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ORIGINI DELL'AGRICOLTURA
Prof. Bruno Marangoni Dipartimento di Colture Arboree Universita’ di Bologna
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L’UOMO E’ STATO AGRICOLTORE PER IL 5% DELLA SUA STORIA
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DOPO LA SCOPERTA DEL FUOCO, È STATA L'AGRICOLTURA A DETERMINARE I CAMBIAMENTI PIÙ RIVOLUZIONARI NELLA STORIA DEL GENERE UMANO Da un'economia di tipo predatorio, basata sulla caccia, la pesca e la raccolta di frutti, semi e radici, in età neolitica gli uomini lentamente passarono ad un'economia di produzione del cibo. Nel corso del tempo gli effetti dell'agricoltura produssero una serie di cambiamenti radicali: un forte incremento demografico, un notevole sviluppo delle tecniche produttive, una vistosa trasformazione dell'ambiente naturale.
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Il Neolitico è l'ultima fase della preistoria, quando avviene la cosiddetta rivoluzione agricola: l'uomo incomincia a produrre di più del necessario grazie alla scoperta dell'agricoltura e a condurre una vita sedentaria.
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DIFFUSIONE DELLE PRIME COMUNITA’ NEOLITICHE IN EUROPA
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Con la fine del periodo neolitico si aprì l'era del perfezionamento delle conoscenze acquisite. Nel Nord Europa la segale e l‘avena vennero coltivate a partire dal 1000 a.C. circa. Molti frutti e verdure, fra i quali cipolle, meloni e cetrioli, erano già coltivati dal III millennio a.C. in Mesopotamia. Datteri e fichi erano un'importante fonte di zucchero in Medio Oriente; mele e pesche erano coltivate nell'area del Mediterraneo. Il cotone veniva coltivato e filato in India già dal 2000 a.C. e nello stesso periodo il lino e la seta erano ampiamente utilizzati in Cina.
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E' nelle terre alluvionali della Fertile Mezzaluna che è stato inventato l'aratro. Le nuove tecniche agricole consentono di produrre un'eccedenza alimentare, cioè di disporre di più cibo di quanto sia necessario alla sopravvivenza della comunità. E' questa la condizione indispensabile per la nascita della più antica civiltà urbana, quella dei Sumeri. Dal Vicino Oriente l'agricoltura si diffonde nel bacino del Mediterraneo e poi nell'Europa continentale e settentrionale.
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CENTRI DI ORIGINE DELL’AGRICOLTURA E DELL’ALLEVAMENTO
? Incertezza sull’origine delle specie CENTRI DI ORIGINE DELL’AGRICOLTURA E DELL’ALLEVAMENTO
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TEORIA DELLA DIFFUSIONE DELLE ORIGINI DELL’AGRICOLTURA
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Origini dell’agricoltura accettate
Origini dell’agricoltura possibili
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COLTIVAZIONI PREISTOICHE NEL MONDO
Tuberi, Radici COLTIVAZIONI PREISTOICHE NEL MONDO Cereali e altre erbacce Leguminose Fibre Cucurbitacee farro, einkorn (Triticum monococcum), orzo Mezzaluna fertile Piselli,lenticchie, ceci lino - melone Cina riso, panico, miglio perlato Soia,Ph. Angularis, Ph aureus canapa - [melone] Varie specie di zucche Ande, Amazzonia Quinoa, [mais] Fagioli comuni e di Lima, arachidi cotone jiacama Africa 0ccidentale e Sahel Sorgo, miglio africano, riso africano Manioca, patata, patata dolce Varie specie di zucche Fagioli dall’occhio, Arachidi (Apios tuberosa) Cotone (G.barbadense) Miglio (Eleusine coracana), Teff, [grano, orzo] Etiopia [piselli, lenticchie] [lino] - - Orzo spp. Pusillum, gen. Phalaris, gen. Chenopodium Stati Uniti Occidentali Girasole articiocco C. pepo - - Nuova Guinea - - Igname, taro Canna da zucchero - [grano, orzo, riso, sorgo, miglio] Fagioli (Ph. Aureus, Ph. Mungo, Dolicos lablab) India Cotone, lino - cetriolo
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L’agricoltura ebbe le sue prime origini negli altipiani del Vicino e Medio Oriente (Mesopotamia settentrionale, Anatolia sud-orientale, Palestina), la cosiddetta mezzaluna fertile. Le prime piante coltivate furono l’orzo, il miglio, il frumento In seguito l’agricoltura compare in altre regioni della Terra: 9000 anni fa in Asia (Cina, India, Indonesia), dove si mise a coltivazione soprattutto il riso; 8000 anni fa in America (Messico e Ande settentrionali), dove si coltivarono mais e patate
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Il continente europeo era interamente coperto dalla foresta e per creare campi e pascoli fu indispensabile intraprendere una colossale opera di disboscamento. Lo strumento fondamentale per questa impresa della civiltà neolitica fu l'ascia di pietra verde levigata. L'agricoltura seminativa (grano, orzo e leguminose) e l'allevamento praticate in Europa (capra, pecora, bue, maiale e in seguito anche cavallo) hanno avuto origine nelle zone collinari e nei bacini inframontani del Vicino Oriente.
