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PubblicatoNiccolò Bartoli Modificato 10 anni fa
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Pena di Morte Noi abbiamo scelto la vita…sempre!!…e tu?
Stefania, Eleonora, Michele e Daniele Noi abbiamo scelto la vita…sempre!!…e tu?
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Dalle prime forme di civiltà organizzate l’uomo ha sempre fatto ricorso istintivamente all’applicazione estrema della pena capitale come punizione di atti criminosi nel tentativo di placare la sete umana di vendetta. Ancora adesso la pena di morte è in uso in moltissimi paesi (parte di questi si definiscono paesi civilmente evoluti). Dopo secoli di applicazioni (talvolta ingiuste e arbitrarie) possiamo ritenere che questa forma di atrocità sia effettivamente sensata ed efficace?
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Vogliamo tornare all’età della pietra???
Statua della…libertà? Vogliamo tornare all’età della pietra???
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“Coloro che si oppongono alla pena di morte lo fanno soprattutto per motivi morali. Al di là dell'atrocità insita in questo strumento, essi ritengono che nessun uomo né individualmente né come rappresentante della comunità abbia il diritto di togliere la vita ad un altro uomo, indipendentemente dalla gravità delle colpe da quest'ultimo commesse.”
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La Pena di Morte nel Mondo
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Europa dell’Ovest Europa dell’Est Medioriente Nordafrica Sudafrica
Asia Oceania Nordamerica Centramerica Sudamerica Ogni diapositiva seguente avrà un link a un sito in cui sono contenute tutte le informazioni relative alle diverse regioni del mondo
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Paesi e Metodi
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"La coscienza, nonostante il colpo di grazia, resta ancora a lungo
"La coscienza, nonostante il colpo di grazia, resta ancora a lungo.L'esecuzione si compie la mattina all'alba, in un fortino militare, lontano dagli occhi di tutti".
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Metodi Fucilazione Impiccagione Iniezione letale Sedia elettrica
Camera a gas Lapidazione Decapitazione Crocifissione Metodi di morte utilizzati nell’antichità o poco utilizzati oggi Selezionando una voce apparirà la descrizione del metodo
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FUCILAZIONE Tempo di sopravvivenza: incerto La sentenza viene eseguita da un fuciliere o da un plotone il cui numero varia da Paese a Paese (in alcuni è previsto che fra le armi dei fucilieri ve ne sia una caricata a salve). L'ufficiale che comanda il plotone ordina la scarica, quindi si avvicina al condannato per sparare il colpo di grazia, alla tempia o alla nuca.
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IMPICCAGIONE Tempo di sopravvivenza: 8-13 minuti Il condannato viene fatto penzolare da una corda posta intorno al collo ed è ucciso dalla pressione esercitata dalla corda stessa contro il corpo, spinto verso il basso dalla forza di gravità. Lo stato di incoscienza e la morte sono provocati da lesione alla colonna vertebrale o da asfissia. Talora si rende necessario tirare le gambe del condannato. Sebbene privo di sensi, il corpo può avere degli spasmi ed il cuore può continuare a battere per alcuni minuti. Il condannato diventa cianotico, la lingua sporge in fuori, i bulbi oculari escono dalle orbite, vi è un solco alla cute del collo; ci sono inoltre lesioni vertebrali e fratture interne.
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INIEZIONE LETALE Tempo di sopravvivenza: 6-15 minuti Fu introdotta in Oklahoma e Texas nel 1977, la prima esecuzione fu in Texas nel dicembre Viene introdotta per via endovenosa di una quantità letale di un barbiturico ad azione rapida combinato con un agente paralizzante. Il cuore continua a battere per un periodo che può variare dai 6 ai 15 minuti; il condannato prima viene messo in uno stato di incoscienza e poi viene ucciso lentamente per paralisi respiratoria e successivamente cardiaca. In Texas viene usata una combinazione di tre sostanze: un barbiturico che rende il prigioniero incosciente, una sostanza che rilassa i muscoli e paralizza il diaframma in modo da bloccare il movimento dei polmoni e un'altra che provoca l'arresto cardiaco. Si ritiene che questo sia il metodo di esecuzione più umano, invece possono esserci anche gravi complicazioni: l'uso prolungato di droghe per via endovenosa da parte del prigioniero può comportare la necessità di andare alla ricerca di una vena più profonda per via chirurgica; se il prigioniero si agita, il veleno può penetrare in un'arteria o in una parte di tessuto muscolare e provocare dolore; se le componenti non sono ben dosate o si combinano tra loro in anticipo sul tempo previsto, la miscela si può inspessire, ostruire le vene e rallentare il processo; se il barbiturico anestetico non agisce rapidamente il prigioniero può essere cosciente mentre soffoca o mentre i suoi polmoni si paralizzano.
