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UN PASTELLO DIPINTO DI GIALLO Pippo Caposanto
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Era un lunedì mattina alla scuola media Sacra Famiglia e la classe 2^A era appena tornata da motoria. Giovanni Bricchi, un ragazzino non tanto alto e particolarmente loquace, con una fastidiosa abitudine di domandare” dolcemente” la merenda( ogni intervallo) ai suoi compagni di classe, si accorse, aprendo l’ astuccio, che il suo prezioso pastello color porpora era scomparso.
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>. L’ alunno girandosi chiese > come al solito i suoi compagni fecero scena muta
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Intanto la lezione continuò normalmente e al suono della campanella, che indicava la fine della quarta ora, i ragazzi uscirono e si sedettero vicino al calorifero e le ragazze si chiusero in bagno tutte a mangiare la loro merenda e ha parlare( come al solito).
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Ma questo banco non dovrebbe essere qui, e non sono state la bidelle a spostarlo perché quando siamo arrivati era tutto in ordine Filippo, un ragazzino con i capelli biondi, con gli occhi azzurri, con una straordinaria voglia di parlare e solito a dire balordaggini, si avvicinò e disse >.
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Riccardo stava bisbigliando qualcosa a mathew > > > > > > >. Erano già passate la quinta e la sesta ora con tanto di pranzo e ricreazione in cortile. All’ ottava e ultima ora la tensione era ormai alle stelle, fino a che Giovanni a stento riusciva a respirare; mancavano circa tre minuti e trenta secondi, continuava a ripensare alla ricostruzione dei fatti. Solo trenta secondi e i compagni pure fecero il conto alla rovescia. TRE-DUE-UNO..... Al suono della campanella Giovanni gridò ad alta voce >.
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>.
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