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SOREN AABYE KIERKEGAARD ( ) a cura del prof. Maurizio Trezzi a

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Presentazione sul tema: "SOREN AABYE KIERKEGAARD ( ) a cura del prof. Maurizio Trezzi a"— Transcript della presentazione:

1 SOREN AABYE KIERKEGAARD (1813-1855) a cura del prof. Maurizio Trezzi a
SOREN AABYE KIERKEGAARD ( ) a cura del prof. Maurizio Trezzi a.s. 2010/11 La mia vita è purtroppo fatta al congiuntivo: fa’, o mio Dio, ch’io abbia una forza indicativa!

2 SOREN AABYE KIERKEGAARD (1813-1855)
FIGLIO DELLA VECCHIAIA L’INFANZIA DIFFICILE (EDUCAZIONE RELIGIOSA E SENSO DI COLPA) LA FORMAZIONE: GOETHE, L’ERMENEUTICA BIBLICA, I GRANDI MISTICI, I TESTI PIETISTICI, L’IDEALISMO TEDESCO E POI ARISTOTELE E PLATONE UNA VITA DIFFICILE: LA LABORIOSA LICENZA IN TEOLOGIA ( ) IL FIDANZAMENTO E LA ROTTURA CON REGINA OLSEN ( ) A BERLINO ASCOLTA LE LEZIONI DI SCHELLING ( ) LA POLEMICA CON LA CRISTIANITA’ DEL SUO TEMPO

3 L’OPERA Kierkegaard stesso divide la sua opera sulla base della modalità comunicativa: A) Comunicazione diretta: gli scritti pubblicati a sua firma (dai discorsi edificanti agli scritti sul periodico “Il momento”) B) Comunicazione indiretta: tutte le grandi opere pseudonime dal 1843 al 1850 :Aut-aut: edito da Victor Eremita, di cui fa parte il Diario di un seduttore, Timore e tremore; La ripresa: Constantin Constantius; Briciole di filosofia: Johannes Climacus; Il concetto dell’angoscia: Vigilius Haufniensis; Stadi sul cammino della vita:ed. Hilarius Bogbinder Postilla conclusiva non scientifica: Climacus; La malattia mortale e Esercizio del cristianesimo: Anti-Climacus) C) Le carte non destinate alla pubblicazione, di cui il DIARIO è la parte più importante

4 VIVERE LA VERITA’ LA PSEUDONIMIA E’ IN REALTA’ UNA POLINOMIA: NOMI BIZZARRI E ALLUSIVI PER UN VERO E PROPRIO “TEATRO DELLE MASCHERE”, CHE DIALOGANO TRA LORO PER REALIZZARE UNA COMUNICAZIONE INDIRETTA, L’UNICA IN GRADO DI PARLARE DELLA VERITA’: NON UNA DOTTRINA, MA UNA COMUNICAZIONE D’ESISTENZA (COMUNICAZIONE CHE TRASFORMA). CRISTO E SOCRATE SONO I MODELLI DI COMUNICAZIONE NELLA MODERNITA’ REGNA INVECE L’ANONIMATO : IL PASTORE, IL FILOSOFO, IL GIORNALISTA NON SONO MAI “IN CARATTERE”, CIOE’ NON REDUPLICANO IL LORO MESSAGGIO NELL’ESISTENZA: “REDUPLICARE E’ ESSERE CIO’ CHE SI DICE” ; IL FILOSOFO SISTEMATICO INVECE COSTRUISCE IL GRANDIOSO PALAZZO DEL SUO SISTEMA, MA LUI “ABITA NEL FIENILE”

