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Quali sono le forme maggiormente ricorrenti nella realtà circostante? Le forme piane si prestano a divenire la base per spazi dall’ambiguità visiva.

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Presentazione sul tema: "Quali sono le forme maggiormente ricorrenti nella realtà circostante? Le forme piane si prestano a divenire la base per spazi dall’ambiguità visiva."— Transcript della presentazione:

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2 Quali sono le forme maggiormente ricorrenti nella realtà circostante? Le forme piane si prestano a divenire la base per spazi dall’ambiguità visiva.

3 Mosaico absidale, X sec., Sant’Apollinare in Classe, Ravenna Victor Vasarely, AXO-MC, 1970

4 Le figure piane accostate o organizzate in moduli si prestano alla di forme complesse interpretabili. -> oggettività percettivamente mobile (Vasarely)

5 A questa trasformazione cinetica delle forme concorre certamente un approccio psicologico ma la rappresentazione spaziale deriva dalla cultura: Artista medievale vs Artista rinascimentale Vita in spazi ristretti Vita in spazi ampi Strade strette e Realizzazione di Tortuose piazze -> interesse per le -> assenza di veduta vedute prospettica prospettiche

6 GLI ARTISTI TRASFERISCONO NELLA RAPPRESENTAZIONE ICONOGRAFICA LE SENSAZIONI LEGATE ALLA PROPRIA ESPERIENZA DI VITA

7 La codificazione delle convenzioni prospettiche forniscono una risposta assoluta alla rappresentazione dello spazio?

8 DIMENSIONE METAFISICA-RELIGIOSA Libro dei morti, Psicostasia, Museo Egizio, Torino DIMENSIONE SIMBOLICA Incisione medievale

9 Scuola di Piero della Francesca, Tre tavole della città ideale, 1482 ca.

10 Punto di vista monoculare nella riproduzione dello spazio reale pre-cinematografico messa in atto dall’artificio della prospettiva lineare. Modelli di città ideale nei pannelli di Urbino, Berlino e Baltimora (scuola di Piero Dalla Francesca, fine XV sec.), enigmatiche tavole modello di utopia urbana in base alle riflessioni filosofiche dell’umanesimo, alle esperienze di Brunelleschi e alle codificazioni di Alberti in ambito pittorico (Perspectiva pingendi). La scena teatrale è il luogo dove questo modello illusionistico di artificiale urbano si concretizza, passando poi alla veduta di città.  Punto di vista fisso del panorama ottocentesco simile allo “sguardo principesco” sulla perfezione ideale della forma-veduta urbis

11 Paul Gauguin, La bella Angèle, 1889 Marcel Duchamp, Nudo che scende le scale, 1911-12

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13 “In ogni epoca e in ogni civiltà nasce, si sviluppa e si trasforma una metodologia di rappresentazione dello spazio, secondo caratteristiche di educazione e sensibilità percettiva, di patrimonio cognitivo, culturale ed empirico oltre che di considerazione delle qualità dell’oggetto tridimensionale” (Appiano, pp. 30-31).

14 Alla luce di questi brevi cenni sulla rappresentazione dello spazio attraverso la norma matematica che regola le convenzioni prospettiche, come pensi che le altre arti, o linguaggi, abbiano elaborato la prospettiva? Scegliere una o più forma espressiva (es. cinema, teatro, pubblicità) e scrivere un paragrafo (10-12 righe).


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