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PubblicatoEnrica Mariotti Modificato 11 anni fa
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PREVENZIONE DEL DANNO E RECUPERO DELLA FUNZIONE ERETTIVA DOPO CHIRURGIA PELVICA
Endourologia Chirurgia Diagnostica Urologia CIVITANOVA MARCHE Enrico Caraceni Civitanova Marche
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D.E. dopo chirurgia pelvica
Cistectomia radicale Prostatectomia radicale Chirurgia del retto Condiziona fortemente l’outcome
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Cenni di anatomia I nervi responsabili dell’erezione prendono origine dal plesso pelvico o plesso ipogastrico inferiore che è localizzato sulle pareti laterali del piccolo bacino. Quest’ultimo riceve fibre nervose dal plesso ipogastrico superiore, localizzato davanti alla biforcazione dell’aorta addominale e responsabile dell’eiaculazione. Dal plesso pelvico originano ulteriori fibre che decorrono in stretta contiguità della parete rettale anteriore, nello spazio tra il retto posteriormente e la prostata anteriormente, per formare i nervi cavernosi, fondamentali nel controllo dell’erezione
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Plesso Pelvico e Prostatico
La Prevenzione della Disfunzione Erettiva dopo prostatectomia radicale CONSIDERAZIONI ANATOMICHE E FISIOLOGICHE Plesso Pelvico e Prostatico Il plesso pelvico è una struttura retroperitoneale localizzata lateralmente alle pareti del retto. Il punto medio del plesso corrisponde approssimativamente alla base delle vescicole seminali. Nella sede delle vescicole seminali le fibre costituenti le branche cavernose, formano un fascio più consistente che decorre posterolateramente alla prostata e anterolateralmente al retto . Il plesso pelvico si sfiocca sulla parete anterolaterale del retto con vari gangli contenenti approssimativamente almeno 20 cellule nervose. La parte superiore del plesso viene chiamata plesso vescicale mentre la parte inferiore costituisce il plesso prostatico. Il NVB che origina dal plesso prostatico, è contenuto tra i due foglietti che costituiscono la fascia periprostatica. Tutto il complesso del plesso prostatico e del NVB è a circa 1,5 mm posterolateralmente alla prostata verso la base mentre misura 3 mm all’apice.
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ANATOMICAL DESCRIPTION OF THE ANATOMY OF THE PELVIC PLEXUS AND SURGICAL TECHNIQUE TO PREVENT IMPOTENCE DURING RADICAL PELVIC SURGERY – P. Walsh - J Urol 1982
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D.E. dopo chirurgia pelvica
Prostatectomia radicale Cistectomia radicale Chirurgia del retto
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I FATTORI PIU’ IMPORTANTI PER IL DE DOPO PR
FUNZIONE ERETTIVA PRE INTERVENTO ETA’ DEL PAZIENTE TECNICA CHIRURGICA (PRESERVAZIONE O MENO DEI BUNDLES)
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ETA’ Sotto i 50 aa la % di potenza sessuale varia tra il 61 e 100% (non sembra influenzata dalla preservazione uni o bilaterale dei NVBs) Tra i 50 ed i 70 aa la % scende tra il 70 e 80% Unilaterale: 47-58% Bilaterale: 44-90% Sopra i 70 aa: 0-51% (nonostante la tecnica nerve sparing)
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Prostatectomia nerve-sparing sec. Walsh
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QUANDO ESEGUIRE UNA TECNICA NERVE-SPARING?
