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PubblicatoSandra Floris Modificato 11 anni fa
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1 Servizi Universitari Online di Orientamento Formazione, Istruzione e Apprendimento Carlo Crespellani Porcella Il progetto UniSofia Cagliari 3 marzo 2008
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2 I DUE PROBLEMI CRUCIALI Di fronte a ogni nuova innovazione due sono i problemi cruciali da porsi: in quale contesto si cala? a quale esigenze nuove risponde?
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3 IL FRAMING EFFECT E LINCIDENZA del CONTESTO
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5 QUAL E IL CONTESTO Uno studio della Berkeley University ha rilevato che il volume di informazioni prodotte tra il 2001 e il 2004 è equivalente a quello prodotto tra il 1970 e il 2000 e che queste sono a loro volta equivalenti alla quantit à di tutte le informazioni prodotte dall umanit à da quando è nata la scrittura fino al 1970. Un aggiornamento di questo studio ha rilevato che nei due anni dal 2004 al 2006 abbiamo prodotto l identica quantit à di informazioni nella met à del periodo. Se volessimo indicizzare solo l informazione prodotta nei primi 6 anni di questo secolo staremmo dunque parlando del doppio di tutta l informazione scritta di tutta la storia dell umanit à fino al 1970.
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6 QUAL E IL CONTESTO UNA NUOVA CONSAPEVOLEZZA. La linea di tendenza indicata rafforza sempre pi ù l idea della conoscenza come il risultato di un PROCESSO DI COSTRUZIONE COLLETTIVO, SOCIALE. Ne consegue che l unica forma di apprendimento efficace è la partecipazione a tale processo e che la conoscenza cresce tanto meglio e tanto pi ù, quanto pi ù la si condivide. Si ha, pertanto, una crescente incidenza della condivisione, e quindi della comunicazione, sullo stesso processo di sviluppo della conoscenza.
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7 La possibilit à, ormai disponibile a un livello che non ha precedenti nella storia, che un numero di persone straordinariamente elevato (e che tende ad aumentare sempre pi ù ) ha di comunicare, interagire e collaborare tra loro su scala planetaria sta determinando il passaggio dal PENSARE IN MODO VERTICALE, che significa chiedersi chi controlla un certo sistema e come si sviluppa, al PENSARE IN MODO ORIZZONTALE, per il quale prioritaria non è la questione del controllo e della gestione, ma la possibilit à di connettere nel modo migliore e pi ù efficace i nodi di una rete in modo da riuscire a ricavare il massimo di informazioni da tutte le fonti insieme. QUAL E IL CONTESTO
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8 LA RETE Il fenomeno Rete è linsieme combinato di : Tecnologia (strutture, topologie, sistemi di relazione, supporti fisici, logici, software, protocolli, standard…) Modelli (astrazione e relative rilevanze concettuali) Lambiente (sistemi di relazione presenti : sociali, organizzativi, comportamenti individuali e collettivi: communities, privacy, riservatezza, identità, business, … )
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9 RuolodellaRETEInfrastrutture Modello del mondo e della realt à Ambiente Nuovi tipi di gruppi Nuove modalit à creazione soggetti collettivi
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10 La Rete come… Cosa succede al concetto di Rete? Infrastruttura Tecnologie, servizi, applicazioni … Ambiente Modalità di formazione di nuove comunità Modello Modelli di interazione, topologie, gerarchie …
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11 La rete globale della ricerca
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12 La Rete GARR RETI INDISPENSABILI PER IMPLEMENTARE: AMBIENTI DI APPRENDIMENTO; COMUNITA DI APPRENDIMENTO
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13 QUALI SONO LE NUOVE ESIGENZE Scienza e Governance, Rapporto elaborato da un Gruppo internazionale di esperti, nominati dal Direttorato Generale per la ricerca della Commissione Europea (2007): Linnovazione non riguarda solo linnovazione tecnologica. Infatti, la maggior parte delle cosiddette innovazioni tecnologiche consiste in realtà di innovazioni tecno-sociali, dal momento che le competenze organizzative, le connessioni tra settori diversi subiscono un analogo e generale rinnovamento. Tutto ciò è largamente riconosciuto ma non è sempre preso in considerazione quando le finalità di policy dellinnovazione sono ridotte a obiettivi politicamente gestibili.
