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IL RICONOSCIMENTO DEGLI ALBERI
7° SEMINARIO NAZIONALE SUL CURRICOLO VERTICALE Firenze 13 maggio 2012 Prof.ssa Barbara Guasina Istituto Comprensivo n.2 Imola (Bo)
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UN OBIETTIVO PER L’EDUCAZIONE ALLA CITTADINANZA ATTIVA
Nella prospettiva di: PROMUOVERE QUEL PRIMARIO SENSO DI RESPONSABILITÀ CHE SI TRADUCE NELL’AVERE CURA DEGLI AMBIENTI NATURALI CHE SI FREQUENTANO (Indicazioni per il Curricolo per il primo ciclo di istruzione pag. 41)
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UN TRAGUARDO PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE
e dal desiderio di perseguire gli importanti obiettivi di apprendimento nell’area delle scienze naturali quali: INDIVIDUARE L’UNITÀ E LA DIVERSITÀ DEI VIVENTI EFFETTUANDO ATTIVITÀ SUL CAMPO; CONDURRE L’ANALISI DI RISCHI AMBIENTALI E DI SCELTE SOSTENIBILI; COMPRENDERE LA FUNZIONE FONDAMENTALE DELLA BIODIVERSITÀ NEI SISTEMI AMBIENTALI. (Indicazioni per il Curricolo per il primo ciclo di istruzione 2007 pag.106)
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UN OBIETTIVO CONCRETO DEL PROCESSO FORMATIVO
nasce un’ESIGENZA ben precisa: perché gli alunni imparino a DESCRIVERE ciò che incontrano nella QUOTIDIANITÀ è fondamentale insegnare loro a DARE UN NOME a ciò che vedono. E noi vogliamo imparare a DARE UN NOME agli ALBERI delle nostre strade e dei nostri giardini
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IL PERCORSO SUL RICONOSCIMENTO DEGLI ALBERI
Questo percorso è stato proposto ad una classe prima nei mesi di settembre/ottobre 2010 e a due classi prime nei mesi di settembre/ottobre 2011 1° PASSO TEST: Ci sono alberi nel giardino antistante la scuola? Quanti? Quali?
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IL GIARDINO DELLA SCUOLA
?
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ALBERI “INVISIBILI” La quasi totalità degli allievi:
1) NON ricorda la presenza dell’ailanto nell’angolo del giardino; 2) NON riconosce che di fronte alla palestra ci sono 2 tipi differenti di alberi: i pini domestici ed i cipressi. SCUOLA PALESTRA
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LA RACCOLTA E L’OSSERVAZIONE DELLE PRIME FOGLIE
Nel giardino della nostra scuola sono infatti presenti: CIPRESSO un ailanto; alcuni cipressi; alcuni pini domestici. PINO 2° PASSO Le foglie di questi alberi sono molto diverse le une dalle altre e quindi potrebbe essere proprio questo il punto di partenza per imparare a distinguere questi alberi.
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PINACEE E CUPRESSACEE 3° PASSO
Si procede con la rappresentazione e la descrizione sul quaderno delle foglie del CIPRESSO e del PINO DOMESTICO 3° PASSO Passeggiando lungo via Manfredi si va alla ricerca di altre foglie simili a quelle appena descritte. Aghi singoli Aghi verticillati a fasci di 2 elementi Aghi verticillati a fasci di più di 2 elementi In particolare si trovano 3 tipi differenti di foglie AGHIFORMI: quelle di PINO, di ABETE e di CEDRO.
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LATIFOGLIE: FOGLIE SEMPLICI E FOGLIE COMPOSTE
Dopo aver imparato a riconoscere cipressi, pini domestici, abeti rossi e cedri dell’Atlante è ora degli alberi a FOGLIA LAMINARE. 4° PASSO La prima grande distinzione che è utile apprendere è quella tra FOGLIE SEMPLICI e FOGLIE COMPOSTE: però anziché un’osservazione sul campo, che risulterebbe un po’ complicata, si procede con l’analisi di CAMPIONI PLASTIFICATI.
