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GESTIONE DEGLI EVENTI AVVERSI NEL DONATORE

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Presentazione sul tema: "GESTIONE DEGLI EVENTI AVVERSI NEL DONATORE"— Transcript della presentazione:

1 GESTIONE DEGLI EVENTI AVVERSI NEL DONATORE
RUOLO DEL PERSONALE NON SANITARIO Dott.ssa Maria Petrelli

2 Compiti del personale tecnico presente nell’ equipe di prelievo
Ha funzioni ausiliarie rispetto a quelle medico-infermieristiche e può essere adibito a compiti di supporto dei sanitari nella gestione degli eventi avversi durante le sedute di prelievo non essendo di sua competenza né le funzioni di selezione né le procedure di flebotomia

3 TUTTAVIA….. LA PRESENZA DEL PERSONALE TECNICO
E’ ESSENZIALE PER ASSICURARE IL CORRETTO SVOLGIMENTO DELLE PROCEDURE LA PREVENZIONE E L’IDENTIFICAZIONE PRECOCE DEGLI EVENTI AVVERSI IL SUPPORTO DEL PERSONALE SANITARIO NELLA ROUTINE E NELL’EMERGENZA

4 Compiti principali del personale ausiliario
PREVENZIONE DEGLI EVENTI AVVERSI ( i donatori hanno più familiarità con il personale ausiliario) PRECOCE RICONOSCIMENTO DELLE REAZIONI AVVERSE NEL DONATORE PRECOCE ALLERTA DEL PERSONALE SANITARIO SUPPORTO AL PERSONALE SANITARIO NELLA GESTIONE DEGLI EVENTI INDESIDERATI

5 SOPRATTUTTO PREVENZIONE: CONTROLLO PRIMA DEL PRELIEVO
Analisi preliminare degli ambienti e dei materiali: prima di procedere all’accettazione dei donatori è opportuno che il personale addetto esegua una verifica ACCURATA degli ambienti dedicati al prelievo con particolare attenzione all’efficienza delle attrezzature (bilance, piani di lavoro, sacche ecc.) È necessario verificare con l’aiuto di una lista di controllo, la presenza della strumentazione e dei presidi terapeutici per il pronto soccorso la cui posizione deve essere nota a tutti i collaboratori

6 PROFILO PSICOLOGICO DEL DONATORE
Tradizionalista: in generale la motivazione è riconducibile a valori solidaristici di tipo generale. Cioè la donazione del sangue è vissuta essenzialmente come un modo di fare qualcosa di utile per gli altri, per aiutare, nel caso specifico , chi ha bisogno di sangue. La modalità di accesso all’associazione passa spesso attraverso episodi di carattere contingente, quali ad esempio il coinvolgimento in contesti di emergenza e scarsità di sangue o l’appartenenza a reti relazionali specifiche (amici, conoscenti, famiglia) sensibilizzazione nelle conferenze ; Moderno - tecnologico: la motivazione prevalente non è quella relativa alla carenza e all’emergenza del sangue, quanto quella fondata sulla logica dello scambio (restituzione dell’azione donativa in relazione a specifiche situazioni personali o familiari) o tendenzialmente autoriferita (donare sangue fa bene anche al donatore). In questo caso la donazione del sangue diventa per il soggetto uno stimolo per prendersi cura in modo consapevole della propria salute. La donazione diventa un’osservanza di specifici comportamenti e stili di vita sani; Moderno - associativo: descrive la modalità meno comune dell’azione donativa. Appartiene a quei soggetti che ricoprono all’interno dell’ associazione cariche direttive e di responsabilità. L’aspetto motivazionale in questo profilo è caratterizzato da una forte identificazione valoriale e culturale che l’organizzazione stessa assume e persegue.