5 L’ESISTENZA COME POSSIBILITA’ E FEDE
Hegel ha preteso saldare l’angosciante frattura tra SINGOLO e ASSOLUTO con raffinate sintesi concettuali, MA HA ELUSO PROPRIO IL “LUOGO” NEL QUALE LA FRATTURA SUSSISTE, VALE A DIRE L’ESISTENZA CONCRETA DI OGNI SINGOLO UOMO, CHE E’ L’ESPERIENZA VIVENTE DELLA FRATTURA STESSA. L’ESISTENZA E’ POSSIBILITA’ ASSOLUTA DI SCELTA TRA DIFFERENTI ALTERNATIVE, TUTTE APERTE AL RISCHIO DEL POSSIBILE; L’ESISTENZA E’ LIBERTA’, POTER-ESSERE: POSSIBILITA’ DI NON SCEGLIERE, DI RESTARE NELLA PARALISI, DI SCEGLIERE E DI PERDERSI, POSSIBILITA’ COME MINACCIA DEL NULLA . SOLO IL CRISTIANESIMO E’ LA VIA PER SOTTRARRE L’UOMO ALL’ANGOSCIA E ALLA DISPERAZIONE CHE NE COSTITUISCONO STRUTTURALMENTE L’ESISTENZA. IN TAL SENSO LA FILOSOFIA DI K. E’ UNA APOLOGETICA RELIGIOSA: UN TENTATIVO SI FONDARE LA VALIDITA’ DELLA RELIGIONE SULLA STRUTTURA DELL’ESISTENZA UMANA(lontano però dalle razionalizzazioni della Destra hegeliana…)

6 IL SINGOLO Il SINGOLO, cioè l’esistente come tale, è superiore al genere (solo Hegel ritiene il contrario e fa del genere dell’uomo un genere animale) La verità non è l’OGGETTO del pensiero, ma il PROCESSO con cui l’uomo la fa sua, la vive: LA VERITA’ E’ SOGGETTIVITA’ Il SINGOLO si oppone ad ogni pretesa di identificare l’uomo e Dio e marca l’INFINITA DIFFERENZA QUALITATIVA TRA IL FINITO E L’INFINITO (la differenza assoluta: l’uomo è la non-verità, è il peccato…)

7 LA DIALETTICA QUALITATIVA DELL’ESISTENZA : AUT AUT(non ET ET)
“UN SISTEMA LOGICO E’ POSSIBILE, MA NON E’ POSSIBILE UN SISTEMA DELL’ESISTENZA” . L’ASTRAZIONE STESSA SI PONE COME L’ ATTO DI UN ESISTENTE. L’APPROPRIAZIONE DELLA VERITA’ DA PARTE DEL SINGOLO E’ UNA POSSIBILITA’, RICHIEDE UNA ROTTURA, UN SALTO, UNA DISCONTINUITA’ RISPETTO ALL’IMMANENZA(FINITO), CHE E’ NON-VERITA’ : SI POSSONO MEDIARE DIFFERENZE RELATIVE, NON LA DIFFERENZA ASSOLUTA. L’ASSOLUTO E’ ASSOLUTAMENTE ALTRO (TRASCENDENZA) ABRAMO COMPIE LA SCELTA DELLA FEDE, RIAVRA’ ISACCO E SARA’ RICONCILIATO CON DIO. (Così nelle Briciole di filosofia, Postilla conclusiva non scientifica, La malattia mortale, Esercizio del Cristianesimo) LE CATEGORIE FONDAMENTALI DI QUESTA DIALETTICA DELL’ESISTENZA SONO LA DECISIONE E LA RIPRESA. MA OGNI STADIO SUL CAMMINO DELLA VITA HA AUTONOMIA PROPRIA E IL PASSAGGIO DALL’UNO ALL’ALTRO NON E’ NECESSITA’ DI SVILUPPO DELLA RAGIONE, MA POSSIBILITA’ DELLA DECISIONE.