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14 QUALI SONO LE NUOVE ESIGENZE Piano di Azione Scienza e Società dellUE (2005): Dopo lilluminismo il progresso scientifico e tecnologico è stato considerato uno scopo in sé. Tuttavia, oggi la scienza non è più insindacabilmente ritenuta foriera di tempi migliori. La visione sociale della ricerca scientifica ha acquistato contorni molto più sofisticati e sfumati. È cresciuta la distanza tra la comunità scientifica e la società allargata. I cittadini non sono più disposti a mettersi a sedere e a lasciare che la comunità scientifica e i politici definiscano lagenda politica.
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15 QUALI SONO LE NUOVE ESIGENZE Scienza e Governance: Oggi linnovazione è distribuita, coinvolge una molteplicità di attori, non conosce semplici vie di successo. In altre parole, linnovazione è già stata reinventata e i decisori politici dovrebbero tenere conto di ciò in modo sistematico (p. 30). Gli schemi attuali di innovazione sono ben più complessi di quelli del passato, anche recente, e sono dotati di meccanismi di feed-back. In tali modelli i processi innovativi sono indotti dagli utenti e gli sviluppi sociali, più degli sviluppi tecnologici, rappresentano lelemento trainante (p. 38).
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16 INNOVAZIONE CENTRALIZZATA E INNOVAZIONE DISTRIBUITA La concezione dellinnovazione centralizzata oggi è drasticamente messa in discussione nella pratica ed è scalzata da modelli alternativi - per esempio dalla nozione di innovazione aperta e, più in generale, di innovazione distribuita. Linnovazione distribuita è osservabile in situazioni in cui attori sociali ed eterogenei, in possesso di elementi complementari di conoscenza, interagiscono tra loro, dando vita a reti o a comunità creative. Essi cooperano in modo informale e costruiscono (co-costruiscono) le tecnologie e il loro ambiente.
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17 DAL COGNITIVISMO AL COSTRUZIONISMO Se inserito in questo contesto e considerato il frutto di queste nuove esigenze, il passaggio dal cognitivismo classico al costruzionismo nei processi di insegnamento/apprendimento non costituisce pertanto una svolta di carattere metodologico, prodotto di opzioni di tipo puramente teoriche o, peggio, accademiche, ma è lespressione di un processo sociale che tende a far emergere sempre più il fatto che il cosiddetto pubblico della conoscenza e della scienza non è una semplice entità già data, che sta solo aspettando di essere informata dallesterno e dallalto, ma è qualcosa di costruito e reso capace di agire attraverso molteplici e inedite modalità di coinvolgimento di cui chiede di essere non solamente il destinatario, ma il protagonista attivo.
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18 DAL COGNITIVISMO AL COSTRUZIONISMO Questo inedito e sempre più pressante bisogno di coinvolgimento di partecipazione e di protagonismo da parte del pubblico non può più essere soddisfatto dalla trasmissione unidirezionale (one-way) di conoscenza, dalla scienza e dai suoi depositari verso unutenza immaginata come passiva e disinformata. La richiesta di un sempre più ampio coinvolgimento sociale nei modi di produzione e validazione della conoscenza esige un processo di co-produzione tra scienza e società che trasforma il significato stesso di nozioni oggettività e razionalità e fa emergere,conseguentemente, la necessità di nuove modalità di trasmissione dei saperi.
