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Introduzione alla Sacra Scrittura Quarta lezione
La Rivelazione
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Cosa vuol dire rivelarsi?
Come da inizio la rivelazione? Dio parla all’uomo per ammetterlo alla comunione con Sé: Abramo Mosé Gesù Alleanza fondata sull’autocomunicazione divina: importanza che ha per l’uomo. Dimensione dialogica.
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Per l’elaborazione del testo delle diapositive mi sono servito:
Michelangelo Tabet, Introduzione generale alla Bibbia, Ed. San Paolo, Milano 1998 AAVV, La Bibbia di Navarra, Antico Testamento (I) – Pentateuco, Ed. Ares, Pamplona 1997 Joseph Ratzinger Benedetto XVI, Gesù di Nazaret, Ed. Rizzoli, Milano 2007 F. Ocàriz – A. Blanco, Rivelazione, fede e credibilità, Ed. Università della Santa Croce, Roma 2001 Rino Fisichella, La rivelazione: evento e credibilità, Ed EDB, Bologna 1985 Della seconda lezione degli Riassunti di fede cristiana presente nel sito ufficiale dell’Opus Dei (
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In Gesù si è compiuta la promessa del nuovo profeta.
In questo contesto va letta la fine del Prologo del Vangelo di Giovanni: «Dio nessuno l’ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato» (1,18). In Gesù si è compiuta la promessa del nuovo profeta. In Lui si è ora realizzato pienamente quanto in Mosè era solo imperfetto: Egli vive al cospetto di Dio, non solo come amico ma come Figlio; vive in profonda unità con il Padre. Joseph Ratzinger Benedetto XVI, Gesù di Nazaret, Ed. Rizzoli, Milano 2007
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La domanda che ogni lettore del Nuovo Testamento deve porsi, e cioè
dove Gesù abbia attinto la sua dottrina, dove sia la chiave per la spiegazione del suo comportamento, trova la sua vera risposta soltanto a partire da qui. La reazione dei suoi ascoltatori fu chiara: questo insegnamento non viene da alcuna scuola. È radicalmente diverso da quello che si può apprendere nelle scuole. Non è spiegazione secondo il metodo interpretativo trasmesso nelle scuole. È diversa! è spiegazione «con autorità»!
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L’insegnamento di Gesù non proviene da un apprendimento umano, qualunque possa essere.
Viene dall’immediato contatto con il Padre, dal dialogo «faccia a faccia», dalla visione di Colui che è «nel seno del Padre». È parola del Figlio. Senza questo fondamento interiore sarebbe temerarietà. Così la giudicarono i sapienti al tempo di Gesù, proprio perché non vollero accoglierne il fondamento interiore: il vedere e conoscere faccia a faccia.
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La fondamentale possibilità che l'uomo possa parlare con Dio dipende dal fatto che Dio medesimo è in se stesso Discorso, è Verbo che procede dal Padre e si rivolge al Padre per tutta la eternità. (cfr. Joseph Ratzinger, La festa della fede. Saggi di Teologia liturgica, Jaca Book, Milano 1984)
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Per New Age, Gesù Cristo non è il Gesù Cristo storico, Gesù di Nazareth, ma il Cristo cosmico, da chi il Cristo storico è una delle tante manifestazioni che si sono successe e si succederanno lungo la storia con nomi diversi. Per New Age, Gesù Cristo non è il Gesù Cristo storico, Gesù di Nazareth, ma il Cristo cosmico, da chi il Cristo storico è una delle tante manifestazioni che si sono successe e si succederanno lungo la storia con nomi diversi. Gesù sarebbe semplicemente una creatura di particolare evoluzione intellettuale e morale, un maestro, un guru, ma non il salvatore dell’umanità. Quando uomini e donne la ricevono consciamente, «l'energia divina» è spesso descritta come «ENERGIA CRISTICA». Si parla anche di Cristo, ma non di Gesù di Nazaret. «CRISTO» è un titolo conferito a qualcuno che ha raggiunto uno stato di coscienza nel quale percepisce la propria divinità e può quindi affermare di essere un «Maestro universale». Gesù di Nazaret non era il Cristo, ma soltanto una delle figure storiche nelle quali questa natura «cristica» si è rivelata, come nel caso del Buddha e di altri. Ogni manifestazione storica del Cristo mostra chiaramente che tutti gli esseri umani sono celesti e divini e li conduce verso questa realizzazione. Il livello più interiore e più personale («psichico») nel quale gli esseri umani «avvertono» questa «divina energia cosmica» è detto anche «SPIRITO SANTO». 13 13