Potenza sessuale preoperatoria conservata Basso rischio di estensione extracapsulare(T1) nerve sparing unilaterale ? (T2)
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Incidenza deficit erettile a prescindere dalla tecnica chirurgica
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Ampia dispersione nei risultatati
Preservazione della potenza sessuale dopo prostatectomia radicale ( valutati oltre 50 lavori) TECNICA CHIRURGICA Non nerve-sparing: 0-17% Nerve sparing: Bilaterale: 31-86% Unilaterale: 13-56% Ampia dispersione nei risultatati
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Evoluzione delle conoscenze Anatomiche
Recenti evidenze ( Kijoshima 2004, Sato 2001, Menon 2005) indicano l’esistenza di un decorso più complesso delle fibre del fascio neurovascolare che dimostra diramazioni nervose anche sulla porzione dorsolaterale di ciascun lato della prostata al di fuori della capsula prostatica. Circa il 20-25% delle terminazioni nervose provenienti dal plesso prostatico, decorrono anterolateralmente nello spessore della fascia periprostatica, sulla faccia anteriore della prostata.
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La Prevenzione della Disfunzione Erettiva nella Chirurgia Pelvica Demolitiva
Prostatectomia Radicale Nerve – Sparing: cosa c’è di nuovo? La tecnica di Walsh e le successive modifiche prevedono un piano di dissezione interfasciale allo scopo di liberare il fascio neurovascolare. L’evoluzione delle conoscenze anatomiche, hanno suggerito l’utilizzo di una dissezione intrafasciale lungo la capsula prostatica per rilasciare il fascio vascolo nervoso con l’intento di preservare quante più fibre nervose possibili sulla faccia anterolaterale della prostata. L’incisione della fascia prostatica sulla faccia anteriore della ghiandola, seguendo poi il piano dissezione intrafasciale (piano tra la fascia periprostatica e la capsula prostatica) permetterebbe di preservare i nervi distribuiti sulla superficie anterolaterale della prostata.
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L’approcio intrafasciale ha trovato la prima applicazione nelle tecniche laparoscopiche robotiche che dovrebbero permettere, grazie alla magnificenza fornita dalla telecamera e alla tridimensionalità della immagine , un migliore riconoscimento dei piani di dissezione
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Tale tecnica (Veil of Aphrodite tecnique) non prevede l’incisione della fascia endopelvica. Il piano tra la fascia prostatica e la capsula è sviluppato cranialmente alla base delle vescicole seminali e dopo la sezione del collo vescicale. Dopo aver individuato il corretto piano questo viene sviluppato fino a mobilizzare completamente la fascia prostatica dalla superficie anteriore della prostata
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Approccio intrafasciale con laparoscopia tradizionale
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Cominciando dal collo vescicale, si esegue una incisione bilaterale della fascia periprostatica verso l’apice, rimanendo mediali ai legamenti pubo-prostatici. Il piano corretto viene riconosciuto dall’aspetto liscio e lucente della capsula prostatica. La fascia periprostatica laterale, cosi come la fascia endopelvica rimane intatta.
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RISULTATI
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Tecnica intrafasciale in open
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L’approccio intrafasciale è esclusivo delle tecniche laproscopiche?
La Prevenzione della Disfunzione Erettiva nella Chirurgia Pelvica Demolitiva L’approccio intrafasciale è esclusivo delle tecniche laproscopiche?
