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REICAT Regole italiane di catalogazione

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Presentazione sul tema: "REICAT Regole italiane di catalogazione"— Transcript della presentazione:

1 REICAT Regole italiane di catalogazione
Anche se le RICA erano state formulate e redatte in un contesto catalografico tradizionale, cartaceo, sono state in grado di offrire alle biblioteche un valido punto di riferimento anche nel momento delicato del passaggio all’automazione. Dopo venti anni dalla loro pubblicazione è stata decisa una revisione,soprattutto per adeguare il codice al nuovo contesto e recepire le nuove riflessioni teoriche.

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L’obsolescenza delle RICA è legata: all’emergere di nuovi tipi di materiali al mutamento delle esigenze delle biblioteche e degli utenti al passaggio dal catalogo cartaceo a quello elettronico al passaggio da un catalogo mono-biblioteca ad un catalogo collettivo (SBN)

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Data questa situazione, a fronte di indicazioni insufficienti o poco chiare di RICA, le biblioteche hanno supplito con interpretazioni soggettive assai diverse o addirittura divergenti, che nel tempo si sono consolidate.

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1996 Commissione costituita per studiare la revisione del codice dal Ministero per i beni culturali 2009 pubblicazione di REICAT (Regole italiane di catalogazione), dopo confronti e discussioni dei bibliotecari, in convegni e seminari.

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Nel titolo c’è già un’importante novità: scompare la parola autore. Infatti REICAT guardano alla catalogazione nel suo complesso, ovvero alla descrizione del documento ed alla creazione dei punti di accesso, che non sono costituiti più solo dall’autore principale e da quelli secondari, ma anche dal titolo, pur in presenza di un autore. D’altra parte RICA nate quando ancora i cataloghi erano cartacei, non potevano prescindere dal limite spaziale della scheda.

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REICAT invece operano ormai in ambiente automatizzato e recepiscono le indicazioni di FRBR, di ISBD consolidated. La Commissione non ha esaurito il suo compito con la produzione delle REICAT. Si tratta infatti di una commissione permanente, nei cui programmi ci sono: la pubblicazione di una versione elettronica del codice, integrata con i frontespizi delle opere utilizzate come esempi il monitoraggio dell’uso del nuovo codice ed il suo aggiornamento periodico, che è previsto ogni due o tre anni

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RICA REICAT sono regole catalografiche sono estremamente sintetiche e prevedono una casistica limitata (241 p.) sono un codice, utilizzabile in modi diversi (prontuario tecnico, ma anche supporto allo studio della catalogazione) sono estremamente analitiche e prevedono una casistica molto sviluppata (611 p.)

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la ripartizione interna procede dall’intestazione alla descrizione sono concepite per essere applicate in biblioteche singole la ripartizione interna viene capovolta, dalla descrizione all’intestazione sono concepite per essere applicate anche in cataloghi collettivi sono concepite nell’ottica del catalogo tradizionale che ospitava essenzialmente libri a stampa (per altre tipologie si prevedevano cataloghi speciali) sono concepite nell’ottica di un catalogo generale che ospiti tutto il posseduto di una biblioteca

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privilegiano il libro a stampa (agli altri materiali applicano per analogia le indicazioni per il libro a stampa) si occupano di tutti i materiali

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L’asse di interesse catalografico, che in RICA era impostato sulla Manifestazione, si sposta quindi in REICAT verso l’Opera. Lo strumento è l’ introduzione del concetto di titolo uniforme allo scopo di poter raggruppare le molteplici edizioni di una stessa creazione intellettuale.

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Uno dei problemi aperti è il raccordo di REICAT con i vari software di catalogazione. Nel 2010 l’ICCU ha diramato delle Direttive per una prima applicazione delle REICAT in SBN. Le Direttive prendono in considerazione solo alcune delle novità introdotte dal codice e rispetto ad esse l’ICCU fornisce indicazioni differenziate: alcune vanno applicate in toto alcune vanno applicate con modifiche alcune non sono al momento applicabili alcune non vanno applicate affatto

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E’ evidente, quindi, che esistono due ordini di problemi: l’applicazione, integrale o meno di REICAT nei vari ambienti automatizzati l’intervento sul pregresso, necessariamente per tappe, a cominciare comunque dalla forma dei punti di intestazioni uniformi, che sono l’elemento che più impatta con la ricerca degli utenti.

