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PubblicatoSaveria Giusti Modificato 10 anni fa
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Università degli Studi di Verona Facoltà di Medicina e Chirurgia A. A
Master 1° livello in Management per funzioni di coordinamento delle professioni sanitarie Insegnamento: Sociologia della famiglia e della reti assistenziali dott. ssa Francesca Gennai
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Programma La famiglia e le sue trasformazioni: strutture familiari nel passato e nella società contemporanea (22 aprile). Famiglia e politiche sociali: modelli di politiche familiari e politiche di cura per gli anziani (5 maggio 9:00 – 13:00). Il lavoro di cura della e nella famiglia: come cambia il concetto di cura familiare nel ciclo di vita della famiglia (9 giugno 14:00 – 17:15). Le risorse familiari: la figura del care giving e l'impatto sulla famiglia (10 giugno 9:00 – 13:00).
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...altre informazioni Ricevimento:
giorno: 5 maggio, 9 e 10 giungo h 13:00 – 14:00 aula della lezione. Esame orale: data da concordarsi nel mese di giugno. Testo adottato: Saraceno C., Naldini M., (2007) Sociologia della Famiglia, Il Mulino, Bologna. fare un corso di sociologia della famiglia significa prima di tutto cercare di dare una definizione al concetto base del corso, ovvero alla famiglia. Mai forse quanto in questa campagna elettorale e attualmente è vivo il dibattito intorno a che cosa è la famiglia, come è possibile tracciare la linea fra famiglia e non famiglia. Dibattito che se da una parte può sembrare relegato all'ambito, dall'altro come vedremo è fondamentale per delineare l'indirizzi politici in materia soprattutto di politiche sociali, ma anche è fondamentale per creare gli schemi e le tabelle, per fare ricerca sociale, e conoscere quindi la composizione della nostra società. Prima di passare oltre brevemente vi presento il programma del corso e le date, (slide con programma del corso e date). L'esame sarà un esame orale, ovviamente decidiamo insieme le date possibilmente però nel mese di giugno. Per quanto riguarda il mio ricevimento, il mio indirizzo è ..., mentre il ricevimento è fissato... Il libro di riferimento del corso sarà il libro della saraceno e naldini. L'interrogativo pertanto da cui partiamo è che cos'è la famiglia? Come si definisce la famiglia? Magari qualcuno di voi ha una risposta, non so suggerimenti.... Facendo riferimento al testo di Saraceno e Naldini, la prima definizione da cui partiamo è proprio la loro. Probabilmente questa è anche la definizione più lasca e che in un qualche modo percepiamo come distante da noi. Ovvero la famiglia è una costruzione sociale. Tale tipo di definizione in ogni modo è all'origine di tutte le altre, perchè sostanzialmente significa che la famiglia è come la società decide di definirla. Tale definizione ha le sue radici nel costruttivismo sociale, secondo il quale la realtà non è una realtà data ma è costruita quotidianamente dalle persone che agiscono. Le diverse definizioni e metafore che si costruiscono intorno al termine famiglia ne sono un esempio; quando si dice “mi sento come in famiglia”, “è una persona di famiglia” si vede che il termine famiglia è al centro di una costruzione condivisa che parte dalla costruzione sociale non solo degli eventi e dei rapporti che vanno a costruire la famiglia. Ed è come poi vengono definiti tali rapporti che viviamo l'esperienza del nascere, morire, invecchiare, procreare, ma anche la divisione dei ruoli all'interno del nucleo familiare.
