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Raffaele Trivilino responsabile gruppo di lavoro

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Presentazione sul tema: "Raffaele Trivilino responsabile gruppo di lavoro"— Transcript della presentazione:

1 Raffaele Trivilino responsabile gruppo di lavoro
Programma Aggiuntivo- Delibera CIPE 83/2002- Azioni nazionali di sistema: animazione Dal partenariato di progetto al partenariato strategico Raffaele Trivilino responsabile gruppo di lavoro Lo Sviluppo Locale in Abruzzo:apprendere dalle esperienze per progettare il futuro L’Aquila 6 luglio 2006

2 Obiettivo della ricerca
Il progetto è previsto nelle Azioni nazionali di sistema del Programma Aggiuntivo POM Sviluppo Locale che cofinanzia i 10 Patti definiti Europei. Nell’ambito delle azioni di sistema a livello nazionale ogni Patto ha individuato un tema da sviluppare tramite un progetto di ricerca/azione. La ricerca-azione: “Dall’approccio al metodo: pratiche, metodologie e strumenti per la costruzione di un partenariato strategico” si propone di esaminarne gli aspetti operativi, gli elementi, le forze e gli strumenti. Queste, in termini di “capacity building”, possono essere individuate in alcune categorie di elementi: La capacità di rappresentare il sistema sociale di riferimento, La capacità di “strutturarsi” nel contesto locale integrando fra loro strumenti e “politiche”, La capacità di guidare i cicli di progetto combinando risorse e competenze tecniche, finanziarie ed amministrative, La capacità di capitalizzare le esperienze dando evidenza dei risultati e raccogliendo i feedback provenienti dai partner locali (legittimità) e dagli interlocutori finanziari (autonomia).

3 Il percorso di analisi In particolare il percorso di analisi, che utilizzerà la realtà abruzzese come riferimento operativo, si svolgerà in quattro fasi successive: Ricognizione delle iniziative e delle aggregazioni partenariali in atto nei sistemi locali del territorio della Regione Abruzzo. Approfondimento di tre casi specifici scelti nell’ambito degli otto sistemi locali della Regione. Analisi delle questioni critiche emerse attraverso il confronto ed il dialogo fra alcuni protagonisti. Individuazione di possibili soluzioni con l’aiuto di alcune esperienze di riferimento nazionale per individuare, socializzare e condividere i “fattori comuni” che hanno determinato il successo e i punti di criticità incontrati in fase di attuazione nelle diverse iniziative di Azione Locale di Sviluppo.

4 Alcuni punti di riferimento
Sviluppo Locale un progetto per l’Italia (Trigilia) Economie dal Basso (Cersosimo-Wolleb) Tornare a crescere (Bersani-Letta) Piano Strategico Nazionale (Documento preliminare e Bozza Amministrativa) e documenti sul Partenariato

5 Quadro Strategico Nazionale “Bozza Amministrativa”
La dimensione territoriale della politica regionale attribuisce forte attenzione rivolta alla costruzione di una programmazione e progettazione territoriale, Tanto maggiore è il grado di complementarità e integrazione dei servizi che la politica promuove in un dato territorio, tanto maggiore è l’effetto sulla competitività. L’esperienza di progettazione integrata degli anni novanta e del periodo mostra che solo dove essa è stata attuata con standard buoni di valutazione e partecipazione si è effettivamente rafforzata la capacità dei soggetti locali e si osservano risultati effettivi in termini di benessere e attrazione del territorio. Se ne ricava che nel , la progettazione integrata dovrà accrescere selezione e competizione sulla qualità dei progetti, aprirsi a soggetti forti esterni e centri competenza nazionale, privati e pubblici e integrarsi con scale più elevate di programmazione, di area vasta, nazionale e internazionale.

6 Priorità 7. Competitività dei sistemi produttivi e occupazione
Accrescere l’efficacia degli interventi per i sistemi locali, migliorando la governance e la capacità di integrazione fra politiche Aumentare la capacità delle Istituzioni locali quale condizione per l’efficacia di progetti locali e di area vasta e della governance del territorio Qualificare il partenariato socio-economico e rafforzarne il ruolo nello sviluppo locale Competitività territoriale: promuovere processi sostenibili e inclusivi di innovazione e sviluppo imprenditoriale Aumentare la competitività dei sistemi produttivi migliorando l’efficacia dei servizi per il territorio e le imprese e favorendo la loro internazionalizzazione

7 La metodologia di analisi della fase I
Sulla base delle considerazioni sopra citate si è ritenuto focalizzare la fase I dell’analisi su due aspetti fondamentali: il partenariato locale inteso come sistema di relazioni e di cooperazione tra soggetti collettivi pubblici e privati capace di produrre beni collettivi locali e realizzare la progettazione strategica; determinante risulta la sua composizione e la sua capacità inclusiva conservando, comunque, un nucleo stabile nel tempo al fine di abbassare la diffidenza e incrementare la fiducia, scambiare le informazioni e arricchire le competenze (learning by doing); gli effetti e i prodotti della cooperazione tra Enti Pubblici Locali, tra privati e tra Enti Pubblici e Privati come beni pubblici capaci di incrementare il capitale sociale e creare condizioni di competitività .

