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PubblicatoFabio Venturi Modificato 10 anni fa
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Multiculturalità e apprendimento linguistico (gruppo M-Z)
02/05/2012
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Fenomeni pragmatici Ambiguità Deissi Atti linguistici
Il Principio di Cooperazione Cortesia Organizzazione della conversazione
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Ambiguità (Polisemia) (Omofonia) Suoni il piano?
Abitano al terzo piano Non ho ancora alcun piano Quel tavolo ha il piano sbilenco Vacci piano! Parlate piano!
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Ambiguità Moltissime parole possono essere usate in senso figurato …
Antonio è un santo L’orata ha chiesto il pepe
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Ambiguità Anche la grammatica può essere ambigua …
Candida ha invitato a cena Innocenzo perché ha pescato i naselli Hanno salvato il surfista con l’ombrello
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Ambiguità L’ambiguità interessa la pragmatica perché la sua risoluzione avviene considerando l’uso dell’enunciato nel suo contesto (linguistico p extra-linguistco) Antonio è un santo, è il patrono di Padova e aiuta a ritrovare gli oggetti smarriti Antonio è un santo, non so come faccia a sopportarti
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Deissi La deissi collega alcuni elementi specifici della lingua (i deittici) al contesto specifico dell’enunciazione D. personali D. sociali D. spaziali D. temporali
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Deissi Deissi personale: codifica il ruolo di chi partecipa all’enunciazione (io = parlante, tu=l’ascoltatore) Deissi sociale: codifica la distanza sociale tra i partecipanti all’atto dell’enunciazione (tu = vicinanza, Lei = distanza sociale dall’interlocutore) Deissi spaziale: codifica la distanza fisica (qui, lì, questo, quello) Deissi temporale: codifica la distanza temporale dal momento dell’enunciazione (adesso, dopo, anni fa)
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Deissi La deissi interessa la pragmatica perché la disambiguazione dei deittici è una procedura pragmatica che può essere compiuta solo grazie al contesto
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Gli atti linguistici Quando usiamo la lingua nella vita reale, compiamo sempre un atto linguistico, nel senso che, con quello che diciamo, incidiamo sul mondo: affermiamo o neghiamo, informiamo o imbrogliamo, minacciamo o supplichiamo, salutiamo o ringraziamo ordiniamo o richiediamo, litighiamo o scherziamo, ci complimentiamo o ci lamentiamo
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Gli atti linguistici Forme linguistiche diverse possono veicolare lo stesso atto linguistico Una stessa forma linguistica consente di compire atti linguistici diversi È uscito il sole = come si sta bene, vero? (osservazione fatica) = andiamo a fare il bagno? (invito) = fra troppo caldo, non vengo a pescare (giustificazione) ==te l’avevo detto che dovevamo portare l’ombrellone (rimprovero) = mettiti la crema (ordine)
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Il Principio di Cooperazione
Secondo Grice ci capiamo perché ci serviamo del Principio di Cooperazione (Grice, 1975): Conforma il tuo contributo conversazionale a quanto ti è richiesto, nel momento in cui ricorre, secondo lo scopo o l’orientamento accettato dallo scambio linguistico in cui sei impegnato
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Il Principio di Cooperazione
4 Massime conversazionali: Massima di quantità: da’ un contributo tanto informativo quanto richiesto Massima di qualità: cerca di dare un contributo che sia vero Massima di relazione: sii pertinente Massima di modo: sii perspicuo (evita di esprimerti con oscurità, di essere ambiguo, sii breve, ordinato nell’esposizione)
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Il Principio di Cooperazione
Implicatura conversazionale: La proposizione che, in un determinato contesto, il parlante può comunicare senza espressamente dirla, e che l’ascoltatore è costretto a inferire per dare un senso a quello che sente
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Il Principio di Cooperazione
Cleopatra: aiuto! Aiuto! Annego Cesare: attaccati al remo che prendo il salvagente Antonio: hai uno strappa al bikini Desdemona: che ore sono? Otello: abbiamo lasciato a riva l’ancora
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La cortesia Secondo Goffman, non osserviamo sempre le massime, perché vogliamo salvare la faccia Che cos’è la faccia? L’insieme della propria stima di sé, della propria reputazione, dell’immagine pubblica, emotiva e sociale che ognuno ha di sé, e che vorremmo proteggere dal danno o potenziare
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La cortesia Brown e Levinson (1987)
Faccia positiva: ovvero il bisogno di essere accettati e di piacere Faccia negativa: ovvero il bisogno di essere liberi da imposizioni
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La cortesia La cortesia è una serie di strategie verbali impiegate dal parlante per manipolare l’interazione massimalizzando i vantaggi e minimizzando gli svantaggi in termini di faccia, positiva e negativa, propria e dell’ascoltatore.
