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La congiuntura manifatturiera in Toscana Firenze, Febbraio 2015 Consuntivo II e III trimestre 2014 Aspettative IV trimestre 2014.

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1 La congiuntura manifatturiera in Toscana Firenze, Febbraio 2015 Consuntivo II e III trimestre 2014 Aspettative IV trimestre 2014

2 Indice Capitolo 1 - Il contesto di riferimento Capitolo 2 - La congiuntura regionale Capitolo 3 - Il commercio estero della Toscana Nota metodologica Riconoscimenti

3 Capitolo 1 Il contesto di riferimento Contesto di riferimentoCongiuntura regionaleCommercio estero Fonte: CPB World trade Monitor, ottobre 2014

4 Contesto di riferimentoCongiuntura regionaleCommercio estero Segnali di rallentamento tra i paesi avanzati, ancora incertezza nei paesi emergenti Dopo la moderata crescita mondiale della prima metà dell’anno, lo scenario macroeconomico prosegue il suo percorso di ripresa pur restando decisamente frammentato. Tra i paesi avanzati prevalgono segnali di rallentamento; la positiva fase congiunturale avviata a inizio anno si conferma e rafforza soltanto negli Stati Uniti (+2,7% l’ultima variazione tendenziale disponibile del PIL dopo il +1,9% e il +2,6% del primo e secondo trimestre) mentre resta robusta nel Regno Unito (+2,6%). Di contro peggiora il quadro Giapponese che, con la flessione dell’1,2% dopo il -0,3% del precedente trimestre, entra nuovamente in quella che viene definita recessione tecnica innescando quindi l’urgente necessità di misure di stimolo all’economia. Complessivamente, nei paesi OECD, il PIL nel terzo trimestre 2014 si ferma al +1,8% dopo il +1,9% registrato in entrambi i primi due trimestri. Nei paesi emergenti si registrano segnali contrastanti. Mentre la Cina continua a crescere, ma a ritmi più contenuti per l’indebolimento degli investimenti soprattutto nelle abitazioni (+7,3% l’ultimo dato del PIL dopo il precedente +7,5%), in Brasile e India la crescita del PIL risulta condizionata dall’elevata inflazione: da una parte il Brasile ha messo in atto politiche economiche restrittive, dall’altra, in India, il rialzo dei tassi di interesse, si accompagna ai benefici legati al crollo del prezzo del petrolio. Fonte: OECD, gennaio 2015

5 Contesto di riferimentoCongiuntura regionaleCommercio estero Caute le prospettive di crescita mondiale Secondo le ultime previsioni OCSE disponibili, la crescita del prodotto mondiale salirebbe al +3,3% nel 2014, al +3,7% nel 2015 e al +3,9% nel 2016. Se si guarda al quadro globale, gli Stati Uniti sono probabilmente la sola grande economia che riuscirà ad andare controcorrente quest’anno, mentre la crescita rimane molto bassa nella zona euro e in Giappone che, tornato in recessione nel terzo trimestre 2014, l’anno prossimo dovrebbe crescere solo dello 0,8%. Riguardo alla Zona Euro, la crescita – già fragile – ha rallentato il passo. La debolezza di Germania, Francia e Italia ha annullato i miglioramenti di altri paesi, e il rischio reale di deflazione a seguito del calo dei prezzi del greggio sta preoccupando l’intera area. Questi due fattori, uniti ai bassi consumi, ai deboli investimenti privati e al forte contenimento della spesa dei governi che – di contro – aumentano sempre più i livelli di tassazione, hanno contribuito a mantenere le previsioni dell’Area per i prossimi anni su valori decisamente contenuti: +1,1% il dato 2015 e +1,7% quello 2016. Dal canto loro anche le economie emergenti, che un paio di anni fa sono state il motore della crescita, stanno rallentando. Le attese per la Cina sono in frenata anche se il tasso di crescita resta intorno al 7% sia per il 2015 che per il 2016. La preoccupazione più grande è quella di una possibile bolla immobiliare che per ora sembra contenuta, ma che costituisce un potenziale motivo di disturbo per la situazione generale dell’economia nazionale. Per il Brasile l'OCSE prevede un PIL in crescita dell’1,5% nel 2015 e del 2% nel 2016, mentre le previsioni restano molto caute per la Russia dove si riflettono il calo dei prezzi del petrolio e i flussi commerciali depressi (crescita 0 per il 2015 e dell’1,6% nel 2016). Aspettative in miglioramento invece per il mercato indiano che, trainato dagli investimenti, dovrebbe espandersi del 6,4% e del 6,6% rispettivamente per gli anni 2015 e 2016.