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19 Dallintersoggettività allintelligenza connettiva La conoscenza è dinamica e incompleta Sviluppo delle alternative Accordarsi sulle premesse per la selezione Ragionamento distribuito e ruolo della comunicazione Il pensiero come forma di connessione tra persone e gruppi Sviluppo di teorie sistemiche per sistemi multiagente le quali prevedono la possibilit à, da parte di ciascun agente, di ragionare sulle proprie conoscenze e su quelle altrui, e permettono l identificazione di conoscenze distribuite (distribuited knowledge) o condivise da un gruppo di agenti (common knowledge)
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20 Dal «contenitore» a un ambiente dinamico Questa concezione della conoscenza fa venir meno la metafora del contenitore, l idea cio è che la conoscenza acquisita dai soggetti individuale e collettivi, e dall umanit à nel suo complesso, possa in qualche modo essere accumulata e stipata all interno di un archivio grande quanto si vuole ma dalle dimensioni comunque finite e avente, quindi, confini che lo differenziano in modo netto e definito rispetto a tutto ciò che si trova all esterno di esso. All idea del contenitore subentra quella di un ambiente da intendersi come un insieme di elementi interconnessi e attivabili dinamicamente.
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21 DAL COGNITIVISMO AL COSTRUZIONISMO Il senso di questo passaggio può essere illustrato attraverso un proverbio africano citato e fatto proprio da Samuel Papert, l inventore del Logo. Il proverbio è il seguente: Se un uomo ha fame gli puoi dare un pesce, ma meglio ancora è dargli una lenza e insegnargli a pescare". A esso Papert aggiunge, di suo, la seguente considerazione: Naturalmente, oltre ad avere conoscenze sulla pesca, è necessario anche disporre di buone lenze, ed è per questo che abbiamo bisogno di computer e di sapere dove si trovano le acque pi ù ricche...".
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22 DAL COGNITIVISMO AL COSTRUZIONISMO Questa metafora ha il pregio di costituire un efficace integrazione tra esigenze teoriche e istanze che emergono dal mondo delle pratiche e delle tecnologie. Raccoglie pienamente ed esprime con semplicit à l idea di coevoluzione, basata sul presupposto che l'ambiente non sia una struttura imposta agli esseri viventi dall'esterno, ma sia in realt à uno sfondo alla cui costituzione e precisazione essi danno un contributo fondamentale, in quanto i loro sistemi nervosi centrali e i loro schemi percettivi e cognitivi non sono adattati a leggi naturali assolute, ma piuttosto a leggi naturali che operano in una struttura condizionata dalla loro stessa attivit à sensoria.
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23 DAL COGNITIVISMO AL COSTRUZIONISMO Pone al centro dell attenzione non l azione di sfamare e il soggetto che la compie, ma chi deve essere sfamato e la necessit à di fornire a esso le risorse e gli strumenti per poter appagare i suoi bisogni non soltanto qui e ora, in questa specifica contingenza, ma anche in futuro e, possibilmente, per tutto l arco della sua vita. Detto in termini pi ù precisi e pi ù rispondenti allo spirito del proverbio, sposta l attenzione dai due soggetti implicati (chi d à e chi riceve) al processo di relazione interpersonale e di cooperazione tra di essi.
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24 DAL COGNITIVISMO AL COSTRUZIONISMO A questa prima mossa teorica essenziale Papert aggiunge, come corollario indispensabile, il riferimento imprescindibile alla conoscenza (sapere il pi ù possibile non solo sull attivit à della pesca, in modo da diventare il pi ù possibile competenti in relazione a questa pratica, ma anche sull ambiente naturale nel quale essa si deve esercitare, cos ì da riuscire a localizzare le acque pi ù ricche) e agli strumenti di cui occorre dotarsi (le buone lenze).