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LA SEDIA ELETTRICA Tempo di sopravvivenza: 10 minuti Fu introdotta negli USA nel Il condannato viene legato ad una sedia di legno ancorata al suolo e isolata elettricamente. Tutto inizia 3 giorni prima, rinchiudendo il prigioniero in una cella speciale che affaccia sulla stanza dove è posto lo strumento di morte. Un faccia a faccia corrosivo che porta il prigioniero a morire ancor prima di morire fisicamente: si giunge quindi all'annullamento della persona. Vengono fissati elettrodi di rame inumiditi sulla testa, con una specie di elmetto di cuoio, e ad una gamba (che sono state rasate per assicurare una buona aderenza). Vengono quindi trasmesse a brevi intervalli potenti scariche elettriche: un elettricista, agli ordini del boia, immette la corrente per la durata di due minuti e diciotto secondi variando il voltaggio da 500 a 2000 volt, altrimenti il condannato brucerebbe (2000 volt). La morte è causata da arresto cardiaco e da paralisi respiratoria. Il procedimento procura effetti visibili devastanti: il prigioniero a volte balza in avanti trattenuto dai lacci, orina, defeca o vomita sangue, gli organi interni sono ustionati, si sente odore di carne bruciata. Benché lo stato di incoscienza dovrebbe subentrare dopo la prima scarica, in alcuni casi questo non accade: a volte il condannato è solo reso incosciente dalla prima scarica, ma gli organi interni continuano a funzionare, tanto da rendere necessarie ulteriori scariche. Sono numerosi e documentati i casi di condannati per i quali le scariche elettriche previste non sono state sufficienti a procurarne la morte e che pertanto hanno dovuto subire atroci torture prima di essere definitivamente stroncati da ulteriori e più potenti scariche.
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CAMERA A GAS Tempo di sopravvivenza: 8-10 minuti Questo metodo di esecuzione fu introdotto negli USA negli anni '20, ispirato dall'uso di gas venefici durante la prima guerra mondiale e dal largo impiego del forno come metodo di suicidio. Il prigioniero viene fissato ad una sedia in una camera stagna. Uno stetoscopio fissato al suo torace viene collegato a cuffie che si trovano nella stanza adiacente, dove stanno i testimoni, in maniera tale che un medico possa controllare il progredire dell'esecuzione; nella camera stagna viene quindi liberato gas cianuro che uccide il condannato. La morte avviene per asfissia: il cianuro inibisce l'azione degli enzimi respiratori che trasferiscono l'ossigeno dal sangue alle cellule del corpo. Lo stato di incoscienza può subentrare rapidamente, ma l'esecuzione durerà più a lungo se il prigioniero tenta di prolungare la propria vita trattenendo il fiato o respirando lentamente. Così come avviene con gli altri metodi di esecuzione, gli organi vitali possono continuare a funzionare per un breve periodo, a prescindere dal fatto che il prigioniero sia cosciente o meno.
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LAPIDAZIONE Tempo di sopravvivenza: sino a 4 ore Il condannato viene solitamente sepolto nel terreno fino al collo, o bloccato in altri modi. La morte può essere causata da danni al cervello, da asfissia o da una combinazione di ferite. La persona può essere colpita più volte senza perdere conoscenza: di conseguenza la morte può essere molto lenta. Spesso la comunità assiste o partecipa alla lapidazione. E' comminata prevalentemente nei casi di adulterio. Il codice penale iraniano descrive minuziosamente le modalità dell’esecuzione ("le pietre non devono essere così grandi da far morire il condannato col lancio di una o due di esse; non così piccole da non poter essere definite come pietre) e, a dimostrazione di una millenaria discriminazione, dispone che le donne siano seppellite fino alle spalle, gli uomini invece fino alla vita. Se durante il supplizio, che avviene normalmente il venerdì nello stadio dopo la partita, riescono a liberarsi, ottengono la grazia, poiché quella è stata la volontà di Allah. Eventualità che può riuscire agli uomini, impossibile alle donne.