8 Ricognizione delle iniziative territoriali di cooperazione per la progettazione strategica
Per gli 8 ambiti è stata effettuata una sintesi di alcuni indicatori economici e amministrativi e la ricognizione delle iniziative territoriali di cooperazione promosse con “approccio partenariale” su base territoriale. Per ciascuna iniziativa (Leader, Patti territoriali e PIT) è stata effettuata l’analisi della composizione del partenariato (a parità di base territoriale) e sono state rilevate le principali caratteristiche della strategia di sviluppo implementata e delle risorse disponibili suddivise in macrocategorie. Per ciascun ambito si è proceduto anche a rilevare i servizi di competenza dei Comuni, gestiti in forma associata, per evidenziare le iniziative di cooperazione tra Enti e i Consorzi costituiti tra imprese per gestire attività in forma associata.

9 Ricognizione generale della situazione economica e amministrativa
abitanti Unità locali industria Indice turisticità Comunità montane SLL Piani sociali di zona

10 Composizione del partenariato
Per ogni programma/progetto, relativo al singolo ambito, è stata riportata la composizione dei partner per tipologia: -partner pubblici e PSE; -partner pubblici locali, partner pubblici sovra-locali, PSE riconosciuti al CNEL, altri PSE. E’ stata effettuata una analisi di coerenza riferita alle tipologie e al programma/progetto. Per ogni Ambito si è provveduto a calcolare anche il grado di omogeneità tra i partenariati attivati nelle iniziative opportunamente pesati in funzione della specializzazione tematica/settoriale per rilevarne la capacità inclusiva fermo restando il nucleo stabile. Tale grado è stato rappresentato attraverso i valori per ogni Ambito: partner pubblici e PSE (a.b.c.d. altri) ponderato in Patto, PIT e Leader Partenariato: Il Percorso di costruzione del Quadro Strategico Nazionale Il partenariato Economico e Sociale: analisi e raccolta documentale” I parte (Analisi dei documenti) e II parte (Raccolta dei Documenti)

11 Composizione del partenariato considerazioni
esiste una sostanziale coerenza tra composizione e strutturazione dei partenariati con i programmi/progetti di riferimento; ciò rispetta il criterio della partecipazione e favorisce la cooperazione tra i soggetti collettivi responsabili delle azioni/interventi determinanti per il raggiungimento degli obiettivi prefissati si riscontrano, in alcuni casi, un sovradimensionamento per alcune tipologie di partner a scapito di altri oppure la carenza di partner importanti, si evidenzia una sostanziale omogeneità dei partenariati tra i vari strumenti; per Pescara il valore è influenzato dai problemi intervenuti nel Leader+, ne deriva una buona maturità dei territori e una tendenza alla riduzione dei rischi di atteggiamenti collusivi su una possibile attenzione prevalente ai vantaggi finanziari immediati della concertazione

12 Composizione del partenariato considerazioni
in generale, si evidenzia una consuetudine a coinvolgere un partenariato locale rappresentativo della componente pubblica e socio-economica nella programmazione di iniziative di sviluppo locale e una discreta capacità delle coalizioni locali a predisporre Piani/programmi capaci di migliorare la governance. Tale consuetudine si consolida nel tempo raggiungendo livelli interessanti con i PIT. I singoli programmi/progetti mostrano una generale vivacità degli ambiti nella capacità di avviare e realizzare progetti che aumenta negli ambiti dove esiste più esperienza e dove sono state investite maggiori risorse nell’accompagnamento e assistenza tecnica da parte del centro (Stato e Regione) (vedi Sangro-Aventino), non esistono dati che dimostrano ancora effetti diretti della cooperazione in Programmi/progetti sullo sviluppo economico sia perché molte iniziative sono ancora in corso che per la carenza di strumenti capaci di valutare con puntualità e correttezza il valore aggiunto di tali modalità.

13 Cooperazione tra Enti Locali e Imprese
La gestione associata dei servizi tra Enti Locali Sono stati considerati alcuni servizi gestiti in forma associata da Comuni appartenenti alle Unioni di Comuni e alle Comunità montane della Regione Abruzzo. Ai fini della individuazione delle predette forme di gestione associata, si è preso in esame l’elenco dei 37 servizi riconosciuti dal D.G.R. 317/2005 Particolare attenzione è stata posta anche all’accelerazione delle procedure (Lo Sportello Unico per le Attività Produttive). Sono stati considerati gli sportelli unici per le attività produttive, specificando se sono attivati in forma singola o associata. La gestione associata dei servizi tra Imprese Sono stati considerati i consorzi tra imprese per gestire attività in forma associata (promozione prodotti tipici e territori, ricerca e innovazione, servizi avanzati).