7 SIGNIFICATO PROFONDO DEL DONO E DEL SANGUE
Parte integrante dell’Identita’ Integrità del corpo e del SE’ Dono di una parte vitale, che rappresenta l’accettazione di una messa in discussione dell’equilibrio psico-fisico,ma in modo protetto. Delega a terzi della gestione dell’omeostasi e del vissuto di benessere Parte integrante dell’Identita***(Con i termini Sé ed Identità (l’idea che una persona ha di se stessa), si fa riferimento a differenti processi psicologici relativi alla costruzione, mantenimento e cambiamento dell’autoconsapevolezza e dell’automonitoraggio comportamentale. Processi che regolano quindi, il comportamento della persona in rapporto a come crede di essere)*** Integrità del corpo e del SE’ ***(a come rivendica di essere nell’interazione con l’ambiente. Il sé e l’identità emergono sempre da una qualche forma di relazione , interna od esterna. Identità: conoscenza individuale relativa a se stessi. Sé: rappresentazione di Sé (aspetto interpersonale e situazionale***. Dono di una parte vitale, che rappresenta l’accettazione di una messa in discussione dell’equilibrio psico-fisico,ma in modo protetto. Delega a terzi della gestione dell’omeostasi e del vissuto di benessere

8 PREVENZIONE FIDUCIA COMPETENZE VIGILANZA ATTIVA CORRETTA GESTIONE

9 Per potersi fidare il donatore deve avere la certezza di essere nelle mani di personale competente e attento Se cercherete di creare in sala un ambiente cordiale, confortevole, tranquillo e rilassato, comunicando sicura competenza, soprattutto alle prime donazioni, i donatori sentiranno di potersi fidare ed eviteranno di farsi venire le paure dell’ultimo momento che al minimo stimolo, potrebbero scatenare pesanti effetti collaterali. In sala è fondamentale non far trapelare anche minimamente incertezze, dubbi e distrazioni ma occorre comunicare COSTANTEMENTE la cura e la massima attenzione per ogni singolo donatore e per tutto il tempo della procedura, compreso il periodo di post donazione. AGGIUNGERE: E’ importante, nella fase che precede la donazione, il “colpo d’occhio clinico” cioè l’osservazione del comportamento (emotività, logorrea, mutismo, irrequietezza) e dell’aspetto esteriore (pallore, sudorazione, tremore) per prendere la dovute contromisure intervenendo sull’intrattenimento del donatore e sulla comunicazione di accoglienza dell’ansia. Attenzione agi giornali e cellulari: possono far compiere movimenti incondizionati e pericolosi, pallina che cade…. Si sconsiglia la presenza di bambini in sala.

10 riguardante l’accesso venoso e il flusso di donazione
REAZIONE AVVERSA: risposta inattesa e indesiderata del donatore connessa con la raccolta riguardante l’accesso venoso e il flusso di donazione generalizzata

11 IMPORTANTE Se durante o dopo la procedura di prelievo si verifica una reazione avversa, locale o generalizzata, nel più breve tempo possibile è fondamentale che: Venga allertato con discrezione il personale sanitario (infermiere professionale o medico); il personale ausiliario non medico, non compia interventi sul donatore se non su richiesta e sotto la diretta supervisione del personale sanitario; Conosca quali possono essere le richieste del personale sanitario e sia pronto a farvi fronte in maniera tempestiva e nel modo più efficiente e completo.

12 REAZIONI AVVERSE LOCALI
IMMEDIATE EMATOMA (16%) AVVERTIRE IL MEDICO O L’INFERMIERE PRESENTI ALLA SEDUTA DI PRELIEVO. Su loro indicazione e sotto la loro supervisione, si consiglia di procedere come segue: Togliere il laccio Procedere delicatamente a sfilare l'ago dalla cute mantenendo la direzione del vaso esercitare una compressione con cotone premedicato di disinfettante per arrestare l'emorragia e facilitare l'assorbimento dell’ematoma, braccio in alto. se la raccolta ematica è di grado modesto, è sufficiente nell'immediatezza applicare del ghiaccio per 4-5 minuti, non di più, in quanto il freddo determina vasocostrizione limitando la fuoriuscita del sangue oltre che ad avere un effetto anestetizzante se l'ematoma è di cospicue dimensioni praticare delle compressioni dall'alto verso il basso al fine di favorirne il drenaggio, schermando al donatore. si ricorre al bendaggio semicompressivo da tenere per ore tenendo l'arto a riposo e raccomandando di evitare di esercitare con lo stesso lavori pesanti o movimenti che ne possano riattivare il sanguinamento e pregiudicare il decorso di guarigione, verificare CRT ( tempo di riempim. capillare) come terapia per uso topico si può applicare creme a base di eparina su indicazione medica AGGIUNGERE: Porre attenzione al vestiario del donatore: indumenti troppo stretti al collo o in vita, troppo pesanti o con maniche con il bordo elastico (dare le giuste indicazioni per la donazione successiva è prevenzione!) Il donatore deve assumere una posizione comoda e appropriata cioè sdraiata-supina, non con le gambe accavallate e deve essere informato sulla pericolosità di queste posizioni. ***

