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PubblicatoAlessia Ricci Modificato 10 anni fa
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ITG A. POZZO LEZIONI DI ESTIMO Valutazione dei beni ambientali Prof
ITG A. POZZO LEZIONI DI ESTIMO Valutazione dei beni ambientali Prof. Romano Oss
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I beni pubblici sono caratterizzati da:
I beni ambientali costituiscono una particolare categoria di beni economici facente parte dei beni pubblici I beni pubblici sono caratterizzati da: Mancanza di un mercato visibile Non sono definiti i diritti di proprietà Tra i beni ambientali sono oggetto di valutazione: acque, aria, ecosistemi, specie vegetali e animali, parchi, riserve naturali … I beni pubblici possono essere: esauribili (selvaggina) non esauribili (panorama) Esternalità: si intendono le variazioni di utilità (positive o negative) apportate ai beni pubblici a seguito di effetti esterni dovuti a un’azione individuale di produzione o consumo. Esternalità negative sono dovute a danneggiamenti come l’inquinamento delle acque di un fiume; quelle positive possono essere dovute alla riconversione di una zona urbana degradata con edifici residenziali di pregio …
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Valutazioni preventive:
Si tratta di valutare le possibili modificazioni che un nuovo progetto può apportare all’ambiente. In generale si individuano due modalità: Analisi Costi-benefici detta ACB (valutazione monetaria) Valutazione di Impatto Ambientale detta VIA (valutazione non monetaria) In certi casi è necessario adottare entrambe le procedure e si parla di ANALISI MULTICRITERI L’aspetto economico che si deve applicare è il settimo: definito come Valore d’uso sociale La valutazione dei beni ambientali si distingue per l’applicazione di: Metodi monetari Metodi non monetari
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I metodi monetari possono a loro volta essere:
Diretti e indiretti Metodi Diretti: si basano sulla simulazione di un mercato per cui la valutazione si basa su un prezzo che l’utente è disposto a pagare per l’utilizzo del bene. Poiché l’utilizzo effettivo del bene non comporta alcun prezzo da pagare la valutazione si basa su un’indagine statistica che stabilisce quanto gli utenti sarebbero disposti a pagare o su quanto sarebbero disposti ad accettare come risarcimento se perdessero la possibilità di utilizzo. Le fasi dell’indagine sono le seguenti: Si individuano i potenziali fruitori del bene; Si distribuiscono questionari con diverse fasce di prezzi: Si elaborano matematicamente i risultati.
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Costi di viaggio o spese sostenute e costo opportunità
Tale metodo presenta il principale difetto che il risultato ottenuto è puramente teorico e interpretativo della realtà, ma non valido in senso assoluto; tuttavia può essere utilizzato per compararlo con altri metodi. Metodi indiretti Si basano sul tentativo di trovare relazioni (funzionali, di surrogazione, di complementarietà) fra i beni ambientali privi di mercato e i beni che avendo un mercato sono facilmente valutabili. Con questi metodi si cerca di assegnare un valore alle funzioni di utilità dei beni ambientali. Sostanzialmente se ne utilizzano due: Costi di viaggio o spese sostenute e costo opportunità
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Costi di viaggio o spese sostenute
Tale metodo, indiretto, è stato spesso utilizzato per valutare l’utilità di un’area avente funzione ricreativa come un bosco, un parco, una spiaggia … In generale si tratta di esaminare un campione di visitatori e sulla base di questionari o interviste valutare i costi sostenuti per compiere l’escursioni in oggetto. Sulla base di tali costi si viene a conoscere indirettamente la disponibilità a pagare per fruire del bene ambientale e capitalizzando il costo annuo si ottiene il valore d’uso sociale del bene. Il metodo non è semplice e si sono studiate molte versioni che sono sempre in fase di aggiornamento, concettualmente è ritenuto valido.
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Metodo del costo opportunità
Tale metodo si applica a beni che non sono soggetti a un uso sociale diretto, ma che in ogni caso siano meritevoli di salvaguardia (ecosistemi, riserve naturali protette, zone umide, zone archeologiche …) La preservazione di questa zona comporta la sua sottrazione ad un uso alternativo e produttivo (sfruttamento agricolo, turistico, edilizio …) Si definisce “costo opportunità” il valore di capitalizzazione dei benefici netti ottenibili con la più produttiva delle destinazioni alla quale si rinuncia per preservarlo. Le difficoltà in questo caso sono nella individuazione delle alternative e nel calcolo dei benefici relativi.