6 Contesto di riferimentoCongiuntura regionaleCommercio estero In Italia, la produzione industriale manifatturiera torna in terreno negativo La crescita del PIL dell’Italia continua ad essere negativa anche nel terzo trimestre dell’anno. Il prodotto italiano è infatti nuovamente diminuito dello 0,1% rispetto al trimestre precedente e dello 0,5% nei confronti del terzo trimestre del 2013, e questo per l’accentuarsi della contrazione del valore aggiunto sia nella manifattura che nelle costruzioni, mentre resta stabile il dato dei servizi. In termini tendenziali, i consumi finali sono risultati in leggero recupero (+0,4%), mentre il dato degli investimenti continua a destare preoccupazione sia per quanto riguarda le costruzioni (-4%) che per i macchinari e le attrezzature di vario tipo (-2,5%). Preoccupazione anche per il dato della produzione industriale manifatturiera che, dopo un inizio d’anno in crescita e un secondo trimestre stabile sui livelli del 2013, nel terzo trimestre dell’anno flette dell’1,6% vanificando il recupero dei precedenti tre trimestri. A livello settoriale molti sono i segni «-» ma i principali contributi alla flessione complessiva provengono dalla meccanica, dall’elettronica e dalla farmaceutica che, soltanto nel mese di settembre, flettono rispettivamente del 13%, del 3% e del 10%. Dinamiche simili anche per l’indicatore del fatturato che infatti, nonostante il positivo dato del mercato estero (+1,2%), flette nel complesso dell’1,8%. Non arrivano segnali incoraggianti neppure dagli ordinativi: se il mercato interno si ferma al -0,4%, quello estero segna addirittura una variazione peggiore (-0,7%) abbassando il dato complessivo al -0,6%. Fonte: Istat

7 Contesto di riferimentoCongiuntura regionaleCommercio estero Ancora criticità sul fronte occupazionale, mentre sale il clima di fiducia delle imprese In questo contesto di generale peggioramento, anche le dinamiche occupazionali continuano ad aggravarsi. Il tasso di disoccupazione, in crescita dal terzo trimestre del 2011, raggiunge l’11,8% (0,5 punti percentuali in più rispetto ad un anno prima). L’andamento si deve alla crescita delle persone in cerca di occupazionale (+5,8% l’aumento tendenziale): tra queste, è aumentata soprattutto la quota di disoccupati in cerca di prima occupazionale (+17,6%). La disoccupazione giovanile rappresenta una vera piaga sociale: il tasso di disoccupazione nella popolazione tra i 15 e i 24 anni continua infatti a salire e ormai rasenta la soglia del 40% (39,3% dopo il 37,3% nel terzo trimestre 2013). Secondo l’Istat il 2014 si chiuderà con ulteriori contrazioni dell’occupazione, mentre il tasso di disoccupazione continuerà a crescere (12,5%) per poi tornare lievemente a diminuire nel 2015 (12,4%) e nel 2016 (12,1%). Anche il clima di fiducia delle imprese non evidenzia per la fine dell’anno sostanziali variazioni. L’indicatore relativo al comparto manifatturiero si ferma, nel quarto trimestre dell’anno, al 96,7 dopo il 96,8 del precedente periodo. Stabili sia le attese sulla produzione (-21 il saldo dopo il precedente -20,3) che i giudizi sugli ordini. Per questi ultimi, in particolare, la minor espansione del commercio mondiale frena il dato della domanda estera (dal -21 del terzo trimestre 2013 al -22,3 del IV), mentre il saldo degli ordinativi interni migliora sia in termini congiunturali (dal -36 al -33,6) che, soprattutto, tendenziali (-40,3 il dato del IV trimestre 2013). Fonte: Istat

