più come l"organo" della VI section dell'EPHE. rispondendo all'Anthropologie structurale di C. Lévi-Strauss, F. Braudel pubblica sulle "Annales" il celebre articolo Histoire et sciences sociales. La "longue durée", che sarà considerato il manifesto programmatico del nuovo approccio "strutturalista" alla storia. Sull'articolo di Braudel si apre un vivace dibattito al quale prendono parte, fra gli altri, l'economista americano W.W. Rostow (1959), lo storico polacco W. Kula (1960) e lo stesso C. Lévi-Strauss (1960). con l'articolo pionieristico Histoire et climat Emmanuel Le Roy Ladurie propone agli storici e ai geografi un nuovo tema di ricerca: la climatologia storica. Jacques Le Goff pubblica l'articolo Temps de l'église et temps du marchand, nel quale affronta la diversa percezione del tempo degli uomini del medioevo. nell'articolo Problèmes et méthodes d'une histoire de la psychologie collective Alphonse Dupront tende la mano agli psicologi proponendo di approfondire insieme i suggerimenti di Febvre sulla storia delle sensibilità collettive del passato. - con il fasc.3 del 1961 Braudel lancia l'inchiesta collettiva su Vita materiale e comportamenti biologici, aperta da una serie di articoli di storia dell'alimentazione.
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Gli anni sessanta per iniziativa del Ministero dell'Educazione Nazionale e con un contributo della statunitense Ford Foundation nasce la Maison des Sciences de l'Homme, destinata a riunire tutti i centri di ricerca di "scienze umane" in un'unica modernissima sede che sarà inaugurata solo nel 1970 (Braudel presidente e amministratore) l'articolo di Jean-Pierre Peter su Malati e malattie alla fine del XVIII secolo apre un nuovo e fecondo filone di studio, chiamando gli storici a confrontarsi con le scienze della vita. Il tema - in una chiave diversa - era stato già affrontato nel 1963 da Michel Foucault nel libro Naissance de la clinique. Une archéologie du regard médical. alla fine dell'anno e dopo la rivolta studentesca esplosa nel mese di maggio F. Braudel lascia la direzione delle "Annales". Si palesa il dissenso tra Braudel e R. Mandrou (segretario di redazione della rivista) a proposito del presunto "tradimento" dell'eredità dell'ultimo Febvre e della sua proposta di psicologia storica da realizzarsi anche attraverso la biografia storica. Secondo Mandrou (autore di Magistrats et sorcières en France au XVII siècle, Paris 1968) lo "strutturalismo" di Braudel e la sua preferenza per gli studi di storia economica portano a sacrificare la dimensione più propriamente umana della ricerca storica. Charles Morazé nell'articolo L'histoire et l'unité des sciences de l'homme propone una radicale revisione della tradizionale logica delle "scienze umane".
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Braudel al comando
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Fernand Braudel ( ) nasce a Lumèville-en-Ornois, in Lorena, durante le vacanze estive dei genitori; il padre è direttore didattico a Parigi. per ragioni di salute viene affidato alle cure della nonna paterna, a Lumèville, dove vive fino all'età di sette anni a contatto della natura. ritorna a vivere con i genitori a Mérielle, nella "banlieu" di Parigi, dove frequenta le scuole primarie; quindi frequenta il liceo Voltaire a Parigi. incerto fra medicina e matematica, sceglie la facoltà di Lettere e si iscrive alla Sorbona. si laurea in storia economica con Henri Hauser, presentando una tesi piuttosto tradizionale su Bar-le-Duc (Lorena) durante la Rivoluzione francese. consegue l'agrégation e sceglie di trasferirsi in Algeria per insegnare nelle scuole superiori - inizia a lavorare alla sua tesi di dottorato su "Filippo II, la Spagna e il mondo mediterraneo nel XVI secolo", sotto la direzione (formale) di Georges Pagés per nove anni insegna storia e geografia nelle scuole superiori in Algeria, prima a Costantina, poi ad Algeri; durante le vacanze estive lavora nell'archivio spagnolo di Simancas e negli archivi delle principali città del Mediterraneo, dove ha modo di incontrare numerosi studiosi stranieri, fra i quali Hearl Hamilton e Federico Chabod. Ad Algeri conosce Paule che più tardi diverrà sua moglie. chiede consiglio per la tesi a Lucien Febvre che gli suggerisce di rovesciare la prospettiva protagonista/sfondo, portando in primo piano la civiltà mediterranea - interrompe per breve tempo l'insegnamento per svolgere il servizio militare in Germania in occasione del congresso storico per il "Centenario della conquista francese" (di cui è il vice segretario) incontra ad Algeri Henri Berr incontra ad Algeri Henri Pirenne, invitato a tenere un ciclo di conferenze sul mondo islamico e il Mediterraneo. ritorna in Francia e per due anni insegna nei licei di Parigi. ottiene un incarico di insegnamento alla Sorbona nel quadro dei programmi preparatori all'agrégation (storia dell'America Latina) scopre nell'archivio di Ragusa le serie delle corrispondenze commerciali; non avendo altri strumenti a disposizione, "fotografa" i documenti con una vecchia cinepresa rallentata per due anni insegna alla nuova università di San Paulo del Brasile. Durante tutto l'inverno (periodo di vacanze) studia negli archivi italiani (Palermo, Napoli, Roma, Firenze, Genova).
