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PubblicatoMartino Franceschini Modificato 9 anni fa
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DA SOLI SI VA VELOCI MA INSIEME SI VA Più LONTANO
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Cosa induce le persone a compromettere la loro salute e il loro benessere per aiutare altre persone? Che cos’è che spinge la gente a donare il proprio tempo, energia e denaro per aiutare a migliorare le condizioni degli altri, anche quando sa di non poter ricevere nulla di tangibile in cambio?
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L’altruismo è un aspetto di ciò che gli psicologi sociali chiamano comportamento pro-sociale. I
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pro-sociale si riferisce a qualsiasi azione che avvantaggi altre persone, senza che il donatore dell’azione abbia alcun motivo o beneficio
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Mentre tutti gli atti altruisti sono pro-sociali, non tutti i comportamenti pro-sociali sono altruisti. Ad esempio, potresti trovarti ad aiutare altre persone per una serie di motivi come colpa, obbligo, dovere o anche per premi.
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Ragioni biologiche: Selezione parentale –
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Motivi Cognitivi: ci fa sentire bene aiutare gli altri
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Motivi neurologici: L’altruismo attiva i centri della ricompensa nel cervello
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3 importanti comportamenti prosociali che un bambino dovrebbe imparare e un genitore dovrebbe insegnare.
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Comportamento prosociale della condivisione
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Comportamento prosociale dell’aiutare
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Comportamento prosociale del cooperare
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Competenza e competizione
“La competizione, in genere, non promuove l’eccellenza perché cercare di far bene e cercare di battere gli altri sono semplicemente due cose diverse” (Kohn, 1988). La persona prosociale è, per definizione, caratterizzata da un buon grado di “self-efficacy” (auto-efficacia) che si esprime con modalità assertive. Pertanto si può ragionevolmente supporre che abbia le abilità necessarie per perseguire obiettivi con determinazione, ma conservando uno stile prosociale anche quando la situazione è di tipo competitivo.
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Competitività e prosocialità
PERCHE’ LA PROSOCIALITA’ RIESCE A DARE RISULTATI MIGLIORI DELLA COMPETITIVITA’. 1) Nella competitività la posta in gioco è sempre elevata. Quando la tensione supera livelli ottimali, la prestazione finisce con lo scadere. 2) Nella competitività l’attenzione non è orientata al compito come nella collaboratività, ma a battere l’interlocutore, con una conseguente diminuzione prestazionale. 3) Quando la situazione è strutturata in modo competitivo, la persona apprende strategie competitive e non necessariamente l’esecuzione del compito.
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Come sviluppare i comportamenti prosociali I genitori possono fare diverse cose per promuovere il comportamento prosociale. Essere un modello con un ruolo positivo, se il bambino vede che si agisce in modo positivo, è più propenso a seguire l’esempio.
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IN NOME DEL FIGLIO
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