8 Contesto di riferimentoCongiuntura regionaleCommercio estero Capitolo 2 La congiuntura regionale

9 Contesto di riferimentoCongiuntura regionaleCommercio estero La produzione arretra ancora, per la prima volta prezzi alla produzione in negativo Secondo i risultati dell’indagine condotta da Unioncamere Toscana e Confindustria Toscana, il comparto manifatturiero regionale (imprese con almeno 10 addetti) fa registrare, nel terzo trimestre del 2014 (rispetto all’analogo periodo del 2013), una nuova flessione produttiva (-1,0%). Si tratta di un dato che è non soltanto ancora una volta negativo (il dodicesimo consecutivo, chiudendo il terzo anno della fase recessiva avviatasi alla fine del 2011), ma perfino peggiorativo rispetto a quanto osservato fra la seconda metà del 2013 e la prima parte del 2014, rimandando ulteriormente la fase di ripresa che sembrava gradualmente affacciarsi all’inizio dell’anno. La caduta produttiva appare legata in particolare all’indebolimento degli indicatori di domanda: gli ordinativi, dopo i trascurabili miglioramenti registrati a cavallo del 2013- 2014, sono tornati in terreno abbondantemente negativo (-2,6% nel terzo trimestre, dopo il -2,8% del secondo), mentre il fatturato permane in una fase di stagnazione (-0,2% l’ultima variazione, dopo il +0,1% del secondo trimestre ed il -0,1% del primo). A testimoniare la debolezza della domanda è inoltre importante sottolineare lo scivolamento in negativo dei prezzi alla produzione (-0,1% nel terzo trimestre, dopo il -0,3% del secondo): si tratta infatti di un evento che non si era mai verificato da quando l’indicatore viene rilevato (inizio 2004). Nonostante un leggero rallentamento, la componente estera continua comunque a muoversi in controtendenza. Il fatturato esportato, dopo il +3,6% del periodo aprile- giugno, si ferma adesso al +1,7%, mentre gli ordinativi provenienti dai mercati internazionali segnano un +1,4% (+2,0% il dato precedente). Malgrado la riduzione dei nuovi ordini, di cui si è detto in precedenza, è inoltre positivo il fatto che il portafoglio ordini delle imprese contribuisca a garantire mediamente 72,6 giorni di attività, 4 in più rispetto al III trimestre 2013.

10 Contesto di riferimentoCongiuntura regionaleCommercio estero Segnali contraddittori sul fronte dell’utilizzo dei fattori produttivi In questo contesto di ulteriore peggioramento della fase congiunturale, prosegue tuttavia in apparenza il recupero occupazionale: la variazione su base annua degli addetti, nel terzo trimestre, sale infatti al +0,9% dopo il +0,5% del secondo. Tale incremento è inoltre accompagnato da un maggior grado di utilizzo degli impianti: questo raggiunge il 78,7% della capacità produttiva installata, crescendo di quasi un punto percentuale rispetto al terzo trimestre del 2013 (allorché si attestava al 77,9%) e confermando il recupero osservato nel II trimestre (80,4% vs. 77,8% di un anno prima). Si tratta di variazioni positive che devono tuttavia essere interpretate con grande cautela, in primo luogo perché tale crescita è in realtà favorita da un nuovo aumento nel ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni (le persone in CIG continuano infatti ad essere «contabilizzate» come occupate), i cui dati continuano a destare forti preoccupazioni. Le ore autorizzate per il comparto manifatturiero, nel terzo trimestre, sono cresciute complessivamente del 21% in termini tendenziali: in particolare, sono aumentate le ore della componente straordinaria (+45%), che viene richiesta in casi di riorganizzazioni e crisi aziendali o procedure concorsuali e che – quindi – potrebbe di fatto anticipare possibili nuove uscite dal mercato del lavoro. Per quanto riguarda invece l’andamento del grado di utilizzo degli impianti, è necessario ritenere che tali incrementi – alla luce delle dinamiche produttive in atto – siano probabilmente dovuti ad una riduzione dello stock di capitale produttivo investito, ipotesi che potrà essere verificata nel corso della rilevazione sul quarto trimestre 2014, allorché vengono raccolte informazioni sugli investimenti realizzati nel corso dell’anno).