8 GLI STADI SUL CAMMINO DELLA VITA: LO STADIO ESTETICO
TRE SONO PER K. I FONDAMENTALI “STADI SUL CAMMINO DELLA VITA”:L’ESTETICO, L’ETICO E IL RELIGIOSO ;Aut-aut ci presenta l’alternativa tra le prime due possibilità. 1) L’ESTETA VIVE IMMEDIATAMENTE IL RAPPORTO CON LA VITA COME GODIMENTO E COME RAPPRESENTAZIONE DEL GODIMENTO. KIERKEGAARD RAPPRESENTA L’ESTETICO IN FIGURE, IN MODELLI PURI: a) DON GIOVANNI(Il tipo dell'esteta è per Kierkegaard il seduttore, rappresentato dal personaggio di Don Giovanni, il leggendario cavaliere spagnolo prototipo del libertino, immortalato nell‘omonima opera di Mozart : il potere e il piacere della seduzione immediata, la pura forza dell’eros, il cui medio espressivo ideale è la musica, la più sensuale delle arti b) FAUST: incarna il gioco della conoscenza, il potere dissolutore del dubbio radicale: il patto demoniaco stretto con Mefistofele lo costringe alla ricerca inesausta della conoscenza assoluta, e quindi a dubitare di tutto; c) JOHANNES (protagonista del Diario del seduttore): RAPPRESENTA LA VITA ESTETICA NEL SUO GRADO PIU’ RAFFINATO E PIU’ ALTO: egli non gode del possesso, ma unicamente della rappresentazione della conquista : la seduzione diviene forma letteraria (il diario, in cui racconta la trama sottile in cui egli avvolge la giovane Cordelia per conquistarla e poi abbandonarla); non appagandosi che in idea, il desiderio di Johannes può rimanere indefinitamente aperto. L’ESTETA VIVE NELL’ORIZZONTE DELLA POSSIBILITA’ INFINITA, SENZA MAI COMPIERE IL MOVIMENTO DELLA REALIZZAZIONE. LA SUA E’ UNA PERSONALITA’ PARCELLIZZATA, DISPERSA, SENZA STORIA : SI ESAURISCE NELLA FISSITA’ DI ISTANTI CHE DILEGUANO. NON HA MAI SCELTO SE STESSO NELLA REALTA’ : UNA CONTINUA EVASIONE

9 GLI STADI SUL CAMMINO DELLA VITA: LO STADIO ETICO
LA VITA ESTETICA E’ DOMINATA DALLA DISPERAZIONE: L’ESTETA PUO’ ESSERE TUTTO MA NON E’ NULLA, LA SUA PERSONALITA’ E’ FRANTUMATA (la vita come un teatro: non getta mai la maschera), EVANESCENTE… LA DISPERAZIONE E’ DIVERSA DAL DUBBIO FILOSOFICO (E RADICALE), COINVOLGE L’INTERA PERSONALITA’ (NON SOLO IL PENSIERO) . Puo’ essere combattuta reiterando il gioco della distrazione, e così l’anima si perde, ma può essere assunta, SCELTA NELLA SUA RADICALE PIENEZZA. NELLA SCELTA L’IO DIVENTA SE’, DALLA POSSIBILITA’ SI PASSA ALLA REALTA’, CIOE’ DAL NON-ESSERE ALL’ESSERE. L’ETICA ASSUME L’AUT-AUT, LA DISGIUNZIONE, COME ATTO CHE FONDA LA PERSONALITA’ E CHE DEVE CONTINUAMENTE ESSERE RINNOVATO: LA SCELTA ORIGINARIA E’ PRESENTE IN TUTTE LE SCELTE SUCCESSIVE. LA SCELTA E’ RIVELARSI AL MONDO, GETTARE LA MASCHERA, AVERE CONSISTENZA TEMPORALE (NON PIU’ L’ISTANTE PUNTIFORME), CIOE’ STORIA. ECCO LA DIFESA DEL MATRIMONIO DA PARTE DEL GIUDICE WILHELM: L’ESTETA CERCA DISPERATAMENTE OGNI VOLTA E IN DONNE DIVERSE “IL PRIMO AMORE” SENZA ACCORGERSI DI GODERNE OGNI VOLTA SOLO ILPALLIDO RIFLESSO, MENTRE CHI HA COMPIUTO LA SCELTA DEL MATRIMONIO RINVERDISCE IL PRIMO AMORE NELLA CONTINUITA’. IL MATRIMONIO E’ LA SINTESI DELL’IMMEDIATEZZA SENSUALE DEL PRIMO AMORE E DELLA RIFLESSIONE, DELLA SPERANZA E DEL RICORDO, RAPPRESENTA LA SERIETA’ DELLA VITA, CHE NON ANNULLA L’ESTETICO, MA LO RICOMPRENDE IN UNA SUPERIORE BELLEZZA.