14 La gestione associata dei servizi tra Enti Locali

15 SUAP

16 La gestione associata dei servizi tra Enti Locali Considerazioni
esiste una partecipazione elevata dei Comuni (circa il 90%) ad esperienze di gestione associata dei servizi previsti; il dato percentuale medio regionale dei servizi gestiti in forma associata è pari ad oltre il 13% che rappresenta un valore significativo considerando i tempi recenti di avvio di tale pratica; per i servizi gestiti da Unioni di Comuni si arriva anche al 25% che conferma una volontà consistente e un primo risultato positivo delle politiche di incentivazione;

17 La gestione associata dei servizi tra Enti Locali Considerazioni
molti dei servizi ricompresi nel paniere esaminato sono determinanti per garantire la competitività dei territori; anche per i SUAP emergono valori elevati di forme associate di gestione che evidenziano, a prescindere dai risultati, la volontà di migliorare i servizi amministrativi per l’accoglienza; risultati più consistenti si riscontrano nei comprensori maggiormente sensibili e/o maggiormente sensibilizzati da azioni di animazione o di assistenza tecnica del centro; in tali ambiti aumentano costantemente i servizi associati anche quelli ritenuti più complessi e problematici (espropri, appalti, progettazione integrata) l’incremento della pratica della gestione associata contribuisce ad accelerare l’innovazione amministrativa, facilita l’aggiornamento delle competenze degli dipendenti pubblici valorizzandone le potenzialità e riducendo il ricorso a forniture esterne di servizi, favorisce la riduzione dei costi unitari di produzione dei servizi, abbassa il livello di diffidenza tra le amministrazioni incrementando la propensione alla cooperazione;

18 La gestione associata tra Imprese dei servizi
Regione/Provincia n. consorzi rilevati n. consorzi totali n. comuni % rilevati su comuni Abruzzo 152 420 305 49,84% L'Aquila 48 136 108 44,44% Teramo 23 77 47 48,94% Pescara 74 46 50,00% Chieti 58 133 104 55,77% Alcune prime considerazioni: esiste una buona propensione alla collaborazione anche se non ancora è chiara la volontà alla cooperazione, circa il 50% dei consorzi sono costituiti per la promozione di servizi avanzati, la distribuzione è abbastanza uniforme in tutte le Province.

19 Partenariato e cooperazione tra Enti

20 LE PRIME LEZIONI (1) I Comprensori individuati in funzione di condizioni storico-culturali e comportamentali omogenee e di consuetudine a collaborare rappresentano una base solida; non deve essere oggetto di continue variazioni. Le esperienze di programmazione hanno contribuito alla definizione della “scala territoriale” più idonea in termini di continuità progettuale e in termini coesione territoriale correlato al processo di costruzione di un sistema di relazioni tra le rappresentanze dei diversi tipi di attori operanti nel territorio (settori pubblico e privato e mondo associativo) articolate in modo orizzontale. Come più volte ribadito dai contributi scientifici e nel QSN è indispensabile l’apertura alla conoscenza esterna e al rapporto con i “soggetti istituzionali forti” e alla collaborazione con altri comprensori.

21 LE PRIME LEZIONI (2) Il partenariato deve essere inclusivo e, quindi, il più ampio possibile, incorporando anche associazioni varie nel rispetto del reale interesse e del coinvolgimento al fine di garantire la coesione sociale, pur garantendo un nucleo forte e stabile. Le esperienze hanno “innescato” un processo di apprendimento da parte dei soggetti collettivi pubblici e privati, i quali stanno apprendendo comportamenti per incrementare le conoscenze e la fiducia. Tali esperienze hanno avviato il processo di “sedimentazione”, nei tessuti socio-economici abruzzesi, di una progettualità coerente con la valorizzazione dei potenziali di sviluppo endogeno. I Progetti Integrati Territoriali rappresentano l’esperienza più avanzata; essi costituiscono un processo di riferimento e un modello da implementare con i dovuti aggiustamenti e aggiornamenti.

22 LE PRIME LEZIONI (3) Esistono le condizioni per incrementare, nel tempo, il rapporto fiduciale e l’apprendimento capace di aumentare la propensione alla cooperazione dei soggetti e di elevare le competenze nello svolgere le funzioni connesse all’organizzazione delle azioni collettive e alla produzione di beni pubblici (Cersosimo-Wolleb), ricordando che: sono indispensabili regole centrali e locali chiare e trasparenti che chiariscano competenze e responsabilità, è necessario incrementare le azioni di supporto e assistenza tecnica ai partenariati locali e per gli Enti, è opportuno investire significativamente in azioni immateriali.


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