11 Contesto di riferimentoCongiuntura regionaleCommercio estero Continuano le difficoltà per le piccole imprese, rallentano anche le grandi Dopo il recupero di inizio anno, peggiora la performance delle medie imprese, quelle cioè da 50 a 249 addetti. In termini produttivi il terzo trimestre si ferma al -0,1% mentre il fatturato si attesta a +1,3% grazie, in particolare, alla dinamicità del fronte estero (+5,4%). Decisamente positivo anche il dato degli ordinativi internazionali (+7,5%), mentre la flessione di quelli provenienti dal mercato interno abbassa la media relativa agli ordini totali al -1,2%. Anche le grandi imprese (oltre 250 addetti), dopo le incoraggianti performance dei primi sei mesi dell’anno (+4,9% fra gennaio e marzo, +7,5% fra aprile e giugno), nel terzo trimestre rallentano al +0,6% in termini produttivi, mantenendo anche il fatturato su valori positivi (+2,0%) nonostante la flessione delle vendite all’estero (-1,2%). Quadro diverso per gli ordinativi che, complessivamente, registrano un calo del 7,1% proprio per effetto della flessione dei mercati internazionali (-7,9%). In crescita, invece, il dato occupaziona- le (+3,0%). Passando infine alle piccole imprese (10-49 addetti), il quadro continua a restare preoccupante. Produzione, fatturato ed ordinativi scendono di circa il 2%, ed anche quelli esteri realizzano una crescita comunque stentata (+0,8%). In leggera flessione risulta poi anche il dato occupazionale (-0,1%), il dato peggiore fra le classi dimensionali prese in esame. Da notare tuttavia la buona performance delle piccole imprese operanti nei settori ad alta tecnologia (produzione +4,3% nel III trimestre), al pari delle medio- grandi nei settori a medio-alto contenuto tecnologico.

12 Contesto di riferimentoCongiuntura regionaleCommercio estero Risultati negativi per sistema-casa ed abbigliamento, bene i mezzi di trasporto Nel complesso, l’insieme dei settori ad alta tecnologia mette tuttavia a segno una performance negativa nel III trimestre 2014 (-1,5%), a causa del deludente andamento delle unità medio-grandi che – viceversa – trascinano alla crescita i comparti a medio-alta tecnologia (+3,3%). Questi ultimi riescono ad accelerare rispetto ad un II trimestre nel quale si era già registrata un’inversione di tendenza (+1,1%) dopo dieci trimestri di arretramento, mentre il risultato del segmento high-tech fa seguito all’evoluzione molto positiva del II trimestre (+16,1%) e – più in generale – a dinamiche di medio- lungo periodo favorevoli (dal III trimestre 2009, e dunque da 21 trimestri a questa parte, gli andamenti trimestrali negativi sono stati soltanto due). Decisamente sfavorevole è invece il trend che interessa il segmento produttivo a medio-bassa tecnologia, che nel III trimestre 2014 replica sostanzialmente il negativo risultato riportato nel II (rispettivamente -4,3% e -5,0%). Fra i comparti ad alta e media tecnologia, nel III trimestre, crescono soprattutto i mezzi di trasporto, ma andamenti positivi interessano anche elettronica e chimica- gomma-plastica. Fortemente negativa è invece la dinamica dei minerali non metalliferi, mentre a sorpresa chiude in rosso anche la farmaceutica. Il raggruppamento dei comparti a bassa tecnologia, il più consistente in termini numerici, fa segnare infine un arretramento sia nel II (-1,4%) che nel III trimestre (-1,2%). In tale ambito, con riferimento al periodo luglio- settembre 2014, solo il tessile mette a segno un incremento produttivo, mentre subiscono un pesante calo tanto il legno-mobilio che l’abbigliamento. Fra le manifatture varie, da segnalare infine i risultati positivi dei cluster territoriali dell’oreficeria di Arezzo (+1,8%) e del cartario di Lucca (+0,3%).

