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PubblicatoEustorgio Di maio Modificato 10 anni fa
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SICUREZZA, MOLTE DIMENSIONI E MOLTI RUOLI Alberto Ceriani IReR – Istituto Regionale di Ricerca della Lombardia
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Un quadro meno allarmante
Situazione della sicurezza in Lombardia: meno allarmante Timore di restare vittima di un atto criminoso: rischio chiaro ai cittadini lombardi, ma possibile“effetto di rinforzo” Il dibattito sulla sicurezza, nell’ultima decade, si è in parte sviluppato secondo logiche interne al quadro politico e al rapporto con i mass-media, indipendentemente - almeno in parte - dall’evoluzione della situazione oggettiva della criminalità nella nostra Regione (le stesse considerazioni potrebbero essere fatte rispetto ad altre aree del Paese). Il punto Fonte: IReR, “La sicurezza in Lombardia: la percezione dei cittadini attraverso le ricerche dell’IReR e dell’Osservatorio Regionale”, Dicembre 2004
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Le nuove domande di sicurezza
“Negli ultimi decenni abbiamo assistito al passaggio da una società delle regole generali continue e stabili ad una “società dei rischi individualizzati”, instabile e discontinua.” (Morin, 2004) “L' attesa dell' inaspettato, l'attesa dei rischi possibili domina sempre più la scena della nostra vita: rischi individuali e rischi collettivi. E' il fenomeno nuovo che diventa un fattore di stress per le istituzioni nel diritto, nell'economia, nel sistema politico e anche nella vita quotidiana delle famiglie.” (Beck, 2001)
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Come conciliare le dimensioni: partire dal rischio territoriale
Rischi dovuti ad un evento scatenante caratterizzato da: tempi brevi in cui si scatena in un sistema; impatto su uno spazio circoscritto ma con effetti sovra-sistemici; alta concentrazione di nocività; vulnerabilità dei luoghi in cui impatta; impatto su territori con presenze antropiche Eventi trattati per le fasi di impatto, emergenza, ricostruzione della normalità
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Costruire un sistema integrato
Con queste premesse la particolarità dell’approccio della Regione Lombardia in materia di sicurezza è quella di considerare il concetto di sicurezza trasversalmente nelle diverse politiche esercitate su scala regionale, allo scopo di creare un sistema integrato che coniughi compiutamente safety e security. Gli strumenti: il PRIM Programma Regionale Integrato di Mitigazione dei rischi maggiori 2007/2010
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Analizzare rischi nella scala locale
Rischi considerati: Rischio idrogeologico (alluvioni, valanghe, frane), Rischio sismico, Rischio industriale, Rischio incendi boschivi, Rischio meteorologico, Incidentalità stradale, Incidentalità lavorativa, Sicurezza urbana “Patto per la sicurezza”; Piani d’area per il rischio integrato; porre le condizioni per una vera resilienza sociale, intesa come capacità complessiva del sistema socio-economico di convivere con i vari tipi di rischio e di farvi fronte in caso di loro emersione il “Patto per la sicurezza”. Significa condividere con i principali attori della prevenzione e con associazioni dei consumatori gli interventi per la riduzione del rischio complessivo sul territorio nel quadriennio , attraverso un AQST regionale “per materia” (la Sicurezza). Dare visibilità e unità alle molteplici azioni di mitigazione dei rischi, così da far emergere un intento unitario “coordinato” rispetto all’opinione pubblica. Considerare le diverse azioni come sinergiche tra loro (in prospettiva), con conseguenti economie di scala; i Piani d’area per il rischio integrato. In una prospettiva di azione che si propone di valorizzare la prevenzione il Piano d’Area è lo strumento di analisi e di intervento su territori selezionati, per valutare l’impatto congiunto di più fonti di pericolo su una stessa area; un sistema di indicatori di efficacia. Si intende valutare l’impatto delle politiche di prevenzione del rischio. Nel 2006 saranno definiti dal punto di vista scientifico, e poi condivisi con le parti sociali, gli indicatori di efficacia dei singoli interventi. In una prima fase si approveranno gli indicatori in termini teorici. In una seconda fase ( ) gli indicatori saranno progressivamente applicati agli interventi, con lo scopo di misurarne l’effettivo impatto nella riduzione del rischio, e di apportarvi i necessari correttivi una linea di finanziamenti comuni. Il PRIM è parte integrante della Programmazione dei Fondi strutturali UE , nell’Asse “Sicurezza”. Gli interventi strategici non completamente finanziati da Regione e Enti locali, o dallo Stato, sono inseriti nelle priorità di co-finanziamento europeo; una infrastruttura comunicativa flessibile e variabile. Il sito sarà il luogo fisico di esercizio della governance, dello scambio di informazioni tra Enti coinvolti nel Patto, dell’aggiornamento continuo delle situazioni di rischio e delle necessarie azioni di mitigazione. Il logo “PrevenzioneLombardia” caratterizzerà tutte le azioni (strutturali e non strutturali) dei diversi Enti, dando maggiore forza alla percezione collettiva dell’attività di prevenzione da parte dei cittadini, accrescendo la sensibilità anche all’auto-protezione.
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