10 GLI STADI SUL CAMMINO DELLA VITA: LO STADIO RELIGIOSO
MA L’ETICA NON E’ LO STADIO DEFINITIVO. LA SCELTA DA’ VITA AL SE’, MA NON LO CREA. CIO’ CHE E’ SCELTO E’ GIA’ POSTO: E’ L’INDIVIDUO CHE ESISTE NEL TEMPO ALL’INTERNO DELLA SPECIE. LO SCACCO DELL’ETICA NASCE DAL FATTO CHE ESSA “ADDITA L’IDEALITA’ COME SCOPO E PRESUPPONE CHE L’UOMO SIA IN GRADO DI RAGGIUNGERLO”. MA COSI’ NON E’, PERCHE’ L’UOMO SI DA’ NEL TEMPO COME GRAVATO DAL PECCATO ( COME SINGOLO E COME SPECIE). LA SCELTA ETICA DEVE COSI’ PASSARE ATTRAVERSO L’ACCETTAZIONE DOLOROSA DELLA COLPA, CIOE’ ATTRAVERSO IL PENTIMENTO , CHE E’ ESPRESSIONE DELL’AMORE DI DIO. IL LIMITE SUPERIORE DELLA SFERA ETICA E’ SEGNATO DUNQUE DAL RAPPORTO CON DIO. E’ IL PASSAGGIO ALLA SFERA RELIGIOSA (Timore e tremore, Il concetto dell’angoscia) La figura di ABRAMO: IL SACRIFICIO DI ISACCO MOSTRA LA COLLISIONE DI ETICA E RELIGIONE, DI IMMANENZA E TRASCENDENZA. LA SCELTA DI ABRAMO AVVIENE NEL PARADOSSO, NELL’ASSURDO( UN ATTO DI FEDE O UN ASSASSINIO)?

11 LA FEDE LA FEDE E’ CERTEZZA ANGOSCIOSA: la forza angosciosa con cui chi è veramente eletto da Dio si pone la domanda sulla certezza della propria elezione è il solo segno indiretto di tale elezione LA FEDE E’ PARADOSSO E SCANDALO, il cui segno è lo stesso Cristo: soffre e muore come uomo mentre parla e agisce come Dio L’UOMO E’ POSTO DI FRONTE A UN BIVIO: CREDERE O NON CREDERE: ma se è il singolo uomo a dover scegliere, è Dio che dona la fede La CONTRADDIZIONE diventa così la cifra della fede e dell’esistenza umana

12 L’ANGOSCIA LA POSSIBILITA’ E’ LA PIU’ PESANTE DELLE CATEGORIE. E’ LA CONDIZIONE ORIGINARIA DI ADAMO: DAL DIVIETO DIVINO EGLI APPRENDE LA SUA LIBERTA’ DI POTER SCEGLIERE, MA LA SUA SCELTA E’ IL “PECCATO ORIGINALE”, LA “CADUTA DALL’INNOCENZA”. L’ANGOSCIA E’ L’ESPERIENZA VISSUTA DELLA POSSIBILITA’. L’ESISTENZA E’ LIBERTA’, POTER-ESSERE: POSSIBILITA’ DI NON SCEGLIERE, DI RESTARE NELLA PARALISI, DI SCEGLIERE E DI PERDERSI, POSSIBILITA’ COME MINACCIA DEL NULLA :“NEL POSSIBILE TUTTO E’ POSSIBILE” L’ANGOSCIA NON E’ PAURA: E’ UN’INQUIETUDINE CHE NON SI RIFERISCE A QUALCOSA DI DETERMINATO BENCHE’ SI RAPPORTI IN GENERALE AL MONDO, AL MISTERO DELL’ESISTERE. L’ANGOSCIA FORMA: ESSA DISTRUGGE TUTTE LE FINITEZZE SCOPRENDO TUTTE LE LORO ILLUSIONI. LA POVERTA’ SPIRITUALE SOTTRAE L’UOMO ALL’ANGOSCIA, MA LO RENDE SCHIAVO DELLE CIRCOSTANZE, CHE LO SOSPINGONO DI QUA E DI LA’ SENZA META. UMANITA’ SIGNIFICA ANGOSCIA (anche quella del Figlio di Dio, che a Giuda dice: “Ciò che tu fai, fallo in fretta!”)

