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Oltre il dilemma dell'allontanamento: bambini e famiglie nel sistema

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Presentazione sul tema: "Oltre il dilemma dell'allontanamento: bambini e famiglie nel sistema"— Transcript della presentazione:

1 Oltre il dilemma dell'allontanamento: bambini e famiglie nel sistema
CONVEGNO Oltre il dilemma dell'allontanamento: bambini e famiglie nel sistema di cura e protezione Trento 1 Ottobre 2015 1

2 PROGETTO RICERCA-AZIONE
A cura di Anna Berloffa, Rita Gelmini, Tiziano Saccani. 2

3 PREMESSA Nel 2010 sono state elaborate le “Linee guida per la regolazione dei processi di sostegno e allontanamento del minore” dal Consiglio Nazionale dell' Ordine Assistenti Sociali. Queste linee guida hanno rappresentato l’input per la ricerca di teorie e nuove prassi per adattare le linee guida nazionali alle specificità del territorio trentino. Partendo da questo dato e dal crescente dibattito che sul nostro territorio ha riguardato l’allontanamento dei minori, l’Assessorato nel 2012 ha dato mandato all’Ufficio Centro per l’infanzia di approfondire il tema. L’ufficio a tal fine ha istituito un Tavolo Territoriale sul tema. 3

4 TAVOLO TERRITORIALE SUL TEMA «ALLONTANAMENTO»
Il tavolo ha iniziato la sua attività nel 2012, coordinato dal direttore Ufficio centro per l'infanzia Anna Berloffa e hanno partecipato: Rappresentanti dei Servizi Sociali territoriali, il Comune di Trento con la dott.ssa Monica Susat e la dott.ssa Susanna Frasson, il Comune di Rovereto con il dott. Marco Mozelt, la Comunità di Valle dell’Alto Garda e Ledro con la dott.ssa Costanza Fedrigotti. L’Avvocatura della PAT con l’avv. Lucia Bobbio. L’EMAMeF con il dott. Tiziano Saccani e la dott.ssa Rita Gelmini. L’Ufficio Programmazione del Servizio Politiche sociali con il dott. Claudio Laner. Il “Centro per l’Infanzia” con la dott.ssa Erica Gozzer. Servizio Sociale Ospedale S.Chiara Dott.ssa Monica Lorenzin 4

5 TAVOLO TERRITORIALE “ALLONTANAMENTO”
In una prima fase si sono condivise e analizzate le Linee Guida nazionali già citate e si è approfondita la documentazione prodotta sul tema da altre Regioni italiane e si sono condivise le modalità operative e i protocolli già in essere in alcuni Servizi sociali del territorio provinciale. Da questa prima fase è nata la necessità di approfondire le modalità di esecuzione dell’intervento «allontanamento» e si è scelto un metodo qualitativo di ricerca sociale: la ricerca-azione. 5

6 Il METODO RICERCA-AZIONE
Si intende per ricerca-azione un modo di concepire la ricerca che si pone l'obiettivo di analizzare una pratica relativa ad un campo di esperienza da parte di un attore sociale con lo scopo di introdurre, nella pratica stessa, dei cambiamenti migliorativi. 6

7 Il termine ricerca azione o ricerca intervento nasce dall’ autore inglese Kurt Lewin, psicologo sociale, il quale coniò la parola «action research». Il processo conoscitivo diventa un'azione sociale proprio nel momento in cui i protagonisti vengono coinvolti. L’Action Research guarda in maniera costruttiva ai principi che ne verificano la validità. Essa prende origine dal riconoscimento, attraverso la ricerca nelle scienze psicologiche, della contingenza di azione e conoscenza nei processi di apprendimento. Le fasi sono pianificazione, azione, osservazione e riflessione con il fine di migliorare il sistema indagato. 7

8 PRINCIPI ISPIRATORI Ogni intervento sociale che riguarda un bambino deve informarsi al principio di necessità, appropriatezza e superiore interesse. 8

9 Linee Guida sull’accoglienza dei bambini fuori dalla famiglia di origine (Assemblea Generale delle Nazioni Unite nella Risoluzione A/RES/64/142) 2009 Principi base dell’accoglienza dei bambini fuori dalla famiglia di origine : • L’accoglienza deve essere necessaria (principio di ‘necessità’). • L’accoglienza deve essere appropriata alle esigenze del bambino (principio di ‘appropriatezza’). 9

10 NECESSITA’ I bambini non devono mai essere posti in forme di accoglienza eterofamiliare senza motivo. Quando l’accoglienza al di fuori della propria famiglia d’origine è necessaria, deve essere adeguata alle specifiche esigenze di ogni bambino, alle circostanze e al suo superiore interesse. 10

11 NECESSITA’ Agire sulla base del ‘principio di necessità’ significa prevenire le situazioni e le condizioni che possono portare alla previsione o alla richiesta di un’accoglienza eterofamiliare. La gamma di questioni da affrontare è notevole: povertà materiale stigmatizzazione discriminazione educazione sessuale formazione dei genitori altre forme di sostegno familiare (fornitura di servizi di assistenza etc..) 11