13 PRECOCE INDIVIDUAZIONE MA LA GESTIONE E’ SANITARIA!
DOLORE Tranne che per la venipuntura, DEVE ESSERE ASSENTE ( disinfettante asciugato? Venipuntura non corretta? Lesione tendinea o nervosa? Ematoma? REAZIONI ALLERGICHE (2%) locali: interrompere la donazione Locali: lavaggio con fisiologica, può essere necessario un accesso venoso, osservazione stretta del donatore, registrare l’allergia al disinfettante PUNTURA ARTERIOSA (1%) Osservare se l’ago pulsa e se il sangue è rosso vivo. La compressiva deve durare almeno m’. Controllare CRT : compressione di 5 sec. sull’unghia, rimuovendo la pressione il colore dell'unghia deve ritornare normale in meno di 2 sec. Ricercare i polsi periferici LESIONE NERVOSA (1%) PARESTESIE Attenzione che la posizione d’appoggio sul bracciolo non comprima il nervo ulnare al gomito PROLUNGAMENTO DEL TEMPO DI PRELIEVO PER OSTRUZIONI (>12 m’) flusso ottimale 60 ml/min invitare il donatore ad aprire e chiudere la mano per facilitare il flusso di sangue all’arto verificare che il laccio emostatico o l'eventuale bracciale non esercitino una pressione esagerata verificare il tipo di allarme segnalato dalla macchina verificare lungo la linea del circuito extracorporeo ostruzioni meccaniche per inginocchiamento o pieghe dei tubi. NON FORZARE MAI LA REINFUSIONE NELLE PROCEDURE DI AFERESI AGGIUNGERE: Lavare le mani e usare sempre i guanti. Il laccio emostatico applicato a circa 4 cm dal punto della flebotomia stretto tanto da ostacolare il ritorno venoso MA NON IL FLUSSO ARTERIOSO (deve essre possibile passare un dito sotto) Flusso della donazione se > a 12 min non adatto alla preparazione di fattori piastrinici e fattore VIII= La bilancia bascula costantemente? Miscela? Stacco la sacca con garza MEDICATA, braccio in alto e digitopressione. Post donazione: tampone asciutto per proteggere gli indumenti, braccio scoperto per il tempo del ristoro per controllo.

14 COMPITO DEL PERSONALE NON SANITARIO
OSSERVAZIONE COSTANTE E DISCRETA DEL DONATORE, DEL FLUSSO E DELLA ZONA DI VENIPUNTURA ANCHE DURANTE IL DIALOGO UTILIZZARE IL MOMENTO DI RISTORO INTRADONAZIONE PER CONTROLLARE IL FLUSSO DEL PRELIEVO ALLERTARE IL SANITARIO CON DISCREZIONE AD OGNI ANOMALIA O RIDUZIONE DI FLUSSO SUPPORTARE LA DELUSIONE DEL DONATORE SE LA PROCEDURA DEVE ESSERE INTERROTTA

15 REAZIONE AVVERSA GENERALIZZATA
SONO FONDAMENTALI L’IDENTIFICAZIONE E L’ALLARME PRECOCI VIGILARE SEMPRE CON DISCREZIONE SUL DONATORE

16 Le più comuni reazioni generalizzate
Da ipovolemia ( sottrazione troppo rapida del volume ematico) o in una situazione di disidratazione Reazioni vaso-vagali

17 Concetto di extracorporea
Extra corporea (mai>15 % del volume sanguigno totale meglio se inferiore all’11% del VST) Calcolo approssimativo della volemia: maschi 68ml/Kg Femmine 62 ml/Kg Esempio: maschio 70 Kg= volemia 4740ml (15%= 700ml) (11%=550ml) Donna 60Kg= volemia 3720ml(15%=555ml) (11%=400ml) Donna 50 Kg= volemia 3100ml (15%=465ml) (11%=341ml). Il PERSONALE AUSILIARIO DEVE SEMPRE PROVVEDERE PREVENTIVAMENTE AD UN ADEGUATO RIMPIAZZO DI LIQUIDI PER OS I Valori normali Ht nella donna variano fra il 38 e il 48%, nell’uomo fra il 40 e il 52%. Soggiorno in posizione eretta per 18 minuti 3,7% 49,35