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La cortesia Esempi di cortesia positiva: Complimenti Offerte di aiuto
Promesse Esempi di cortesia negativa: Scuse pp
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L’organizzazione della conversazione
Come avviene la presa del turno da parte dell’ascoltatore? Come lo conserva il parlante, e come lo cede? ANALISI DELLA CONVERSAZIONE Nell’avvicendamento del turno Sacks et al. (1974) suggeriscono: Se il parlante (P) seleziona il parlante successivo (S) nel corso del suo turno, deve smettere di parlare al successivo punto di rilevanza transizionale (PRT) e far proseguire S Se al successivo PRT in cui P tace, nessun S è stato selezionato da P, qualsiasi altro partecipante può autoselezionarsi, il primo che parla ha diritto al turno
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La cortesia Se al successivo PRT in cui S tace nessun S è selezionato da P e nessun altro partecipante si autoseleziona, P può continuare a parlare p.83 Complementarierà delle sequenze: i turni dell’interazione si susseguono con un sostanziale accordo tra i partecipanti COPPIE ADIACENTI
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Il contesto È contesto di enunciazione tutto quanto influenza la lingua di un enunciato, e insieme tutto quanto dalla lingua è influenzato Contesto linguistico Contesto extralinguistico
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Il contesto Il contesto linguistico è il pezzo di lingua che precede o segue il pezzo in questione e che, da una parte, aiuta il parlante a produrre quest’ultimo così com’è e, dall’altra, aiuta l’ascoltatore a dargli il significato giusto
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Il contesto Qual è il tuo piatto preferito?
Mi piacciono molto i porcini trifolati Come li vuoi i porcini? I porcini mi piacciono trifolati
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Il contesto A Lucrezia piace la cioccolata, è per quello che ingrassa
A Lucrezia piace la cioccolata, portiamole dei cioccolatini
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Il contesto Il contesto extralinguistco (o socioculturale) è tutto il resto che incide sul significato di un enunciato La situazione oggettiva di proferimento dell’enunciato costituita dal parlante e dall’ascoltatore (sesso, età, classe sociale, ecc.), dal tempo e dal luogo del proferimento, ecc. La rete oggettiva di credenze, desideri, scopi, timori, pregiudizi, atteggiamenti, conoscenze, ecc. che contribuisce a determinare le intenzioni comunicative degli interlocutori
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Il contesto Secondo un criterio di ampiezza, possiamo identificare nel contesto 3 unità di analisi: La comunità linguistica L’evento comunicativo L’atto linguistico
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Il contesto La comunità linguistica è il contesto più ampio dell’interazione verbale, costituita dal gruppo di parlanti che condividono la stessa lingua e le stesse norme di interpretazione e di uso di quella lingua L’evento comunicativo è la fase intermedia fra il parlante esegue l’atto linguistico
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Il contesto Per quanto riguarda l’identificazione delle componenti dell’evento linguistico, si veda la proposta di Hymes (1980), conosciuta con l’acronimo SPEAKING S = situation P = participants E = end (purposes) A = act sequence K = key I = instrumentalities
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Il contesto N = norms G = genres
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