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La perfezione e la redenzione ottenuta con le proprie forze
New Age La perfezione e la redenzione ottenuta con le proprie forze La redenzione consiste nella trasformazione del «sé individuale» in «coscienza cosmica». Nel New Age c'è un'omissione totale della rivelazione di Dio per mezzo di Gesù Cristo, un'ignoranza totale del mistero dell'amore di Dio, dell'incarnazione, di Dio che diventa uomo in Gesù Cristo. C'è una negligenza totale della redenzione per mezzo di Gesù Cristo dello Spirito Santo, della Chiesa stabilita da Gesù, del giudizio dopo la morte, del cielo o dell'inferno. La perfezione, in questo contesto, significa raggiungere l'autorealizzazione, secondo un ordine di valori che noi stessi creiamo e che otteniamo con le nostre forze. Alcune fasi del percorso verso l'autoredenzione sono preparatorie (meditazione, armonia fisica, liberazione di energie di autoguarigione). Sono i punti di partenza di processi di spiritualizzazione, perfezione e illuminazione che aiutano le persone ad acquisire ulteriori autocontrollo e concentrazione psichica sulla «trasformazione» del sé individuale in «coscienza cosmica». Il destino della persona umana è costituito da una serie di reincarnazioni dell'anima in diversi corpi. Non ci si riferisce a un ciclo di samsara, nel senso di purificazione come punizione, ma ad un'ascensione graduale verso lo sviluppo perfetto delle proprie potenzialità. 14 14
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Per New Age non è necessaria alcuna Rivelazione o Salvezza che provenga dal di fuori delle persone, ma soltanto il compimento dell'esperienza della salvezza che è dentro di noi (auto- salvezza), possibile mediante tecniche psico-fisiche che portano all'illuminazione definitiva.
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Incontro con la Samaritana
paradigma del nostro impegno con la verità straniero che offre l'acqua della vita la donna impiega del tempo perfino a capire che cosa Incontro con la Samaritana intende Gesù per acqua «di vita», o acqua «viva». è disposta a conoscere la verità su se stessa e ad ascoltare ciò che Egli dice di Se stesso in quanto Messia. L'unico fondamento della Chiesa è Gesù Cristo. Per questo la Chiesa ritorna continuamente all'incontro con il suo Signore. I Vangeli narrano di numerosi incontri con Lui. Un episodio che illustra eloquentemente quanto Egli ci offre è quello del suo incontro con la Samaritana presso il pozzo di Giacobbe, narrato nel quarto capitolo del Vangelo di Giovanni. È un episodio che è stato descritto come «paradigma del nostro impegno con la verità». L'esperienza dell'incontro con lo straniero che offre l'acqua della vita illustra in che modo i cristiani possono e devono impegnarsi nel dialogo con chiunque non conosca ancora Gesù. Un elemento di grande fascino della narrazione di Giovanni è che la donna impiega del tempo perfino a capire che cosa intende Gesù per acqua «di vita», o acqua «viva». Ciononostante, la donna è affascinata, non solo dallo straniero in sé, ma anche dal suo messaggio, e resta ad ascoltarlo. Dopo un primo stupore nel capire che Gesù sa molto su di lei, è disposta a conoscere la verità su se stessa, ad ascoltare ciò che Egli dice di Se stesso in quanto Messia. La donna «intanto lasciò la brocca, andò in città e disse alla gente» tutto su quell'uomo. Ben presto accettano la verità sulla sua identità e passano dal sentir parlare di Gesù al conoscerlo personalmente, poi a comprendere il significato universale della sua identità. Tutto ciò avviene perché la loro mente e il loro cuore sono ben disposti. Il fatto che l'episodio si svolga presso un pozzo è significativo. Gesù offre alla donna una «sorgente ... che zampilla per la vita eterna». Il modo gentile che ha