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PubblicatoMarcella Parente Modificato 11 anni fa
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Siamo mai andati sulla Luna? Breve guida per chi non crede o non vuole capire… Francesco Floris
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La Bandiera!
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Nelle foto mancano le stelle! Le stelle non si vedono nelle foto (ma gli astronauti le vedono) sulla Luna perché non si devono vedere. E' questione di tecnica fotografica di base. Le stelle sono fioche rispetto al suolo fortemente illuminato dal sole. Per fare le foto senza sovraesporre il suolo, bisogna chiudere molto il diaframma dell'obiettivo e far entrare poca luce. Facendo entrare poca luce, però, non si fa entrare la luce fioca delle stelle. Ergo le stelle, nelle foto della superficie lunare, non si vedono.
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Se le si vuol vedere, bisogna aprire il diaframma della macchina fotografica, nel qual caso però si sovraespone il suolo (diventa tutto bianco). Solo che agli astronauti interessava fotografare il paesaggio della Luna, non le stelle, per cui hanno esposto la pellicola per il tempo che serviva per fotografare correttamente il suolo. Se non ci credete, andate fuori di notte, quando ci sono fuori le stelle, e cercate di fotografare il panorama illuminato della città insieme alle stelle. Scoprirete che non si può. Se esponete correttamente la foto in modo da vedere i dettagli della città, le stelle scompaiono; se esponete la foto in modo da far vedere le stelle, la città è fortemente sovraesposta.
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L'unica sorgente di luce sulla Luna è il sole e non c'è aria per diffondere questa luce. Quindi le ombre devono essere nerissime. Come mai quando gli astronauti sono in ombra, sono invece visibili lo stesso, come se ci fosse una seconda sorgente di luce? Sono state usate le lampade dello studio cinematografico per rischiarare le ombre! Avete mai notato che la Luna è visibile in cielo? Ebbene, è visibile perché riflette la luce. Siccome la superficie della Luna è riflettente (poco, ma comunque sufficiente a creare una gran bella Luna piena), le zone in ombra degli oggetti che si ergono sulla superficie lunare sono semplicemente rischiarati dal riverbero proveniente dalla superficie stessa.
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Le ombre hanno direzioni diverse, invece di essere parallele, come se ci fossero due sorgenti di luce. I riflettori dello studio cinematografico! Se davvero ci sono due sorgenti di luce, come mai nelle foto non ci sono anche due ombre per ogni oggetto? Basta guardare una partita di calcio in notturna per rendersi conto che se ci sono due sorgenti di luce, tutti gli oggetti devono formare due ombre.
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Anche sulla Terra, di giorno, le ombre possono avere direzioni diverse: hanno la stessa direzione soltanto se cadono su superfici disposte nello stesso modo. E sulla Luna, mancando ogni riferimento (oggetti familiari di dimensione nota) che indichi la pendenza del terreno, è molto facile non accorgersi che una zona è inclinata rispetto a un'altra, come nella foto precedente.
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C'è una lettera C su un sasso in una foto! E c'è una lettera C sul terreno accanto al sasso! Sono i riferimenti dello scenografo!
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Scusate, ma che senso avrebbe etichettare dei sassi di scena con una singola lettera? E' un sistema di etichettatura che permetterebbe soltanto ventisei oggetti. Un po' pochi per un set che deve ritrarre la Luna, la cui superficie è costellata di sassi, sassi e ancora sassi. E come farebbe la "C", se fosse davvero tracciata su un lato inclinato di un sasso ruvido e irregolare, ad avere una forma così sorprendentemente regolare dal punto di vista di sbieco dal quale la si guarda in questa foto?
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La "C" sul sasso è in realtà un pelucco, presente nelle copie ma non negli originali. Lo si vede chiaramente ingrandendo l'immagine, come nel dettaglio mostrato qui sotto. Presumibilmente il pelucco si è attaccato alla pellicola durante una delle tante duplicazioni delle foto originali (ricordate che questa è fotografia chimica, nella quale le copie non si fanno duplicando un file di computer, ma rifotografando la fotografia). C'è anche da considerare una singolare coincidenza: la "lettera" trovata sul sasso è proprio una di quelle a curva o linea semplice che un pelucco forma spontaneamente. Non è, per esempio, una K o F o H o M o A.
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Sotto il modulo lunare non c'è un cratere prodotto dal razzo di discesa e non ci sono bruciature. La gravità della Luna è un sesto di quella terrestre, quindi il motore necessario per tenere librato un modulo lunare è molto, molto meno potente di quello necessario sulla Terra e quindi sposta molto meno ciò che gli sta sotto. Inoltre il modulo lunare spegneva il motore poco prima di toccare terra, quindi il suo getto agiva soltanto da una certa distanza. Non deve formarsi un cratere.
