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Storia Urbana docente: V. Chilese a.a. 2009-2010
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La città. Un problema storiografico La storia delle città non è separabile da quella dei sistemi economici, demografici, sociali e politici di cui esse sono parte. Lo sviluppo urbano non è la semplice somma di singoli addendi urbani, ma piuttosto una rete di interconnessioni. Per studiare effettivamente le città è necessario studiare lurbanizzazione.
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Esistono diverse modalità di approccio al tema: Approccio sociologico (p. es. Weber e Sjoberg): tentativo di individuare dei tipi ideali, per estrarre la generalità dalla diversità. Approccio politico: lo sviluppo delle principali città viene analizzato nelle sue implicazioni politiche regionali. Approccio geografico: lo studio dellurbanizzazione serve ad analizzare le mutevoli distribuzioni sulla popolazione, la produzione, gli scambi commerciali. Attenzione alle implicazioni della vita urbana. …
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Criteri utilizzati nellanalisi storica delle città: a)Demografico b)Economico c)Spaziale (città come parte di una rete organizzata per lo scambio di persone, merci e informazioni)
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Tre gli aspetti fondamentali sui quali si sono concentrati tutti gli studiosi: 1.Come e perché sono nate le città? 2.Interesse verso i processi economici e demografici che caratterizzano la vita delle città. 3.Conseguenze sociali della vita urbana, in particolare: rapporto città-campagna.
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I tentativi di analisi e interpretazione della città e della sua storia sono molteplici, generalmente sottoposti a critiche e revisioni. La storiografia marxista considera la città come un genere a sé di struttura sociale, in netto contrasto con il paesaggio rurale.
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Braudel: tenta di superare la visione marxista, considerando le città in relazione a ciò che la società, leconomia e la politica consentono loro di essere. La città è luogo di squilibrio economico, sociale etc.. essa è inoltre manifestazione istituzionale del potere.
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Weber: dominio non legittimo e azione economica razionale. Introduce un notevole numero di distinzioni tra tipologie urbane nel tentativo di creare dei topoi cittadini.
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Sjoberg: le diverse strutture urbane nascono dalle differenti esigenze funzionali dei gruppi sociali impegnati al mantenimento o allusurpazione del potere.
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Sistema dei luoghi centrali Si basa sul ruolo della città come centro che fornisce allarea circostante particolari servizi – economici, amministrativi, culturali – che richiedono la concentrazione in un punto dello spazio. Attorno alla città lo spazio si articola in una regione, una struttura gerarchica con centri di livello superiore e inferiore.
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Sistema reticolare Attraverso le città, le singole regioni si collegano al mondo esterno. Le città, dunque, appartengono anche a una rete di rapporti commerciali, di scambi di informazioni e di influenze che vanno ben al di là delle frontiere di un paese.
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Modalità di sviluppo contrastanti. -Nel primo caso: dalla base rurale verso lalto. Lo stato nazionale è costituito dallunione di un gruppo di regioni le cui popolazioni condividono un territorio e uneredità etnica. -Nel secondo: dal centro urbano verso lesterno. La centralizzazione produce un impero costituito da più elementi eterogenei.
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II Come definiscono la città i pensatori di età moderna? Chambers (1730): «luogo popolato e cinto di mura». Encyclopédie: «insieme di più case disposte lungo le strade e circondate da un elemento comune che ordinariamente sono mura o fossati ».
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In realtà, nel periodo in esame, le mura conservano solo una carica ideale, legata alla dimensione delle città stato, al governo e allautonomia delle repubbliche. Comunicano istanze di autonomia e difesa da ingerenze interne
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Diversa la visione della città da parte degli economisti, che già tra XVII e XVIII secolo sono in grado di cogliere alcuni aspetti peculiari della vita urbana. R. Cantillon sottolinea la stretta connessione tra città e mondo rurale, evidenziando il legame esistente tra il sistema dei borghi e dei centri urbani e lestensione e la capacità produttiva delle terre circostanti.
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I mercantilisti concentrano la propria attenzione sulla città come centro di consumo, in grado di attivare e valorizzare la produzione industriale interna. I fisiocratici hanno invece una visione negativa della città e del processo di urbanizzazione che sta interessando lintera Europa (p. es. Mirabeau).
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Lo svilupparsi di queste teorie e di diverse posizioni in relazione a città e sviluppo urbano porta, agli inizi del XIX secolo, a studiare la città come soggetto autonomo, descritto in sé come entità conclusa. In questo contesto entrano in gioco diversi misuratori, in grado di concorrere alla definizione del carattere urbano: - attività economiche - distribuzione della popolazione - diffusione di malattie…
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Ildefonso Cerdà (1860 ca.): per analizzare la città sono necessari diversi linguaggi: Il linguaggio dei numeri indagine statistica Il disegno planimetrico rappresentazione topografica La parola scritta descrizione più o meno dettagliata
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Èmile Zola e i naturalisti: rappresentazione urbana attraverso la parola scritta, ma sulla base dei dati statistici e con lausilio della fotografia. Verso la metà del secolo anche la descrizione di natura storica viene ad essere considerata essenziale per la descrizione e la conoscenza delle città e delle loro caratteristiche peculiari (p. es. Carlo Cattaneo)
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A tale sforzo intellettuale si uniscono esigenze di pratiche, legate alla necessità di razionalizzare la gestione burocratica dei singoli stati. A partire dal XVIII secolo i beni immobili sono descritti anche in forma topografica: attraverso il mappale o un altro numero di riferimento, le particelle fondiarie sono collocate in una pianta urbana e possono così essere identificate nello spazio.
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A partire dalletà napoleonica la statistica inizia ad essere considerata come una branca dellarte del governo. Conoscere le variazioni demografiche, il volume degli scambi e della produzione agricola e manifatturiera… divengono elementi di fondamentale importanza per lapparato burocratico statale.
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Nel 1800 nasce in Francia lUfficio centrale di Statistica alle dipendenze del ministero degli Interni. 1807: un ufficio analogo viene aperto a Milano A partire dal 1838 le singole autorità locali sono obbligate a tenere un registro anagrafico secondo criteri comuni.
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