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Corso di Economia degli Intermediari Finanziari

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Presentazione sul tema: "Corso di Economia degli Intermediari Finanziari"— Transcript della presentazione:

1 Corso di Economia degli Intermediari Finanziari
Giulio Tagliavini - Massimo Regalli Corso di Economia degli Intermediari Finanziari Il microcredito

2 Ma i poveri risparmiano ?
Si osservi la seguente tabella (ripresa dal sito

3 Il risparmio dei poveri….
Anche i più poveri riescono a risparmiare….. …..ma il risparmio non ritorna a loro sotto forma di credito. Quale può essere il motivo ?

4 I clienti “poveri” sono bancabili ?
Il principale motivo per cui i poveri non ottengono credito è riconducibile al fatto che non hanno garanzie da fornire; Non sono quindi i clienti “tradizionali” delle banche “tradizionali”; La microfinanza, ed il microcredito in particolare, si occupano di trovare soluzioni (anche tecniche) per finanziare queste persone.

5 E le garanzie ? E’ vero che il povero non ha garanzie…..o meglio….. non ha le garanzie che vuole la banca tradizionale; Ne possiede altre…..Quali ? il suo onore; la solidarietà e la stima del villaggio (talvolta molto rilevante); la consapevolezza che non restituendo (o restituendo in ritardo): altri non riceveranno il prestito; verranno aumentati i tassi di erogazione del prestito.

6 Microcredito: gli obiettivi
Fornire servizi finanziari adeguati ad una determinata fascia di popolazione: a basso reddito; rivolta ad iniziative imprenditoriali. Istituire ed aiutare l’istituzione di intermediari in grado di veicolare il risparmio nelle fasce più povere della popolazione; Scopo: migliorare l’economia locale e di conseguenza le condizioni di vita.

7 Microcredito: un po’ di storia
Nel giugno ’95 la Banca Mondiale avvia un programma per promuovere e sostenere progetti di Microcredito; Nel febbraio ’97 si tiene il World Microcredit Summit; viene lanciato un programma che prevede di sviluppare programmi di microcredito per raggiungere 100 milioni di famiglie entro il 2005; Nel dicembre ’97 le Nazioni Unite approvano una risoluzione sull’importanza del microcredito come strumento per sradicare la povertà: viene riconosciuta ufficialmente per la prima volta il ruolo del microcredito nel combattere la povertà.

8 Microcredito: alcuni dati
Questi sono alcuni dati…… (ripresi dal sito …. Ma ci sono ancora circa 1 mld di persone che vivono con meno di $ 1 al giorno e circa 3 mld che vivono con meno di $ 2.

9 L’esperienza più importante: la Grameen bank
Fondata nel 1976 in Bangladesh; Il fondatore è stato Muhammad Yunus, professore di economia; Si trattava di una banca rurale che concedeva prestito ai più poveri; Caratteristiche del prestito: piccoli importi; rivolto a fasce povere della popolazione; senza pretesa di garanzie.

10 La Grameen bank Principio: non devono essere i clienti ad andare in banca, ma la banca ad andare dai clienti; Si punta alla massima semplicità di funzionamento; Principale tecnica utilizzata: Prestito con scadenza 1 anno; Rimborso con quota capitale del 2% a settimana per 50 settimane; Inizio rimborso: dopo 1 settimana dalla concessione del prestito; Tasso di interesse: 20% Alto ?

11 La Grameen bank Alcune cifre: i soci: circa 2,5 milioni di soci;
caratteristiche: oltre il 95% sono donne; filiali: circa filiali; villaggi serviti: circa (circa la metà di quelli del Bangladesh); importo medio dei prestiti: circa 160 dollari; recupero dei prestiti: più del 95%.

12 La definizione ? ! Durante il World Microcredit Summit è stata adottata la seguente definizione: Microcredito: sostantivo; programmi che estendono piccoli prestiti a persone molto povere per progetti di autoimpiego che creano reddito, permettendo loro di sostenere se stessi e le proprie famiglie. Il target è quindi costituito da: Microimprenditori; Residenti nelle aree urbane e rurali; Spesso donne. Per Yunus il microcredito è: un piccolo prestito conferito ai poveri, in particolare alle donne, per avviarli ad una attività.

13 Modelli operativi I destinatari possono essere
Individui: possono essere richieste garanzie reali o personali; il prestito è accompagnato da servizi di formazione e di assistenza che generalmente hanno carattere continuativo; Gruppi: il credito viene affidato ad un insieme di persone che risultano solidali nella restituzione del prestito. Se uno non paga, pagano gli altri membri del gruppo.

14 I prestiti ai gruppi In particolare si possono avere:
Solidarity groups: puntano sull'offerta di servizi a grandi numeri di persone cercando di raggiungere l'autosufficienza finanziaria. Questo attraverso il credito, la formazione e la realizzazione dell'assetto organizzativo della microimpresa; Credit Unions: si tratta di cooperative di credito e risparmio finanziate dai risparmi locali. Svolgono un'attiva funzione d'intermediazione finanziaria, in particolare dalle aree urbane o semi urbane a quelle rurali. Il vantaggio principale è quello di assicurare una permanenza delle risorse di prestito all'interno della comunità. Le credit union rappresentano quindi il livello base delle istituzioni finanziarie che offrono servizi di risparmio e credito ai singoli membri.

