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1. 2 3 4 Public pension expenditure before and after 2004 pension reform.

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Presentazione sul tema: "1. 2 3 4 Public pension expenditure before and after 2004 pension reform."— Transcript della presentazione:

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4 4 Public pension expenditure before and after 2004 pension reform

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13 13 La legge n.243/2004 rinvia i suoi principali effetti al 1° gennaio 2008 quando entreranno in vigore: - la nuova disciplina del pensionamento che prevede un innalzamento brusco (il c.d. scalone) delletà minima a 60 anni (allo scopo di elevare letà effettiva della quiescenza) fermi restando i requisiti per la vecchiaia; tale innovazione dovrebbe in larga misura concorrere a realizzare a regime (intorno al 2013) risparmi nellordine di circa 9 miliardi di euro lanno che consentiranno, in seguito, di addolcire la curva riducendo di poco meno di un punto di Pil la spesa pensionistica al momento del suo picco, verso il 2030;

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15 15 -la riforma della previdenza complementare (procedura di conferimento del tfr maturando anche attraverso il silenzio-assenso; agevolazioni fiscali e per laccesso al credito delle imprese conferenti; questione della par condicio tra le diverse forme con effetto per quanto riguarda la possibilità di continuare a conseguire, in caso di fuoriuscita da un fondo negoziale, il contributo del datore di lavoro). -Mario Draghi: innalzamento età effettiva (priorità ineludibile) insieme allo sviluppo della previdenza complementare (garantendo ai lavoratori piena libertà di scelta) sono le condizioni per assicurare sostenibilità ai sistemi ed adeguatezza ai trattamenti (nel modello contributivo); -I limiti del superincentivo: il peso di coloro che già erano rimasti al lavoro o che sarebbero rimasti comunque; la maggiore convenienza per i redditi medio-alti; effetto in via di esaurimento (nel 2006 il numero delle pensioni di anzianità si sta allineano ai tassi precedenti lintroduzione del bonus).

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18 18 Che cosa propone il nuovo Governo ? -intervenire sul c.d. scalone: in sé la misura non è priva di ragionevolezza, il problema è il come, tenendo presente la duplice esigenza di realizzare risultati equipollenti sul piano economico-finanziario e di posticipare letà di uscita dal mercato del lavoro (le cui esigenze saranno soddisfatte in futuro, alla luce degli andamenti demografici, non solo dallingresso delle donne, dai flussi di immigrazione, ma anche dal divenire le classi over 50 cruciali la più importante forza lavoro potenziale; -spalmare lo scalone (maggiore gradualità e magari un anticipo al 2007); -tornare allimpianto puro e semplice della riforma Dini: a)pensionamento flessibile (57-65); b)revisione dei coefficienti di trasformazione;

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21 21 I limiti di unoperazione siffatta: ladeguamento alle dinamiche demografiche avviene a scapito dellimporto della pensione; non si realizza con sicurezza un innalzamento delletà media effettiva perché si resta nellambito di procedure per lincentivazione di comportamenti volontari dei lavoratori. In sostanza, si prepara un futuro prossimo di anziani, che percepiranno la pensione per almeno venti anni, ma che negli ultimi diventeranno poveri (perdita di valore della prestazione, impossibilità di svolgere altri lavori, incipienti forme di invalidità, insufficienti strumenti di tutela della condizione di non autosufficienza). -il taglio del cuneo si collega al progetto di uniformare il più possibile laliquota contributiva il cui tasso ora fa la differenza tra le diverse tipologie di impiego: dipendenti, indipendenti e professionisti, atipici; -la riduzione fino a cinque punti comporta necessariamente, nel caso del lavoro dipendente, di intervenire non solo sui c.d. oneri impropri ma anche sullaliquota pensionistica; -se scende laliquota di finanziamento (nel caso del lavoro dipendente) ad un punto intermedio (tra gli attuali livelli delle diverse tipologie) cosa succede allaliquota di computo in base alla quale viene stabilito, a tempo debito nel sistema contributivo, il montante contributivo che serve a determinare la liquidazione della pensione e lentità del suo ammontare ?

22 22 - la logica del sistema contributivo è quella del sinallagma tra pensione e contributi versati. Cosa succederà se questo rapporto si altera ? Le alternative sono due: o lo Stato integra con proprie risorse lo squilibrio venutasi a creare (fino a quando potrebbe farlo) oppure viene ridotta di pari importo anche laliquota di accredito, ma in questo modo andranno a ridursi, a suo tempo, anche gli apporti della pensione tout court; - nei dibattiti informali fa capolino la proposta di istituire, come compensazione, uno istituto assistenziale (una pensione di base a carico della fiscalità generale), ma la cosa, di per sé ragionevole, deve fare i conti con la disponibilità di risorse. Infine, cè da aspettarsi unanticipazione dellentrata in vigore della nuova disciplina in tema di previdenza complementare. Il programma dellUnione in proposito (come si può notare) mantiene un certo livello di cautela e sospetto nei confronti dei fondi pensione, tanto che il documento finisce, come risulterà, per attribuire allInps un ruolo importante nella regia della previdenza integrativa stessa e al tfr anche la possibilità di essere destinato allincremento del trattamento obbligatorio.


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