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Vi sono due tipi fondamentali di attività agricole legate alla sussistenza: un’agricoltura basata sui cereali, come grano, orzo, riso o miglio e un’agricoltura basata su radici e tuberi, come patata, taro o manioca. Diverse sono le tecniche agricole, come differente è il potenziale alimentare, giacché le radici e i tuberi forniscono un supporto alimentare piuttosto basso che necessita di una integrazione dietetica notevole. Le piante che hanno riscosso il maggior successo sono state però i cereali, poiché essi hanno numerose virtù: crescono in fretta, sono molto produttivi e sono ricchi di carboidrati necessari a una buona alimentazione.
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La coltivazione dei cereali, che ha avuto origine nelle parti del mondo aride a latitudini tropicali o subtropicali, riguarda generalmente poche specie altamente produttive. I semi duri dei cereali possono essere immagazzinati per lunghi periodi senza perdere il valore nutritivo o la capacità di germogliare. L’adozione di un’agricoltura basata su cereali dovette implicare delle trasformazioni notevoli della struttura genetica delle piante.
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Le forme domestiche dei cereali si distinguono facilmente dalle varietà selvatiche innanzi tutto per i chicchi più grandi e rotondi, ma soprattutto per il sistema di riproduzione non spontaneo. Le graminacee selvatiche hanno infatti delle spighe fragili che rendono facile la propagazione spontanea dei chicchi attraverso la dispersione. Il punto di partenza della selezione operata dall’uomo è stata la raccolta delle piante con le spighe meno fragili ancora piene di chicchi; in questo modo il primo agricoltore ha favorito un carattere patologico della pianta, rendendo le piante totalmente dipendenti dalla semina artificiale.
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I cereali più importanti per lo sviluppo dell’agricoltura neolitica del Vicino Oriente e dell’Europa furono l’orzo (Hordeum disticum e Hordeum vulgare), il farro piccolo (Triticum monococcum), il farro grande (Triticum dicoccum) e i cosiddetti frumenti nudi, come il frumento tenero, il frumento duro e simili (Triticum aestivum, Triticum durum, Triticum turgidum )
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AGRICOLTURA IN EGITTO
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CONOSCENZE GEOGRAFICHE AI TEMPI DI OMERO (2000 ANNI a.C.)
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IL MONDO SECONDO TOLOMEO
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MAPPA MONDIALE RIGUARDANDE IL PERIPLO DELL’OCEANO ERITREO
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MAPPA MONDIALE DISEGNATA DA STRABONE
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AGRICOLTURA IN GRECIA
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ANTICHI STRUMENTI AGRICOLI
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AGRICOLTURA A ROMA I romani praticavano diverse tecniche quali il maggese, il sovescio delle colture, la letamazione. La vastità dei possedimenti romani consentiva loro di coltivare i cereali nelle colonie disseminate nel Mediterraneo, e diverse essenze arboree.
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Con la caduta dell’Impero romano, l’arte agricola decadde e s’impose un sistema autarchico; il periodo feudale, che raggiunse il suo apice intorno al 1100 d.C., vide nel feudo la costituzione di una comunità a sé stante, con al centro l'imponente dimora del signore e attorno uno o più villaggi, abitati da contadini indissolubilmente legati alle terre del feudo. I feudi più grandi avevano un mulino per macinare i cereali, un forno per cuocere il pane, un vivaio di pesci, orti, frutteti e torchi per l'uva o le olive.