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Dall’incontro con Febvre alla direzione delle “Annales” (1937-1956)
durante il ritorno in piroscafo dal Brasile alla Francia (venti giorni) incontra Lucien Febvre, di ritorno dall'Argentina: nasce l'amicizia fra i due - su proposta di Febvre è nominato "directeur d'études" alla IV sezione dell'Ecole Pratique des Hautes Etudes ("Histoire des peuples ibériques et de la Méditérranée Occidentale du Moyen Age au XVIII siècle") poco prima dello scoppio della guerra si prepara alla redazione della sua tesi di dottorato; rilegge e riordina tutte le schede redatte nel corso di quindici anni di ricerche. a novembre è catturato dai tedeschi e trascorre quasi cinque anni di prigionia, prima all'Oflag XII B di Magonza ( ) - dove ha diritto a frequentare la biblioteca universitaria -, poi all'Oflag XC presso Lubecca; durante la prigionia scrive "a memoria" la prima stesura della sua tesi e ne espone le linee generali in un ciclo di conferenze rivolte agli altri prigionieri. Grazie alla Croce Rossa e all'ambasciata svizzera riesce a trasmettere a Lucien Febvre i capitoli della sua tesi. nel mese di marzo è liberato e ritorna a Parigi tiene un corso semestrale sull'America latina contemporanea all'Institut d'Etudes Politique discute la sua tesi di dottorato su "Il Mediterraneo e Filippo II" - gli viene negata la cattedra di storia moderna alla Sorbona (è considerato un geografo e non uno storico); fra i suoi avversari è Pierre Renouvin con un contributo della statunitense "Rockfeller Foundation" nasce la Sixième Section dell'Ecole Pratique des Hautes Etudes (EPHE), non abilitata a concedere titoli accademici (direttore per le ricerche storiche: L. Febvre; direttore per le ricerche economiche: Ch. Morazé) a quarantasette anni Braudel pubblica la prima edizione del suo capolavoro La Méditerranée et le Monde méditerranéen à l'époque de Philippe II (la traduzione italiana - sconsigliata all'editore Einaudi da Delio Cantimori, ma voluta da Federico Chabod - apparirà nel 1953). - è nominato (su proposta di Febvre) alla cattedra di civiltà moderna del Collége de France e condirettore (accanto a Febvre) del Centre de Recherches Historiques dell'Ecole Pratique des Hautes Etudes - approfondisce il rapporto con Ernest Labrousse, invitato a collaborare alle "Annales" è nominato presidente della commissione d'esami per l'ammissione all'insegnamento di storia nelle scuole superiori (jury d'agrégation) dopo la morte di Febvre assume la direzione delle "Annales"
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La Maison des sciences de l’homme di Parigi
pubblica l'articolo Histoire et sciences sociales; la "longue durée" , in risposta all'Anthropologie structurale di Claude Lévy-Strauss. per iniziativa del Ministero dell'Educazione Nazionale e con un contributo della statunitense "Ford Foundation" nasce la Maison des Sciences de l'Homme , da tempo voluta da Braudel e destinata a riunire tutti i centri di ricerca di "scienze umane" in un'unica modernissima sede che sarà inaugurata solo nel 1970 (Braudel ne è presidente e amministratore) - pubblica un manuale di storia contemporanea per le classi terminali dei licei: Le monde actuel. Histoire et civilisation (ristampato nel 1968 col titolo Grammaire des civilisations). esce la seconda edizione francese, riveduta e corretta, de La Méditerranée. esce il primo volume dell'opera Civilisation matérielle et capitalisme , intitolato Les structures du quotidien (trad it. 1977); seguiranno nel 1979 il secondo ed il terzo volume: Les jeux de l'exchange (trad it. 1981) e Les temps du monde (trad it.1982). alla fine dell'anno F. Braudel lascia la direzione delle "Annales", chiamando a far parte del nuovo comitato di direzione alcuni storici della generazione più giovane: E. Le Roy Ladurie, J. Le Goff, M. Ferro, A. Burguière, J. Revel si ritira dalla direzione della rivista e dalle principali cariche accademiche: J. Le Goff diviene presidente della VI section ; E. Le Roy Ladurie direttore delle "Annales" la Sixième Section si trasforma in Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales (EHESS) - con sede al n.54 di Boulevard Raspail -, finalmente abilitata a concedere titoli accademici post-laurea (dottorato III ciclo e dottorato di stato) François Furet diviene direttore dell'EHESS, sostituendo Jacques Le Goff. a coronamento della sua lunga carriera Braudel è nominato Accademico di Francia. Braudel muore improvvisamente a Parigi il 29 novembre, all'età di 83 anni. esce postumo il libro L'identité de la France.
