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LAVORO E ATTIVITA’ ECONOMICA
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Contenuti della lezione:
Il lavoro come attività sociale organizzata ed il suo contenuto Il mercato del lavoro come istituzione sociale e le principali problematiche ad esso connesso
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Parte I: il lavoro come attività sociale organizzata ed il suo “contenuto”
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Il LAVORO consiste nello svolgimento di compiti che richiedono uno sforzo fisico o mentale, con l’obiettivo di produrre beni o servizi destinati a soddisfare i bisogni umani.
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Sul piano strutturale, nella modernità il lavoro si lega alle seguenti trasformazioni:
sviluppo della divisione del lavoro (processi produttivi complessi e parcellizzati); separazione tra abitazione e lavoro; sostituzione della produzione artigianale con la produzione di massa; passaggio dall’autosufficienza all’interdipendenza economica. Possibili conseguenze di queste trasformazioni: - Marx alienazione; - Durkheim passaggio dalla solidarietà meccanica a quella organica e rischio anomia.
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Il lavoro è la base dell’economia reale insieme delle
attività concernenti la produzione e la distribuzione di beni e servizi. Nella società contemporanea, il lavoro può essere: retribuito occupazione: prestazione di lavoro regolarmente retribuita con un salario o uno stipendio (o lavoro formalmente libero); non retribuito economia informale: attività esterne alla sfera dell’occupazione regolare (in Italia, si stima che quest’area corrisponda a circa il 20% del PIL)
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Parte II: il mercato del lavoro come istituzione sociale e le principali problematiche ad esso connesso
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Il MERCATO DEL LAVORO è quell’istituzione sociale regolativa, fondata sul concetto di lavoro formalmente libero o mercificazione del lavoro, tramite la quale chi è in cerca di occupazione (OFFERTA DI LAVORO) incontra e si confronta con chi ha necessità di impiegare lavoro, per svolgere un’attività sociale formale (DOMANDA DI LAVORO)
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Nella prospettiva sociologica, il mercato del lavoro è un mercato sui generis rispetto agli altri mercati dove si scambiano beni e servizi: il mercato del lavoro rispecchia le disuguaglianze e le strutture di potere presenti nella società ed è influenzato da istituzioni quali la famiglia e il welfare state
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Forze Lavoro (popolazione attiva): è composta dagli occupati e dai disoccupati.
Popolazione non attiva: è composta dagli individui che non sono più, per ragioni d’età, in condizione professionale e da tutti coloro i quali non lavorano e non sono in cerca di occupazione. I principali indici statistici utilizzati per misurare le grandezze relative al lavoro sono: - Il tasso di attività: rapporto tra le Forze lavoro e la popolazione di 15 anni e più (misura l’OFFERTA DI LAVORO) Il tasso di occupazione: rapporto tra le persone occupate e la popolazione di 15 anni e più (misura la DOMANDA DI LAVORO)
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momentanea uscita dal mercato del lavoro
La disoccupazione è l’assenza di lavoro retribuito e formalmente riconosciuto che si determina sul mercato del lavoro. frizionale strutturale momentanea uscita dal mercato del lavoro mancanza di lavoro dovuta dalle condizioni complessive del sistema economico e sociale I disoccupati sono individui senza lavoro, disposti a iniziare a lavorare entro due settimane e che hanno cercato lavoro nel mese precedente la rilevazione (definizione generale ILO).
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Il tasso di disoccupazione: rapporto tra le persone in cerca di lavoro e le forze lavoro
Il tasso di disoccupazione di lunga durata: rapporto tra le persone in cerca di lavoro da 12 mesi e più e le forze lavoro In Italia, i dati ufficiali su tutte le grandezze sinora viste vengono raccolti dall’ISTAT, tramite un’indagine trimestrale su un campione di individui residenti in Italia
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Le conseguenze della disoccupazione possono essere di tipo:
pratico emozionale perdita del reddito; - depressione; - rassegnazione. difficoltà economiche.
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F.W. Taylor: organizzazione scientifica del lavoro
analisi rigorosa e oggettiva di ogni singolo compito del processo produttivo (operazioni elementari) per determinare l’'unico modo migliore’ di svolgerlo. Alcune caratteristiche del taylorismo: accurato monitoraggio dei dipendenti; scarsa autonomia d’azione; svolgimento delle mansioni secondo standard prefissati; salario legato alla produttività dell’operaio.
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Con la trasformazione del taylorismo in un processo produttivo continuo e dinamico collegato ai mercati di massa si ha il passaggio al fordismo. La principale innovazione apportata dal fordismo è stata l’introduzione della catena di montaggio (operaio-massa).
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Alcuni limiti del fordismo e del taylorismo:
applicabilità circoscritta a settori che producono merci standardizzate per mercati di massa; impianti produttivi altamente costosi; elevata rigidità del sistema produttivo; sistema a basso affidamento l’alta sorveglianza sui lavoratori produce demotivazione, insoddisfazione e assenteismo.