13 Contesto di riferimentoCongiuntura regionaleCommercio estero Tornano in positivo le aspettative a breve degli operatori Se gli indicatori di consuntivo disegnano nel complesso un quadro ancora negativo e, per alcuni indicatori, fanno registrare addirittura un peggioramento rispetto ai primi mesi del 2014, quelli previsionali proseguono il percorso di graduale miglioramento intrapreso alla fine del 2012, sebbene ciò tardi fino ad ora a tradursi in un concreto punto di svolta del ciclo economico manifatturiero. L’indice destagionalizzato che esprime il clima di fiducia degli imprenditori registra addirittura, per i mesi conclusivi dell’anno, il ritorno su valori leggermente positivi: il saldo fra «ottimisti» e «pessimisti», negativo dall’inizio del 2012 alla prima parte del 2014, si riporta infatti a +6 nelle aspettative relative al IV trimestre. A tale miglioramento contribuiscono tutti gli indicatori elementari, ed in primo luogo quello relativo alla domanda interna, che nel corso dell’ultimo anno progredisce di 13 punti percentuali (passando da -13 a 0). I giudizi riguardanti la domanda estera continuano tuttavia a caratterizzarsi per la migliore intonazione (saldo pari a +8), sebbene il miglioramento rilevato nel corso degli ultimi dodici mesi sia stato in questo caso meno marcato (un anno prima si attestava a +2). Prospettive di mercato maggiormente favorevoli sembrano trascinare al rialzo anche le aspettative relative alla produzione, il cui saldo passa da -5 a +6, e trasmettersi invece in maniera solo parziale su quelle riguardanti l’occupazione, che nonostante un miglioramento di quattro punti percentuali negli ultimi dodici mesi resta ancora in territorio negativo (-2 il saldo perequato relativo al IV trimestre).

14 Contesto di riferimentoCongiuntura regionaleCommercio estero Capitolo 3 Il commercio estero della Toscana (1)Per 2013 dati definitivi per il 2014 dati revisionati. Dati al netto dei metalli preziosi Fonte: Coeweb - Istat

15 Contesto di riferimentoCongiuntura regionaleCommercio estero In calo le importazioni: solo i beni di consumo durevoli riportano un segno positivo Secondo gli ultimi dati Istat disponibili sugli scambi commerciali, nel III trimestre 2014 le importazioni della Toscana tornano nuovamente in terreno negativo fermandosi al -12,6% soprattutto per le pesanti contrazioni dei beni strumentali ed in particolare delle navi e imbarcazioni e delle macchine, che nel periodo flettono in misura massiccia. In flessione anche il dato dell’energia (-1,9%) e quello dei prodotti intermedi, tra i quali spicca la variazione dei metalli di base preziosi. Stabile rispetto al corrispondente periodo del 2013 il dato dei beni di consumo non durevoli, mentre cresce significativamente l’import di quelli durevoli soprattutto per effetto dei mezzi di trasporto (+49% e +14,3% il suo contributo) e dei prodotti della gioielleria (rispettivamente +40,4% e +15,1%). Discorso diverso per le esportazioni. L’export di gioielli, dopo la flessione del secondo trimestre (-11%), nei mesi di luglio- settembre si è ulteriormente ridotto del 22%, portando il dato aggregato dei beni di consumo al -13%. In crescita invece tutte le altre categorie, ed in particolare i beni strumentali e i prodotti intermedi, tra i quali in particolare spiccano i dati della meccanica (+21,6%).