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25 IL MODELLO DELLAPPRENDISTATO COGNITIVO Proposto da Allan Collins, da John Seely Brown e da Susan Newman e poi ripreso e sviluppato da Jonassen all interno della sua teoria degli ambienti d apprendimento di matrice costruttivistica. Come l apprendistato tradizionale, quello pratico, l apprendistato cognitivo si basa su tre momenti successivi: 1. osservazione 2. strutturazione 3. crescente capacit à pratica
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26 DIFFERENZE TRA APPRENDISTATO COGNITIVO E APPRENDISTATO TRADIZIONALE L Apprendistato Cognitivo mira a rafforzare la capacit à di apprendere ad apprendere, quello che Bateson chiama deutero-apprendimento, concentrando quindi la propria attenzione soprattutto sui processi e sulle competenze metacognitive. A tal scopo l'esperto si pone, come obiettivo prioritario, quello di modellare e strutturare l'attivit à percettiva del principiante, proponendogli situazioni nelle quali quest ultimo possa trarre dall osservazione del comportamento complessivo di chi lo guida non solo raffronti rispetto al proprio modo di affrontare e risolvere i problemi che gli vengono proposti, ma anche immediate valutazioni sull efficacia delle soluzioni che sta mettendo in atto
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27 DALLAPPRENDISTATO TRADIZIONALE A QUELLO COGNITIVO Dall'apprendistato tradizionale quello cognitivo mutua le quattro fasi fondamentali per promuovere la competenza esperta: l apprendista osserva prima il maestro che mostra come fare e poi lo imita (modelling); il maestro assiste di continuo il principiante, ne agevola il lavoro, interviene secondo le necessit à, dirige l attenzione su un aspetto, fornisce feedback (coaching): il maestro fornisce un sostegno in termini di stimoli e di risorse, pre- imposta il lavoro (scaffolding); il maestro diminuisce progressivamente il supporto fornito per lasciare via via maggiore autonomia e un crescente spazio di responsabilit à a chi apprende (fading).
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28 DALLAPPRENDISTATO TRADIZIONALE A QUELLO COGNITIVO A queste strategie di base se ne affiancano anche altre quali: l articolazione (si incoraggiano gli studenti a verbalizzare la loro esperienza); la riflessione (li si induce a confrontare i propri problemi con quelli di un esperto); l esplorazione (li si spinge a porre e risolvere problemi in forma nuova).
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29 LIVELLIRUOLO DOMANDA MODALITA IDENTITA SPONSOR CHI Riconoscimento Individuale VALORI MENTORPERCHE ISPIRARE CAPACITA DOCENTE COME STIMOLARE BEHAVIOR COACH CHE COSA ADDESTRARE AMBIENTE FACILITAT ORE DOVE, QUANDO GESTIRE ECCEZIONI LE FUNZIONI DELLINSEGNANTE
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30 Una sfida per il sistema universitario O luniversità riuscirà, già nellimmediato futuro, a interpretare queste nuove esigenze e ad assecondarle oppure, dal momento che la natura e la società non tollerano troppo a lungo vuoti, emergeranno nuovi soggetti capaci di raccogliere la sfida di come cogliere il valore della distribuzione sociale e della capacità di conoscenza diffusa, rispetto alla concentrazione di essa - e in grado di proporre e sviluppare le adeguate misure conseguenti, definendo e realizzando interventi di supporto operativo alle pratiche e alle iniziative che migliorano questa qualità socio- epistemica distribuita, decentralizzata e diversificata. Questa è la sfida del futuro prossimo per le università, che non si vince certo con il decentramento e con luniversità diffusa.
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31 NUOVA ORGANIZZAZIONE DEL SAPERE E UNIVERSITÀ COME COMUNITA DI SAPERE E DI PRATICA LA R ISPOSTA GIUSTA:
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32 UNIVERSITÀ COME CAPITALE SOCIALE e RELAZIONALE Assumere il sistema dellistruzione nel suo complesso come risorsa e come capitale sociale significa affermare che i processi di insegnamento/apprendimento sono una delle fonti primarie di struttura e di organizzazione sociale, di costituzione di una COMUNITA DI SAPERE E DI PRATICA.
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33 UNIVERSITÀ COME CAPITALE SOCIALE E RELAZIONALE Entrare a far parte di una COMUNITA DI SAPERE E DI PRATICA e contribuire ad arricchirla significa non solo entrare nella sua CONFIGURAZIONE INTERNA, ma anche nel sistema di RELAZIONI CHE ESSA INTRATTIENE CON LAMBIENTE ESTERNO E CON IL RESTO DEL MONDO. Le comunità di sapere e di pratica sono sia FONTI DI CONFINI, sia CONTESTI PER LA CREAZIONE DI CONNESSIONI A VASTO RAGGIO.