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L’emergere della terza generazione
Fra microstoria ed etnostoria
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La terza generazione delle “Annales”
E. Le Roy Ladurie J. Le Goff C. Ginzburg F. Furet
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Il ricambio generazionale
con la decisione, assunta da Braudel nel 1968, di lasciare ai suoi collaboratori più giovani la direzione della rivista, emerge e si afferma la "terza generazione" degli storici delle "Annales“: Jacques Le Goff Emmanuel Le Roy Ladurie François Furet, Maurice Agulhon André Burguière Jacques Revel Roger Chartier Tratto comune alla biografia di molti di loro è l'aver militato, fra gli anni '40 e‘50, nel Partito Comunista Francese, allontanandosene poi - spesso in modo traumatico - dopo la crisi del L'abbandono del marxismo e la crisi d'identità politica degli anni sessanta conduce probabilmente alcuni di loro al rifiuto della storia politica e alla ricerca di una nuova "scientificità" nello strutturalismo e nelle scienze sociali.
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Storia e struttura il fascicolo monografico delle "Annales" su Histoire et structure (XXXI, 1971), a cura di A. Burguière, conclude e ricompone la discussione - aperta nel fra storici, sociologi e antropologi: il "nemico" viene non già affrontato, ma inglobato, mostrando che le innovazioni che esso propone sono già state pensate e realizzate nella pratica storiografica. La guerra tra lo strutturalismo e la storia non avrà luogo. Questo numero speciale non nasce dall'intenzione di rilanciare una contesa retorica promossa dalla moda, ma al contrario dall'intenzione di approfittare di una congiuntura di specificazione (A. Burguière) - sul medesimo fascicolo F. Furet pubblica l'articolo L'histoire quantitative et la construction du fait historique, XXXI (1971), pp.63-75, nel quale si propone la storia quantitativa e seriale come nuova frontiera della ricerca: in questa prospettiva il "dato", il documento non esiste di per se stesso, ma solo in rapporto alla serie che lo precede e lo segue; il "fatto storico" è un fenomeno scelto e costruito in funzione del suo carattere di ripetitività.
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"Storici ed antropologi cacciano la medesima selvaggina, ma la cucinano in maniera diversa".
al compimento dei settant'anni di età Braudel si ritira anche dalla direzione della rivista e dalle principali cariche accademiche: J. Le Goff diviene presidente della VI section E. Le Roy Ladurie direttore delle "Annales“ con il fascicolo XXIX della rivista - Pour une histoire anthropologique - inizia una riflessione critica sul rapporto fra storia e scienze sociali. la Sixième Section si trasforma in Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales (EHESS) - con sede al n. 54 di Boulevard Raspail -, abilitata a concedere titoli accademici post-laurea (dottorato III ciclo e dottorato di stato). La parabola istituzionale del gruppo di storici, sociologi antropologi ed economisti riuniti per la prima volta nel 1948 attorno a Lucien Febvre si compie con il riconoscimento ufficiale dell'autonomia e del prestigio dell'Ecole, equiparata ad una facoltà universitaria di "studi avanzati". François Furet - che contende con Le Roy Ladurie il ruolo di "delfino" di Braudel, pur essendone molto distante sia nelle premesse metodologiche che negli esiti di ricerca - diviene direttore dell'EHESS, sostituendo Jacques Le Goff.