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LATIFOGLIE A FOGLIE COMPOSTE 1
FOGLIA TERNATA e FOGLIA DIGITATA FOGLIE IMPARIPENNATE VITE CANADESE FRASSINO SORBO MAGGIOCIONDOLO Per ognuno di questi campioni di foglie viene richiesto agli allievi la riproduzione e la descrizione sul quaderno e viene insegnato loro la terminologia adeguata per esprimersi.
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LATIFOGLIE A FOGLIE COMPOSTE 2
FOGLIA BIPENNATA ALBIZIA Nel caso dell’albizia la foglia composta è ancora più complicata, sia per quanto riguarda la sua riproduzione grafica, sia per quanto riguarda la sua descrizione: agli allievi è pertanto richiesto di confrontarsi con una complessità crescente di dettagli da osservare e di modelli da costruirsi.
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LATIFOGLIE A FOGLIA SEMPLICE 1
Le foglie semplici sono molto numerose: dando agli allievi un’ampia serie di campioni li si può guidare ad individuare quei dettagli che possono poi essere efficacemente usati per distinguerle ed identificarle. 5° PASSO Il MARGINE di una foglia costituisce uno dei criteri per procedere alla sua identificazione.
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LATIFOGLIE A FOGLIA SEMPLICE 2
L’ APICE di una foglia costituisce un altro dei criteri utilizzabili per procedere alla sua identificazione. Immagine tratta da “Che albero è questo?” di Aichele e Schwegler ed. Franco Muzzio Editore (1988)
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LATIFOGLIE A FOGLIA SEMPLICE 3
Il tipo di FORMA LOBATA di una foglia costituisce un altro dei criteri per procedere alla sua identificazione.
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LATIFOGLIE A FOGLIA SEMPLICE 4
Il tipo di FORMA NON LOBATA di una foglia costituisce un altro dei criteri per procedere alla sua identificazione.
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L’USO DEI CAMPIONI PLASTIFICATI
Ad ogni gruppo di lavoro è stata consegnata, di volta in volta, una BUSTA con una ricca collezione di FOGLIE ESSICCATE E PLASTIFICATE e come detto prima, si è richiesto agli alunni di rappresentarle e di descriverle analizzandone APICE, MARGINE, NERVATURA e FORMA
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LA CONSULTAZIONE DELLE GUIDE
Ad ogni gruppo di lavoro è stata data inoltre una GUIDA ALL’IDENTIFICAZIONE DEGLI ALBERI da poter consultare usando come CHIAVE di identificazione principale la DESCRIZIONE DELLE FOGLIE.
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GLI ALBERI DI VIA MANFREDI
6° PASSO Si procede con l’osservazione sul campo e con il confronto, tramite campioni plastificati, delle foglie dei 4 alberi che si trovano di fronte al cancello di ingresso della scuola. ALBERO DI GIUDA ACERO RICCIO LIQUIDAMBAR MIRABOLANO PORPORINO
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L’ESERCIZIO SUL RICONOSCIMENTO
7° PASSO L’ultima uscita effettuata è stata dedicata ad un’esercitazione per il riconoscimento sul campo degli alberi presenti nelle vie limitrofe alla scuola.
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Il riconoscimento degli alberi di Lorenzo 1aA
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ALTRE IDEE… I CONI LE GHIANDE
Per imparare a riconoscere le gimnosperme è indicato anche il confronto dei diversi coni che producono. Per imparare a riconoscere gli alberi della famiglia delle querce è indicato anche il confronto delle ghiande che producono.
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UNO SGUARDO PIÙ CONSAPEVOLE
“Passeggiando per le strade di Imola ora vedo molti più alberi di prima: vedo alberi che prima non avevo mai visto.” Ludovica cl. 1aA
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RINGRAZIAMENTI Questo progetto è frutto del grande lavoro e del piacevole coinvolgimento che hanno mostrato gli alunni del plesso “Innocenzo da Imola” dell’IC2 di Imola delle classi: 1aA a.s 1aA e 1aE a.s Non sarebbe però stato possibile realizzarlo senza la preziosa guida dei professori del Gruppo di Ricerca e Sperimentazione Didattica del CIDI di Firenze, Daniela Basosi e Lucia Lachina, e del loro segrertario Carlo Fiorentini a cui sono profondamente debitrice per avermi insegnato ad insegnare scienze.
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