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L’analisi dei costi e dei benefici ACB
Giudizi di convenienza nella valutazione di opere pubbliche Qualsiasi opera fatta per la realizzazione di un fine comporta l’impiego di risorse e presenta aspetti positivi (benefici) e negativi (costi) La messa a confronto di questi due aspetti comporta: L’analisi dei costi e dei benefici ACB Per le opere private tale analisi si basa esclusivamente sulla valutazione monetaria ottenibile dal privato con il procedimento dei “miglioramenti” Per le opere pubbliche i benefici e i costi vanno riferiti all’intera collettività: le opere possono avere effetti contrapposti per i singoli e per la collettività (una centrale nucleare scatena un comitato contrario di abitanti in zona, ma può portare beneficio al resto della collettività)
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Le difficoltà consistono nel considerare:
La concatenazione di effetti che si protrae nel lungo periodo Oltre ai benefici e costi valutabili direttamente si devono considerare utilità e disutilità delle risorse create e distrutte Effetti sociali del tipo di miglioramento o peggioramento delle condizioni socio-ambientali L’iter della ACB si svolge secondo le fasi: Individuazione e quantificazione dei costi Individuazione e quantificazione dei benefici Assunzione del saggio di attualizzazione di costi e benefici Scelta del criterio di confronto costi benefici
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Determinazione dei costi
I costi di un’opera pubblica sono: diretti, indiretti, sociali I costi diretti sono costituiti da: costo di investimento (progettazione, espropri per acquisizione dell’area, esecuzione dei lavori) e costo di esercizio (quote di manutenzione, assicurazione, reintegrazione) relativo all’opera. I costi indiretti di investimento ed esercizio sono oneri che gravano finanziariamente su soggetti diversi dall’Ente che realizza l’opera e possono essere: Costi di investimento per opere complementari, obbligatorie Mancati redditi di preesistenti attività Costi di esercizio di attività rese possibili dall’opera
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I costi sociali sono rappresentati dai danni all’ambiente e ai sacrifici che devono sostenere i membri della collettività interessata dall’opera. Sono valutabili con i metodi indicati per il valore d’uso sociale. Determinazione dei benefici Analogamente ai costi i benefici possono essere: diretti, indiretti, sociali I benefici diretti sono quelli ottenibili dalla realizzazione dell’opera: maggiori entrate fiscali e tariffarie, minori costi di gestione di un servizio pubblico. Per le opere pubbliche infrastrutturali che perseguono vantaggi per la collettività i benefici diretti costituiscono la componente meno significativa.
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I benefici indiretti riguardano i soggetti diversi dall’ente che realizza l’opera: incrementi di reddito indotti alle attività economiche complementari, incremento di valore di mercato degli immobili nella zona, incrementi transitori per la maggiore circolazione di ricchezza durante i lavori. I benefici sociali consistono nell’incremento delle utilità esterne dei beni territoriali e ambientali indotte dalla esecuzione dell’opera pubblica e nel vantaggio generale alla collettività dalla presenza di nuove infrastrutture. Anche questa valutazione si basa su metodi sul valore d’uso sociale come la disponibilità a pagare.
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Tempi I costi e i benefici si distribuiscono in un arco di tempo abbastanza lungo per le grandi opere pubbliche e non sempre questo tempo è prevedibile con precisione: intoppi burocratici, comitati contrari, intoppi vari in corso d’opera … I benefici si manifestano con gradualità crescente durante l’esecuzione dell’opera per effetto moltiplicatore della ricchezza messa in circolazione. Una volta compiuta l’opera i benefici diretti e indotti possono raggiungere velocemente il loro livello massimo. L’arco temporale dei benefici di una grande opera corrisponde alla sua durata economica.
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Saggio di attualizzazione: è il nome che si attribuisce al saggio di capitalizzazione nel caso di opere pubbliche. Poiché i capitali pubblici derivano da fonte tributaria e rappresentano una forma di risparmio forzato dei contribuenti si può considerare pari a quello fornito dai titoli di stato per il lungo periodo (2 – 3%) I criteri di confronto fra costi e benefici, una volta quantificati e localizzati nell’arco di tempo che rappresenta la durata economica dell’investimento e definito il saggio di attualizzazione il giudizio di convenienza può basarsi su uno dei seguenti indici che sono tra i più utilizzati anche se ne esistono diversi altri: Valore attuale netto VAN Saggio di rendimento interno dell’investimento SRI
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VAN = ∑ B - ∑ C “n” è la durata economica del progetto n n
Il VAN (valore attuale netto) è la differenza attualizzata tra benefici e costi VAN = ∑ B - ∑ C “n” è la durata economica del progetto n n Si indica da n a 0 per intendere che si devono riferire all’attualità e quindi anticiparli. La convenienza sussiste quando VAN ≥ 0
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∑ B = ∑ C “n” è la durata economica del progetto n n
Il saggio di rendimento interno consiste nel calcolare, per tentativi, il saggio che eguaglia il valore dei costi e dei benefici attualizzati. Una volta trovato lo si confronta con il saggio adottato per la attualizzazione o con un saggio di riferimento. ∑ B = ∑ C “n” è la durata economica del progetto n n Altri metodi sono quelli del Rapporto benefici-costi attualizzati, del tempo di ritorno del capitale investito, dell’annualità, del valore finale.