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La terza generazione Gli storici della "terza generazione" delle "Annales" tendono a configurare la loro disciplina più come "oggetto di una pratica discorsiva" che come "un modo di comprensione del reale". "Essa tende ad assumere nei confronti delle altre scienze umane, proiettate in un lavoro di costruzione teorica, la funzione di un procedimento critico teso a impedire il costituirsi, nella forma di intellettualismo a base logico-formale, di una nuova sintesi senza soggetto". Il lavoro degli storici rappresenterebbe dunque “l'estrema forza di resistenza contro l'avanzata dei processi di formalizzazione delle scienze dell'uomo". "Ciò che sembra evidente nelle "Annales" della terza generazione è l'assenza di un chiaro progetto epistemologico che delimiti il campo di interferenze con le proposte teoriche delle altre discipline".
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le “Annales” alla ricerca dell’identità perduta
Dopo Braudel le “Annales” alla ricerca dell’identità perduta
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Una difficile eredità dopo la scomparsa del "Maestro", con il quale la comunità intellettuale di tutto il mondo aveva finito per identificare la "scuola storica francese" e dietro la cui vulcanica ed affascinante personalità erano stati spesso coperti divergenze, dissensi e conflitti, si apre una crisi all'interno del gruppo dirigente delle "Annales". Mentre l'ottuagenario Charles Morazé (unico superstite del gruppo originario del 1948) resta a rappresentare la continuità della tradizione, Emmanuel Le Roy Ladurie, pur rimanendo nel comitato di direzione della rivista, diviene presidente della Biblioteca Nazionale di Parigi e Jacques Le Goff, più di altri disponibile ad intervenire anche sulla stampa quotidiana e settimanale e nelle rubriche culturali della televisione, ritaglia per sé il ruolo di ambasciatore internazionale della storiografia francese. Al tempo stesso François Furet, dedito ormai principalmente allo studio del pensiero politico europeo fra otto e novecento, lascia la direzione dell'EHESS e si trasferisce negli Stati Uniti all'Università di Princeton; mentre i più giovani André Burguière e Jacques Revel assumono, di fatto, la guida della rivista. In mancanza di un vero ed unico erede di Braudel, la direzione collegiale della rivista non riesce però a mantenere una fisionomia così netta come nel passato, oscillando dalla nuova erudizione al gusto per la provocazione intellettuale, in presenza di una sempre più evidente frammentazione dei temi di ricerca e degli approcci metodologici. La crisi epistemologica che investe tutte le scienze sociali e le "discipline empiriche" tocca di conseguenza anche la storiografia che vive una difficile fase di crisi di identità. Gli stimoli critici maggiori provengono, in questo caso, dalla nuova linguistica americana e dalla filosofia decostruzionista secondo cui la pratica storiografica si riduce, in ultima analisi, alla produzione di testi che parlano di altri testi, senza poter più individuare un criterio di verità comune ed accertabile. In questa prospettiva viene negato ogni legame tra il racconto storico e le scienze sociali, così come fra la "rappresentazione narrativa" (la sola a poter essere rappresentata e quindi conoscibile solo attraverso la mediazione delle scienze del linguaggio) e la "realtà sociale" (inconoscibile perché non rappresentabile).
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Emmanuel Le Roy Ladurie e il “sistema” EHESS
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Chartier, Geerz fra teoria delle ricezione e antrolpologia simbolica
Roger Chartier - studioso della lettura e dei processi di acculturazione - interviene nel dibattito con un articolo su Le Monde dal titolo Il tempo dei dubbi nel quale fa il punto della questione indicando alcuni dei nodi irrisolti nel rapporto fra storia ed altre discipline: spostamento dell'attenzione sul testo e sulle sue modalità di produzione e di ricezione; confronto con l'ermeneutica e le scienze del linguaggio; nuovo rapporto privilegiato con gli storici della letteratura (con i quali, fino agli anni ottanta, gli storici sociali non avevano quasi mai comunicato); confronto con l’antropologia culturale anglosassone (Clifford Geerz) e con l'antropologia simbolica piuttosto che con l'ormai superata antropologia strutturale (Lévi-Strauss). Per superare la crisi e per rispondere alla sfida dei linguisti - secondo Chartier - gli storici devono dimostrare che è ancora possibile comporre testi in grado di descrivere realtà e che tali costruzioni testuali sono controllabili sulla base di un principio di verità.