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Argomenti del giorno: Definizioni di famiglia;
Dalla struttura familiare del passato a quella contemporanea; Strutture e tendenze delle e nelle famiglie contemporanee
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Che cos'è la famiglia? Famiglia come costruzione sociale;
Famiglia definita in termini funzionali: istituzione per la cura e l'allevamento dei piccoli, definita da precisi confini spaziali e relazioni e i cui membri sono legati da particolari vincoli affettivi (Malinowski, 1913); Famiglia definita come struttura sulla base dei vincoli che legano i loro membri (tipologia di Laslett, 1972): Gruppi domestici così detti “senza struttura”; Gruppi domestici semplici; Gruppi domestici estesi; Gruppi domestici multipli. Distinzione fra struttura della famiglia e relazioni familiari (Barbaglia, 1984) quanto detto (vedere le diverse accezioni che hanno dato del termine famiglia) evidenzia quindi la presenza di una molteplicità di definizione di famiglia. Le definizioni ovviamente si basano su “criteri di definizione” nati in risposta alla necessità di dare risposte a più domande: quali caratteristiche, legami, attività, delimitano una famiglia? Quali sono le regole dell'inclusione o viceversa dell'esclusione della famiglia? Una delle prime definizioni di famiglia è quella fornita da Malinowski che definisce la famiglia in termini funzionali; la famiglia è pertanto l'istituzione preposta alla cura e all'allevamento dei figli piccoli. Una seconda tipologia di definizione invece poggia invece sul concetto di struttura familiare e risponde alla domanda di chi vive con chi? La struttura viene definita in base ai vincoli che legano i membri della convivenza e questi possono essere vincoli di consanguineità o vincoli matrimoniali o di discendenza. Una delle definizioni fornite di tipologia di struttura familiare è quella di Laslett, per cui si arriva a distinguere fra 4 distinte tipologie di struttura familiare: gruppi domestici cosidetti senza struttura: ovvero che non includono una coppia, né una coppia generazionale. In queste troviamo sia le convivenze fra fratelli e sorelle, sia i soggetti che vivono da soli; gruppi domestici semplici: comprendono sia i genitori con i figli, sia solo i genitori senza figli che da un solo genitore con figlio; gruppi domestici estesi: membri della famiglia semplice più collaterali; gruppi domestici multipli, più nuclei coniugali con i loro figli. Rispetto a questa tipologia di definizione Barbagli pone l'attenzione sulle relazioni che si instaurano all'interno della struttura familiare e mette a fuoco quelle che sono le dimensioni di potere all'interno della famiglia.
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Che cos'è la famiglia? Modello circonflesso di Olson (1993) Coesione
Bassa Alta Disimpegnata Separata connessa Invischiata Un modello che guarda alle diverse strutture familiari partendo dalle relazioni fra i membri è quello presentato da Olson. Il modello di Olson si sviluppa attraverso tre dimensioni: l'adattabilità, capacità di cambiare la struttura familiare in base agli eventi che si verificano la comunicazione modalità attraverso la quale i membri usano la modalità per scambiarsi sensazioni o i bisogni ma anche facilita la adattabilità. coesione: è la dimensione che evidenzia la vicinanza o lontananza psicologia fra i soggetti da un punto di vistra psicologico; in base a come le dimensioni si intrecciano emergono 3 distinte tipologie di famiglie. Le famiglie più funzionali sono quelle che si pongono nella posizione centrale rispetto alla coesione e all'adattabilità. Vengono definite bilanciate in quanto permettono di avere una buona coesione interna che fornisce sicurezza sia però permettono ai loro membri di essere dei soggetti distinti. Inoltre hanno una struttura tale che può essere facilmente adattabile ai cambiamenti che avvengono. La comunicazione in questo caso è basata sulla fiducia, le famiglie che si collocano agli estremi possono invece presentare un funzionamento che può portare a più difficoltà. Le famiglie ad esempio caotiche possono avere una grande difficoltà di fronte a situazioni o eventi normativi e paranormativi. Anche lo scambio normativo non si svolge in modo sereno, al contrario le famiglie rigide nn hanno una grande adattbilità, vivono all'interno di regole date ritenuto non toccabili. Le famiglie dove la coesione è bassa sono quelle famiglie che dimostrano una scarsa empatia fra i loro membri, la comunicazione è quindi poco soddisfacente e scarsa. Nelle famiglie invece invischiate c'è una scarsa differenziazione fra i suoi membri le relazioni fra i membri sono fortemente condizionanti. Alta Famiglie bilanciate caotica Famiglie intermedie flessibile Adattabilità Famiglie estreme Strutturata Bassa Rigida
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Che cos'è la famiglia? Relazioni sociali Referenziale Generativa
Il modello di Donati, (1998) Un ennesimo modello di analisi della struttura familiare che ancora una volta guarda alle relazioni familiari è quello di Donati del 1998, che riprende in parte il modello AGIL di Parson. Questo modello delinea le relazioni sociali all'interno di una famiglia come “area” che si forma attraverso tre dimensioni: la dimensione del refero, ovvero la dimensione referenziale, la dimensione del religo, ovvero la dimensione strutturale e infine la dimensione generativa che ovviamente è la più intuitiva e riguarda la relazione fra generazioni. La dimensione referenziale riguarda il legame che sussiste fra i soggetti in senso stretto, riguarda la relazione intersoggettiva fra i soggetti, le modalità di interazione etc etc, la modalità invece referenziale riguarda il legame e la connessione strutturata su quella che possiamo chiamare come la memoria storica che si porta dietro una famiglia, che si sviluppa