18 Del SNC fanno parte l'ipotalamo e il sistema limbico , funzionalmente e strutturalmente collegati, presiedono a quei meccanismi vitali che hanno lo scopo di mantenere costanti le condizioni dell'ambiente interno (omeostasi) e di provvedere alla conservazione dell'individuo e della specie, esercitando il controllo sulle sue emozioni : regolazione del sistema nervoso autonomo , della temperatura corporea, della frequenza cardiaca, della pressione arteriosa, della secrezione acida dello stomaco, delle emozioni . L'ippocampo, che fa parte del sistema limbico, e inoltre importante per l'apprendimento e la memoria. La caratteristica peculiare dell'ipotalamo è quella di ricevere degli input direttamente dall'esterno del cervello ( vista, udito, tatto ecc.). E' grazie all'ipotalamo che gli aspetti mentali, emotivi e istintivi trovano espressione nel corpo. Il sistema nervoso periferico trasporta, tramite le fibre nervose afferenti, l’informazione sensoriale (estero-propriocettiva) al SNC, e, per mezzo delle fibre nervose efferenti (effettrici, motrici), i comandi dal SNC agli organi e tessuti.

19 Il sistema nervoso periferico vegetativo (autonomo, involontario, viscerale) - SNA rappresenta la porzione del sistema nervoso periferico che innerva le ghiandole, la muscolatura cardiaca e quella liscia di organi e vasi sanguigni, interessando, in tal modo, le funzioni del corpo normalmente sotto controllo inconscio (ritmo cardiaco e circolazione sanguigna, respirazione, digestione ecc.). Il sistema nervoso vegetativo si divide in simpatico o ortosimpatico (toraco-lombare), parasimpatico (cranio-sacrale) e metasimpatico (enterico).

20 La visione del pericolo mette in funzione una via immediata (fase di allarme della reazione di stress), inducendo a produrre, da parte delle cellule della midollare del surrene, una miscela “allarmante” composta per l’80% di adrenalina e il 20% di noradrenalina, in quantità dieci volte maggiore del normale. Gli effetti del sistema nervoso simpatico sono facilmente comprensibili se interpretati in relazione alla "reazione di attacco o difesa" (stress fisico e psichico): aumento della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa della ventilazione (con dilatazione dei bronchi), del tono dei muscoli scheletrici, dilatazione delle arterie coronariche e dei vasi dei muscoli scheletrici, contrazione dei vasi sanguigni periferici (cute) e degli organi viscerali (tranne cuore e polmoni), dilatazione delle pupille, rallentamento dei processi digestivi e dell'attività del sistema immunitario, "annebbiamento" dell'attività cognitiva ecc. Stimoli cognitivi (stress) attivano (fase di allarme della reazione di stress) la via diretta del sistema nervoso simpatico "cervello-midollare surrenale" con produzione di adrenalina, noradrenalina, dopamina). Se però il pericolo perdura (fase di resistenza della reazione di stress), allora entreranno in scena ulteriori significativi cambiamenti che coinvolgeranno ancora una volta le surrenali (questa volta la zona corticale), organi primari della reazione di stress e il sistema parasimpatico ll sistema nervoso parasimpatico è suo antagonista contrastandone e bilanciandone gli effetti.

21 Non siamo quasi mai coscienti dell'attività del SNA, in quanto esso funziona in modo involontario e riflesso. Ad esempio, non ci accorgiamo quando i nostri vasi ematici cambiano di diametro o quando il nostro cuore batte più in fretta L'attività del SNA è particolarmente importante in almeno due situazioni: le situazioni di emergenza che causano stress e che ci richiedono di "attaccare" o "fuggire" le situazioni di calma che ci consentono di "riposare" e "digerire" .