12 APPROPRIATEZZA Se si ritiene con certezza che un bambino abbia bisogno di essere collocato in una realtà di accoglienza eterofamiliare, occorre farlo nel modo adeguato. Questo significa selezionare quella che sarà, in linea di principio, la soluzione che meglio risponde alle necessità del bambino in quel momento. 12

13 Legge 27 maggio 1991, n. 176 Ratifica ed esecuzione della Convenzione sui diritti del fanciullo, fatta a New York il 20 novembre 1989 Art 3.1. In tutte le decisioni relative ai fanciulli, di competenza delle istituzioni pubbliche o private di assistenza sociale, dei tribunali, delle autorità amministrative o degli organi legislativi, l'interesse superiore del fanciullo deve essere una considerazione preminente. 13

14 Ipotesi di Ricerca RICERCA-AZIONE
A) Esplorare cosa succede nell’esecuzione dell’allontanamento con l'obiettivo di individuare punti di criticità e di miglioramento nella consapevolezza dell'elevata complessità che comporta questo tipo di azione.( principio di appropriatezza) B) Di chi è la competenza? Ipotesi di Ricerca 14

15 RICERCA-AZIONE: GLI STRUMENTI
FOCUS GROUP INTERVISTE 15

16 RICERCA-AZIONE I CRITERI
Coinvolgimento diretto nell’ intervento « allontanamento» Omogeneità professionale con professioni uguali o simili Omogeneità di appartenenza ad uno stesso ente Criteri per la composizi one dei focus group Esperienze direte e uniche dell evento Ruoli istituzionali a cui fanno capo responsabilità in ordine alla tutela dei minori o alla cura dei genitori Criteri per la scelta dei testimoni da intervistar e 16

17 I NUMERI DELLA RICERCA-AZIONE
8 focus group 15 interviste 12 le professioni coinvolte 70 le persone ascoltate 17

18 8 FOCUS GROUP Assistenti Sociali Educatori comunità mamme-bambini
Educatori comunità minori Insegnanti Forze dell’Ordine e Polizia Locale Operatori Psichiatria U.U.O.O. Operatori area materno-infantile ospedale Avvocati dell’Ass.Avv.per la Famiglia 18

19 Colonnello Carabinieri comandante polizia loc Rovereto
15 INTERVISTE Direttore Alcologia Vice Direttore SERD Colonnello Carabinieri Procuratore T.M. Procuratore Capo T.O.TN Madre naturale Vice comandante polizia loc Rovereto Neuropsichiatra APSS Associazione Agevolando e Prospettive Famiglia Affidataria Presidente Ordine Ass. Sociali Garante dei minori Psicologa APSS Presidente T.M. 19

20 12 PROFESSIONI ASCOLTATE
TerP Magistrati Assistenti Sociali Educatori Medici Forze dell’ ordine Psicologi Insegnanti Infermieri Ostetriche Pedagogisti Avvocati 20

21 GRAZIE DELL’ATTENZIONE
‘Voi mi dite: «Siamo stanchi di stare con i bambini».  Avete ragione. E dite ancora: «Perché dobbiamo abbassarci al loro livello. Abbassarci, chinarci, piegarci, raggomitolarci». Vi sbagliate, non questo ci affatica, ma il doverci arrampicare fino ai loro sentimenti. Arrampicarci, allungarci, alzarci in punta di piedi, innalzarci. Per non ferirli.’ [J.Korczak] GRAZIE DELL’ATTENZIONE 21

22 FOCUS GROUP I F.G. organizzati sono stati 8: la caratteristica comune è stata la presenza di operatori e professionisti con un’esperienza diretta nell’allontanamento di minori, privilegiando i vissuti all’approccio esclusivamente “teorico o organizzativo”. I F.G. effettuati hanno coinvolto: 1) Assistenti Sociali operanti nell’area minori e famiglie delle CV e dei Comuni di Trento e Rovereto. 2)Forze dell’Ordine con l’Ufficio Minori e la Squadra Mobile della Polizia di Stato, la Polizia Locale del Comune di Trento. 3)Avvocati dell’Ass.avv. per la famiglia. 22

23 4) Educatori di Comunità residenziali per minori.
5) Educatori di Comunità residenziali per mamma e bambini. 6) Educatori, insegnanti, psico-pedagogisti di nido, scuole dell’infanzia, scuola elementare. 7) Medici, infermieri, ostetriche, Assistenti sociali dei reparti di ostetricia, neonatologia e pediatria dell’ospedale S.Chiara di Trento. 8) Medici, educatori, infermieri, terP, delle UU.OO. di Psichiatria dell’APSS. 23

24 12 TESTIMONI INTERVISTATI
INTERVISTE 12 TESTIMONI INTERVISTATI PRESIDENTE tm MADRE NATURALE FAMIGLIA AFFIDATARIA PROCURATORE TM PROCURATORE CAPO Dirigente MEDICO SERD GARANTE MINORI PRESIDENTE ORDINE ASSISTENTI SOCIALI DIRIGENTE MEDICO ALCOOLOGIA CARABINIERI DIRIGENTE PSICOLOGA APSS PORTAVOCE MINORI 24

25 PROFESSIONI ASCOLTATE
Assistenti sociali Educatori Medici Psicologi Avvocati Giudici Forze dell’ordine Insegnanti Infermieri 25


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