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Quattro generazioni di storici attorno alle “Annales”
I fondatori Lucien Febvre ( ) Marc Bloch ( ) …e accanto a loro: Albert Demangeon ( ) François Simiand ( ) Maurice Halbwachs ( ) Georges Lefebvre ( ) Ernest Labrousse ( )
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Seconda e terza generazione
Seconda generazione Fernand Braudel ( ) Alphonse Dupront (1905) Jean Meuvret ( ) Charles Morazé (1913) Philippe Ariés ( ) Pierre Goubert (1915) Georges Duby (1919) Robert Mandrou ( ) ed inoltre il polacco: Witold Kula ( ) Terza generazione Pierre Chaunu (1923) Jean Delumeau (1923) Jacques Le Goff (1924) Marc Ferro (1924) Maurice Agulhon (1926) François Furet (1927) Emmanuel Le Roy Ladurie (1929) Pierre Nora (1931) Michel Vovelle (1933) Daniel Roche (1935) André Burguière (1938) ed inoltre i polacchi: Bronislaw Geremek «1932) Krzysztof Pomian (1934)
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La quarta generazione e la rete internazionale delle “Annales”
Le “Annales” fuori dalla Francia gli americani: Immanuel Wallernstein (1930) Robert Darnton (1939) Nathalie Zemon Davies (1939) gli inglesi: Lawrence Stone (1919) Peter Burke (1937) gli italiani: Ruggiero Romano (1923) Alberto Tenenti (1924) Carlo Ginzburg (1939) Giovanni Levi (1939) Quarta generazione Jacques Revei (1942) Roger Chartîer (1945) Jean-Claude Schmitt (1946) Arlette Farge (1947)
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La lezione delle “Annales” in Italia: Carlo Ginzburg e Giovanni Levi
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Norbert Elias ( ) nasce a Breslavia da un'agiata famiglia ebraica; il padre Hermann è un piccolo imprenditore tessile - frequenta il Johannes Gymnasium nella sua città lo scoppio della guerra mondiale lo sorprende alla fine degli studi liceali; è arruolato nell'esercito e combatte finita la guerra si iscrive contemporaneamente alle Facoltà di medicina e di filosofia, ma dopo aver ottenuto in entrambe le Facoltà il diploma del primo biennio, opterà per gli studi filosofici, laureandosi con il neokantiano Honigswald nel Il titolo della sua tesi è Idea e individuo. Un contributo alla filosofia della storia . Dopo la laurea i suoi interessi si polarizzano attorno al rapporto corpo-mente. Dalla filosofia approda alla sociologia che permette di fondere teoria e ricerca empirica la crisi economica investe la famiglia Elias: per due anni Norbert lavora in una ditta commerciale mantenendo se stesso ed i genitori. dopo la laurea lavora per qualche tempo come giornalista per il "Berliner Illustrierte" si trasferisce ad Heidelberg per proseguire gli studi di sociologia, con l'obiettivo di intraprendere la carriera universitaria. Segue i corsi di Rickert e di Jaspers del quale diviene amico. Frequenta gli allievi, il fratello (Alfred Weber, professore di sociologia) e la vedova di Max Weber, da poco scomparso. Conosce Karl Mannheim, di poco più vecchio di lui ed esponente della sinistra. In tre anni consegue l'abilitazione con Mannheim. Rifiutando la vecchia pratica dei duelli, inizia a praticare professionalmente la boxe.
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Norbert Elias ( )
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Mannheim e la scuola di Francoforte
si trasferisce a Francoforte, dove Mannheim ha ottenuto la cattedra di sociologia, e discute la sua tesi sulla civiltà di corte che sarà publicata trent'anni dopo. Lavora come assistente di Mannheim presso l' "Institut für Sozialforschung" (fondazione indipendente nata nel 1923) da cui avrà origine la cosiddetta "scuola di Francoforte" di orientamento marxista. Conosce Max Horkheimer e Karl Wittfogel. si aggregano all'Istituto Herbert Marcuse, Erich Fromm, Franz Neumann, Otto Kirchheimer e Theodor Wiesegrund Adorno. Molti di loro sono ebrei e quasi tutti militanti comunisti. Elias è invece del tutto estraneo alla politica.