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34 COMUNITA DI SAPERE E DI PRATICA E INTERMEDIAZIONE Lo strumento di supporto delle relazioni tra un comunità di sapere e di pratica e lambiente esterno è lINTERMEDIAZIONE, unattività complessa che esige la capacità di legare i saperi e le pratiche, facilitando le TRANSAZIONI e i PASSAGGI tra essi e di promuovere un apprendimento capace di introdurre in un sapere e in una pratica elementi di altri saperi e di altre pratiche.
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35 COMUNITA DI SAPERE E DI PRATICA E INTERMEDIAZIONE La rilevanza e la funzionalità delle comunità di sapere e di pratica non viene perciò attenuata, ma viene al contrario arricchita e potenziata dalla formazione di configurazioni sempre più vaste.
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36 APPRENDIMENTO, COMPETENZE E PRATICHE Lapprendimento soffre sia quando lesperienza pratica e la competenza sono TROPPO VICINI, sia quando sono TROPPO DISTANTI. Poiché crea una TENSIONE tra esperienza pratica e competenza, LATTRAVERSAMENTO DEI CONFINI delle comunità di sapere e di pratica è un processo, attraverso il quale lapprendimento viene potenzialmente favorito, a patto che la distanza con il sapere e la pratica di partenza non sia eccessiva.
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37 NUOVA ORGANIZZAZIONE DEL SAPERE Kenneth Keniston,, direttore del MIT India Program e del Program in Science, Technology and Society al Massachusetts Institute of Technology: CRISI DELLALGORITMO DELLI NGEGNERE.
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38 NUOVA ORGANIZZAZIONE DEL SAPERE/2 Questa crisi è determinata dal fatto che non si può più procedere per sommatoria accatastando luno sullaltro, in modo casuale e senza un disegno preciso e un progetto coerente, pezzi di formazione diversi. Occorre invece procedere con una politica sottile di intersezione, di incastro, organizzando e mettendo in pratica processi formativi basati sul confronto tra prospettive diverse e sperimentando, anche nellambito di questi processi, strategie di interazione complesse.
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39 Tutti sono in grado di complicare, pochi sono in grado di semplificare. Per semplificare bisogna saper togliere e per togliere bisogna sapere cosa cè da togliere. E molto più difficile SEMPLIFICARE che COMPLICARE. E molto più difficile TOGLIERE che AGGIUNGERE. E molto più difficile procedere per INTERSEZIONI e per INCASTRO che per SOMMATORIA. Per sapere cosa togliere e perché bisogna disporre di un PROGETTO ben definito e dagli obiettivi chiari. BRUNO MUNARI:
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40 Plutôt une tête bien faite qu une tête bien pleine Plutôt une tête bien faite qu une tête bien pleine (Montaigne) Formare delle persone capaci d organizzare le loro conoscenze piuttosto che d immagazzinare un accumulazione di saperi, anche perch é rincorrere questa accumulazione sta diventando un compito semplicemente impossibile. Montaigne
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41 Uno splendido esempio di questa capacità di TOGLIERE, che non è comunque dostacolo al riconoscimento (tuttaltro) è la FACE DE FEMME del 1935 di Matisse. Pochi tratti ESSENZIALI sono sufficienti per far scattare la nostra capacità di classificare correttamente questa figura e di interpretarla come faremmo con una fotografia ben più ricca di dettagli. LA PERCEZIONE E SELETTIVA. Anche lAPPRENDIMENTO lo è.
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42 LA FINALITA CHIAVE La finalità chiave di una testa ben fatta è far emergere e consolidare la capacità di LEGARE E CONNETTERE LE CONOSCENZE: LARTE DI ORGANIZZARE IL PROPRIO PENSIERO, DI COLLEGARE E DISTINGUERE AL TEMPO STESSO. Si tratta di favorire lattitudine a interrogare, di legare il sapere al dubbio, di sviluppare la capacità dintegrare il sapere particolare non soltanto in un contesto globale, ma anche nella propria vita, di stimolare lattitudine a porsi i problemi fondamentali della propria condizione e del proprio tempo.