tenendo fermi il quadro di riferimento simbolico della famiglia. Quindi i soggetti all'interno di una famiglia sviluppano uno scambio, ma allo stesso tempo portano con se un patrimonio culturale. Possiamo però entrare maggiormente nel dettaglio ad esempio e vedere come le relazione fra i membri in entrambe le dimensioni si articolano in altre due dimensioni che sono la dimensione intersoggettiva e la dimensione struttura. Un passo in avanti si fa poi considerando che le relazioni all'interno della famiglia sono riguardanti due distinte realtà: la relazione coniugale e la relazione genitoriale. A ciascuna delle due relazioni sono ovviamente associate delle responsabilità, che presentano un denominatore comune che è appunto quello della cura, il codice pertanto simbolico dei legami familiari è quello della cura nello specifico legame che porta avanti: in relazione a questo si possono leggere così diverse accezioni di cura. Relazioni sociali Referenziale Generativa Strutturale
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Refero (referenziali)
Che cos'è la famiglia? Relazioni Religo (strutturali) Refero (referenziali) Intersoggetive (faccia a faccia) Aspettative reciproche e legami creati nella comunicazione Senso empatico, intenzionale, orientato ai simboli nella relazione uomo e donno Esterni Aspettative del sistema societario. Legami di tipo associativo Sub cultura di appartenenza
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Che cos'è la famiglia? Legame moglie – marito Ruolo coniugale
Cura della differenza Legame genitore – figlio Ruolo genitoriale Cura del dialogo (azione socio – educativa) Legame figlio adulto – genitore anziano Ruolo filiale Cura della riconoscenza (debito del figlio adulto)
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Che cos'è la famiglia? Struttura della famiglia e ciclo di vita di Mc Goldrick e Carter (1980) Fasi del ciclo di vita Compiti emozionali Giovane adulto senza legami Differenziazione e definizione del proprio sé rispetto ai familiari, nell’ambito lavorativo e nelle relazioni con pari Formazione della coppia Costruzione dell’identità della coppia. Ridefinizione delle relazioni con la famiglia estesa. Nascita del 1° figlio e famiglia con figli piccoli Accettazione del figlio come nuovo membro del sistema. Assunzione dei ruoli genitoriali e riadattamento delle relazioni con la famiglia d’origine Famiglia con adolescenti Incremento della flessibilità dei confini familiari per permettere il progressivo svincolo dei figli. Nuova attenzione ai rapporti di coppia. Famiglia i cui figli adulti escono di casa Accettazione di un numero sempre maggiore di movimenti di entrata e di uscita dal sistema. Famiglia nell’età anziana Accettazione del cambiamento dei ruoli generazionali. Mantenimento del funzionamento della coppia. Sostegno del ruolo centrale della generazione di mezzo. Un modo altro per leggere la famiglia è guardarla attraverso lo scorrere del tempo: al riguardo si parla quindi del ciclo di vita della famiglia.
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Strutture familiari nel passato
Mutamenti della famiglia italiana urbane dal XVI – XX (Barbagli, 1984): Una stabilizzazione dovuta dal 1660 in poi ad una diminuzione della frequenza e dell’intensità della mortalità per la riduzione delle epidemie; Diminuzione delle famiglie incomplete; Riduzione delle differenze nel grado di complessità delle famiglie e un mutamento nelle regole di trasmissione patrilineari nei ceti notabili (da patrilineare divisibile, a patrilineari indivisibile a quello delle divisibilità ) Riduzione del personale domestico nelle abitazioni a partire dal XVII secolo e più lunga presenza dei figli a casa. Italia centro settentrionale XV- XVI secolo: Frattura città – campagna: nascita dell’organizzazione produttiva poderale Organizzazione della famiglia contadina a seconda del ceto Il passo successivo che faremo ora è quello di lasciarci alle spalle la famiglia di oggi e andare a vedere quella del passato. È quindi opportuno partire dal fatto che la famiglia a lungo ha rappresentato una vera e propria impresa, fonte non solo della dimensione riproduttiva, ma anche della dimensione produttiva delle persone. Solo più recentemente a partire oramai dal finire di due secoli fa, ovvero dall'800, i primi censimenti hanno messo in luce come con il passare del tempo le famiglie a struttura multipla avessero passato nel tempo quello che Durkheim chiama processo di progressiva contrazione passando dalla famiglia multipla alla famiglia coniugale più moderna. A tale progresso avrebbe favorito l'industrializzazione, favorendo difatti lo sviluppo della possibilità di avere il sostentamento della famiglia fuori da questa. Tale tesi non trova però conferma in ricerche successive che mostrano come la struttura coniugalità – nuclearità fosse già in auge nell'Inghilterra nel xv secolo e che anzi sia proprio stata questa a supportare il fenomeno dell'industrializzazione. Il dibattito pertanto è un dibattito controverso, che evidenzia inoltre come realtà geografiche e culturali diverse abbiamo vissuto in modo altrettanto diverso lo sviluppo e i cambiamenti nelle strutture familiari. Per quanto ad esempi riguarda l'Italia Barbagli ha tracciato un profilo delle regioni del Centro – Nord trovando notevoli trasformazioni nel corso del tempo sia tra regioni, fra ceti e fra città e campagna. I suoi risultati mostrano che in italia l'industrializzazione è stata determinante per la nascita della famiglia coniugale – nucleare nel xix xx secolo, ma che nn è vero che prima di questa data prevalesse la famiglia multipla a tre generazioni. La famiglia nucleare si era già affermata nel meridione dove le persone vivevano nella città contadina, così come nel nord dell'italia. Secondo questo autore fra il xiv al xx la famiglia urbana italiana ha attraversato quattro momenti..