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Risultati Forte associazione tra recupero della potenza sessuale, preservazione uni o bilaterale dei fasci ed età
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Risultati: L’approccio intrafasciale ha incrementato significativamente il recupero della potenza sessuale con il 59%-92% dei pz in grado di avere rapporti completi ad un anno dalla procedura (solo il 20% di questi utilizza, a propria discrezione, PDE5 inibitori) I dati attualmente a disposizione sono ancora insufficienti nel provare la superiorità tra le tecniche open e quelle laparoscopiche in termini di outcome funzionali ed oncologici
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D.E. dopo chirurgia pelvica
Prostatectomia radicale Cistectomia radicale Chirurgia del retto
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Cistectomia radicale e funzione erettile
L’incidenza della disfunzione erettile dopo RC è di circa 86% (Zippe CD, Raina R, Massanyi EZ et al. Sexual function after male radical cystectomy in a sexually active population. Urology 2004; –5) Walsh e Mostwin, nel 1984, applicarono il concetto di “nerve-sparing” alla cistectomia radicale (Walsh PC, Mostwin JL. Radical prostatectomy and cystoprostatectomy with preservation of potency. Results using a new nerve-sparing technique. Br J Urol 1984; 56:694–7) Comunque, anche in centri d’eccellenza, il recupero della potenza sessuale dopo cistectomia radicale nerve-sparing secondo Walsh non è superiore al 50% (Olsson CA. Editorial. Cystectomy for bladder cancer. J Urol 2004; 171:1829)
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Cistectomia radicale e funzione erettile
Al fine di migliorare la potenza sessuale dopo cistectomia radicale sono state quindi introdotte tecniche che prevedono la preservazione dei deferenti, delle vescicole seminali e di parte o di tutta la prostata (prostate-sparing radical cystectomy) Sebbene i risultati funzionali siano eccellenti, opinioni discordanti esistono tutt’ora sull’outcome oncologico della tecnica
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Prostate-sparing cystecomy: cenni di tecnica
La tecnica classica prevede due step: Step 1: resezione endoscopica della prostata dal collo vescicale sino al veru montanum lasciando la capsula intatta. Step 2: asportazione della vescica lasciando in sede i vasi deferenti, le vescicole e la capsula prostatica (in tale modo i bundles vengono lasciati intatti) confezionamento della neovescica ed anastomosi prostato-ileale
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Prostate-sparing cystecomy: cenni di tecnica Spitz e Skinner (1999)
Varianti alla precedente prevedono l’asportazione della porzione anteriore della prostata lasciandone in sede la porzione posteriore, le vescicole seminali ed i deferenti Le figure a lato mostrano il piano di dissezione ed il posizionamento dei punti per l’anastomosi con il neo-serbatoio
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Nerve-sparing cystecomy: cenni di tecnica
Ulteriore variante è quella proposta da Puppo C et al (Potency preserving cystectomy with intrafascial prostatectomy for high risk superficial bladder cancer, J Urol 2008; Vol 179, : May 2008) La tecnica prevede lo sviluppo di un piano anteriormente alle vescicale seminali sino ad esporre i dotti eiaculatori. Il plesso pelvico viene lasciato completamente intatto dietro le vescicole seminali. Dai dotti eiaculatori la cistectomia prosegue secondo un piano intrafasciale. Rispetto alla classica tecnica nerve sparing di Walsh, questa procedura non prevede la sezione del retto-uretrale ed il piano chirurgico è sviluppato al di sopra del foglietto anteriore della Denonviller, riducendo al minimo il pericolo di lesioni dei fasci vascolo-nervosi
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Prostate-sparing cystectomy ed outcome funzionale
Tutti gli autori riportano un recupero della potenza sessuale almeno superiore all’80% In 6 di queste casistiche la potenza sessuale è preservata in più del 90% dei pz Nella tabella vengono, inoltre, mostrati ottimi risultati funzionali anche in termini di recupero della continenza diurna e notturna
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Prostate-sparing cystecomy ed outcome oncologico
Major concern: Coinvolgimento della prostata e/o uretra prostatica da parte del tumore uroteliale (nel 20% - 48% dei campioni di cistectomia radicale) Carcinoma prostatico occulto (nel 23% - 47% dei pz sottoposti a cistectomia radicale)
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Prostate-sparing cystecomy ed outcome oncologico