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Il metodo di coltivazione era rigidamente prescritto
Il metodo di coltivazione era rigidamente prescritto. La terra coltivabile era divisa su tre aree in rotazione: la prima seminata in autunno con frumento o segale; la seconda seminata in primavera con orzo, segale, avena, fagioli o piselli; la terza lasciata a maggese, cioè a riposo. Ogni area era a sua volta divisa in strisce senza siepi o staccionate per separare una striscia dall'altra.
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MEDIOEVO A partire dall'XI secolo si avviò in Europa una profonda trasformazione, uno degli aspetti più importanti fu l'estendersi delle superfici coltivate, infatti, s'incominciò un lavoro intenso di disboscamento e di messa a coltura di terre vergini.
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Nel periodo della dominazione araba in Egitto e Spagna, l'irrigazione fu estesa a terreni prima sterili o improduttivi. In Spagna vennero piantate viti su terreni scoscesi e l'acqua per l'irrigazione veniva portata dalle montagne alla pianura. Venivano coltivati il riso, la canna da zucchero, il cotone, gli spinaci e i carciofi, come pure il pregiatissimo zafferano, mentre il baco da seta era allevato insieme al gelso, le cui foglie sono l’alimento principale di questa larva.
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Le crociate incrementarono le occasioni di incontro con la cultura islamica da parte degli europei, che poterono così conoscere gli agrumi, la seta e i tessuti di cotone. Le fibre tessili utilizzate erano la lana, per cui venivano allevate pecore, e il lino, la cui pianta veniva coltivata anche per ricavarne l'olio. I cavalli e i buoi venivano utilizzati come animali da tiro
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Attorno al 1500 con le prime spedizioni degli esploratori europei nel resto del mondo vennero fondate le prime colonie, dove furono impiantati insediamenti agricoli sia per dare nutrimento ai coloni, sia per produrre colture finalizzate al commercio e all'approvvigionamento alimentare della madrepatria. Le colture e i prodotti principali comprendevano canna da zucchero, cotone e tabacco, come pure lana e pellami; in particolare, un contributo fondamentale alla crescita dell’agricoltura europea venne dall’introduzione di colture quali il granturco e la patata.
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IX SECOLO Nel IX secolo gli agricoltori di tutto il mondo sperimentarono nuovi sistemi. L'aratro venne reso più efficiente, la falce prese il posto del falcetto, la mietitrice quella della falce. L'impiego della macchina a vapore si estese dalla fabbrica al campo. Gli aratri venivano assicurati a cavi tirati da macchine a vapore ferme. Negli anni tra il 1830 e il 1850 acquistò notevole importanza la coltivazione della barbabietola da zucchero in Europa, del caffè in Brasile, e del tè in India. Dopo la metà del secolo, il lavoro di Justus von Liebig culminò nella fondazione della moderna chimica agraria e alcuni anni dopo si registrò la grande innovazione di Pasteur nel sistema di allevamento del bestiame.
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LAVORAZIONI DEL TERRENO
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TREBBIATURA MEDIANTE BATTITURA CON MAZZE
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In alcune zone del mondo si utilizzano ancora metodi primitivi di coltivazione
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ORIGINE DELLE PRINCIPALI SPECIE COLTIVATE
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ARANCIO Originario di Cina, Indocina ed altri paesi del Sud Est asiatico, dove è coltivato da molti secoli, l'arancio (Citrus Sinensis) si diffuse nel bacino del Mediterraneo in tempi remoti e fu poi introdotto in America da Cristoforo Colombo, alla fine del XV secolo.
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LIMONE Specie di notevole importanza nel contesto dell'agrumicoltura mondiale, il limone (Citrus limon L.) è originario dell'India. Secondo alcuni reperti archeologici, era presente in Italia già nel II secolo dopo Cristo, ma la sua coltivazione ebbe inizio intorno al ad opera degli Arabi, che lo introdussero nel bacino del Mediterraneo.