Gesù nel trattare la donna è un esempio di efficienza pastorale nell'aiutare l'altro ad essere sincero senza difficoltà, nell'impegnativo processo di auto- revisione Questo approccio potrebbe essere molto fruttuoso verso le persone che possono essere state attirate dall'Acquario (colui che porta l'acqua), ma che ricercano ancora la verità in modo autentico. L'invito a incontrare Gesù Cristo, il portatore dell'acqua di vita, avrà un impatto maggiore se proverrà da parte di qualcuno che è stato profondamente colpito e in modo evidente dal suo incontro con Gesù, perché non viene fatto solo da qualcuno che ha semplicemente sentito parlare di Lui, ma da qualcuno che può star certo che «questi è veramente il Salvatore del mondo». Bisogna permettere alle persone di reagire a loro modo, seguendo il proprio ritmo e permettere a Dio di fare il resto. PONTIFICIO CONSIGLIO DELLA CULTURA PONTIFICIO CONSIGLIO PER IL DIALOGO INTERRELIGIOSO, GESÙ CRISTO PORTATORE DELL'ACQUA VIVA. Una riflessione cristiana sul “New Age”) 16 16
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La rivelazione è intrinsecamente vincolata alla salvezza dell’uomo; infatti Dio si manifesta per stabilire un’alleanza e una comunione che producono insieme la sua felicità e la sua perfezione eterne. F. Ocàriz – A. Blanco, Rivelazione, fede e credibilità, Ed. Università della Santa Croce, Roma 2001
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La religione cristiana NON è un insieme di dottrine che nascono dall’uomo in cerca di Dio.
La religione cristiana si deve a Dio stesso che si è rivelato all’uomo e l’ha cercato per renderlo partecipe della vita divina in Cristo. Il cristianesimo è fondamentalmente un rapporto interpersonale tra Dio e l’uomo, basato sull’autocomunicazione divina che si è realizzata nella storia. F. Ocàriz – A. Blanco, Rivelazione, fede e credibilità, Ed. Università della Santa Croce, Roma 2001
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Il fatto che Dio crei l’uomo a sua immagine e somiglianza significa non solo razionalità e libertà come proprietà costitutive della natura umana, ma anche, sin dall’inizio, capacità di un RAPPORTO PERSONALE con Dio, come IO e TU e, dunque, capacità di ALLEANZA che avrà luogo con la comunicazione salvifica di Dio all’uomo (cfr. Giovanni Paolo II, Dominum et vivificantem, 34)
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Questo rapporto personale con Dio è fondamentale perché essendo stato creato l’uomo ad immagine e somiglianza di Dio, l’uomo deve comprendersi NON con riferimento alle altre creature del mondo, ma con riferimento a Dio (cfr Gaudium et Spes, 14)
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La Rivelazione non è soltanto una automanifestazione di Dio all’uomo come oggetto di conoscenza, ma anche una autocomunicazione dello stesso Dio che rende l’uomo partecipe della vita divina. La capacità dell’uomo di ricevere Dio stesso nella Sua Parola, e non soltanto di ascoltare la Parola, è radicata nel fatto che l’uomo è immagine di Dio. F. Ocàriz – A. Blanco, Rivelazione, fede e credibilità, Ed. Università della Santa Croce, Roma 2001
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Per questo, certamente l’uomo senza la grazia potrebbe ascoltare la Rivelazione ma non riceverla.
L’ascolto non supera la capacità naturale dell’uomo: nella Rivelazione Dio parla agli uomini attraverso parole umane, non necessariamente intese come suoni esteriori. La ricezione richiederebbe l’essere elevato all’ordine soprannaturale mediante la grazia. F. Ocàriz – A. Blanco, Rivelazione, fede e credibilità, Ed. Università della Santa Croce, Roma 2001
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La Parola di Dio è diretta all’uomo per suscitare una risposta (dimensione dialogica).
Perciò la risposta dell’uomo alla Parola divina serve per capire meglio il senso e la finalità di questa stessa Parola, anche quando una tale risposta non è quella che Dio voleva dall’uomo. F. Ocàriz – A. Blanco, Rivelazione, fede e credibilità, Ed. Università della Santa Croce, Roma 2001
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