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Cantata e Oratorio Prof. Antonello D'Amico
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La Cantata La Cantata è un genere musicale simile all' opera teatrale.
Dopo i primi anni del XVII secolo la cantata si presentava in forma monodica con variazioni strofiche sviluppandosi successivamente in una forma composta costituita da molte sezioni talvolta in contrasto tra loro. Nella seconda metà del secolo si stabilizza uno schema più definito in cui si alternano recitativi ed arie per voce sola accompagnata dal basso continuo (clavicembalo o liuto)
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Differenza con l'Opera Il testo della cantata presentava argomenti amorosi in forma di narrazione o di monologo drammatico. Complessivamente la durata di questo genere musicale non superava i 10 o 15 minuti, pertanto si può affermare che la Cantata rimane una forma più intima rispetto all'opera in quanto non erano previste rappresentazioni sceniche o divisioni in atti.
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I compositori Praticamente tutti i compositori italiani (della camerata de Bardi) erano prolifici autori di cantate ma come per le opere soltanto una minima parte di è disponibile ai giorni nostri. I più noti compositori italiani furono: Carissimi, L.Rossi, Cesti, Legrenzi e Stradella.
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Gli Strumenti dell'epoca
Verso il XV secolo erano presenti due tipi di strumenti a tastiera: il Clavicordo e il Clavicembalo, antenati dell'attuale pianoforte. Nel Clavicordo il suono era prodotto da un pezzo di metallo che percuoteva la corda e restava a contatto con essa; il suono era delicato ma il volume era limitato ed inoltre l'esecutore poteva ottenere un leggero “vibrato”.
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Gli Strumenti dell'epoca
Furono invece realizzati altri tipi di strumenti a tastiera sul genere del Clavicembalo conosciuti con diversi nomi: Virginale, Spinetta, Clavecin, ed altri: in tutti questi strumenti, ivi compreso il clavicembalo, il suono era prodotto da un plettro (come per la chitarra !) che pizzicava le corde. Il suono risultava più intenso rispetto al Clavicordo ma poteva essere sfumato variando l'intensità della pressione sul tasto
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Il Liuto Strumento a corde pizzicate
Il liuto era lo strumento solista di gran lunga più popolare e familiare del Rinascimento. Era noti in tutta Europa da più di 500 anni e prima della fine del XVI secolo ne furono costruiti di varie dimensioni, spesso in materiali pregiati. Il Liuto di tipo spagnolo era quello più simile ad una chitarra, ma quello più comune era di sagoma allungata simile ad una pera. Il manico era suddiviso in tasti e la paletta rivolta verso l'interno indietro ad angolo retto
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Gli Oratori Gli Oratori si composero in grande quantità e come per le Cantate e per le opere presentavano dei dialoghi cantati semidrammatici su temi sacri e altri lavori analoghi che compredevano assoli e cori con orchestra e basso continuo. Queste composizioni combinavano narrazione, dialoghi ma anche meditazioni ed esortazioni, all'inizio non erano destinati per la rappresentazione scenica. Il libretto di un oratorio poteva essere in Latino o in Italiano volgare
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I Compositori Il maggiore compositore di Oratori verso la metà del XVII secolo su Giacomo Carissimi. Il suo Oratorio più famoso fu Jephte del 1650.
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L'Oratorio L' Oratorio, aveva come riferimento nei testi soggetti sacri, ma venivano realizzati su testi poetici piuttosto che biblici; non era più vincolato dalle limitazioni della musica esclusivamente liturgica poiché veniva definito come un concerto sacro e sovente sostituiva l'opera durante il periodo della Quaresima. Dopo Carissimi si abbandona quasi del tutto il testo in Latino a favore del testo in Italiano; si riduce l'importanza del coro dedicando tali composizioni a duetti e terzetti come nell'opera.
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