22 Sistema nervoso autonomo

23 Azioni del Sistema Nervoso Autonomo
Struttura Stimolazione del Simpatico Stimolazione del Parasimpatico Occhio (Iride) Dilatazione della pupilla Costrizione della pupilla Ghiandole salivari Riduzione della salivazione Aumento della salivazione Mucosa orale Riduzione della produzione di muco Aumento della produzione di muco Cuore Aumento della frequenza dei battiti e della forza di contrazione Diminuzione della frequenza dei battiti e della forza di contrazione Polmoni Rilassamento dei bronchi Contrazione della muscolatura bronchiale Stomaco Riduzione della motilità Secrezione di succo gastrico e aumento della motilità Intestino tenue Riduzione della peristalsi Aumento dei processi digestivi Intestino crasso Aumento della secrezione e della motilità Fegato Aumentata glicogenolisi Rene Diminuzione della diuresi Aumento della diuresi Midollare surrenale Secrezione di Adrenalina e Noradrenalina Vescica Rilassamento della parete e chiusura dello sfintere Contrazione della parete e rilasciamento dello sfintere

24 REAZIONI GENERALIZZATE
IPERVENTILAZIONE Il primo trattamento dell'alcalosi respiratoria dovuta ad una crisi d'ansia consiste nel rassicurare e tranquillizzare il donatore porre il soggetto in posizione Trendelemburg assicurarsi un accesso venoso se trattasi di una iperventilazione severa (36 atti/min) si fa respirare il donatore in un sacchetto di carta, così facendo si incrementa l'inspirazione di CO2 con risoluzione del quadro clinico se il sacchetto può comportare una sensazione spiacevole, si può invitare il soggetto a trattenere il respiro il più a lungo possibile, fare un respiro superficiale e trattenere nuovamente il respiro, fa ripetere questa sequenza da 6 a 10 volte altri provvedimenti sono volti a migliorare lo stato di ansia non somministrare ossigeno Il primo trattamento dell'alcalosi respiratoria dovuta ad una crisi d'ansia consiste nel rassicurare e tranquillizzare il donatore porre il soggetto in posizione Trendelemburg *** Sollevare le gambe di un angolo di 45° può aumentare il ritorno venoso di un volume di sangue di circa 500 ml, sufficiente a compensare l’effetto di vasodepressione. ATTENZIONE ALL’IPERVENTILAZIONE; STIMOLARE DEI RISPERI TRANQUILLI!! SE < LA CO2 CI PUO’ ESSERE PERDITA DI COSCIENZA E IPERTONO MUSCOLARE.*** assicurarsi un accesso venoso se trattasi di una iperventilazione severa (36 atti/min) si fa respirare il donatore in un sacchetto di carta, così facendo si incrementa l'inspirazione di CO2 con risoluzione del quadro clinico se il sacchetto può comportare una sensazione spiacevole, si può invitare il soggetto a trattenere il respiro il più a lungo possibile, fare un respiro superficiale e trattenere nuovamente il respiro, fa ripetere questa sequenza da 6 a 10 volte ***FARLO TOSSIRE SE IPERVENTILA PER ANSIA E PARLARGLI PER RASSICURARLO *** altri provvedimenti sono volti a migliorare lo stato di ansia non somministrare ossigeno

25 Tossicità da citrato (plasmaferesi, citoaferesi)
Ipocalcemia Rara per procedure di plasmaferesi ma molto frequente nelle procedure di citoaferesi. Le reazioni più frequenti sono le parestesie periorali e distali, ma anche ipotensioni severe, crampi muscolari dolorosi. Spesso l’ipocalcemia in corso di aferesi è un fenomeno transitorio che si autolimita e spesso non è sintomatica. Per reazioni lievi del tipo parestesie periorali spesso è sufficiente diminuire la velocità di infusione per assistere alla scomparsa dei sintomi e somministrare Calcio per os. (1 o 2 cps.) Per sintomi da ipocalcemia più importanti è invece necessario fare terapia con calcio gluconato fiale al 10% :5- 10 ml di Ca gluconato e.v. in min.

26 Tossicità da citrato (plasmaferesi, citoaferesi)
segno di Trousseau Ipocalcemia Rara per procedure di plasmaferesi ma molto frequente nelle procedure di citoaferesi. Le reazioni più frequenti sono le parestesie periorali e distali, ma anche ipotensioni severe, crampi muscolari dolorosi, fino alla paralisi dei muscoli. Spesso l’ipocalcemia in corso di aferesi è un fenomeno transitorio che si autolimita e spesso non è sintomatica. Per reazioni lievi del tipo parestesie periorali spesso è sufficiente diminuire la velocità di infusione per assistere alla scomparsa dei sintomi e somministrare Calcio per os. (1 o 2 cps.) Per sintomi da ipocalcemia più importanti è invece necessario fare terapia con calcio gluconato fiale al 10% :5- 10 mL di Ca gluconato e.v. in min.