Punti chiave Invasione prostatica da parte del tumore uroteliale (PI-TCC) Accurata selezione dei pz con identificazione dei fattori di rischio per l’invasione prostatica da parte del tumore uroteliale (PI-TCC). In questa ottica il tumore vescicale localizzato al trigono e/o collo vescicale e la presenza di Carcinoma in situ sono associati ad una maggiore probabilità di PI-TCC. L’esclusione di questi pz dovrebbe permettere di selezionare un gruppo a basso rischio di coinvolgimento prostatico (Richards KA et al. Developing Selection Criteria for Prostate-sparing Cystectomy: A review of Cystoprostatectomy Specimen. Urology Jan 15) L’esteso sampling dell’uretra prostatica mediante TURP pre-cistectomia dovrebbe ridurre ulteriormente il rischio di PI-TCC
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Prostate-sparing cystecomy ed outcome oncologico
Punti chiave Carcinoma prostatico incidentale Nei pz con tumore vescicale potenzialmente letale, la mortalità legata ad un Ca prostatico coesistente è molto bassa Con un corretto screening (dosaggio del PSA, TRUS e biopsia prostatica estesa se indicata) la maggior parte dei pz con CaP clinicamente significativo dovrebbero essere identificati Dalla revisione della letteratura un CaP insorge nel 2-4% dei pz sottoposti a screening per CaP pre-esistente alla cistectomia radicale CaP diagnosticato dopo uno screening negativo tende comunque ad essere più piccolo e meno aggressivo Qualora, nonostante tutto, un CaP clinicamente significativo dovesse svilupparsi dopo PSC e neovescica, esisterebbero comunque opzioni terapeutiche di salvataggio
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Prostate-sparing cystecomy ed outcome oncologico
Partendo dal presupposto del ruolo critico di una corretta selezione, dalla revisione della letteratura risulta un 3.3% di recidiva locale ed un 13% di recidiva a distanza (dati questi paragonabili alle casistiche della cistectomia radicale convenzionale) Il limite di questi risultati è il follow-up medio che è minore di 3 anni in almeno 9 degli 11 studi indicati in tabella
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Prostate-sparing cystecomy ed outcome oncologico
Un recente lavoro (De Vries RR et al, Prostate-sparing cystectomy: long term oncological results, BJU 2009) ha mostrato come la sopravvivenza malattia specifica a 3 e 5 anni dopo PSC in pz selezionati (no tumore sul collo vescicale e no CaP) non differisce da quella di pz trattati con cistectomia radicale nello stesso periodo di studio ( ). Il punto chiave è quindi la corretta selezione dei pz. La dove questa è perseguita, la PSC sembra fornire un outcome oncologico paragonabile alla cistectomia tradizionale Il soggetto ideale è il pz giovane, potente pre-operatoriamente, che desidera conservare l’attività sessuale dopo l’intervento e che non abbia tumore a livello del collo vescicale e Ca prostatico contestuale. Ovviamente l’esame istologico della TURP pre-cistectomia non deve mostrare PI-TCC. Il pz ideale potrebbe essere identificato nel soggetto giovane con T1G3 resistente alla terapia con BCG endovescicale (sempre e comunque con uno stadio clinico ≤ T2)
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Prostate-sparing cystecomy ed outcome oncologico
Against the motion Non esistono a tutt’oggi studi comparativi randomizzati tra la tecnica prostate sparing e la cistectomia tradizionale (EAU guidelines on Muscle-invasive bladder cancer 2009) Inabilità, per alcuni autori, della TURP pre-cistectomia nell’individuare il PI-TCC, con una sensibilità minore del 50% (The case against prostate sparing cystectomy, Can Urol Assc J 2009; 3 Suppl 4: S220-2) L’evidenza, in alcune casistiche di una recidiva sistemica dopo PSC più elevata rispetto alla classica cistectomia radicale (disseminazione delle cellule uroteliali maligne attraverso i vasi aperti durante la TURP pre-cistectomia o legata all’incisione dell’organo necessaria per la preservazione delle vescicole seiminale e/o prostata) Hautman et al. Neobladder with prostate capsule and seminale sparing cstectomy for bladder cancer: a step in the wrong direction. Urol Clin North Am 2005; 32:177-85 La disponibilità di terapie adiuvanti (inibitori fosfodiesterasi e/o PGE intracavernosa) permette di ottenere buoni risultati funzionali anche con gli approcci nerve-sparing, senza impatto negativo sull’outcome oncologico
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Gli autori riportano brillanti risultati con tale tecnica:
95% liberi da tumore (follow-up medio di 35 mesi) Continenza diurna e notturna nel 97.2% e 95% dei pz, rispettivamente Potenza sessuale conservata nel 95% dei pz (di questi il 76% senza ausili) Secondo gli autori la tecnica permette di ottenere gli stessi risultati funzionali delle tecniche prostate-sparing con il vantaggio di eliminare il rischio di Ca prostatico occulto e di PI-TCC