16 Contesto di riferimentoCongiuntura regionaleCommercio estero La Toscana si conferma una tra le più dinamiche regioni esportatrici del paese Limitandoci al manifatturiero, le esportazioni in Toscana,anche nel terzo trimestre, continuano a mostrare uno spiccato dinamismo, che porta la regione al di sopra della media nazionale e delle principali regioni competitors. In valore assoluto le vendite all’estero nei mesi di luglio-settembre sono state pari a quasi 8 miliardi, cioè 362 milioni in più rispetto al corrispondente periodo del 2013. In termini relativi stiamo parlando del +4,8% dato che sale al +5% se escludiamo i metalli preziosi, che negli ultimi trimestri hanno fortemente condizionato le dinamiche complessive. Il fatturato esportato in Toscana cresce di più che nelle altre regioni benchmark: il Piemonte e la Lombardia si fermano rispettivamente a +1,9% e +1,3% mentre il Veneto e l’Emilia Romagna raggiungono il +2,4% e il +4,4%. La Toscana ancora una volta si conferma come la più dinamica tra le principali regioni esportatrici del paese. (1) Per il 2013 dati definitivi, per il 2014 dati revisionati. Fonte: Coeweb - Istat

17 Contesto di riferimentoCongiuntura regionaleCommercio estero In crescita l’export della maggior parte dei comparti manifatturieri (1)Per il 2013 dati definitivi per il 2014 dati revisionati Dati al netto dei metalli preziosi Fonte: Coeweb - Istat A livello settoriale, il quadro appare in deciso miglioramento anche rispetto al precedente trimestre. I dati negativi interessano soltanto la gioielleria (-22%) e l’industria alimentare che, nonostante il recupero delle bevande (+7,3%) flette del 2,7% per la contrazione di vendite di olio e di frutta e ortaggi lavorati e conservati (-25%). In miglioramento tutti gli altri settori. Un importante contributo alla crescita manifatturiera viene dal Sistema moda, che aumenta il proprio volume di affari sui mercati internazionali sia per quanto riguarda i tessuti (12%) e l’abbigliamento (+4,9%) che per la pelletteria (+6,6%) e le calzature (+2,2%). Dopo quattro trimestri di flessione torna a crescere a due cifre il dato della chimica (+25,3% la variazione tendenziale) grazie alle vendite di prodotti derivanti dalle raffinazione del petrolio (+74%) e dei prodotti chimici di base (+13%). Buoni i risultati della farmaceutica (+5,7%), della gomma e plastica (+11%) e dei minerali non metalliferi. Sostenute anche le variazioni della meccanica e dei mezzi di trasporto, che si attestano rispettivamente a +9% e a +13% per merito delle navi e imbarcazioni (+22%) e degli autoveicoli (+19,4%).