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Per venire incontro alle esigenze di un po’ tutti i destinatari, le norme prevedono la possibilità di gestire la catalogazione a livelli di completezza diversi. Vengono individuate quindi: norme obbligatorie, indispensabili per garantire le funzioni fondamentali del catalogo (trovare una determinata pubblicazione, trovare tutte le edizioni di una determinata opera, trovare tutte le opere di un determinato autore) norme facoltative, utili per biblioteche che abbiano esigenze di maggiore analiticità o trattino particolari materiali

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Le norme si applicano a qualsiasi tipo di materiale la biblioteca decida di inserire nel catalogo, materiale edito, qualunque sia il supporto, materiale inedito, oggetti. I vari tipi di materiale non vengono esaminati separatamente, ma integrati nella normativa generale (enunciata la norma, si esaminano le applicazioni specifiche).

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Le REICAT chiariscono quali siano i diversi tipi di materiale: testi pubblicazioni testuali a stampa e in microforma musica scritta pubblicazioni musicali a stampa; musica scritta in microforma o in formato elettronico) documenti grafici materiale grafico a stampa (manifesti, cartoline, stampe) e da proiezione (diapositive, lucidi) documenti cartografici cartografia su qualsiasi supporto, anche elettronico

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audioregistrazioni su supporto analogico; su supporto elettronico, purché fruibile anche con apparecchi diversi dall’elaboratore videoregistrazioni e filmati documenti elettronici documenti che possono essere fruiti esclusivamente con l’impiego di un elaboratore multimediali documenti costituiti da più unità, rientranti in almeno due delle altre categorie oggetti materiali che non rientrano in nessuna delle altre categorie

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REICAT si dividono in tre parti: Descrizione bibliografica e informazioni sull’esemplare Opere e espressioni Responsabilità.

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Seguono poi una serie di appendici, fra cui quelle relative alla traslitterazione di alfabeti non latini, basate sulle norme ISO. Rispetto a RICA si è cioè capovolto l’ordine degli argomenti adeguandosi a quello che l’iter normale del processo di catalogazione: prima la descrizione del documento, poi l’identificazione delle opere e l’attribuzione delle relative responsabilità.

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L’introduzione generale contiene anche la riformulazione delle funzioni del catalogo, basata sempre sui principi di Parigi, rivisitati alla luce della riflessione di FRBR; il catalogo cioè deve permettere di trovare Una particolare pubblicazione Tutte le edizioni di una particolare opera Tutte le opere di un particolare autore. Dal punto di vista delle soluzioni offerte la novità sostanziale è come si diceva prima la maggiore centralità dell’opera.

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Opere Per opera si intende una creazione intellettuale o artistica rappresentata da un testo, una musica o un’altra forma di espressione (un balletto, un film, etc.) o da un oggetto materiale o un manufatto (un disegno, una scultura, etc.). Rappresentano la medesima opera tutte le realizzazioni che, secondo le norme, sono considerate versioni o modificazioni (espressioni) che non danno origine a un’opera nuova, distinta da quella preesistente

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Opere nuove Opere che sono il risultato di una collaborazione (intervista, opera a fumetti, testo e musica di una canzone, etc,) Opere che sono il risultato di attività particolari Espressioni di una stessa opera (versioni,edizioni, traduzioni, trascrizioni di opere musicali, registrazioni di esecuzioni e rappresentazioni, riproduzioni,versioni per modalità diverse di fruizione, registrazioni di esecuzioni) Opere nuove connesse ad opere preesistenti (rifacimenti, riscritture,...)