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VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE
La valutazione di impatto ambientale è una procedura che permette di valutare un progetto in funzione dei suoi effetti sull’ambiente in cui potrà essere realizzato. Normativa essenziale: Direttiva comunitaria 337/1985 impone il recepimento nelle legislazioni nazionali per progetti aventi rilevanti effetti ambientali La direttiva indica le opere da sottoporre a VIA: Raffinerie, centrali termiche, impianti di stoccaggio residui radioattivi, acciaierie, impianti per l’amianto, impianti chimici, autostrade, ferrovie, aeroporti, porti, impianti di eliminazione rifiuti. Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 10 agosto 1988 recepisce la direttiva e stabilisce i soggetti del procedimento di VIA: Committente; autorità competente; comunità interessata
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Decreto Presidente del Consiglio dei Ministri 27 dicembre indica le modalità di redazione dello Studio di Impatto Ambientale Lo studio di impatto ambientale dovrà essere organizzato secondo tre quadri di riferimento: Quadro di riferimento programmatico: si deve illustrare la coerenza con gli atti di pianificazione e programmazione territoriale Quadro di riferimento progettuale: si deve illustrare il progetto e le soluzioni adottate per l’inserimento nel territorio sia rispetto alle risorse sia rispetto allo smaltimento dei rifiuti; indicare le motivazioni e le scelte progettuali; illustrare le tecniche per ridurre al minimo gli effetti negativi Quadro di riferimento ambientale: questo costituisce il vero studio di impatto e dovrà contenere la stima degli impatti; gli strumenti di controllo e monitoraggio, loro localizzazione e parametri; illustrazione dei sistemi di intervento in caso di emergenza;
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Elenco dei fattori ambientali da considerare:
Atmosfera, ambiente idrico superficiale e sotterraneo, suolo e sottosuolo, vegetazione, flora, fauna, ecosistemi, salute pubblica, rumore e vibrazioni, radiazioni ionizzanti e non ionizzanti, paesaggio. Decreto Presidente della Repubblica 12 aprile 1996 recepisce la direttiva europea per quanto riguarda le opere minori. Elenca i progetti da assoggettare al VIA distinguendo tra opere da realizzare al di fuori delle aree protette o all’interno di esse; demanda alle regioni e provincie autonome il compito di disciplinare ulteriormente contenuti e procedure. Decreto legislativo 152/2006: “Norme in materia ambientale” riordina e integra la precedente legislazione e recepisce tutte le direttive comunitarie.
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Fasi della VIA Studio di impatto ambientale
Quadro di riferimento programmatico Quadro di riferimento progettuale Studio di impatto ambientale DESCRIZIONE Descrizione delle relazioni tra progetto e strumenti edilizi e di pianificazione territoriale Descrizione del progetto nelle varie fasi in relazione agli effetti sull’ambiente Quadro di riferimento ambientale Descrizione della situazione preesistente Identificazione e misura degli impatti Verifica delle opere di mitigazione VALUTAZIONE Ordinamento dei progetti Giudizio di compatibilità ambientale Pubblicazione del progetto inchieste CONSULTAZIONE Adozione, modifica o bocciatura del progetto
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Metodologie di studio dell’impatto ambientale
In relazione alle diverse fasi di sviluppo dello Studio di Impatto ambientale si possono adottare diverse metodologie. Sovrapposizione di carte tematiche (Overlay mapping) Con questo metodo, sovrapponendo mappe diversamente colorate delle componenti ambientali si ottiene una apprezzabile rappresentazione visiva dell’impatto. (tale procedura è facilitata da molti programmi di grafica) Si utilizza anche per definire la localizzazione migliore dell’opera. Liste di controllo (check lists) Sono elenchi di elementi da prendere in considerazione per l’identificazione degli impatti e per la loro valutazione.
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Le matrici Si tratta di tabelle a doppia entrata con le quali si evidenziano le relazioni esistenti tra due gruppi di dati. Ad esempio si mettono in ordinata le componenti ambientali e in ascissa le azioni impattanti secondo scale numeriche, la più utilizzata è da 1 a 10. I grafi (networks) Sono reti di linee orientate (frecce) che individuano la concatenazione delle sequenze causa-effetto che a partire da un certo evento producono un certo effetto. Analisi multicriteria Servendosi di modelli computerizzati si aggregano i dati per arrivare a un giudizio finale aggregato.
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