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Strutture familiari nel passato
Francia: XVI secolo forte presenza di famiglie nucleari – coniugali, ma nel meridione presenza massiccia di nuclei multipli o estesi; Austria: stessa situazione, forti tensioni per l’eredità Mutamenti lungo il ciclo di vita di una famiglia (Pitkin 1985).
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Instabilità delle strutture familiari nel passato
Elevato tasso di mortalità = Numero importante di famiglie ricostituite (fenomeno della ricomposizione) Elevata migrazione (fenomeno della dispersione della famiglia) Teoria della stabilizzazione instabilità delle famiglie nel passato: tasso di mortalità diffusa e un'eta media molto più bassa di oggi; per ragioni legate alla gravidanza e al parto c'era la possibilità di avere molti più orfani di madre che di padre. Differenze nella possibilità di sposarsi fra i due, quindi un primo fattore di instabilità è dato dalla possibilità che molte famiglie fossero ricostruite, anche attraverso poi matrimonio fra persone della stessa famiglia. Non era raro che se un uomo perdeva la moglie ne sposasse poi la sorella. Secondo fattore di instabilità dato invece dai fenomeni migratori, pensiamo ai figli o figlie eccedenti, per chi ha visto l'albero degli zoccoli alle famiglie contadine, questo passato pertanto molto mobile e instabili ha portato molti studiosi oggi ha rivedere un po' l'idea romantica del passato legato a una immagine stereotipata e solida della famiglia. Secondo questi studiosi la diminuzione del rischio della mortalità, e l'aumento e diversificazione della produzione avrebbe consentito una stabilizzazione all'interno delle strutture familiari. Pertanto secondo sempre gli stessi studiosi i fenomeni più recenti di instabilità legata a separazioni e divorzi potrebbe essere vista come una modalità per arrivare ad una nuova fase di stabilizzazione futura.
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Industrializzazione e trasformazione della famiglia
Urbanizzazione – divisione del lavoro – fenomeni demografici: quali di questi fenomeni producono quali effetti sulla famiglia? Composizione sociale della popolazione e della distribuzione fra campagna – città; Trasformazione dei rapporti familiari (riduzione del potere di controllo dei genitori sui figli; permanenza dei figli a casa, uso strategico della parentela) Dalla famiglia – unità produttiva alla economia familiare salariata (conseguenza sulla divisione dei ruoli familiare); Nascita dello spazio della produzione e quello della riproduzione (uomini e donne occupano in modo diverso i differenti spazi nel corso del loro ciclo di vita; operaio vs casalinga) Solidarietà economica intergenerazionale forte; Transizione demografica: abbassamento tassi di mortalità, aumento tasso di fecondità e di matrimoni Mutamenti nella condizione di costituzioni della famiglia. Un fenomeno che ha influito indubbiamente sulla struttura familiare è quello legato alla industrializzazione, questo a sua volta fenomeno che ha più dimensioni: urbanizzazione, divisione del lavoro e fenomeni demografici. Il punto è chiedersi quindi quali di questi aspetti ha influenzato e su quali strutture familiari e avendo quali conseguenze. Viste queste passiamo ora a parlare delle strutture familiari nella società contemporanea. Dopo questo breve tuffo nel passato potrebbe sembrare che oggi siano più chiari i confini della convivenza familiare; fra i tratti che possono essere individuanti la famiglia possono essere la coresidenzialità e la condivisione di un bilancio familiare. Anche se la dove pensiamo alle nostre famiglie o alla nostra esperienza personale ci accorgiamo che non è così immediato. È indubbio che oggi possediamo una mole di dati significativa sulla famiglia contemporanea.
