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Patrizia Intravaia Psicologa Psicoterapeuta
PROJECT CO-FINANCED BY THE EUROPEAN UNION “MALTRATTAMENTI E VIOLENZA INTRAFAMILIARE: il ruolo della scuola” 10 SETTEMBRE 2012 AUDITORIUM ENZO FERRARI - MARANELLO Patrizia Intravaia Psicologa Psicoterapeuta
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IL PROGETTO Il Progetto “Be supportive, not violent! Positive parenting for happy children” è finanziato dall’Unione Europea all’interno del programma Daphne III Commissione Europea Giustizia Libertà e Sicurezza
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L’UNIONE EUROPEA Il progetto è centrato sul “Child Abuse”, la violenza sui minori, attuata mediante atti fisici, sessuali e psicologici, attualmente riconosciuta come una delle più gravi offese ai diritti sanciti nell’Accordo Internazionale delle Nazioni Unite, “Convenzione dei Diritti del Fanciullo” New York 20 novembre 1989
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Società Rumena di Educazione permanente – SREP –Romania
LE PARTNERSHIP Comune di Sassuolo unitamente all’Unione dei Comuni del distretto ceramico - Italia Società Rumena di Educazione permanente – SREP –Romania Polibienestar Università di Valencia, Spagna Fondazione Nobody’s Children, Polonia Centro Dardedze contro l’abuso, Lettonia Municipality of Amal, Svezia Save the Children, Romania
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OBIETTIVI Il progetto mira ad accrescere la consapevolezza in merito agli effetti negativi che punizioni corporali e psicologiche hanno sui bambini, e a promuovere un’educazione positiva e non violenta dei bambini, in tutti gli ambienti compresa la scuola.
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LE FASI DEL PROGETTO FASE1: Ricerca sui programmi e sulle legislazioni nazionali esistenti nei Paesi partner europei, contro la violenza e la punizione corporale dei bambini, al fine di ottenere un quadro aggiornato della situazione europea.
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Quadro normativo Il modo in cui uno Stato protegge i bambini che si trovano in situazioni di vulnerabilità e il modo in cui combatte gli abusi contro gli stessi, sono un indicatore di come la società ritiene di dover agire nei confronti della violenza contro i bambini.
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Quadro normativo In tutte le Nazioni del consorzio (Italia, Lettonia, Polonia, Romania, Spagna e Svezia) è presente uno specifico quadro normativo sui diritti dei minori; un totale di 47 leggi è stato considerato rilevante e analizzato.
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Stabiliscono pene per chi commette questo tipo di crimini.
PROTEGGERE LE VITTIME Queste leggi hanno lo scopo generale di proteggere vittime e/o minori dall’aggressore, che di solito è un membro stretto della famiglia. Stabiliscono pene per chi commette questo tipo di crimini. Impongono come dovere civico quello di informare le istituzioni competenti del reato.
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NON PER TUTTI… Le punizioni fisiche sui minori sono ancora autorizzate nel sistema penale di più di 40 Paesi, e nel sistema scolastico in oltre 90 Paesi. 23 Paesi europei hanno completamente vietato il ricorso alle punizioni fisiche in qualsiasi contesto, compreso quello familiare.
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NON PER TUTTI… Il 95,5% dei bambini, delle bambine e degli adolescenti di tutto il mondo vive quindi in Paesi in cui nessuna legge vieta la punizione fisica nel contesto familiare. E’ quindi necessario che tutti gli adulti promuovano e salvaguardino i loro diritti.
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Save the Children Nel 2008 ha chiesto al Parlamento italiano una riforma normativa che vieti espressamente le punizioni corporali Svezia, Norvegia, Finlandia, Austria, Cipro, Danimarca, Lettonia, Bulgaria, Ungheria, Germania, Romania, Grecia, Paesi Bassi, Portogallo e Spagna
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LE FASI DEL PROGETTO FASE1: Analisi degli atteggiamenti e delle opinioni dei bambini e dei genitori circa la violenza contro i bambini a casa, a scuola o in altri ambienti
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I genitori pensano…. Secondo i genitori la violenza contro i bambini è determinata da stress, lavoro, problemi personali e scarsità di tempo per instaurare una relazione più intima con i figli. Tutti i genitori intervistati ritengono che la violenza contro i figli sia un problema reale!