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MELO Dall'Asia orientale, il melo (Pirus Malus) si è diffuso in Egitto, dove, sotto il regno del faraone Ramsete II (secolo XIII a.C.), veniva coltivato lungo le vallate del Nilo. Da qui la coltura arrivò poi in Grecia (nel IV secolo a.C. Erodoto ne descrive la tecnica dell'innesto) e, successivamente, a Roma. La mela è protagonista di numerose leggende e miti dell'antichità: nella sua undicesima fatica Ercole riuscì ad impossessarsi dei pomi d'oro che crescevano nel giardino delle Esperidi; quando gli dei dell'Olimpo invecchiavano, mordevano una mela per recuperare la gioventù; fu a causa di una mela (donata da Paride a Venere) che scoppiò la guerra di Troia.
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PERO La coltivazione del pero (Pyrus Communis L.) affonda nell'antichità, con reperti provenienti da Asia ed Europa di età superiore a 4000 anni. Il poeta Omero ricorda le piantagioni di Alcinoo e Laerte, mentre la mitologia greca attribuisce alla pera il significato di frutto sano e gustoso, prediletto da divinità ed eroi. Dalla Magna Grecia la coltivazione del pero giunse a Roma, dove ebbe ampia diffusione e grandi estimatori: Catone e Plinio perfezionarono le tecniche di coltivazione, mentre Pompeo e Nerone ne furono entuisiasti consumatori. Dopo il declino medioevale, questa coltura si diffuse in Messico e California ad opera dei missionari spagnoli, ed in Europa, in particolare in Belgio e Francia, a partire dal 1700.
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PESCO Originario della Cina, dove è coltivato da oltre anni, il pesco (Prunus persica vulgaris) si diffuse poi in Siria, Persia (da cui prese il nome) e Grecia, dove era già conosciuto nel IV secolo avanti Cristo. In Italia questa coltura arrivò nel I secolo avanti Cristo, mentre in America fu introdotta dai colonizzatori spagnoli.
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ALBICOCCO Per Linneo la zona di origine dell'albicocco (Prunus armeniaca) era l'Armenia, per altri studiosi la Transcaucasia; attualmente si ritiene che questa importante specie frutticola provenga dal Turkestan, dove cresce, spontanea, fino a metri di altitudine. Conosciuto e coltivato in Cina sin dal avanti Cristo, l'albicocco fu diffuso in Europa (prima in Italia e poi in Grecia), all'inizio dell'era cristiana, dai Romani dopo la conquista dell'Armenia. Attorno al X secolo la sua coltivazione fu introdotta dagli Arabi nella Francia meridionale, mentre in America arrivò soltanto dopo il 1700.
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SUSINO Originaria dell'Eurasia e del Nord America, la susina (Prunus domestica) fu introdotta in Europa circa anni fa. Le prime testimonianze della sua presenza in Italia risalgono al I secolo dopo Cristo, quando Plinio il Vecchio la citò nella sua "Naturalis Historia".
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CILIEGIO Originario dell'Asia Minore, il ciliegio (Prunus avium L.) si diffuse in Egitto sin dal VII secolo avanti Cristo e, successivamente, in Grecia (è citato da Teofrasto nel III secolo). Le prime testimonianze della sua presenza in Italia risalgono al II secolo avanti Cristo, quando Varrone ne illustrò dettagliatamente l'innesto. Più tardi, Plinio il Vecchio ne descrisse dieci varietà nella sua "Naturalis Historia".
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FRAGOLA Originaria delle Alpi, dove cresceva allo stato selvatico, la fragola (Fragaria vesca) veniva chiamata fragrans dai Romani, in omaggio al suo intenso profumo. Sulle tavole dell'antica Roma questo frutto compariva regolarmente in coincidenza con le feste in onore di Adone, alla morte del quale, come narra la leggenda, Venere pianse copiose lacrime, che, giunte sulla terra, si trasformarono in piccoli cuori rossi: le fragole. Fino al XVII secolo, in Europa venivano coltivate piante di specie selvatiche autoctone (Fragaria vesca, F. viridis, F. moschata) e altre introdotte dall'America del Nord (F. virginiano). Il contributo più importante alla coltivazione di questa specie lo fornì un ufficiale francese, che importò dal Cile le piante madri utilizzate come base per la costituzione dell'ibrido Fragaria x ananassa, a cui appartengono tutte le cultivar attualmente diffuse.