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Strutture familiari nella società contemporanea
Istat dal 1981: Unipersonali; Coppie senza figli Coppie o singoli con figli Estese Definizione anagrafica della convivenza familiare, i tratti caratteristici la famiglia sono: Relazione di parentela, affinità o affettività che unisce fra di loro le persone; La coabitazione, cioè la convivenza di tutti i membri nello stesso alloggio e la conseguente condizione della loro dimora abituale nello stesso comune L’unità di bilancio (requisito scomparso).
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Definizione EUROSTAT A fini censuari la famiglia dovrebbe essere definita nel senso stretto di nucleo familiare, cioè le persone entro un aggregato domestico che sono tra loro legate come marito e moglie, o genitore e figlio/i (di sangue o di adozione) celibe o nubile. Perciò un nucleo familiare comprende una coppia sposata con o senza figli celibi/nubili di qualsiasi età, o un genitore solo senza o con figli celibi o nubili di qualsiasi età. L’espressione coppia sposata dovrebbe includere ove possibili coppie che dichiarano di vivere in unione consensuali e, dove possibile, si dovrebbe dare dati distinti sulle coppie legalmente sposate e quelle consensuali. Una donna che vive con i propri figli celibi/nubili deve essere considerata come facente parte dello stesso nucleo dei figli, anche se essa stessa è nubile e se vive con i propri genitori. Lo stesso vale per un uomo in situazione analoga. Per figli si intendono anche i figli del coniuge/conviente e i figli adottivi, ma no i figli in affidamento.
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Le strutture familiari contemporanee
Fattori caratteristici: Aumento del numero delle famiglie (nuclearizzazione): aumento del numero delle famiglie maggiore di quella della popolazione; Riduzione delle nascite e modifica del ciclo di vita di una famiglia (anche dovuta ad un allungamento della durata della vita); Fenomeno della ricoabitazione: famiglie che dopo aver vissuto un periodo per conto proprio tornano a vivere nuovamente insieme (che incide sulle famiglie nucleari) .
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Famiglie per tipologie e ripartizione geografica (Saraceno, Naldini, 2007, 42)
Dal 1961 al 2001…
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Famiglie per tipologia
25 – 34 anni: diminuita la % di coloro che sono già genitori e aumentata % di coloro che vivono ancora in famiglia (fenomeno del pendolarismo familiare); Gli anziani rappresentano una quota consistente delle persone che vivono da sole (più donne che uomini); Emergenza di nuove famiglie; Sviluppo di famiglie monogenitoriali;
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Altre tendenze Istat 2003, famiglie ricostituite al 4,8%;
Crescita della convivenza more uxorio: In Svezia quasi il 99% delle coppie sposate ha coabitato prima di sposarsi; Italia, 2001, mezzo milione di coppie conviventi; In taluni casi “convivenze fittizie” Famiglie miste: marito italiano e moglie straniera al 77%; “Comuni”: Scandinavia e Olanda ; Francia, PACS – Pacte civil de solidarietè (solidarietà orizzontale fra chi vive insieme);
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Istat, 2007
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Istat, 2007, famiglie
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Istat, 2007, famiglie
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Istat, 2007, famiglie
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Meno matrimoni Tassi generici di nuzialità, 2005
In Italia il matrimonio continua a rappresentare per i giovani un’istituzione di grande importanza; tuttavia nel nostro paese il tasso di nuzialità è in costante calo. Ci si sposa meno e ci si sposa sempre meno giovani. E inevitabilmente, in un paese in cui si lascia la famiglia di origine soprattutto a seguito delle nozze, il rinvio del matrimonio contribuisce alla lunga permanenza dei giovani in famiglia. In Italia appaiono del tutto peculiari rispetto, al resto d’Europa, i comportamenti relativi a separazioni e divorzi.
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Meno divozi.. Uno dei fenomeni sociali per i quali il comportamento degli italiani si distingue nettamente da quello degli altri cittadini europei è senz’altro la divorzialità. Nonostante, infatti, dal 1970 nel nostro paese sia prevista dalla legge la possibilità di divorziare e nonostante l’andamento crescente di separazioni e divorzi, l’Italia presenta il tasso di divorzialità più basso tra i paesi dell’Unione Europea. Le differenze tra l’Italia e i paesi dell’Europa settentrionale sono davvero molto ampie: si registrano valori del tasso di divorzialità intorno al 3 per mille nei paesi del Nord e dell’Est Europa e minori all’1 per mille in Italia. In generale sono i paesi mediterranei e/o di religione a maggioranza cattolica a presentare i tassi di divorzialità più bassi.
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