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Karl Mannheim
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Gli anni dell’esilio: Parigi, Londra, Cambridge
con l'avvento al potere di Hilter molti dei docenti di Francoforte sono costretti all'esilio; anche Elias si trasferisce in Svizzera dove tenta inutilmente di ottenere un incarico universitario. Dopo aver cercato di convincere i genitori a lasciare la Germania, parte da solo per Parigi. non ottenendo neppure a Parigi un incarico universitario, investe il suo denaro in una piccola fabbrica di giocattoli, gestita in società con altri due profughi tedeschi. a Parigi conosce Gide, Malraux, Koyré, frequenta gli ambienti intellettuali, l'Ecole Normale Supérieure e pubblica due saggi: uno sul Kitsch e uno sugli Ugonotti. Ma la fabbrica di giocattoli non decolla ed Elias perde tutto il suo denaro. Lascia la Francia alla fine del 1935. si trasferisce in Inghilterra dove vive inizialmente grazie all'aiuto di un'associazione di profughi ebrei. Studia alla British Library e delinea il suo progetto di ricerca sul processo di civilizzazione. il libro Sul processo di civilizzazione è concluso: Elias cerca un editore disposto a pubblicarlo e lo trova, dopo molte difficoltà, in Svizzera. Il libro, pubblicato grazie al contributo economico del padre, è quasi ignorato dalla critica, ma è accolto con favore dai sociologi olandesi. Elias ottiene una borsa di studio della London School of Economics (trasferitasi a Cambdidge), ma resta un isolato nel mondo accademico inglese. in seguito alla dichiarazione di guerra con la Germania, viene internato insieme ad altri profughi tedeschi, prima a Liverpool, poi sull'isola di Man. Durante la prigionia prosegue negli studi e tiene corsi e conferenze per gli internati. La madre viene deportata e muore in campo di concentramento. finita la guerra ritorna a Cambridge con una borsa di studio e riprende la sue ricerche nell'isolamento più completo. Pubblica alcuni saggi sui "costumi" degli inglesi: sulla marina inglese (1950), sulla caccia alla volpe (1970) - partecipa alla "Group Analytic Society", un gruppo di psicoanalisti impegnati nella terapia di gruppo; inizia un'analisi personale per superare il trauma della morte della madre e per vincere l'insonnia. - nell'ambito della "GAS" inizia a guidare gruppi terapeutici; approfondisce lo studio delle teorie freudiane. all'età di 57 anni, grazie all'amico (e fuoriuscito tedesco) Ilya Neustadt, ottiene il primo incarico d'insegnamento regolare presso il Dipartimento di sociologia dell'università di Leicester. Si occupa di sociologia dello sport e conduce un'inchiesta sui problemi di vicinato in un quartiere operaio.
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Gli ultimi anni viene collocato a riposo, ma continua a partecipare alla vita universitaria, con lezioni e relazioni a convegni, ma esita a pubblicare i risultati delle sue ricerche. Le sue opere principali sono pubblicate in tedesco e non sono tradotte in inglese se non alla fine degli anni sessanta. lascia l'Inghilterra ed accetta un incarico di insegnamento nel Ghana, dove soggiorna due anni dedicandosi allo studio della civiltà africana e collezionando opere d'arte locale. Conduce una ricerca sulla tribù Krobo. viene pubblicato per la prima volta in Germania La società di corte ; si ripubblica Il processo di civilizzazione . pubblica (in tedesco) il saggio polemico Cos'è la sociologia? Da questo momento l'opera di Elias conosce una stagione di grande, anche se tardiva fortuna: i suoi libri sono tradotti in tutte le lingue europee e ristampati in edizioni economiche. L'attenzione maggiore per la sua opera continua a venire dall'Olanda, dove è invitato a tenere corsi e conferenze, grazie ad un gruppo di docenti dell'università di Amsterdam che si richiama al suo metodo. è invitato da molte università tedesche (Costanza, Aachen, Bochum, Bielfeld); soggiorna per quasi cinque anni a Bielfeld, ritornando sempre più raramente in Inghilterra. perde la copia unica del manoscritto, ormai pronto per la stampa, di un saggio sui rapporti fra i sessi. l'Università di Francoforte gli conferisce il titolo e la pensione di professore emerito. ottiene il prestigioso "Premio Adorno" per gli studi di sociologia; l'Università di Aachen gli dedica una Festschrift per l'ottantesimo compleanno.. si stabilisce definitivamente ad Amsterdam. 1992 – muore ad Amsterdam all’età di 95 anni.
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