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Inoltre sulla Luna non c'è aria, quindi non si produce un nuvolone di polvere: semplicemente la polvere schizza via in tutte le direzioni. E infatti in tutti i filmati degli allunaggi si vede la polvere che schizza via quasi orizzontalmente, appunto senza formare le volute che invece formerebbe in presenza d'aria, a riprova del fatto che le immagini sono state riprese nel vuoto. Non ci sono bruciature perché il carburante è sì caldo quando esce dall'ugello, ma si disperde grosso modo in un cono nel vuoto, raffreddandosi immediatamente a causa della propria espansione. Qualsiasi gas si raffredda quando si espande; è il principio sul quale si basano i frigoriferi.
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Come è possibile che quasi 40 anni fa, quando non esistevano nemmeno le calcolatrici, si sia andati sulla Luna, dove di fatto non si era potuta fare nessuna prova precedente, con un regolo e dei comandi "manuali"? Primo: le prove precedenti, di attracco e sgancio e riattracco, di rendezvous orbitale eccetera, sono state fatte eccome, nelle missioni Gemini. Prima dello sbarco sulla Luna, si è fatta la prova generale per ben quattro volte con l'Apollo 7, 8, 9 e 10 (fonte: NASA). I comandi non erano affatto manuali, ma computerizzati con supervisione umana. I computer di bordo erano molto limitati e dipendevano dai grandi calcolatori a terra.NASA Secondo: la tecnologia degli anni Sessanta era modesta rispetto a oggi ma comunque sufficiente. Lasciate fare agli ingegneri, senza imporre loro limiti di spesa come si fece allora, e vedrete cosa vi fanno. Esempio: il Concorde.
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Terzo: i veicoli Apollo avevano comunque a bordo dei computer molto rudimentali ma sufficienti allo scopo, anche perché i computer principali erano a terra e a bordo non c'erano due fruttivendoli, ma piloti esperti rigorosamente addestrati a fare i calcoli per le manovre. Quarto: se pensate che la tecnologia USA fosse così insufficiente, allora pensate che anche le missioni sovietiche siano bufale? I sovietici erano tecnologicamente ancora più primitivi.
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Perché mai nessuno ha ritentato l'impresa? Perché costa ed è rischiosa, e non si spendono miliardi e rischiano vite solo per fare contenti i complottisti. A meno che, naturalmente, paghino loro e si offrano come passeggeri. Ci deve essere un motivo molto forte per rischiare e spendere pur di andare sulla Luna, e per ora, passato il prestigio politico del primo sbarco, questo motivo non c'è.
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Il segreto meglio tenuto della storia? Per far funzionare tutta questa messinscena bisognerebbe riuscire a tenere vincolate alla consegna al silenzio per decenni le centinaia di migliaia di persone (non esagero, sono cifre di dominio pubblico) che hanno lavorato al progetto. Sono ormai passati quasi cinquant'anni, e non c'è stata neppure una confessione in punto di morte di un ex dipendente della NASA o di una delle tantissime società private coinvolte nel progetto.
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Filmati fisicamente impossibili Sarebbe stato comunque impossibile realizzare in studio i filmati dello sbarco. Ci sono alcune caratteristiche fisiche dell'ambiente lunare, come la mancanza d'aria e la gravità ridotta, che non si possono duplicare sulla Terra.
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La polvere sollevata dalle ruote del Lunar Rover (l'automobilina portata sulla Luna nelle missioni successive) viene proiettata secondo un arco perfetto: se ci fosse aria, formerebbe delle volute turbinose. Questo è un effetto ottenibile soltanto nel vuoto. Il modo in cui gli astronauti saltellano sulla superficie lunare è realizzabile soltanto in un ambiente a gravità ridotta. Se si cerca di ricreare l'effetto usando fili o altre tecniche tipiche del mondo cinematografico, come il rallentatore, si ottiene un comportamento vistosamente diverso e rilevabile anche da un occhio non esperto.
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La burocrazia Naturalmente c'è anche l'immensa mole di dati pubblicamente consultabili: i progetti, gli schemi tecnici, il software, i piani di volo, gli archivi, gli inventari, le infinite procedure burocratiche, gli appalti, i collaudi... Tutti meticolosamente documentati e protocollati come solo un progetto governativo sa fare. Per creare la messinscena, sarebbe stato necessario inventare di sana pianta tutto questo monumentale apparato di scartoffie, e inventarlo senza mai cadere in contraddizione. Un'impresa forse ancora più difficile che andare sulla Luna per davvero.
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