15 I prestiti ai gruppi In particolare si possono avere:
Village banking: si tratta di un'associazione di credito e prestito gestita a livello comunitario. L’obiettivo è quello di facilitare l'accesso ai servizi finanziari, alla creazione di un comunity self-group, e come sostegno alla raccolta di risparmi da parte di membri. L’obiettivo principale è quello della riduzione della povertà, permettendo un immediato accesso al credito, con prestiti indirizzati allo sviluppo d'attività che generino reddito, e con incentivi al risparmio, di supporto mutuale a gruppi di trenta-cinquanta persone; Community-based organizations: sono organizzazioni la cui finalità principale è quella di raggiungere l’indipendenza per i beneficiari, sia dai programmi di microcredito che dalle istituzioni esterne.

16 Servizi aggiuntivi I programmi di microcredito spesso prevedono, accanto ai finanziamenti, anche altri servizi come: la formazione, tecnica e gestionale; la creazione di reti commerciali; le condizioni per la raccolta di risparmio (utile per la sostenibilità dell’iniziativa).

17 A chi serve il microcredito ?
Certamente alle persone che hanno migliorato la loro esistenza grazie alle piccole imprese nate/sviluppate grazie al microcredito; Quale però l’impatto a livello di comunità ? E nel lungo termine ?

18 I prestiti vengono restituiti ?
I tassi di recupero sono vicini al 100%; In alcuni casi più alti di quelli del sistema bancario tradizionale. Ma i clienti non erano giudicati poco affidabili ? Un ruolo positivo è svolto dal fatto che: la possibilità di avere altri prestiti è l’unica possibilità di “sviluppo” per quelle persone; esiste la pressione del gruppo al rimborso.

19 Profili di gestione Abbiamo identificato il prenditore di fondi (i poveri !), ma chi sono i datori di fondi ? Si possono identificare 3 stadi di finanziamento: la prima, in cui si deve avere un garante (le stesse ONG ?); la seconda, in cui si riesce a creare un piccolo fondo (le stesse persone che hanno ricevuto un prestito ?); la terza, in cui si lavora in una logica di mercato.

20 Gli elementi “chiave” Gli elementi sulla base dei quali impostare la struttura del piano: la chiarezza: occorre conoscere il contesto e la cultura locale. Questa deve essere adeguata e pronta. Altrimenti i progetti devono essere anticipati da programmi di formazione. Importante che al credito si aggiunga anche il risparmio. Questo per garantire la continuità del progetto e la “comprensibilità” dello stesso (evitare il rischio che si confonda con un “regalo”); I tassi di interesse: devono essere adeguati. Questo sotto diversi profili: per pagare i costi; per coprire l’inflazione; per far fronte ai mancati rimborsi. Valgono le regole economiche di gestione degli intermediari !

21 L’autosostenibilità (1)
Queste iniziative sono autosostenibili ? Si tratta della capacità di sganciarsi dalle donazioni ed avviare una attività che abbia un differenziale positivo tra ricavi e costi; Si è soliti dire che occorrono 5-10 anni; Fino ad oggi quante sono giudicate/giudicabili iniziative sostenibili ? Poche ! Quale è la variabile chiave ? Il tasso di interesse.

22 L’autosostenibilità (2)
Spesso i tassi effettivi sono più elevati di quelli dichiarati. Questo perchè: ci sono le spese/commissioni; si prevede che una parte della somma concessa rimanga depositata presso “l’intermediario”; viene sempre calcolato sull’ammontare originario concesso (anche dopo i periodici rimborsi) – flat interest charge; Sono evidenti le differenze con la soluzione “tradizionale” già vista, declining balance, che tiene conto della restituzione del debito.

23 L’autosostenibilità (2) - ruolo del metodo di stima interessi
Il seguente debito paga l’8% di interesse……….

24 L’autosostenibilità (2) - ruolo del metodo di stima interessi
……. anche per il seguente debito è richiesto l’8%……….

25 L’autosostenibilità (2) - ruolo del metodo di stima interessi
… ma anche per il seguente debito è richiesto l’8% ?

26 L’autosostenibilità (3)
Tassi alti sono sufficienti ? Quanto devono essere alti ? Perché devono essere alti ? L’obiettivo è: aiutare i poveri-imprenditori; puntare alla autosostenibilità. I due “obiettivi” possono essere confliggenti; Se prevale il secondo, i rischi sono: di finanziare solo le iniziative che offrono “maggiori garanzie” (e non i più poveri!); di finanziare più iniziative possibili, anche le meno “interessanti” .

27 L’autosostenibilità (4)
Si deve inoltre considerare che: i costi del microcredito sono elevati. Perché: si tratta di operare in zone disagiate; vi sono progetti “collaterali” (es. formazione) da portare avanti. Le stesse banche tradizionali, in contesti più facili, non basano il loro “successo economico” solo sul differenziale tra tassi attivi e tassi passivi; L’autosostenibilità è quindi difficile da raggiungere.


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