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Cistectomia radicale e funzione erettile
Conclusioni La cistoprostatectomia radicale rimane il gold standard nella terapia del tumore vescicale muscolo-invasivo Non esistono linee guida internazionali che contemplino, a tutt’oggi, le tecniche prostate-sparing come possibili terapie alternative Nonostante ciò il pressoché completo recupero della potenza sessuale ottenuto con la PSC con il notevole impatto sulla qualità di vita che ne consegue, deve spingere ad una maggiore e più univoca interpretazione dell’outcome oncologico di questa tecnica Non esistono confronti tra le varie tecniche di cistectomia nerve-sparing (non esiste, in pratica la tecnica “nerve sparing” ideale) anche se la preservazione dell’intera ghiandola prostatica sembrerebbe fornire i migliori risultati in termini funzionali. In particolare Hugo H et al hanno mostrato un incremento di circa il 30% a favore della total prostate-sparing cystectomy rispetto alla partial-prostate sparing cystectomy. Criteri di selezione sempre più rigorosi ed un follow-up più lungo potrebbero confermare i risultati soddisfacenti già evidenziati in questo senso in alcune casistiche, trasformando la cistectomia prostate-sparing nel vaso di Pandora del tumore vescicale in pz giovani e potenti pre-operativamente
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D.E. dopo chirurgia pelvica
Prostatectomia radicale Cistectomia radicale Chirurgia del retto
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Chirurgia del colon-retto e funzione erettile
La stretta contiguità anatomica tra il retto ed il plesso pelvico spiega il rischio di disfunzione sessuale durante la chirurgia del colon-retto Il danno può avvenire: in alto, sul plesso ipogastrico superiore (durante la legatura dell’arteria mesenterica inferiore); in questo caso ci sarà un deficit dell’eiaculazione a livello del plesso pelvico o ipogastrico inferiore (durante l’isolamento del retto dalla parete laterale della pelvi od in corso di linfadenectomia per neoplasia) A livello dei bundles (in caso di tumori bassi che necessitano dell’asportazione della porzione terminale del retto) Nervi cavernosi
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Chirurgia del colon-retto e funzione erettile
Nel cancro del retto la tecnica chirurgica di riferimento è l’escissione totale del mesoretto (TME), e cioè la resezione “en bloc” del retto con il tessuto circostante. La tecnica consiste nella dissezione lungo il piano, prevalentemente avascolare, tra il foglietto viscerale e parietale della fascia pelvica. Qualora il margine stimato di resezione distale è inferiore ad 1 cm dalla regione sfinteriale, la scelta deve cadere sulla resezione addomino - perineale, ricorrendo quindi alla derivazione esterna delle feci (colostomia)
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Chirurgia del colon-retto e funzione erettile
Nelle tecniche nerve sparing , i nervi ipogastrici devono essere identificati e preservati. Posteriomente il piano è quello tra la fascia presacrale ed il mesoretto Anteriormente la dissezione corre nel piano tra la parete anteriore del retto e le vescicole seminali.Il rischio di danneggiamento dei fasci vascolo-nervosi può essere ridotto escludendo il foglietto posteriore della fascia di Denonvelliers che è più adiacente alla prostata che al retto, e giace appena anteriormente alla fascia al mesoretto . I bundles, ricoperti dalla Denonvelliers vengono così esclusi dalla dissezione
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Chirurgia del colon-retto e funzione erettile Risultati della tecnica nerve-sparing
Con le tecniche nerve sparing gli autori riportano elevate percentuali di potenza sessuale post-intervento (86% nei pazienti sotto i 60 aa e 67% nei pz con età maggiore di 60 aa) I risultati funzionali sono peggiori quando è necessario asportare anche lo sfintere (resezione addomino-perineale), con % di deficit erettile intorno al 50% Importante notare che le tecniche nerve sparing non inficiano l’outcome oncologico, con % di recidive locali e sopravvivenza libera da malattia a 10 anni comparabili con le tecniche più demolitive David B et al. Total Mesorectal Excision: What Are We Doing?, Clinics in Colon And Rectal Surgery, Volume 20, Numero 3, 2007 Deborah A et al, Methods and Results of Sphnicter-Preserving Surgery for Rectal Cancer; Cancer Control, May/June 2003
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COSA FARE DOPO LA CHIRURGIA?