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DECAPITAZIONE Tempo di sopravvivenza: 1-2 minuti Metodo usato in base al quale la testa del condannato viene staccata dal corpo per mezzo di una spada. Lo shock provocato alla colonna vertebrale dovrebbe provocare l'immediata perdita dei sensi, ma possono rendersi necessari parecchi colpi per provocare il distacco della testa. In Arabia Saudita, nei casi che le autorità ritengono più seri, può essere prevista la crocifissione dopo l'esecuzione.
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CROCIFISSIONE Tempo di sopravvivenza: incalcolabile Il condannato viene inchiodato a polsi e caviglie ad una croce e lasciato morire fra atroci sofferenze.
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METODI DI MORTE UTILIZZATI NELL'ANTICHITA' O POCO UTILIZZATI OGGI ALLUNGAMENTO Il condannato veniva legato ai polsi e alle caviglie con corde che venivano tirate da parti opposte con argani; in questo modo era "tirato" fino alla morte. ANNEGAMENTO Il condannato veniva buttato in acqua legato, in modo che non riuscisse a nuotare. Questo sistema veniva utilizzato per verificare la colpevolezza di una presunta strega: se essa annegava, era considerata innocente; se l'acqua la respingeva ed essa galleggiava, era considerata colpevole e veniva messa al rogo. BOLLITURA Il condannato veniva posto in un calderone pieno d'acqua che veniva riscaldato. Questa tecnica era usata soprattutto nel Medioevo. CALDERONE Un recipiente di ferro veniva posto sullo stomaco del reo con l'apertura in basso, poi veniva alzato affinché entrassero alcuni topi; quindi veniva riscaldato e i topi, per uscire, non potevano fare altro che rosicchiare lo stomaco del condannato. CAVALLO DI LEGNO Il condannato veniva posto a cavalcioni in una struttura a V, come su un cavallo; venivano poi posti dei pesi ai suoi piedi affinché egli venisse tirato sempre più giù, fino a quando non si divideva in due. ESSERE GETTATI DA GRANDE ALTEZZA Il condannato era gettato da una montagna. IMMERSIONE NELLE FOGNE La condannata (adultera o prostituta) veniva legata ad un'asse e immersa nel punto del canale in cui confluivano le fogne; questa tecnica è stata in seguito migliorata mettendo la poveretta in gabbia. Pratica usata soprattutto nel Medioevo. LETTO (o sedia) DI FERRO Il prigioniero vi veniva fatto sedere, poi si riscaldava il ferro fino all'incandescenza.
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SBRANAMENTO DA ANIMALI Il condannato veniva gettato in un'arena insieme a leoni. Questo metodo era usato soprattutto nell'antica Roma. SCORTICAMENTO La pelle del condannato veniva tolta a strisce con svariati strumenti. SOTTERRAMENTO Il condannato veniva sotterrato vivo e lasciato a morire. Questo metodo è stato largamente usato in tutti i secoli. In India, ad esempio, sotterravano le donne fino al collo, poi le lasciavano, con solo la testa all'esterno, a cuocere al sole. SPARO DI CANNONE Il condannato veniva posto dinanzi la bocca del cannone, poi veniva sparato un colpo. TRAFISSIONE CON FRECCE Il condannato veniva legato ad un palo o ad un muro e degli incaricati gli tiravano delle frecce. Questa pratica era usata fra Indiani e Vichinghi, che miravano alle parti non vitali del corpo per prolungare l'agonia il più possibile. VERGINE DI FERRO Consisteva in una sorta di sarcofago femminile fatto di legno o ferro, scavato dentro e riempito con chiodi appuntiti. La vergine di ferro veniva aperta e il condannato vi veniva inserito. Quest'ultimo, alla chiusura del portello, veniva "abbracciato" dalla vergine e veniva trafitto dai chiodi.