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Produzione flessibile
Negli ultimi decenni si è assistito a un costante declino dei mercati di massa e a uno sviluppo dei mercati di nicchia beni innovativi e di alta qualità. Post-fordismo Multiskilling Produzione flessibile piccole squadre di lavoratori; Produzione di gruppo competenze multiple; motivazione dei lavoratori; responsabilizzazione; uso di tecnologie avanzate; capacità d’iniziativa; collaborazione dei gruppi di lavoro al processo produttivo circoli di qualità. formazione sul lavoro. quantità ridotte di beni; soddisfazione della clientela.
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Le cause di questo mutamento sono:
Nel mercato del lavoro dei paesi più sviluppati è in atto una trasformazione: il passaggio dalle mansioni industriali di tipo manuale alle occupazioni impiegatizie nel settore dei servizi. Le cause di questo mutamento sono: - continua introduzione di macchine che si sostituiscono alla manodopera; diffusione della tecnologia informatica nell’industria; sviluppo dell’industria manifatturiera nei paesi non occidentali (es. Cina). Economia della conoscenza Progettazione, sviluppo e commercializzazione di beni immateriali
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Oltre alla disoccupazione, le principali
problematiche connesse al mercato del lavoro contemporaneo sono: 1. Riproduzione delle disuguaglianze di genere 2. Problemi di gestione del tempo e delle relazioni primarie (in particolar modo della famiglia) 3. Precarietà
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Riproduzione delle disuguaglianze di genere e problemi di gestione del tempo
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Donne e lavoro Il lavoro nelle società preindustriali era caratterizzato da: assenza di separazione fra attività produttive e domestiche; produzione (prevalentemente agricola) svolta in casa o nelle immediate vicinanze; partecipazione di tutti i membri della famiglia al lavoro agricolo o artigianale. Le donne: - avevano una discreta influenza nell’ambito familiare; - curavano l’amministrazione degli affari; - gestivano attività in proprio; - MA erano escluse dal monopolio maschile della politica e della guerra.
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Le disuguaglianze di genere sono ancora presenti nel mondo del lavoro.
Le principali forme di discriminazione sono: segregazione occupazionale di genere: uomini e donne si concentrano in lavori diversi segregazione verticale (concentrazione delle donne in posizioni di scarso potere e con poche prospettive di carriera) e orizzontale (destinazione di uomini e donne in diverse categorie d’impiego); concentrazione in lavori part-time: migliore conciliazione con gli impegni familiari, ma retribuzione ridotta, insicurezza del posto e limitate opportunità di carriera; divario retributivo: retribuzione media delle donne occupate è inferiore a quella degli uomini.
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Il lavoro domestico nasce con la separazione della casa dal luogo di lavoro divisione fra il ‘vero’ lavoro e il lavoro domestico ‘invisibile’. Il lavoro domestico è: tipicamente femminile; (spesso) non remunerato; importante per l’economia fornisce gratuitamente servizi; fonte di isolamento e insoddisfazione.
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Il crescente ingresso delle donne nel mercato del lavoro sta modificando il loro ruolo nel lavoro domestico gli uomini contribuiscono di più alle faccende domestiche. Ma questi cambiamenti: sono molto lenti (adattamento ritardato); la responsabilità principale del lavoro domestico continua a gravare sulle donne (secondo turno). Tali disuguaglianze sono meno accentuate fra: le coppie appartenenti alle classi superiori; le coppie più giovani.
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La gestione del tempo è diventato uno dei principali problemi delle famiglie, poiché:
il lavoro assorbe sempre più tempo; la donna spesso lavora. Il tempo da dedicare al rapporto con i figli e alla vita familiare si è enormemente ridotto. È necessario riconciliare le esigenze del lavoro con quelle della famiglia.
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Il dissidio ‘famiglia-lavoro’ può essere gestito grazie a:
Welfare adeguato flessibilità dell’orario: autonomia nella definizione dell’orario di lavoro; job sharing: condivisione di una posizione lavorativa fra due persone; telelavoro: possibilità di svolgere il lavoro da casa, grazie all’uso di un computer; congedi parentali: possibilità per entrambi i genitori di assentarsi dal lavoro per la cura dei figli.
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Precarietà
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R. Sennett analizza la “corrosione del carattere” che avviene nell’”uomo flessibile”.
Le caratteristiche oggi richieste ai lavoratori sono: flessibilità, adattabilità, mobilità, disponibilità a rischiare. Questi requisiti contraddicono gli aspetti fondamentali della forza di carattere: lealtà, impegno per obiettivi a lunga scadenza, fiducia.
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André Gorz - Il lavoro retribuito avrà un ruolo sempre meno importante. - La classe operaia è una minoranza in declino della forza lavoro non c’è speranza di trasformare la natura del lavoro retribuito. - La disoccupazione e la flessibilizzazione rendono la maggior parte degli individui una “non-classe di non-lavoratori”. - Si sviluppa una società dualistica: nel primo settore produzione e governo sono organizzati in modo da massimizzare l’efficienza; nel secondo settore gli individui saranno sempre più impegnati in attività non lavorative per il proprio appagamento personale.
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