PREVENZIONE DEL DANNO E RECUPERO DELLA FUNZIONE ERETTIVA DOPO PROSTATECTOMIA RADICALE COSA FARE DOPO LA CHIRURGIA?
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Fisiopatologia della DE dopo chirurga pelvica
Il danno nervoso, anche dopo una corretta tecnica nerve-sparing comporta la perdita delle erezioni (notturne e non). Ciò causa una ipossia dei corpi cavernosi con conseguente accumulo di collagene, apoptosi del tessuto muscolare liscio e fibrosi degli stessi. Tali eventi conducono ad una disfunzione veno-occlusiva. Anche il danno vascolare, in particolare quello a carico delle pudende accesorie, contribuisce alla ipossia cavernosa. Si instaura, quindi, un circolo vizioso che, se non interrotto, porta al DE persistente Neuroaprassia ( danno temporaneo dovuto allo stiramento delle fibre nervose)
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Correlata alla fibrosi dei corpi cavernosi dopo prostatectomia radicale è anche la riduzione significativa della lunghezza e della circonferenza del pene IN QUESTO LAVORO COMPLESSIVAMENTE IL 68% DEI PAZIENTI PRESENTAVA UNA RIDUZIONE DELLA LUNGHEZZA DEL PENE A TRE MESI DALL’INTERVENTO
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Danno ipossico dei corpi cavernosi
Apoptosi e fibrosi del tesuto muscolare liscio Disfunzione veno-occlusiva Fibrosi dei corpi cavernosi e retrazione peniena
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E’ possibile prevenire il danno ipossico del tessuto cavernoso dopo PR?
Lo scopo della riabilitazione sessuale dopo prostatectomia radicale è appunto la preservazione del tessuto muscolare liscio dei corpi cavernosi durante il periodo di neuroprassia, interrompendo il circolo vizioso che porta alla fibrosi degli stessi
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Prevenzione del danno ipossico postoperatorio
C’e’ormai accordo nella comunità scientifica sull’utilità della riabilitazione sessuale dopo prostatectomia radicale I punti chiave sono: Quando riabilitare Come riabilitare Scarsità di studi con livello di evidenza EBM
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Quando riabilitare? Sebbene non vi siano ancora evidenze incontrovertibili al riguardo, la riabilitazione sessuale sembra avere i migliori benefici se iniziata al più presto possibile (dal giorno della rimozione del catetere o durante il primo mese dopo l’intervento) e protratta per almeno un anno.