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ACTINIDIA Originaria della Cina meridionale, dove cresce come pianta spontanea, l'actinidia (Actinidia deliciosa) ha trovato un ambiente particolarmente favorevole in Nuova Zelanda, dove fu introdotta all'inizio di questo secolo. Il frutto di questa pianta venne denominato kiwi, come l'uccello dalle piume sottili e dal lungo becco emblema del Paese australe. Successivamente, questa specie frutticola si diffuse in Inghilterra, Stati Uniti (California), Francia e, soltanto verso la fine degli anni Sessanta, in Italia.
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MAIS Fu Colombo nel 1492 a scoprire il mais nel Nuovo Mondo e a portarlo in Spagna, da dove si diffuse in tutta Europa, Africa settentrionale, Medio Oriente, India e Cina. Il mais (Zea mais) è l’unico cereale di provenienza americana che sia diventato una delle coltivazioni più importanti nelle regioni tropicali e sub-tropicali del mondo. Grazie al suo basso costo, il mais divenne l’alimento più diffuso e la fonte primaria di energia e proteine per la gente più povera, in particolare in campagna e tra i ceti sociali non privilegiati.
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FRUMENTO Il frumento era in origine una graminacea selvatica chiamata einkorn. Circa anni fa, questa pianta rappresentava l'alimentazione fondamentale delle società di cacciatori / raccoglitori in Mesopotamia e nelle valli del Tigri e dell’Eufrate in Medioriente, nell'area chiamata della Mezzaluna Fertile. La grande quantità di semi che si poteva ottenere da queste piante convinse, quelle popolazioni a creare villaggi stanziali e segnò l’inizio dell’agricoltura moderna. Oggi gli alimenti sono costituiti più da varietà moderne di frumento, gradualmente modificato nel corso dei secoli, che da qualunque altro cereale.
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BARBABIETOLA DA ZUCCHERO
I primi riferimenti ad una famiglia di piante conosciute con il nome di Beta si ritrovano nella letteratura greca intorno al 420 avanti Cristo. Venivano descritte come “versatili piante da giardino” e se ne annoveravano varietà chiare e scure. La coltivazione della barbabietola si espanse gradualmente attraverso la Francia e la Spagna, più spesso grazie alle coltivazioni nei monasteri, ma anche per opera dei contadini. In origine la barbabietola veniva coltivata per le sue foglie, in seguito, la radice divenne una verdura diffusa, specialmente la variante rossa conosciuta come barbabietola. Nel 1600 l’agronomo francese Olivier de Sererres riferì: “quando viene cotto, questo alimento produce un succo simile allo sciroppo di zucchero”.
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POMODORO Il pomodoro è originario delle regioni basse delle Ande e veniva coltivato dagli Aztechi in Messico. Proprio questa popolazione diede al pomodoro il nome di “tomatl”, che significa “frutto polposo”, e successivamente i conquistadores spagnoli modificarono il termine in “tomate”. Il pomodoro, insieme al mais, la patata, il peperoncino e la patata dolce venne introdotto in Spagna all’inizio del 16mo secolo attraverso i viaggi di Cristoforo Colombo. Il pomodoro arrivò probabilmente prima a Siviglia, centro principale di scambio internazionale soprattutto con l’Italia.
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PATATA La patata è originaria del Sud America, dove gli Indios delle Ande per anni l’hanno coltivata e continuamente migliorata al fine di eliminarne il gusto amaro e la tossicità. Alcune varietà primitive di patata hanno costituito la principale fonte di nutrimento in quest’area fin dal 200 dopo Cristo. Prima della conquista spagnola, la sua coltivazione si estendeva solamente sulle altitudini Andine, dalla Colombia all’Argentina settentrionale e al Cile. Probabilmente giunse in Spagna dalla Colombia o dal Perù intorno al 1565, per arrivare poi in Inghilterra verso la fine del sedicesimo secolo e da lì si è diffusa man mano in tutta Europa.
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Cause determinanti per lo sviluppo dell’agricoltura
Area continentale in direzione est-ovest CAUSE REMOTE Ampia disponibilità di specie domesticabili Facilità di diffusione delle specie Domesticazione di molte specie animali e vegetali Surplus alimentare, immagazzinamento Società sedentarie e numerose, densamente popolate, socialmente stratificate Tecnologia CAUSE PROSSIME Cultura scritta, organismi di governo Cavalli Armi da fuoco, spade d’acciaio Navigazione transoceanica Malattie epidemiche
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