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43 ORGANIZZAZIONE CHE CONNETTE Nelle due figure qui a lato siamo in presenza di una mancanza (nello spazio fisico) che tuttavia regge e organizza la percezione visiva. La percezione del triangolo bianco o della configurazione irregolare è dovuta allorganizzazione complessiva delle figure medesime e alle loro strutture, cioè allinsieme delle relazioni tra gli elementi che compaiono in esse.
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44 LAUTOSUFFICIENZA CHE SOFFOCA LA PERCEZIONE E sufficiente modificare un poco le strutture precedenti perch é l effetto scompaia, come dimostra questa figura, nella quale ciascun elemento, anzich é esigere una relazione con gli altri, diventa autosufficiente. Non essendoci pi ù tendenza al completamento, non si ha pi ù percezione dell organizzazione.
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45 ORGANIZING CONCEPTS Importanza del ricorso a quelli che CORA DIAMOND (1996) chiama: CONCETTI ORGANIZZATORI. Questi concetti hanno il potere di generare e dispiegare articolazioni discorsive e di tenere insieme visibile e invisibile, in quanto non necessariamente appaiono nel discorso.
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46 ORGANIZING CONCEPTS Simon Weil: Non sarei nata se ai miei genitori non fosse accaduto di incontrarsi. Qui il termine caso non appare nemmeno, ma è chiaramente il concetto organizzatore di un discorso etico, ramificato nello spazio discorsivo che esso stesso genera.
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47 Finalità del progetto UniSofia Aumento dei laureati in Sardegna e abbattimento della dispersione scolastica e universitariaAumento dei laureati in Sardegna e abbattimento della dispersione scolastica e universitaria Progettazione di un nuovo rapporto tra: territorio, formazione e conoscenzeProgettazione di un nuovo rapporto tra: territorio, formazione e conoscenze Creazione di uninfrastruttura e di ambienti capaci di gestire nuove conoscenze e creare communitiesCreazione di uninfrastruttura e di ambienti capaci di gestire nuove conoscenze e creare communities Ammodernamento sistema formativo e universitario secondo nuovi modelli di apprendimento e modalità blended e continuiAmmodernamento sistema formativo e universitario secondo nuovi modelli di apprendimento e modalità blended e continui Dare continuità nel passaggio tra scuola secondaria e UniversitàDare continuità nel passaggio tra scuola secondaria e Università Apertura verso il mondo esterno e creazione di opportunità di lavoro e sviluppoApertura verso il mondo esterno e creazione di opportunità di lavoro e sviluppo
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48 Il progetto UniSofia Due sottoprogetti : Servizi di Orientamento Universitario per studenti delle scuole secondarieServizi di Orientamento Universitario per studenti delle scuole secondarie Erogazione corsi di riallineamentoErogazione corsi di riallineamento Corsi di Laurea in :Corsi di Laurea in : Scienze dellArchitetturaScienze dellArchitettura Scienza dell AmministrazioneScienza dell Amministrazione Scienze della ComunicazioneScienze della Comunicazione
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49 Il modello didattico Apprendimento individualeApprendimento individuale Apprendimento collettivoApprendimento collettivo Laboratori e videoconferenze multipolo Videolezioni Lezioni magistrali Laboratori ed eventi in presenza Moduli e-learning Applicazioni condivise in rete
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50 Verso quale nuovo modello presenza-online ? Ambiente in Rete Ambiente in presenza Università telematiche Semplice Erogazione pushing in rete Università tradizionali Corsi on-line Università tradizionali Università aperta - Net University Processi in Rete, accessibilità diffusa Attività in presenza e in rete Communities trasversali Apprendimento supportato dalla Rete Apertura verso altre Accademie e Saperi Ricerca e Didattica compresenti: Metodologie e tecnologie didattiche
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51 La centralità dello studente si deve tradurre, operativamente, nella individuazione di contenuti, linguaggi e stili di comunicazione che tengano conto delle effettive possibilità di comprensione dei destinatari.
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52 Silvano Tagliagambe silvano.tagliagambe@unisofia.it Grazie dellattenzione www.unisofia.it
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