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Come riabilitare? Iniezioni intracavernose Alprostadil intrauretrale Inibitori delle 5-fosfodiesterasi Vacuum device Terapie combinate
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Iniezioni Endocavernose
30 pazienti sottoposti a PR “nerve-sparing” trattati con FIC 3 volte la settimana per 12 settimane. Drop out 20% nel gruppo trattato % di erezione valida 67% nel gruppo trattato 20% nel gruppo controllo I pazienti con recupero dell’erezione continuavano ad utilizzare le iniezioni intracavernose con una media di 1 rapporto su 4. Lavori più recenti hanno confermato tali risultati (Brock el al, Urology 2001 – Mulhall el al, J Sex Med 2005)
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Riabilitazione e PDE5 inibitori
43 sottoposti a prostatectomia “nerve sparing (11 unilaterale; 32 bilaterale) % di erezione valida dopo un anno 47% nel gruppo trattato ( Sildenafil 25 mg la sera ) 28% nel gruppo controllo aggiungendo sildenafil on demand (50\100mg): 86% di erezione valida nel gruppo trattato 66% nel gruppo controllo
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Linee guida AURO 2008 La riabilitazione precoce con inibitori delle PDE5 o con PGE1 intracavernosa è utile dopo prostatectomia “nerve sparing” Dopo prostatectomia “non nerve sparing” la riabilitazione è consigliabile entro i tre mesi dall’intervento ed andrebbero utilizzate le PGE1 intracavernose
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La somministrazione di farmaci proerettili è un fattore chiave nel recupero della funzione erettile dopo PR L’Impiego degli inibitori della 5 fosfodiesterasi è efficace e sicuro , con migliori risultati in pazienti giovani trattati con tecnica nerve sparing bilaterale Occorrono studi di maggiori dimensioni, controllati v\s placebo, per identificare il miglior regime di trattamento
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VACUUM DEVICE
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Vacuum device e riabilitazione peniena
Il vacuum device (VCD) è stato utilizzato con successo in un ampia varietà di disfuzione erettiva organica Cookson et al (J Urol 1993) hanno riportato una soddisfazione del 100% nei pz che utilizzavano il VCD dopo prostatectomia radicale contro l’83% del gruppo che non utilizzava il presidio Derouet et al (Andrologia 1999) affermano che il VCD era il presidio maggiormente preferito dai loro pazienti dopo chirurgia pelvica Zippe et al (Curr Urol Rep 2001) hanno proposto l’utilizzo del VCD nella riabilitazione precoce dopo PR, verificandone la tollerabilità e la sicurezza
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Uso concomitante di VED e inibitori delle fosfodiesterasi (PDE5)
Azione sinergica del VED con gli inibitori delle PDE5. In sintesi, pz con DE di varia origine non responsivi ai due trattamenti usati singolarmente, hanno ritenuto soddisfacente il risultato ottenuto con la combinazione delle due metodiche (VED + inibitori delle PDE5)
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In definitiva esiste una metodologia migliore delle altre nella riabilitazione?
Sono necessari studi condotti con criteri EBM per verificare quale sia la strategia più efficace I risultati esposti sembrano incoraggiare anche l’impiego del Vacuum Device
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Vacuum device e riabilitazione sessuale
I risultati degli studi presentati dimostrano l’efficacia del VED nei protocolli riabilitativi, in associazione o meno con le altre opzioni terapeutiche Scarsa percentuale di drop-out (trattamento ben accettato dai pz) Efficace anche in pz dopo prostatectomia radicale non nerve sparing (teoricamente non responsivi agli inibitori delle PDE5) Minor invasività rispetto alla FIC
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Vacuum device e riabilitazione sessuale
Miglior rapporto costo/beneficio rispetto alle altre opzioni (anche e soprattutto in termini di terapia del DE persistente) Preservazione anche delle dimensioni (lunghezza e circonferenza del pene) Bassa incidenza di complicanze (ecchimosi, edema locale, dolore) Limiti: inabilità manuale o rifiuto del pz , costo, reperibilità sul mercato .
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CONCLUSIONI La riabilitazione sessuale favorisce il recupero della funzione sessuale e va iniziata il più presto possibile Ancora non esistono dati certi su quale sia la strategia migliore nella riabilitazione sessuale dopo PR .
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