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I bambini pensano… Che la punizione corporale, le sculacciate o gli schiaffoni, siano un metodo efficace per far sì che i bambini si comportino bene e rispettino le regole dei genitori, ma ciò li rende infelici e col tempo riducono il dialogo con i genitori
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Gli adolescenti pensano…
Ma gli adolescenti ritengono che comunicare e discutere siano i metodi migliori per andare d’accordo con i genitori, ma è difficile farlo quando i genitori non li considerano come soggetti di diritto.
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Convenzione dei diritti del fanciullo
I bambini hanno dei diritti fondamentali Tuttavia, poiché sono piccoli e non autosufficienti, gli adulti spesso non li considerano come loro pari con gli stessi diritti.
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Violenza fisica… è l’atto che compromette l’integrità fisica del bambino. danneggiare il corpo del bambino: sculacciarlo, spingerlo, tirargli i capelli e le orecchie o lasciargli bruciature di sigaretta, picchiarlo duramente, etc. Questa forma di violenza è la più facile da riconoscere in quanto lascia tracce visibili.
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Violenza psicologica…
aggressione verbale, minacce, isolamento, controllo, umiliazione, insulti, persecuzioni, critiche, squalificazione, distruzione delle cose che appartengono al bambino, ecc. continui conflitti, ricatti emotivi, minacce di rifiuto d’amore o di abbandono, false accuse e sentimenti di vergogna.
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Interrompere la violenza
Gli abusi sui minori sono diffusi in tutti gli strati sociali, indipendentemente dalla condizione economica, etnica, culturale, dal livello di istruzione, dalla professione e dall’ orientamento sessuale. La violenza domestica tende a tramandarsi e lo dimostrano i dati: il 70% dei bambini maltrattati diventano dei genitori che maltrattano.
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LE FASI DEL PROGETTO FASE2: Elaborare un modello di educazione parentale che promuova la disciplina positiva e non violenta dei bambini, basata sulla gestione e il riconoscimento dello stress e della rabbia e sull’empowerment dei comportamenti e delle abilità dei bambini.
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La disciplina positiva
La disciplina positiva è un insieme di principi utili che possono guidare le interazioni dei genitori con i loro figli, nel rispetto della dignità del bambino in particolare nelle situazioni di conflitto.
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…soluzione non violenta basata sul rispetto dello sviluppo del bambino.
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I principi della disciplina positiva:
Individuare obiettivi educativi a lungo termine Far sentire il proprio affetto, dare protezione fisica ed emotiva, fornire punti di riferimento Comprendere cosa pensano e cosa provano i bambini Mirare a risolvere i problemi piuttosto che a punire
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La disciplina positiva non è
• non è avere reazioni impulsive, reagire con la violenza o dare punizioni severe • non è essere un genitore permissivo • non è lasciare che i figli facciano ciò che vogliono • non è assenza di limiti e regole.
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Lo scopo è… Permettere ai bambini di imparare a gestire la frustrazione, le situazioni conflittuali e la rabbia senza far ricorso alla violenza
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Come: Autodisciplina insegnare al bambino ad autoregolare il proprio comportamento Limiti, regole e aspettative stabilire regole chiare e trasparenti, adeguate all’età dei bambini Rispetto parlare con rispetto e trattare con rispetto il bambino per essere rispettato come adulto
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Come: Insegnare abilità Usare abilità sociali e metodi di disciplina positiva per diventare un modello per loro Gestire situazioni difficili Aiutare i bambini a decidere da soli per sviluppare le loro capacità Non violenza Nelle situazioni di conflitto spiegare le motivazioni e cercare di arrivare a una soluzione soddisfacente per entrambi
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2° Gruppo Genitori Positivi
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Informare i genitori…ma non solo
Tra le azioni realizzate nel progetto sono stati elaborati 4 booklet informativi tradotti e adattati ai contesti socio-culturali di Italia, Lettonia, Polonia, Romania, Spagna e Svezia.
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Tutti i booklet sono disponibili sul sito web del progetto
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