13 DISPERAZIONE E FEDE QUESTA CONDIZIONE (ANGOSCIA) SE VIENE RICONDOTTA ALL’INTERIORITA’ DELL’UOMO, AL SUO INTIMO RAPPORTO CON SE STESSO, DIVIENE VERA E PROPRIA DISPERAZIONE: E’ LA MALATTIA MORTALE DELL’IO. L’io PUO’ A) VOLERE essere se stesso B) NON VOLERE essere se stesso A) se vuole se stesso non può giungere all’equilibrio e al riposo (poiché è finito e quindi insufficiente a se stesso: l’io è possibilità) B) se non vuole essere se stesso, rompendo il proprio rapporto con sé, urta con una impossibilità fondamentale, perché tale rapporto (di sé con sé stesso) lo costituisce In entrambi i casi urta contro l’IMPOSSIBILITA’ DI NEGARE LA POSSIBILITA’ DELL’IO L’ORIGINE DELLA DISPERAZIONE STA NEL NON VOLERSI ACCETTARE DALLE MANI DI DIO : NEGANDO DIO, SI ANNIENTA SE STESSI

14 LA VITA DI FEDE SOLO RICONOSCENDO LA PROPRIA DIPENDENZA DA DIO, LA VOLONTA’ DI ESSERE SE STESSI NON URTA CONTRO L’IMPOSSIBILITA’ DELL’AUTOSUFFICIENZA, DETERMINANDO LA DISPERAZIONE. ALLA DISPERAZIONE, LA FEDE SOSTITUISCE LA SPERANZA E LA FIDUCIA IN DIO. E’ QUESTO LO SCANDALO DEL CRISTIANESIMO: CHE LA REALTA’ DELL’UOMO SIA QUELLA DI UN INDIVIDUO ISOLATO DI FRONTE A DIO, CHE ESISTA DINANZI A DIO LA FEDE E’ PARADOSSO E SCANDALO: LE CATEGORIE DEL PENSIERO RELIGIOSO SONO IMPENSABILI; IMPENSABILE E’ LA TRASCENDENZA DI DIO, IL PECCATO, L’INCARNAZIONE E LA MORTE DI DIO PER L’UOMO DI FRONTE ALL’INSTABILITA’ RADICALE DELL’ESISTENZA COSTITUITA DAL POSSIBILE, LA FEDE SI AFFIDA ALLA STABILITA’ DEL PRINCIPIO DI OGNI POSSIBILITA’ , CIOE’ A DIO, CUI TUTTO E’ POSSIBILE

15 L’ETERNO NEL TEMPO LA STORIA NON E’ TEOFANIA (HEGEL): E’ NELL’ATTIMO CHE ACCADE L’INSERZIONE DELLA VERITA’ DIVINA NELLA VITA DELL’UOMO L’UOMO VIVE NELLA NON-VERITA’ (LA VERITA’ E’ DIO):EGLI PERCIO’ NON PUO’ ESSERE AIUTATO A PARTORIRLA (SOCRATE), MA RESO ADATTO (RICREATO, REDENTO) A UNA VERITA’ CHE GLI VIENE DA FUORI (il maestro è un salvatore, non un’occasione per il processo maieutico) L’ATTIMO E’ L’INSERZIONE INCOMPRENSIBILE (E INDEDUCIBILE) DELL’ETERNITA’ NEL TEMPO. IN QUESTO SENSO IL CRISTIANESIMO E’ UN FATTO STORICO UN FATTO STORICO PARTICOLARE: NON C’E’ DIFFERENZA TRA IL DISCEPOLO “DI PRIMA MANO” E IL DISCEPOLO “DI SECONDA MANO”, PERCHE’ LA VENUTA DI DIO NEL MONDO ACCADE “DIRETTAMENTE” IN VIRTU’ DELLA FEDE (ALLORA COME OGGI)


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