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Si considerano espressioni diverse di una stessa opera: Edizioni che presentano testi varianti (p. es.: 2. ed. ampliata); Traduzioni in lingue diverse (in italiano, in inglese, in francese); Trasposizioni in una diversa forma di realizzazione o rappresentazione Edizioni ridotte o abbreviate rispetto alla versione integrale Scelte di brani di un’opera Registrazioni di esecuzioni di composizioni musicali e rappresentazioni di opere teatrali, musicali o comunque destinate alla scena

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Alcune norme generali Esemplari imperfetti o incompleti Si integrano le informazioni facendo ricorso ad un altro esemplare o ad un repertorio qualificato le informazioni si danno senza parentesi quadre in nota si indica il repertorio su cui ci si è basati Se non è possibile far ricorso ad altri esemplari o repertori qualificati, la descrizione viene fatta con gli elementi disponibili le informazioni si danno in parentesi quadre in nota si precisa che l’esemplare su cui è stata basata la descrizione è incompleto

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Esemplare manipolato o eterogeneo Esemplare con lacune integrate in modo coerente (integrazioni manoscritte o in fotocopia o in fotografia o con fogli tratti da altri esemplari della stessa edizione) si redige una sola descrizione l’anomalia va segnalata in nota all’esemplare Esemplare con lacune integrate in modo non coerente (integrazioni con fogli o volumi provenienti da altre edizioni) si fanno descrizioni distinte

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Ristampe Non si effettua una nuova descrizione se la ristampa è inalterata se le variazioni sono minime, se non sono dichiarate e non incidono sulla descrizione Si effettua una nuova descrizione se vi sono correzioni o contributi aggiunti dichiarati o evidenti se vi sono variazioni nel titolo, nelle responsabilità, nell’editore o nella collezione o nella paginazione se non si è certi che la ristampa sia inalterata

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Per le pubblicazioni antiche, le REICAT prescrivono che in presenza di ristampe si procede sempre ad una nuova descrizione. Le vecchie regole prevedevano una nuova descrizione solo in presenza di una ricomposizione di più della metà delle forme, altrimenti negli altri casi le variazioni venivano gestite come varianti. (i bibliografi preferiscono le vecchie regole)

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L’uso delle abbreviazioni viene limitato in modo drastico. Vengono ammesse solo: le abbreviazioni presenti nelle fonti prescritte le abbreviazioni prescritte da ISBD Alcune parole sono abbreviabili però solo in determinate aree ed. per edizione, ma solo in area 2 e 7;

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p. per pagina ma solo in area 5 e 7; vol. per volume ma solo in area 3 e 7; sec. per secolo ma solo nelle qualificazioni La parola carta non si abbrevia più L’elenco delle abbreviazioni ammesse è pubblicato nell’Appendice A.

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I numeri si riportano in cifre romane o arabe o in lettere, come si presentano nella pubblicazione (tranne edizione, data di pubblicazione e numero di collana). (In RICA i numerali espressi in cifre romane si trascrivono in cifre arabe, quelli espressi in lettere si mantengono)

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Terminologia Fonte primaria È la fonte da cui si ricavano le informazioni necessarie alla descrizione. Fonti complementari Sono le parti della pubblicazione che svolgono funzioni complementari alla fonte primaria (occhietto, verso del frontespizio, copertina, colophon). Fonti esterne. Sono materiali che non fanno parte integrante della pubblicazione (repertori, etc.) Fonti prescritte Sono le fonti che le norme prescrivono di usare quali fonti delle informazioni per le diverse aree.

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Date In assenza di date di pubblicazione, di copyright e di stampa, si riporta fra parentesi quadre un’altra data reperita nella pubblicazione, precisandone in nota la fonte. (In Rica il tipo di fonte usata veniva impiegato per qualificare la data: Copyright 1989)

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Titolo uniforme E’ il titolo con cui viene identificata un’opera ed ha le seguenti funzioni: identificare un’opera distinguendola da altre diverse con lo stesso titolo; raggruppare le edizioni di una stessa opera, pubblicate con titoli diversi, o in lingue diverse, o realizzate in forme diverse consentire di presentare in modo ordinato tutte le opere di un autore e tutte le edizioni di ciascuna opera mettere in evidenza le relazioni fra opere diverse, ma connesse in qualche modo

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Un’opera deve essere rappresentata da un solo titolo: se è conosciuta con più di un titolo se ne sceglie uno, collegandolo gli altri con rinvii. Il titolo uniforme (generalmente quello attraverso cui è più conosciuta) è reso obbligatorio per tutte le opere anche nei casi in cui esista un autore o il titolo uniforme coincida con quello della pubblicazione.