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MORTE DA INSETTI Ci sono molte variazioni di questa pratica
MORTE DA INSETTI Ci sono molte variazioni di questa pratica. In genere il condannato veniva fissato al suolo, poi cosparso con una sostanza dolce (ad esempio miele), e abbandonato per essere mangiato da insetti. MORTE PER FAME Il condannato era posto in una cella e non veniva nutrito. Celebre l'episodio del Conte Ugolino descritto da Dante nella Divina Commedia. PENDOLO Un pendolo con lama affilatissima veniva lentamente abbassato sul condannato che giaceva sulla schiena; come nel racconto di Edgar Allan Poe "Il Pozzo E Il Pendolo". PERCOSSIONE Il condannato veniva percosso fino alla morte, spesso con strumenti quali il gatto a nove code; un esempio è quando gli schiavi americani venivano picchiati dai loro padroni. PRESSATURA Il condannato veniva posto fra due lastre di pietra; sulla lastra superiore venivano posti oggetti pesanti, finché egli non moriva schiacciato. ROGO Il condannato veniva legato a un palo, poi si incendiava il palo alla base del quale vi era materiale incendiabile come fieno. Questo metodo era usato ai tempi della caccia agli eretici ed alle streghe, quando esse non venivano condannate all'impiccagione. RUOTA Vi erano molti modi di usarla. Per esempio, il condannato poteva venir legato al cerchio esterno della ruota, che veniva fatta rotolare lungo un percorso spinato o giù per una collina.
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“Molti di quelli che vivono meritano la morte e molti di quelli che muoiono meritano la vita, tu sei in grado di valutare? Non essere troppo ansioso di elargire morte e giudizi, anche i più saggi non conoscono tutti gli esiti.” (J.R.R. Tolkien)
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“La pena di morte non è altro che la guerra della nazione contro un cittadino, perchè giudica necessaria o utile la distruzione del suo essere” (Cesare Beccaria – Dei Delitti e Delle Pene)
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10 MOTIVI UMANITARI PER ABOLIRE LA PENA DI MORTE
1) La pena di morte non serve come deterrente per i crimini. 2) L'applicazione delle norme giuridiche è spesso soggetta a errori umani dolosi o involontari. 3) La pena di morte è un arma troppo potente in mano a governi sbagliati. 4) L'applicazione della pena di morte non incentiva la ricerca di sistemi preventivi. 5) Il diritto alla vita è un principio fondamentale su cui si basa la nostra società. 6) Lo stato si comporterebbe in modo criminale come il criminale stesso. 7) La pena di morte è discriminatoria 8) La pena di morte non ristabilisce alcun equilibrio. 9) Lo Stato è corresponsabile dei crimini commessi. 10) Pena di morte = risparmio ? 10 motivi La diapositiva è collegata al testo completo
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Viva la vida, muera la muerte! (cit. MCR)
Non è nostro compito quello di giudicare ed esaminare i comportamenti dello Stato di fronte a un criminale e, tanto meno, la presunzione di scegliere la giusta pena per chi non ha rispettato la legge “divina” fra gli uomini. Ma rappresenta sicuramente un nostro dovere quello di valutare (condannare o approvare) se i comportamenti che le comunità di uomini assumono siano accettabili e ragionevoli o meno. In tutte le parti del mondo, nei secoli, l’uomo si è quasi sempre arrogato il diritto di decidere la punizione appropriata per un certo crimine ad un dato colpevole e spesso anche il diritto di estremizzare la punizione fino ad annullare la vita del condannato. Il “dono” della vita, e “quello” della morte, viene da Dio, come la coscienza della persona si troverà al Suo cospetto nel rendere a Lui le proprie colpe. Ovviamente le regole di uno Stato non si possono basare sulla spirituale credenza in un Dio e sulla vita dopo la morte; deve esso quindi porre leggi limite, adeguate punizioni alla trasgressione per assicurare il conseguimento delle libertà personali e della pace. Testo personale Noi pensiamo che la pena di morte non sia adeguata né legittima; riteniamo infatti che essa sia un malefico artificio di morte e un presuntuoso abuso di potere al fine di eliminare gravi colpevoli considerati deleteri per la società (e per il mondo intero) ed impuri a tal punto da non meritare più di vivere, e per di più nello stesso tempo questa barbarie esprime un negativo esercizio del potere da parte dei governanti. E’ confermato che la pena capitale in quanto punizione non sia utile (a meno che non sia indispensabile l’eliminazione di un cittadino scomodo) perché concentra la sofferenza della pena in un breve momento, lasciando poi solo un corpo senz’anima