27 Reazioni generalizzate
Sincope (sinonimi: "svenimento", "lipotimia", "perdita dei sensi") una perdita di coscienza a carattere transitorio e autolimitante, accompagnata da compromissione del tono posturale. Tale evento può presentarsi in modo brusco ed improvviso, oppure la perdita di coscienza può essere preceduta da una fase prodromica preparatoria di durata variabile, nel corso della quale il donatore avverte il progressivo restringimento dello stato di coscienza . La pre-sincope (pre-lipotimia) rappresenta invece un grado minore del medesimo disturbo e risulta caratterizzata da una sensazione di imminente perdita di coscienza, associata a sintomi quali astenia intensa, sudorazione fredda, pallore disturbi del visus e gastrici ma senza una completa e definitiva compromissione dello stato di coscienza.

28 Situazioni che favoriscono la sincope
Angolazione del lettino a 90° Durata della fase di ortostatismo passivo di 20 minuti, e lunga attesa prima della donazione. Donatori di giovane età, in conseguenza di una alterazione della reattività neurovegetativa. Indumenti stretti Prima donazione Peso piccolo Pressione bassa Vista dell’ago o del sangue Dolore Vista del malore di altri donatori Reazione agitata degli operatori Prelievi che si svolgono in ambiente caldo (che facilita la disidratazione) o in un tempo troppo rapido immediatamente dopo il prelievo, nella fase di recupero, quando aumenta il tono vagale ed è più probabile l'induzione di una bradicardia riflessa o di una ipotensione arteriosa

29 COME PREVENIRE LA LIPOTIMIA
RICONOSCERE I DONATORI A RISCHIO RIDURRE PER QUANTO POSSIBILE I TEMPI D’ATTESA METTERE IL DONATORE IN POSIZIONE COMODA LEGGERMENTE DECLIVE ESSERE CALMI ED EFFICIENTI RASSICURARLO E PROTEGGERLO DALLA VISTA DELL’AGO E DEL SANGUE INVITARLO AD ALLENTARE INDUMENTI STRETTI CONTROLLARE CHE NON MASTICHI NULLA E NON PORTI OCCHIALI DA SOLE. SOMMINISTRARE ACQUA, LIQUIDI NON ACIDI E CAFFE’ ZUCCHERATO DOPO IL RIEMPIMENTO DELLE PROVETTE PER GLI ESAMI. SE OPPORTUNO FAR ESEGUIRE IL TILT TRAINING FAR ASSUMERE L’ORTOSTATISMO GRADUALMENTE PROLUNGARE L’OSSERVAZIONE DISCRETA ( CAMBIAMENTI DEL COLORITO,ESPRESSIONE ECC)ANCHE DOPO LA DONAZIONE E NEL PERIODO DI RISTORO RICONOSCERE I DONATORI A RISCHIO *** Attenzione a chi viene a donare dopo un turno di notte*** RIDURRE PER QUANTO POSSIBILE I TEMPI D’ATTESA METTERE IL DONATORE IN POSIZIONE COMODA LEGGERMENTE DECLIVE ESSERE CALMI ED EFFICIENTI RASSICURARLO E PROTEGGERLO DALLA VISTA DELL’AGO E DEL SANGUE INVITARLO AD ALLENTARE INDUMENTI STRETTI CONTROLLARE CHE NON MASTICHI NULLA E NON PORTI OCCHIALI DA SOLE. SOMMINISTRARE ACQUA, LIQUIDI NON ACIDI E CAFFE’ ZUCCHERATO DOPO IL RIEMPIMENTO DELLE PROVETTE PER GLI ESAMI. SE OPPORTUNO FAR ESEGUIRE IL TILT TRAINING FAR ASSUMERE L’ORTOSTATISMO GRADUALMENTE PROLUNGARE L’OSSERVAZIONE DISCRETA ( CAMBIAMENTI DEL COLORITO,ESPRESSIONE ECC)ANCHE DOPO LA DONAZIONE E NEL PERIODO DI RISTORO ***Raccogliere le borse se sono per terra, per evitare che il donatore si chini appena donato e porgerli al braccio non medicato per evitare sforzi muscolari immediati.