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Il titolo uniforme diventa quindi un elemento forte della struttura del catalogo, a cui è assegnato il compito di identificare le opere e di raggruppare le diverse edizioni di un’opera, anche pubblicate in lingue diverse o eventualmente realizzate in forme diverse.

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Responsabilità Responsabilità principale (o primaria): persona o ente, unico o principale responsabile dell’opera o il primo fra tre coautori. Responsabilità coordinata: persone o enti che hanno una responsabilità pari a quella principale Responsabilità secondaria (o subordinata) persone o enti che hanno una responsabilità inferiore rispetto ai precedenti (curatori, traduttori, etc.)

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Intestazione principale: è sempre unica. Non si utilizza nel caso di opere frutto della collaborazione di più di tre autori o quando l’autore non sia conosciuto. Intestazioni coordinate: possono essere più di una, ma solo se esiste l’intestazione principale. Intestazioni subordinate: possono essere multiple.

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Forma dei punti di accesso Già l’avvio di SBN aveva introdotto alcuni cambiamenti di carattere formale, rispetto alle RICA, cambiamenti che sono stati accolti anche nei cataloghi di biblioteche che non aderiscono a SBN, ad esempio l’uso delle parentesi uncinate per includere la qualificazione dei nomi degli autori. REICAT talvolta ha accolto, tal’altra no, tali decisioni. Di conseguenza oggi è possibile che nei cataloghi siano presenti soluzioni diverse, che dovranno quindi essere uniformate.

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REICAT si attiene al criterio di base fissato dai Principi di Parigi (adottare la forma prevalente usata dagli autori stessi nelle loro opere in lingua originale) in modo ancora più rigoroso di RICA.

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adottare lo pseudonimo come intestazione (anche quando l’autore abbia usato talvolta il proprio nome) adozione dei nomi assunti o forme adattate del nome (sempre se usate prevalentemente) dovuti a preferenze personali o di stile o di scelte religiose adozione di forme non complete (che non comprendono prenomi, cognomi non abitualmente usati, parole puntate; es. Cavour, Camillo; Rosmini, Antonio)

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Oltre all’applicazione più rigorosa di questo principio i cambiamenti più importanti rispetto alle RICA sono relativi: alla punteggiatura usata nelle intestazioni ai nomi in lingue che non usano l’alfabeto latino al trattamento dei nomi di alcune categorie (santi, alcune categorie di enti)

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E’ accolto l’uso introdotto da SBN delle parentesi uncinate per le qualificazioni; Ci si basa sulle norme ISO tradotte in una serie di appendici per la traslitterazione (alcune variazioni per l’ebraico, il greco, il cinese, meno per altre lingue comporteranno la necessità prioritaria di allineare il pregresso); Per i santi ci si attiene alla norma generale, si parte cioè dal cognome (Bosco, Giovanni, santo); rimane il nome personale per i santi antichi e medievali e per quelli che sono registrati sotto il nome religioso assunto (Pio da Pietralcina).

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Per gli enti si deve usare il nome con cui è effettivamente identificato. Questo principio comporterà una serie di cambiamenti: l’intestazione utilizzata prima ( “Chiesa ortodossa”; “Massoneria”, etc.) non potrà più esistere. Si dovranno usare i nomi effettivi delle singole chiese o associazioni (Chiesa copta ortodossa; Grande Oriente d’Italia).

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Nomi di enti che comprendono il luogo (università, archivi) Archivio di Stato. Siena (RICA) Archivio di Stato di Siena (REICAT) Introduzione di qualificazioni nei nomi geografici Due Sicilie <Regno>; Sicilia <Regione> (REICAT)


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