18 Contesto di riferimentoCongiuntura regionaleCommercio estero Continuano a crescere le vendite in America, migliora il dato extra UE Restano in terreno positivo le vendite in Europa (+4,9%), trainate dai paesi extra UE che crescono del 19% rispetto al corrispondente periodo del 2013, nonostante la flessione del mercato russo (-22,3%). A risollevare il dato ci sono soprattutto la Svizzera, dove sono riprese a crescere le esportazioni di metalli preziosi (+24,7%) e di cuoio (+23,5%), la Turchia – in virtù soprattutto della meccanica – e Gibilterra, grazie in particolare alle vendite di prodotti petroliferi. Stabile il dato dell’Unione Europea: in crescita la Germania (+5,5%) e la Spagna (+9,7%), mentre flettono Francia (-7,3%) e Regno Unito (-0,8%). Continua a migliorare l’export nel continente americano, che adesso raggiunge il +19,1% dopo il +16,4% del II trimestre 2014. Bene i paesi settentrionali (+27,1%), grazie soprattutto alla meccanica, al sistema moda e ai metalli preziosi, che tornano in terreno positivo. In crescita anche i paesi centro-meridionali grazie ai mezzi di trasporto (in particolare per i flussi di navi/imbarcazioni) e ai prodotti alle macchine di impiego generale, mentre resta negativo il sistema moda. In linea con quanto rilevato nei primi sei mesi dell’anno permangono le difficoltà con il mercato africano, anche a causa delle tensioni geopolitiche dei paesi settentrionali. Il crollo di vendite di prodotti petroliferi in Egitto, unito alla contrazione del comparto meccanico in Algeria e alla delicata situazione in Libia, hanno complessivamente portato l’export verso l’Africa a -5,6%. In calo infine l’Asia, dove la significativa flessione del Medio Oriente, determinata dal crollo di vendite di gioielli negli Emirati Arabi Uniti, abbassa il dato complessivo al -4,6% nonostante la sostanziale tenuta dei paesi centro orientali; le flessioni di Cina e Giappone (rispettivamente -28% e -1,5%), invece, risultano compensate dall’aumento di vendite di metalli preziosi in India, di prodotti del sistema moda in Corea del Sud e di macchinari in Malesia.

19 Cenni metodologici L’indagine sulla congiuntura manifatturiera regionale in Toscana, relativa al II e III trimestre 2014, ha riguardato un campione di 943 unità locali manifatturiere con almeno dieci addetti. Le interviste si sono fra ottobre e novembre 2014. Per un approfondimento sulla metodologia utilizzata per lo svolgimento dell’indagine è disponibile una nota scaricabile dal sito www.starnet.unioncamere.it (’Area territoriale Toscana). Per i risultati a livello provinciale si rimanda alle pubblicazioni e/o comunicati stampa realizzati dalle singole Camere di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura della Toscana e dalle Associazioni Industriali provinciali. Cenni metodologici e Riconoscimenti Riconoscimenti L’indagine sulla congiuntura manifatturiera della Toscana è il frutto della collaborazione fra l’Ufficio Studi di Unioncamere Toscana ed il Centro Studi di Confindustria Toscana. L’impostazione metodologica dell’indagine è stata curata da un gruppo di lavoro composto, oltre che dai rappresentanti di Unioncamere Toscana e Confindustria Toscana, dai responsabili degli Uffici Studi e Statistica delle Camere di Commercio della Toscana e dall’Istituto G. Tagliacarne. La rilevazione è stata effettuata dalle Camere di Commercio di Arezzo, Firenze, Lucca, Pisa, Pistoia, Prato e Siena, dalle Aziende Speciali COAP della Camera di Commercio di Grosseto e dal Centro Studi della Camera di Commercio di Livorno, che hanno coperto – in tutto o in parte – le quote del campione da rilevare nei rispettivi territori di competenza, oltre che dall’Azienda Speciale ISR della Camera di Commercio di Massa-Carrara per la parte restante del campione regionale. La validazione dei dati delle interviste e le elaborazioni dei risultati sono state effettuate dall’Istituto G. Tagliacarne. Coordinamento: Riccardo Perugi (Unioncamere Toscana) Capitolo 1: elaborazioni e testo a cura di Sara Pucci (Confindustria Toscana) Capitolo 2: elaborazioni di Lauretta Ermini (Unioncamere Toscana), testo a cura di Sara Pucci (Confindustria Toscana) e diRiccardo Perugi (Unioncamere Toscana) Capitolo 3: elaborazioni e testo a cura di Sara Pucci (Confindustria Toscana)


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