30 Quadro clinico lieve Precoce riconoscimento del malessere: pallore, agitazione, senso di testa vuota, sudorazione, ipertono muscolare, nausea, vomito, ipotensione, SBADIGLI, disturbi della vista MANTENETE LA CALMA!!!!!! Chiamate il medico con discrezione Stimolare verbalmente il donatore a riferire i sintomi per valutare la coscienza Porre il donatore in Trendelemburg Sollevare gli arti inferiori, meglio fate eseguire il tilt training Su valutazione medica, sospendete la donazione È possibile che il medico decida per un accesso venoso e per un’infusione di fisiologica: preparate il necessario ( garze, disinfettante, laccio emostatico, agocannula G, asta reggiflebo, cestello, flebo, DI CUI CONOSCETE L’UBICAZIONE Sfigmomanometro e fonendoscopio Eseguite le indicazioni terapeutiche del medico Proteggete dalla dispersione termica con coperte o con metallina Riducete il disagio detergendo il sudore Posizione laterale di sicurezza se compare vomito Se potete occupatevi di sorvegliare anche gli altri donatori

31 Supporti a disposizione
Pallone di rianimazione (ambu) Bombola ossigeno Pinza Collin (tiralingua) Cannule di Guedel/Mayo Apribocca

32 Tilt training

33 Modalità di gestione del donatore dopo la donazione
Anche se la donazione si è svolta senza inconvenienti, sarà opportuno raccomandare al donatore di: Non lasciare il luogo di prelievo senza aver mangiato qualcosa o aver bevuto almeno due bicchieri di liquidi, da evitare cappuccini o caffè eccessivamente caldi È molto importante la sorveglianza del donatore durante il ristoro, poiché un buon numero di inconvenienti collegati alla donazione avviene durante questa fase: l’ambiente di ristoro deve permettere un’adeguata sorveglianza e un rapido intervento in caso di necessità

34 COMPITI DEL PERSONALE AUSILIARIO IN CORSO DI REAZIONE AVVERSA
PRONTO RICONOSCIMENTO DEGLI EFFETTI COLLATERALI DISPONIBILITA’ DEI PRESIDI CAPACITA’ DI GESTIONE

35 QUADRO CLINICO PIU’ SEVERO CON PERDITA DI COSCIENZA
Eseguire nell’ordine quanto indicato per il quadro clinico lieve E INOLTRE: Un operatore si pone dietro alla testa del donatore ed effettua l'iperestensione del capo per favorire la pervietà delle vie aeree ed impedire così la caduta della lingua nell'orofaringe ostruendolo e determinando soffocamento o in alternativa si effettua la manovra di sublussazione della mandibola; Verificare la pervietà delle vie aeree (GAS: Guardo, Ascolto, Sento) che non siano impegnate da corpi estranei come: caramelle, gomme da masticare, protesi mobili, frammenti di alimenti eccetera Un secondo operatore solleva gli arti inferiori per favorire il ritorno di sangue al SNC; Il medico manterrà un accesso venoso con infusione di liquidi: predisporre l’occorrente tenendo conto che servirà un’infusione nel rapporto 3/1 al sangue sottratto ( ml di soluzione salina alla velocità di reinfusione di ml/al minuto) Se vi è comparsa di vomito porre il donatore in Posizione Laterale di Sicurezza (PLT); Sollecitare il donatore verbalmente o stimolando il muscolo cucullare, non schiaffeggiare !; Se compaiono contratture muscolari, cercare solo di contenere i movimenti involontari affinché il donatore non si ferisca o cada dalla poltrona, ma senza ostacolarli per prevenire lesioni muscolo-tendinee, lasciando sfogare l'episodio di ipertono muscolare. RICORDATE CHE SONO EPISODI DI IPERTONO VAGALE CHE SI AUTOLIMITANO E LA RIPRESA DELLA COSCIENZA E’ GENERALMENTE RAPIDA, L’IMPORTANTE E’ SUPPORTARE LE FUNZIONI VITALI DI CIRCOLO E RESPIRO

36 Valutazione del livello di coscienza

37 Pervietà delle vie aree

38 Guardo, Ascolto, Sento

39 DIMOSTRAZIONE DI BLS

40 GRAZIE DELL’ATTENZIONE LE AVIS’ANGELS AUGURANO…….


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