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non più in grado di pentirsi né riscattarsi del peccato commesso
non più in grado di pentirsi né riscattarsi del peccato commesso. Provocando così solo terrore e disperazione nell’animo del condannato prima dell’esecuzione la pena di morte trasmette a tutti i cittadini solamente il senso sadico della giurisdizione del Paese e un fittizio e inconsistente senso di appagamento della vendetta. La magistratura, l’organo legislativo e governativo e le forze dell’ordine pubblico dovrebbero assicurare che un elemento pericoloso non sia lasciato libero e non gli sia data la possibilità di commettere altri atti criminosi con l’attivazione di carceri adeguate ed ergastoli. Non si può giocare oltre con la vita delle persone! Sappiamo che è facile parlare esternamente al problema, comprendiamo il dolore che una persona malvagia se non addirittura squilibrata può creare, ma lo Stato deve agire e cogitare in modo obbiettivo e oggettivo senza influenze, con la mente lucida e consapevole. Dovrebbe essere ormai chiaro alla società quanto la pena di morte non possa saziare la brama di vendetta e di sangue di alcun individuo. Siamo certi sul fatto che, qualora non fosse possibile (per motivi di giustizia e di legge) recuperare un colpevole concedendogli un’altra possibilità, sia doveroso e giusto consegnarlo nelle mani della prigionia (nel peggiore dei casi possibilmente integrata da lavori forzati per lui stesso e a favore della produttività della società) tenendo in conto un piano di riabilitazione morale e spirituale(interiore), la quale deve essere sempre valorizzata dentro una prigione in qualunque caso per qualunque condannato.
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Queste per noi sono alcune caratteristiche per delineare una società migliore e civilmente più corretta. Una volta chiarito che la pena di morte costituisce per una società solo un inutile e dannoso elemento di regresso e di errore, sottolineiamo il fatto che la pena di morte non rappresenta certamente da sola l’unica causa di disumana ingiustizia, discriminazione del diverso, inciviltà e calpestamento dei diritti inviolabili dell’uomo, poiché moltissimi esempi si possono fare riguardo ai comportamenti umani che delineano l’enorme mancanza di rispetto e di tolleranza e la profonda ostentazione nel commettere egoisticamente il male con lo scopo di assicurarsi la propria posizione individuale senza curarsi minimamente della vita e della felicità altrui. Guerre, torture, sfruttamento incurante del terzo mondo da parte dell’Occidente, fame, malattie indifferentemente incontrastate, indifferenza e non- curanza dei mali del mondo, multinazionali, analfabetismo, povertà, malnutrizione, privazione della libertà, della giustizia, della onestà, dell’amore, della fratellanza, della pace, … , la lista è quasi infinita… Ma con questo nostro lavoro, colorito dalle nostre opinioni, vorremmo indurre a ripensare a ciò che in questo mondo non funzione correttamente e in particolare alla brutalità che la pena di morte rappresenta sognando che questo vuoto di valori, di ideali e di buon senso venga colmato sempre più da chi nella vita ci crede ancora e ha ancora la forza di lottare; sperando in un futuro migliore e privo di questa “croce” esclamiamo il nostro NO alla PENA DI MORTE!!
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Link & Organizzazioni Amnesty International Nessuno tocchi Caino
Coalit Comunità di S.Egidio
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Bibliografia Coalizione Italiana Contro la Pena di morte
Nessuno Tocchi Caino Amnesty International Cesare Beccaria - “Dei Delitti e Delle Pene” J.R.R. Tolkien – “The Lord of the Rings” e altri siti minori Riflessioni personali
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Discografia Dream Theatre – Scenes from a memory
Ska-p – Welcome to hell Bruce Springsteen – Dead man walkin’ Led Zeppelin – Gallow’s Pole The Doors – The house of the rising sun Colonna sonora del signore degli anelli – La compagnia dell’anello
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